ARIZONA DIAMONDBACKS
Dopo solo un anno nella stanza dei bottoni, Tony La Russa e Dave Stewart non hanno esitato a mettere tutto (o quasi…) sul piatto per rafforzare i D’Backs, sacrificando anche la prima scelta di giugno Darby Swanson per arrivare a Shelby Miller, e offrendo 6 anni di contratto per più di 200 milioni di dollari a Zack Greinke.
Il buon risultato del 2015 ha fatto subito pensare che Arizona fosse pronta in grande, con una rotation giusta: ora spetta a Chip Hale mettere l’ingranaggio alla massima potenza per ridare la NL West ai ‘Backs…
Lanciatori titolari
La rotazione di Arizona si presenta subito con un 1-2 da favola, visto che avere un duo come Greinke-Miller alza subito il livello dei titolari ad altezze da brivido.
Zack Greinke non necessita di presentazioni, con una precisione quasi robotica nei lanci che rende una fastball normale (92 miglia orarie) molto pericolosa, visto che viene unita al combo slider e changeup anch’essi lanci tecnicamente perfetti.
Anche se con un record perdente di 6-17 dovuto alla permanenza ad Atlanta, Shelby Miller nel 2015 ha perfezionato il suo arsenale con maggior controllo, e l’utilizzo di un’alternanza sinker-cutter molto velenosa, e tutto questo avendo solo 25 anni!
Affidabile il resto della rotation, dal cavallo di ritorno Patrick Corbin che sembra del tutto ripresosi dall’operazione “Tommy John” di fine 2014, a un solido Rubby De La Rosa, ancora acerbo ma con una slider da seguire. Il quinto uomo potrebbe essere il mancino Robbie Ray, sorpresa nel 2015, o l’eterna promessa Archie Bradley se ritrova un minimo di salute fisica.
Bullpen
Brad Ziegler come closer è stato una sorpresa l’anno scorso, con 30 salvezze su 32. Il suo movimento di lancio laterale pur con una velocità massima che non raggiunge le 90 miglia orarie, impedisce home-run e inganna spesso i battitori avversari.
Più incertezze per gli altri componenti del bullpen, anche se gli ex titolari Daniel Hudson e Josh Collmenter potranno dare un ottimo contributo: soprattutto Hudson ha ripreso a lanciare una fastball da 94-95 mph, che unita a una changeup efficace può aprirgli un ruolo da set-up nel penultimo inning. Occhio anche a Randall Delgado, e qualche giovane sorpresa come Keith Hessler.
Lineup
Wellington Castillo come catcher ha fatto in fretta ad imporsi nel deserto, avendo poca resistenza da giocatori di secondo piano come Tuffy Gosewitch e Gerald Laird. Castillo dà il suo meglio in chiave offensiva, dove può arrivare anche a 20 homers a stagione, mentre il suo fisico tozzo offre una solida difesa ma poca velocità di movimento in altre situazioni difensive.
L’infield è ancorato da un fuoriclasse come Paul Goldschmidt, che merita ampi riconoscimenti anche fuori dall’Arizona. Hitter eccezionale ma anche golden glove lo scorso anno e pagato ancora come un giocatore di medio livello, Goldschimidt sarebbe in grado di valorizzare anche la lineup più mediocre, ma non mancano altre buone mazze nel roster.
Chris Owings ha trovato una buona nicchia in seconda base, e forma una efficace combinazione da double-play con Jean Segura, appena arrivato da Milwaukee e da cui ci si attendono grandi cose: corridore veloce ma anche un buon battitore, deve riscattare un anno no ai Brewers. Poco sexy l’opzione di Jake Lamb in terza base, ma è un battitore dal potenziale interessante anche se ancora molto grezzo.
Nell’outfield si spera di trovare un posto per Yasmany Tomas, l’anno scorso deludente (solo nove homers) per un potenziale slugger cubano di grandi prospettive. Statico quantomai in difesa, è un rischio come outfielder a destra, ma si spera ancora di salvare l’investimento.
