La NL Central versione 2015 si presenta ai nastri di partenza con fondate ambizioni di successo: i St. Louis Cardinals sono storicamente una certezza (2 sole stagioni con record negativo dal 2000, almeno 86 vittorie dal 2008) e sono ancora competitivi, i Pittsburgh Pirates possono continuare l’ottimo trend delle ultime due annate, i Milwaukee Brewers sono una mina vagante con molto potenziale al netto degli infortuni ed i Chicago Cubs proseguono la loro opera di ricostruzione con importanti acquisizioni.
Gli unici più distanti paiono essere i Cincinnati Reds, i quali hanno perso alcuni free agents importanti ed hanno iniziato un processo di ricostruzione.
ST. LOUIS CARDINALS
2014: Un ottimo record di 90-72 ha permesso ai Cards di vincere per il secondo anno la NL Central ed una netta affermazione contro i Dodgers nelle Division Series, 3-1, li ha portati a scontrarsi con i Giants per il pennant della National League.
Il viaggio però si è bruscamente interrotto contro la franchigia della baia, la quale con un netto 4-1 ha spento i sogni di gloria del Missouri e conquistato il biglietto per le World Series, poi vinte.
La vera triste notizia è però arrivata per St. Louis pochi giorni dopo la fine della stagione: il principale prospetto dell’organizzazione nonché prossimo RF titolare, Oscar Taveras, è morto in un incidente d’auto nella natia Repubblica Dominicana.
2015: Per riempire il vuoto lasciato da Taveras i Cardinals hanno imbastito una trade con gli Atlanta Braves, ottenendo Jason Heyward ed il rilievo Jordan Walden, cedendo però il partente Shelby Miller.
Conseguentemente la rotazione vede ancora ai nastri di partenza i vari Adam Wainwright, Lance Lynn, John Lackey e Michael Wacha, mentre il quinto posto in rotazione dovrebbe momentaneamente essere del giovane Carlos Martinez in attesa del completo sviluppo del top-prospect Marco Gonzales, che però avrà già le sue opportunità dal bullpen.
Proprio i rilievi non sono certamente stati il punto forte dei Cardinals e l’arrivo di Walden potrà essere ossigeno puro per un reparto che ha il compito di preparare il terreno al closer Trevor Rosenthal (45 salvezze nel 2014).
L’arrivo di Heyward è l’unico (forzato) innesto in un lineup che per il resto è rimasto immutato rispetto alla scorsa stagione e che vedrà Jon Jay in CF, Matt Holliday in LF, Matt Carpenter in 3B (che da quando è stato messo leadoff in battuta ha incrementato la propria produzione offensiva), Jhonny Peralta in SS, Kolten Wong in 2B, Matt Adams in 1B e Yadier Molina (che ha perso più di 40 partite per infortunio la scorsa stagione) come catcher.
Poche e mirate modifiche per una squadra che ha già una propria fisionomia ben precisa, che magari non prevede giocatori oltremodo appariscenti ma un tasso medio di talento molto ben distribuito. Non c’è dunque motivo per non ripetere la stagione dello scorso anno.
Pronostico: 92-70
PITTSBURGH PIRATES
2014: Chiamati a dare continuità alla prima stagione con un record positivo dopo 20 anni, i Pirates hanno confermato quanto di buono mostrato nella stagione precedente: solidi lanciatori (nessun partente con ERA sopra 3.91) e grande capacità di arrivare in base da parte di molti giocatori.
Il record di 88-74 è stato naturale conseguenza, così come il viaggio al Wild Card Game dove, però, nella partita unica giocata tra le mura amiche del PNC Park le mazze dei Pirates nulla hanno potuto contro un Madison Bumgarner che iniziava la sua magica postseason con un complete game shutout da 109 lanci.
2015: Andrew McCutchen ma non solo. Il giocatore simbolo dell’organizzazione di Pittsburgh ha concluso l’ennesima annata di livello assoluto (.314 di media battuta e 7.8 di WAR offensiva) e guiderà nuovamente l’outfield dei Pirates nella posizione di CF, con Starling Marte a LF e Gregory Polanco a RF: quest’ultimo, a 23 anni, si prende il posto da titolare dopo un 2014 di luci ed ombre e può essere il completamento perfetto del reparto.
Inizialmente Jordy Mercer dovrebbe essere lo SS titolare e Neil Walker il suo collega in 2B ma la offseason dei Pirates ha portato in dono Jung-Ho Kang, SS coreano dai numeri incredibili (media battuta .356 con 40 HR e 117 RBI) ma sulla cui adattabilità immediata alla MLB ci sono ovvi dubbi.
