David Price ha finalmente cambiato maglia, nell’ultima ora di contrattazioni, quando ormai tutti o quasi si erano convinti che Tampa Bay avesse deciso di rinviare la cessione all’autunno.
Price era nel penultimo anno di arbitrato, con un contratto annuale di 14 milioni (quindi circa 5 milioni rimasti per questa stagione) e ovviamente con la prospettiva di ottenerne circa una ventina per il 2015. Tampa non aveva nemmeno considerato l’idea di una firma long term (non è previsto dal suo budget) quindi il problema era solamente QUANDO la cessione sarebbe avvenuta.
E nonostante gli analisti spieghino che normalmente le cessioni più proficue avvengono con un anno di anticipo rispetto alla free agency (quindi ora sarebbe stato il momento giusto), alcuni elementi sembravano indicare, nel caso di specifico, il contrario: i Rays avevano in corso una delle loro rimonte shock, con il miglior record MLB negli ultimi 2 mesi ed oramai solamente ad una mezza dozzina di incontri dai playoff. Price certamente poteva essere molto utile in questa ennesima rincorsa.
Poi vi era la mancanza di un serio compratore: le squadre in lotta per i playoff con i migliori prospetti (Dodgers, Cardinals) non erano disposte a cederli per Price, avendo già rotazioni molto forti; le squadre disperate come rotazioni o non avevano i prospetti per la trade (gli Yankees) o non ritenevano di avere grandi chance di competere (Toronto). L’unico team che aveva sia la posizione giusta in classifica sia i prospetti erano i Pirates, che però non si sono mossi a sufficienza.
Con questa situazione di mercato, attendere la offseason sarebbe stato logico, dato che una trade peggiore di quella messa in piedi con Detroit non sarebbe stata comunque possibile.
Altri team ora non in cerca di lanciatori (o perché a posto nel ruolo o perché non in corsa per la postseason) avrebbero potuto alzare le offerte in vista della prossima stagione, non ultimi proprio i Tigers, che nella offseason facilmente perderanno Max Scherzer e quindi si sarebbero ritrovati in difficoltà.
Ora invece i Tigers non avevano necessità di un altro partente e sono quindi riusciti a strappare condizioni molto buone per la loro parte. Così chiuderanno la stagione con 3 CY in rotazione, prima volta dal 2001 e solo la sesta volta nella storia dell’AL che ciò accade, mentre prosegue la tendenza a cedere chi vince il CY nei successivi 2 anni (è già il quinto degli ultimi otto vincitori nella AL).
I Tigers dunque perderanno sì Scherzer nella offseason (è facile dato che erano già a 163 milioni di payroll e con Price le cifre aumentano ancora), ma potranno consolarsi firmando long term il mancino appena acquistato. Per i playoff ottengono un miglioramento della rotazione, dato che Price lancerà al posto di Smyly, anche se le sue cifre in postseason sono orribili (5.81 ERA dal 2010 ad oggi) mentre sentiranno la mancanza di Austin Jackson in esterno, non solo per la produzione offensiva ma per la difesa, dato che ora l’esterno si presenta con J.D. Martinez, Rajai Davis e Torii Hunter (uno dei peggiori tra le squadre in lotta per il titolo).
I Rays invece ricevono Drew Smyly, 25 anni, forte partente mancino, già ora uno dei migliori n. 5 in MLB, che può ulteriormente migliorare diventando un solido n. 3. Ovviamente ora guadagna il minimo ed è sotto il controllo del club per altri quattro anni, formando così con Moore, Cobb, Archer, Odorizzi ed Hellickson un pugno di partenti giovani e fortissimi.
Poi arriva il prospetto Willy Adames, uno shortstop di 18 anni, che grazie ad un eccellente anno è passato dal n. 30 al n. 5 tra i prospetti dei Tigers in appena 4 mesi (anche se 2 dei 4 davanti a lui erano già stati ceduti per Soria, quindi poteva essere considerato il n. 3). Se resterà uno shortstop potrebbe essere una risorsa offensiva nelle Majors, mentre se dovesse spostarsi in terza base o in esterno non sarebbe una star nel ruolo.
Infine giunge Nick Franklin dai Mariners, in quanto Austin Jackson, l’altro giocatore ricevuto dai Tigers, non aveva posto nel lineup dei Rays, che erano già contenti del loro esterno centro Desmond Jennings. Allora sono stati coinvolti i Mariners con questo ulteriore scambio.
Franklin è un interno che i Mariners avevano rifiutato di cedere nell’ultimo anno, in quanto contavano su un suo miglioramento. E sono stati ripagati dato che ora viene ceduto per un provato esterno titolare.
Scelto al primo giro nel 2009, è ovviamente al minimo salariale con 126 giorni di anzianità in MLB. 23 anni, nelle ultime 2 stagioni con Seattle non ha certo brillato nella massima serie (.214 di BA) ma nelle minors continua a distruggere i pitcher avversari. Ora è stato mandato in triplo A, essendoci Zobrist in quel ruolo, ma il suo futuro è in prima squadra.
Per concludere, i Rays hanno ancora un volta pensato più al futuro che al presente, e solo delle perplessità sulla salute di Price potrebbero nel tempo giustificare questa trade in saldo (un po’ come accadde quando Ubaldo Jimenez venne ceduto frettolosamente dai Rockies agli Indians).