Un’ altra gemma nascosta nel deserto è invece A.J. Pollock, tra i migliori centerfielder della MLB con almeno 20 HRs e 20 basi rubate (solo altri 3 ci sono riusciti nel 2015, e uno è… Paul Goldschimdt!). A sinistra occhio a David Peralta, scovato praticamente dal nulla ma che batte come cleanup hitter e anche bene (.320 di media con lanciatori destri)…
Manager
Chip Hale ha dato una buona impressione di sè nel suo primo anno da manager, ma il difficile viene adesso. E se va male come coach di terza base c’è Matt Williams, che per due anni ha allenato i Nationals (no, Tony rimane in tribuna per ora!).
COLORADO ROCKIES
I soliti vecchi Rockies, verrebbe da dire. Una lineup da paura, ma il reparto lanciatori peggiore della lega. Come si dice, speriamo che qualcosa si muova, ma dopo 5 stagioni sotto il 50% di partite vinte, l’impressione è ancora negativa in Colorado…
Lanciatori titolari
Che l’asso sia Jorge De La Rosa, un buon lanciatore da metà della rotazione a essere generosi, la dice lunga sulle difficoltà dei Rockies. Buone speranze riposano sulle spalle di Chad Bettis e del cavallo di ritorno dalla Tommy John surgery Tyler Chatwood, mentre sono incerti i segnali che arrivano da Jon Gray, grande promessa caduto vittima l’anno scorso della sindrome da Coors Field.
Visti gli insuccessi nel crescere lanciatori fatti in casa, è probabile che sia un problema a livello di coaching staff che si ripete nel corso del tempo, e non ci siamo sbagliati: le (poche) certezze sulla rotazione di Colorado non arrivano a 4 giocatori potenzialmente titolari (l’anno scorso almeno dieci pitchers fecero 5 partenze dall’inizio)…
Bullpen
Fuori Rex Brothers e John Axford, dentro Jason Motte e Chad Qualls. Il primo pienamente recuperato dopo molti problemi fisici, ma con una fastball in preoccupante calo, il secondo un veterano di grandi battaglie che punta ormai su un approccio d’astuzia verso i battitori avversari, causando groundballs che possono portare a facili outs.
Ma per fortuna è arrivato anche Jake McGee, solido mancino a cui affidare il ruolo di closer. Dietro spicca Justin Miller, se i suoi buoni dati sabermetrici nel 2015 non sono un bluff, mentre si cerca almeno di salvare qualcosa dal flop del mancino Boone Logan, strapagato ma al massimo efficace contro i battitori mancini…
Lineup
Anche se con numeri inflazionati dalle mura amiche e da un BABIP fortunato (.346 la media sulle palle in gioco), Nick Hundley ha avuto una ottima stagione nel 2015, anche se come catcher è al massimo nella media.
L’infield ormai orfano di Troy Tulowitkzi ha anche una grande incertezza in prima base: Mark Reynolds può arrivare a 30 home runs, ma in difesa farà rimpiangere Justin Morneau.
Punto forte sono i giocatori in seconda e terza base, DJ Le Mahieu e Nolan Arenado.
Tutti e due vincitori del golden glove nel 2015, Arenado è il giocatore più completo dei due, capace di essere un ottimo battitore anche al di fuori dell’altitudine di Denver. E in attesache Trevor Story prenda la posizione di interbase, sarà Jose Reyes a tenere la posizione e a spendere le residue energie che gli sembrano rimaste per dare velocitàall’attacco dei Rockies…
Spicca nell’outfield ovviamente Carlos Gonzalez, l’anno scorso autore di una stagione a due facce: disastroso fino a luglio, poi il solito Cargo da quel momento in poi. Riuscirà a non essere finalmente ceduto a qualche punto del 2016?
Dipenderà dal rendimento dei Rockies. Il rightfielder Geraldo Parra ha battuto 14 HRs nel 2015, top in carriera, e si è meritato il triennale firmato in autunno, anche se una squadra in ricostruzione non ha bisogno di veterani, se non eventualmente per scambiarli a qualche punto della stagione. Solido al centro Charlie Blackmon, in crescita continua e anche lui possibile pedina di scambio.