Dopo alcuni problemi fisici Pedro Alvarez effettuerà la transizione da 3B a 1B, dove probabilmente troverà anche spazio Corey Hart contro i mancini, mentre all’hot corner si schiererà Josh Harrison, capace di una produzione offensiva di tutto rispetto nel 2014 e altresì capace di giocare in tutte le posizioni.
Il problema principale però si ritrova con il catcher: la partenza di Russell Martin verso le terre canadesi priva i Pirates di un giocatore affidabile e potente, in particolare alla luce del suo sostituto, Francisco Cervelli, e della sua propensione agli infortuni.
Anche la rotazione dei lanciatori vede pochi movimenti e, fondamentalmente, un solo avvicendamento: al posto di Edinson Volquez, finito a Kansas City dopo una stagione da più di 190 inning lanciati, è arrivato, o meglio ritornato, A.J. Burnett dopo una stagione pessima a Philadelphia ed all’alba della sua probabile ultima annata sul monte di lancio (38 anni per lui).
Forse proprio Burnett è il più rischioso lanciatore della rotazione, con lui formata da Gerrit Cole (probabile ace del gruppo, seppure a soli 24 anni), Jeff Locke, Francisco Liriano e dalla sorpresa Vance Worley. Il ritorno dai problemi fisici di Charlie Morton, però, dovrebbe arginare eventuali problemi di rendimento di altri lanciatori.
La combo Tony Watson-Mark Melancon (rispettivamente 34 holds e 33 salvezze) è stata la spina dorsale del bullpen Pirates e tutto fa pensare che saranno ancora loro a mantenere i ruoli principali, seppur con l’aiuto del neo acquisto Antonio Bastardo, mentre desta curiosità il rendimento di John Holdzkom, arrivato addirittura dalle leghe indipendenti nel 2014 e autore di alcuni inning interessanti.
Pitching sopra media seppure senza individualità che spiccano e profondità sia tra i lanciatori che tra i giocatori di posizione: i Pirates si candidano con diritto alla vittoria della division, ed a patto che i catcher rimangano sani e produttivi, questo è un obiettivo alla portata.
Pronostico: 90-72
MILWAUKEE BREWERS
2014: fino al 25 agosto della scorsa stagione i Brewers comandavano la NL Central, ed il record di 73-58 li poneva con un margine di 1,5 partite sui Cards e 6 sui Pirates. Da lì in poi, però, la squadra non ha più saputo trovare con continuità la via della vittoria, mettendo a referto un misero record di 9-22, che ha portato il totale stagionale ad un pallido 82-80 e ad un anonimo terzo posto in division.
2015: C’è dunque da capire se i “Birrai” saranno in grado di ripetere quanto di buono prodotto nelle prime 130 partite della stagione e, a giudicare da quanto mosso in offseason dal front office, tutto fa credere che la fiducia sia alta nella città che fu di Fonzie: è stata infatti esercitata l’opzione su Aramis Ramirez, produttivo 3B alla soglia dei 37 anni, è stato firmato il 1B Adam Lind ed è stato ceduto Yovani Gallardo con annesso cap ai Texas Rangers.
Lo stesso Lind sarà ovviamente il prima base titolare, magari con qualche presenza nel ruolo anche del C Jonathan Lucroy: quest’ultimo è stato il miglior giocatore della squadra nella passata stagione, mostrando grande produttività offensiva ma allo stesso tempo doti difensive molto migliorate, e per non affaticarlo troppo gli si evita qualche presenza dietro al piatto, contando sulla presenza di un ottimo backup come Martin Maldonado.
Detto di Ramirez in 3B, i restanti titolari dell’infield saranno Scooter Gennett in 2B, nonostante i cronici problemi nell’affrontare lanciatori mancini, e Jean Segura a SS: quest’ultimo ha vissuto un 2014 molto particolare, con la perdita del figlio piccolo a metà stagione, e dal suo ritorno ai fasti del 2013 passano tante delle speranze dei Brewers.
Sugli esterni, infine, si vedranno all’opera Khris Davis (ottima potenza per lui associata però ad una scarsa disciplina al piatto) a sinistra, Carlos Gomez al centro e Ryan Braun a destra.
La rotazione dei partenti è solida per quattro quinti, al netto degli infortuni: ovviamente il riferimento è per Matt Garza, sempre piuttosto fragile ma che ha garantito un buon numero di partenze negli ultimi due anni, al quale si affiancheranno Kyle Lohse e Wily Peralta.
