Charlie Manuel non era considerato un grande skipper, ma certamente 2 anni e mezzo fa ha avuto un ottimo timing per lasciare la guida dei Phillies. Da quel momento infatti la squadra di Philadelphia non ha fatto altro che collezionare delusioni.
Eppure era stato scelto al suo posto Ryne Sandberg, il manager delle minors con le migliori prospettive della MLB, strappato un anno prima alle minors dei Cubs, che erano stati un po’ troppo lenti nel promuoverlo ad allenare la prima squadra. Dopo un anno di triplo A, i Phillies avevano deciso che era pronto per l’esordio in MLB.
Invece, dopo 2 anni alla guida dei Phillies, con il 2014 finito 73-89 e quest’anno iniziato 26-48, peggior record delle majors, Sandberg venerdì ha rassegnato le sue dimissioni in una conferenza stampa molto toccante. Il coach di terza base, Pete Mackanin, prenderà il suo posto ad interim, per la terza volta in carriera.
Philadelphia è alla ricerca anche di un Presidente, dato che Pat Gillick sta ricoprendo il ruolo solo temporaneamente. Sembrano davvero lontani i tempi delle World Series, che invece sono targate 2008.
Ruben Amaro, general manager di lungo corso, non è riuscito in questa offseason a liberarsi dei 6 contratti che impegnavano il team per oltre 100 milioni di dollari, nonostante le aspettative per la stagione fossero molto basse con poche o nessuna chance di lottare per le wild card.
Nonostante la Division sia la peggiore della NL, con solo i Nationals sopra il 50% e proiettati verso i Playoff, i Phillies non avevano molte ambizioni. Ed invece solo uno di questi bad contracts è stato ceduto, Jimmy Rollins ai Dodgers.
Mentre Cliff Lee si è infortunato durante lo spring training e salterà tutta la stagione, Ryan Howard e Chase Utley, Jonathan Papelbon e Cole Hamels sono rimasti, con solo quest’ultimo che potrebbe far parte di una nuova era.
Il payroll è un po’ sceso rispetto al 2014, di circa 30mln dai 177, ma certo non è quanto ci si aspettava.
In questa stagione scade il contratto di Amaro, così come quello di Cliff Lee, a cui verrà pagato un buy-out di 12,5mln per non esercitare l’opzione per il 2016. Chase Utley costerà molto meno, solo 2mln di buy-out per un altro sicuro free agent, mentre Howard e Hamels hanno ancora alcuni anni garantiti. Per Papelbon infine il discorso è più complesso, perché il contratto per il 2016 scatterà automaticamente al raggiungimento di 55 partite nel 2015 o 100 negli ultimi due anni.
Sul fronte degli esordi stagionali, solo il terza base Maikel Franco sta facendo vedere ottime cose, mentre Cody Asche ha avuto una battuta di arresto in questo secondo anno nelle majors.
Il farm system viene considerato piuttosto corto dagli esperti, nonostante sia in lieve miglioramento negli ultimi anni. Quindi non ci sono grandi prospettive, anche se chiaramente l’ultimo posto in MLB porterebbe nel 2016 alla prima scelta assoluta nel draft, e la partenza nella off-season di Lee, Utley e forse Papelbon potrebbe riportare il payroll a quota 100mln, pronto per una solida campagna acquisti.
Il vero dilemma rimane Cole Hamels: privarsi di lui ora vorrebbe dire certamente ottenere alcuni ottimi prospetti ma anche lasciare andare l’unica bandiera rimasta in città. Ma d’altra parte nessun altro giocatore è in questo momento appetibile sul mercato (Howard sta facendo una buona stagione ma per una sua cessione i Phillies dovrebbero certamente accollarsi buona parte del suo futuro stipendio e non riceverebbero di certo grandi prospetti).
Si profilano ancora alcuni anni bui per Philadelphia, ed un finale di stagione molto deprimente.