Coach
Walt Weiss è come un pilota di F1 che guida una vettura dal motore potente ma dal telaio fragilissimo. Il messaggio è chiaro: per quanto ottima rimanga la lineup con qualche addizione e sottrazione, saranno ancora i lanciatori a rovinare la festa in Colorado…
LOS ANGELES DODGERS
Non è ancora ben chiaro quale sia il progetto di Andrew Friedman e Farhan Zaidi, le due giovani e brillanti menti dalla fine del 2014 alla dirigenza dei Dodgers: non certo una ricostruzione (300 milioni spesi nel 2015 tra payroll e luxury tax!), ma neanche una rincorsa al presente a ogni costo.
Ecco perchè Zack Greinke o David Price non hanno avuto un megacontratto da parte dei losangelini. Con una farm già piena di talento (e tanti soldi per scovarlo in giro…) l’ambizione è di riportare i Dodgers alle loro glorie del passato: una squadra ricca ma con un serbatoio di giovani che possono sempre entrare in squadra e fare la differenza…
Lanciatori titolari
Ovviamente Clayton Kershaw è, da ogni punto di vista statistico, il miglior pitcher al mondo, e adesso avrà ancor più responsabilità senza Greinke al fianco. Buono comunque l’acquisto di Scott Kazmir, giocatore ritrovato nelle ultime due stagioni ma che tende a sfiorire col passare dei mesi, non il massimo per uno staff che aspetta ancora di ritrovare Jin Ryu fermo ai box da un anno.
Tutto da scoprire Kenta Maeda, robusto (in tutti i sensi) lanciatore giapponese con l’arsenale giusto ma che dovrà abituarsi ai ritmi delle Majors, mentre appaiono solidi (ma non molto di più) Alex Wood e Mike Bolsinger. E questo con Brett Anderson già fuori per infortunio per tutto il 2016. Rotation di talento, ma fragile e da rafforzare in corso d’opera…
Bullpen
Il reparto ha ancora una volta deluso nel 2015, ma una certezza assoluta esiste: ovvero Kenley Jansen, macchina da strikeouts e capace di lanciare una fastball da quasi 100 miglia orarie, come di chiudere l’out con un cutter mortifero. Buone certezze anche da Chris Hatcher come set-up, più nebulosi gli altri ruoli nel bullpen.J.P. Howell è il mancino più affidabile, ma reduce da un anno non proprio scintillante. Proprio essere una buona opzione Luis Avilan, mentre Pedro Baez è imploso nei playoffs e deve ritrovare fiducia…
Lineup
Sembra che le proiezioni sabermetriche ci abbiano azzeccato con Yasmani Grandal, che ai Dodgers è finalmente sembrato unire buone qualita difensive, sia come framing dei lanci che come controllo delle basi, a una buona mazza in grado di raggiungere i 20 homeruns a stagione.
A.J. Ellis rimane un buon backup e il catcher preferito di Kershaw: e francamente non sembra poco! L’infield è ancorato da un Adrian Gonzalez che sembra migliorare col passare delle stagioni, e sembra sempre più uomo franchigia per i Dodgers e simbolo d’orgoglio per la comunità messicana.
Justin Turner doveva essere solo una riserva, ma nelle ultime due stagioni ha occupato la terza base battendo con continuità (.314 di media negli ultimi due anni), mentre la grande speranza Corey Seager può veramente diventare uno dei migliori interbase che i Dodgers abbiano visto in diversi anni: alto ma dinamico in difesa e con una mazza potenzialmente bollente.
La seconda base è ancora del versatile Howie Kendrick, ma con due alternative dietro: il veterano Chase Utley e l’ex White Sox Micah Johnson, buon difensore ma battitore leggerino. Enrique Hernandez si ripresenta come utility player tuttofare pronto (in futuro) a un ruolo da titolare.
Due giovani brillanti ma anche con diversi punti interrogativi nell’outfield. Riuscirà Yasiel Puig a ritrovare la forma del 2014, dopo un 2015 tra infermeria e un rendimento erratico? E Joc Pederson, brillante centerfielder difensivo, sarà quello da All-Star Game dei primi mesi, o quello da .178 di media della seconda parte della scorsa stagione?