Una menzione particolare merita Mike Fiers, il quarto partente, che aveva iniziato la stagione da long reliever salvo poi trovare posto come partente e tenerselo stretto (2.13 ERA, 2,5 WAR). L’ultimo spot in rotazione sarà ad appannaggio di Jimmy Nelson, 25enne che, però, nella scorsa stagione non ha rubato l’occhio.
Con la partenza di Francisco Rodriguez (44/49 nelle salvezze) sembrava che il ruolo di closer potesse andare a Jonathan Broxton, arrivato dai Reds nella scorsa stagione, ma la rifirma di K-Rod all’inizio dello spring training costringerà lo stesso Broxton ad un ruolo di setup.
Di base c’è tanta qualità nel roster dei Brewers, i quali però devono fare i conti con il recupero fisico e mentale di alcuni giocatori chiave. L’impressione è che siano più fragili di St. Louis e Pittsburgh e che, per questo, finiranno dietro a queste due squadre.
Pronostico: 83-79
CHICAGO CUBS
2014: in quella che si è dimostrata essere l’unica annata del manager Rick Renteria nel dugout dei Cubs, poche erano le aspettative e nemmeno queste sono state rispettate: già solamente dopo il mese di aprile il record era miseramente a 9-17, ed i tanti problemi di qualità, acuiti anche da alcune cessioni importanti (Hammel, Samardzija, Barney, Bonifacio) in cambio di prospetti anche importanti hanno portato ad un record finale di 73-89 e all’ultimo posto in division.
2015: questa offseason ha portato tantissime novità ai Cubs del presidente Theo Epstein. Si parte da un nuovo manager, nientemeno che Joe Maddon in uscita da Tampa Bay, e si arriva all’acquisizione del FA Jon Lester, nuovo ace della rotazione, che continua l’opera di “bostonizzazione” voluta dalla dirigenza.
Lester sarà il caposaldo di una rotazione che lentamente sta trovando stabilità e che vedrà in azione anche Jake Arrieta, ottimo nel 2014 in cui si è ripreso (si spera) dai problemi fisici che lo hanno attanagliato nel 2013, il già citato Hammel, ritornato dopo pochi mesi agli A’s, Kyle Hendricks (vera sorpresa della rotazione, 2,9 WAR nella sua stagione da rookie) e Travis Wood, che però dovrà rimbalzare da una stagione deludente in cui non ha visto nemmeno con il binocolo le prestazioni del 2013 (ERA da 3.11 a 5.03, WAR da 4,4 a – 0,9).
Le novità appaiono anche nel bullpen: a coprire il ruolo di closer è arrivato Jason Motte, alla ricerca dei fasti perduti in quel di St. Louis, dove la Tommy John surgery gli ha fatto perdere tutto il 2013 ed il suo ruolo per la stagione successiva.
Inizialmente, però, Maddon ha dichiarato che lascerà il ruolo ad Hector Rondon, che lo ha già svolto con successo nella scorsa stagione. Sarà altresì interessante se altri due rilievi, Neil Ramirez e Pedro Strop, saranno in grado di ripetere le ottime prestazioni dello scorso anno.
La offseason ha portato in dono anche un nuovo CF, Dexter Fowler da Houston: questi non porta solo buona sicurezza offensiva ma una buonissima propensione all’andare in base, caratteristica che lo renderà anche il leadoff del lineup.
Ai suoi fianchi troveranno posto Jorge Soler, che ha esordito nelle majors solamente nel tardo agosto scorso ma che ha subito avuto un ottimo impatto, a RF, e Chris Coghlan a sinistra.
Il prima base titolare sarà ovviamente ancora un Anthony Rizzo che lo scorso anno è stato potente e produttivo sia contro lanciatori destri che mancini (32 HR, 4.5 WAR) e da cui ci si continua ad attendere tanto, il 2B sarà Javier Baez, da cui si spera una riduzione netta del numero di strikeout, lo shortstop sarà il tre volte All-Star (a 24 anni) Starlin Castro, mentre il 3B sarà Mike Olt, probabile tappabuchi in attesa dell’arrivo in salute di Kris Bryant, il top prospect dei Cubs capace di 43 HR lo scorso anno nelle minors.
Dopo anni di record negativi e magre figure, sembra che la ruota per i Cubs stia iniziando a girare: la dirigenza però ha evitato di andare troppo all-in, gestendo in maniera oculata le scelte, cedendo alcuni pezzi pregiati ma accumulando giovani talenti.