Intanto a sinistra Andre Ethier cercherà di ripetere il suo comeback year da quasi .300 di media battuta e 14 HRs, ma Scott Van Slyke e Alex Guerrero sono due valide riserve, più affidabili di un Carl Crawford più fuori dal campo in 3 stagioni coi Dodgers che nella lineup…
Manager
Il pregio di Dave Roberts, oltre che afroamericano ed ex giocatore dei Dodgers, è di saper comunicare con le moderne informazioni sabermetriche, e di sicuro le intrusioni del management non verranno prese con freddezza, come dall’ex manager Don Mattingly. E’ comunque sufficientemente esperto avendo passato gli ultimi 6 anni in uno staff MLB come coach o in altre funzioni: avrà l’esperienza dell’ex manager Bob Geren come bench coach…
SAN DIEGO PADRES
Sposti gli elementi, ma questi sono i soliti vecchi Padres di troppe stagioni a questa parte: una buona rotazione, un bullpen passabile, e una lineup pessima sotto ogni punto di vista. In attesa della maturazione dei giovani prospetti, duro si presenta il lavoro per il nuovo manager Andy Green…
Lanciatori titolari
Una stagione decisamente poco esaltante quella scorsa per Andrew Cashner e James Shields, un uno-due potenzialmente tra i migliori della lega.
Cashner è il sogno di molti pitching-coach, un talento puro che ha bisogno di migliorare il comando della sua fastball e concedere meno HRs che nel 2015.
Per Shields la prima stagione in California è stata decisamente no: anche per lui troppi homeruns subiti e poco controllo dei suoi lanci secondari, forse ricorrere di più alla changeup gioverebbe per prolungargli la carriera ad alto livello.
Ottimo invece Tyson Ross, che potrebbe essere un ambito premio alla deadline per molte franchigie: nel 2015 ha ulteriormente perfezionato un combo fastball-slider che promette di ridurre ancora la sua ERA (3.26 lo scorso anno).
Se non parte dal bullpen l’eterna promessa Drew Pomeranz potrebbe far parte della rotazione, che potrebbe essere chiusa da Odrisamer Despaigne, lanciatore di finezza adatto a un piching-park per eccellenza come il Petco di San Diego…
Bullpen
Fernando Rodney riempe il vuoto lasciato da Craig Kimbrel in modo adeguato, anche se a 39 anni e con un 2015 decisamente no alle spalle non è il closer-sicurezza di due stagioni fa. Brandon Maurer e Kevin Quackenbush saranno gli altri due principali reliever per i Padres: Maurer come ex lanciatore titolare potrebbe avere un ruolo misto, pronto a subentrare in rotazione nel caso probabile che sia necessario riempire delle assenze.
Lineup
In attesa che giovani promesse crescano, Derek Norris sarà ancora il catcher titolare per i Padres: solido in difesa e potente in battuta, è una delle poche certezze nella lineup , a cui possiamo aggiungere in prima base Will Myers. Sano, l’ex Tampa Bay è un giocatore d’èlite, ma nelle ultime due stagioni ha giocato solo 147 partite complessive.
Può essere una sorpresa Corey Spangerberg in seconda, anche lui talento grezzo che può stupire, Sensibile miglioramento in interbase con l’esperienza e (residua) forza offensiva di Alexei Ramirez rispetto ad Alexi Amarista, mentre l’ex Yankee Yangervis Solarte in terza base è un buon riempitivo in attesa di tempi (e giocatori) migliori.
Nell’outfield si spera che John Jay abbia una risurrezione offensiva, intanto a sinistra è una sicurezza in difesa: il contrario di Kemp, uno dei peggiori difensori della lega, con un contratto difficilmente scaricabile vista anche la sua età. Melvin Upton è migliorato rispetto alle precedenti stagioni ai Braves, e in mezzo compensa spesso i limiti di Kemp…
Manager
Il nuovo manager Andy Green arriva dai Diamondbacks, dove nel 2015 è stato coach di terza base, e da una lunga esperienza nelle Minors. Amante dell’utilizzo dei dati statistici e degli shift difensivi, porta con sè un approccio moderno che aiuterà i Padres a evitare l’ultima piazza, ma forse per qualcosa di più è ancora presto. Curiosità: Mark McGwire sarà il bench coach di San Diego…
SAN FRANCISCO GIANTS
Con un asso come MadBum, e una lineup che comprende alcuni dei giocatori under-30 migliori di tutta la lega, il duo Sabean-Bochy prova a fare un altro allungo in un anno pari. Dal 2010 ogni due anni è titolo e i rinforzi invernali sembrano azzeccati: questi Giants fanno proprio paura…
Lanciatori titolari
Madison Bumgarner invece che subire il peso della postseason 2014, nel 2015 ha realizzato numeri record in carriera come strikeouts e innings, e si presenta fresco per la nuova stagione. E con una rotation rinforzata da Johnny Cueto e Jeff Samardzija.
Cueto ha una ottima fastball e un ottimo controllo, e anche se la scorsa stagione tra Cincinnati e Kansas City il suo rendimento è stato altalenante, rimane un numero 1 in molte altre squadre. Samardizija avrà bisogno del guru Dave Righetti, che insieme a Mickey Callahan degli indians è il miglior pitching coach della lega, per ritrovare fiducia nella slider, persa di vista ai White Sox l’anno scorso: l’impressione è che “lo Squalo” possa ritrovare un ottimo rendimento.
Chiude la rotazione un Matt Cain che si spera ritrovi brillantezza al suo (un tempo) arsenale da Cy Young Award, mentre Jake Peavy ormai si affida sulla groundball per provocare out: non una brutta idea con questa difesa dietro…
Bullpen
Santiago Casilla, Sergio Romo, Javier Lopez: il mostro a 3 punte che dal 2010 rende il bullpen dei Giants temibile e affidabile, ma non guasta avere Hunter Strickland e la sua mostruosa fastball a disposizione. Potrebbe essere un valore aggiunto Kyle Crick, il cui controllo erratico fa dubitare di un suo futuro da starter…
Lineup
Buster Posey è un catcher con doti da battitore superiori a qualunque altro ricevitore nella lega, ma è probabile che per tutelare la sua salute sia Andrew Susac a giocare di più nella posizione, visto che le sue doti difensive anche come framing dei lanci sono nettamente superiori alla media.
L’infield costruito in casa dai Giants è veramente il più forte e completo della lega, e l’anno scorso ha visto l’inserimento a sorpresa di Matt Duffy in terza base. Ottimo fielder e buon battitore, Duffy ha ottima compagnia visto che Brandon Crawford ha vinto il golden glove come interbase nel 2015, e arrivando a 21 HRs: una crescita pazzesca dai numeri di inizio carriera.
Joe Panik in seconda e Brandon Belt in prima sono altri potenziali candidati al golden glove e hitters in crescita, e tutto questo giocando nello stadio più sbilanciato verso i lanciatori di tutta la lega…
Ottimo l’acquisto di Denard Span, giocatore giusto per ancorare il centro dell’outfield, mentre Angel Pagan pur rimanendo un favorito del pubblico si sposta a sinistra, dove probabilmente riuscirà a patire di meno sulle sue ginocchia scricchiolanti il peso di un campionato così lungo.
Ovviamente a destra confermato Hunter Pence, che oltre che un ottimo difensore è anche una certezza in attacco: se non sarà condizionato da infortuni il suo 2016 potrà essere vincente…
Manager
Un ottimo staff, Bruce Bochy al suo decimo anno, continuità su cui scrivere trionfi su trionfi. Difficile dire di più e meglio su chi guida i Giants…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
per qualunque curiosita’ scrivetemi a: albix73@hotmail.it
2016 anno pari.
Quindi l’anno dell’anello dei SF Giants?
La regola pare questa.
Vediamo. Di sicuro la squadra è fortissima e potrebbe farcela. Giocare in una division così competitiva(sulla carta ARI e L.A.D. sono molto buone da p.o.)potrebbe togliere energie e giocare brutti scherzi, ma anche essere stimolo per presentarsi a pieno regime a settembre.