A mio parere, però, questa stagione sarà ancora di transizione, utile per accumulare esperienza ed arrivare ad essere competitivi nelle prossime stagioni.
Pronostico: 81-81
CINCINNATI REDS
2014: Joey Votto 62 partite giocate, Devin Mesoraco 114, Brandon Phillips 121, Matt Latos 16 partenze, Tony Cingrani 11, Aroldis Chapman che salta il primo mese e mezzo di stagione. Bastano questi numeri per spiegare la scorsa stagione dei rossi, troppo martoriata da tanti ed importanti infortuni ai migliori giocatori per evitare un record negativo, quel 76-86 infine puntualmente verificatosi.
2015: La offseason in casa Reds non ha dato chiare indicazioni su cosa la dirigenza di Cincinnati si aspetti dalla stagione entrante. Se da una parte si sono registrate le cessioni di Mat Latos (ai Marlins per il partente Anthony DeSclafani e per il minor league catcher Chad Wallach) ed Alfredo Simon (ai Tigers per l’infielder Eugenio Suarez ed il lanciatore Jonathon Crawford), dall’altra si è provveduto a mantenere a roster Johnny Cueto, il miglior lanciatore della squadra nel 2014, e Mike Leake.
I due saranno cardini della rotazione Reds, in compagnia di Homer Bailey, i cui problemi al gomito che ne hanno causato la fine anticipata della scorsa stagione non sono però ancora pienamente risolti e per questo non sarà pronto per l’Opening Day.
Gli ultimi due spot saranno a carico, probabilmente, del già citato Cingrani, che infortuni a parte ha avuto una stagione sotto le aspettative dopo un ottimo 2013, ed uno tra Desclafani, Jason Marquis, Raisel Iglesias, Dylan Axelrod e Paul Maholm.
Recenti notizie provenienti dall’Ohio vedono Cingrani unicamente come rilievo, in quanto troppo soggetto ad usura fisica, e quindi i posti a disposizione dei cinque sopra citati diventerebbero due, ed anche tre in contumacia di Bailey.
Posto che il ruolo di closer non è una problematica, data l’abilità di Chapman, molti dubbi sorgono sul resto del bullpen, autore di un 2014 disastroso e responsabile di molte sconfitte: il fatto che, però, gli interpreti saranno più o meno gli stessi, lascia molte perplessità sulla effettiva rinascita del reparto.
Dal ritorno in salute di Votto in prima base passano molte delle fortune offensive dei Reds: questi, però, anche prima dell’infortunio al ginocchio aveva dimostrato un calo di rendimento, con le peggiori medie dal 2008 a questa parte.
Il suo ritorno permetterà a Todd Frazier (la cui presenza offensiva, invece, si è fatta oltremodo sentire) di tornare a giocare solamente in terza base, mentre agli interni la coppia Brandon Phillips – Zach Cozart offre molte garanzie difensive ma una produzione offensiva di livello basso.
Sugli esterni ha fatto molto parlare l’acquisizione del LF Marlon Byrd dai Phillies: l’oramai 37enne è reduce da una stagione caratterizzata dal maggior numero di HR battuti nella sua carriera (25) e la dirigenza Reds si aspetta che mantenga queste statistiche nel Great American Ball Park; il CF titolare sarà Billy Hamilton, ma ci sarà da vedere qual è il vero Hamilton, se quello capace di battere 285/.319/.423 con 38 basi rubate prima dell’ASG o quello che si è completamente arenato nella seconda parte di stagione, conclusa con un deprimente 200/.254/.257 (e ad essere pignoli 123/.219/.154 in settembre).
A destra, infine, Jay Bruce non ha saltato molte partite per via dell’infortunio al ginocchio, che però lo ha limitato in tutta la stagione, portando anche lui alle peggiori prestazioni offensive dal 2008. Dietro al piatto Devin Mesoraco ha a sua volta dovuto saltare una cinquantina di partite per problemi fisici, ma si è trasformato in battuta, diventando un produttivo slugger da 25 HR e 80 RBI.
Basicamente la struttura della squadra c’è, però ci sono troppi punti interrogativi su troppi recuperi sia in termini di salute che in termini di rendimento. La rotazione ed il closer sono affidabili, ma la grossa incognita del bullpen resta. Se tutti restano sani si può anche immaginare un record intorno al pareggio ma questo rimane il best-case scenario.
Pronostico 75-87
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte