Sono passati solo due mesi dall’inizio del campionato ed in questo lasso di tempo praticamente tutte e 5 le squadre della Division sono state sia al primo sia all’ultimo posto! Una tale confusione era da un po’ che non si vedeva, anche se pure lo scorso anno non si scherzò.
In questo momento siamo con la classifica ribaltata rispetto alla fine del 2013: i campioni del mondo di Boston sono ultimi con 22-29, da poco reduci da una striscia di 10 sconfitte di fila, mentre in testa ci sono i Toronto Blue Jays con 31-22, con una striscia aperta di 8 vittorie di fila e con un +9 tra vittorie e sconfitte che non si vedeva dal 2010.
Che sta succedendo? E soprattutto, cosa dobbiamo attenderci dai prossimi 4 mesi? Non è facile rispondere a queste domande, ma ci proviamo.
Iniziamo dai Boston Red Sox, come detto campioni in carica: la squadra è 24esima come attacco (22esimi per HR, 28esimi per SB, 23esimi per AVG e 21esimi per SLG), lo scorso anno certamente un punto di forza, mentre restano messi benino sul monte di lancio.
Buchholz e Doubront stanno andando malissimo ed ora sono entrambi infortunati, Peavy va così così, mentre bene si comportano Lester e Lackey, quest’ultimo ritornato il campione di una volta. Nel bullpen Uehara è sempre una sicurezza, ma di opportunità salvezza ne vedrà poche…
Cosa non va in attacco? Ellsbury è andato via, così come Saltalamacchia e Stephen Drew (rifirmato da poco ed ancora in triplo A). Si è voluto dare fiducia a Bradley Jr. in esterno e a Bogaerts in interbase. Pierzynski e Grady Sizemore le uniche acquisizioni di rilievo.
Guardando la panchina si vede chiaramente che la coperta è corta, ed a parte il sempreverde Ortiz (gia 12HR) tutto il resto del lineup sta al massimo battendo nella media. La dirigenza è corsa ai ripari, rifirmando Drew con l’intenzione di spostare il proficuo Bogaerts in terza base e ridare il ruolo di SS a Stephen. Ma non basterà.
A pari merito con i Red Sox ci sono i Tampa Bay Rays. 8 partite dalla vetta non sono un disastro per questa squadra, abituata spesso a rimonte esaltanti e fulminee. Il problema è che quest’anno è il reparto lanciatori a fare cilecca, di solito una sicurezza.
Moore è fuori tutta la stagione per la Tommy John, Hellickson è ancora infortunato e comunque non più una certezza, tanto da essere scivolato al n. 5 della rotazione. Cobb è l’unico che va veramente bene, da poco rientrato dall’infortunio, mentre sono sempre forti le voci di una trade riguardante David Price, sempre più vicino alla free agency. L’attacco fa quello che ci si aspetta (è a metà classifica in MLB), ma senza una super rotazione i Rays non possono andare lontani…
Baltimore è terza con un record di 26-24, anche se è stata per alcuni giorni in testa ad inizio mese. L’impatto di Nelson Cruz è stato notevolissimo (già 17HR), mentre l’infortunio al super catcher Matt Wieters ha messo il team in allarme.
La rotazione al momento è alquanto mediocre, con 5 partenti intorno al 4.00 di ERA. Ma sappiamo dall’esperienza degli ultimi 2 anni che il manager Showalter ci ha abituati a stravolgimenti sul monte in corso d’opera. In più ha visto anche il suo closer improvvisato, Tommy Hunter, andare in DL ed ora è pure sprovvisto del backstop. Non vediamo molto bene nemmeno gli Orioles…
Secondi sono i mai morti Yankees, che anche in questa stagione hanno cercato a suon di milioni di recuperare il gap con le migliori. Beltran, Tanaka, Ellsbury, McCann sono le firme più prestigiose e più costose. Ma come spesso accade, specie in MLB, alti salari non vogliono dire grandi risultati.
Anche gli Yankees hanno passato qualche settimana in testa, ma ora le loro prospettive sono cupe. Tre quinti della rotazione sono in DL, con Ivan Nova out per la stagione con la Tommy John, Sabathia fuori almeno fino a fine luglio per un problema al ginocchio, e comunque l’ombra di se stesso nelle ultime 2 stagioni, Pineda che dopo un ottimo inizio (anche se con Girardi molto guardingo nel pitch count) ha iniziato ad avere anche lui ricadute alla spalla operata.
In questo momento hanno praticamente un solo partente, quel Masahiro Tanaka pagato come un campione affermato quando, in fin dei conti, è solo un rookie, ma che sta pienamente legittimando le attese. Kuroda è in difficoltà e vista l’età non ci si stupisce, tutto il resto è una continua spot start.
E l’attacco non va molto meglio, con Beltran che sta pensando ad una operazione al gomito destro che lo terrà fuori per 3 mesi, con A Rod fuori tutta la stagione per doping, con Teixeira che gioca 2 partite e poi sta fuori per le successive 2-3. Difficile che così possano arrivare lontani.
Chi rimane? Quelli in testa alla Division, i Toronto Blue Jays. Quelli che erano dati per favoriti nel 2013 e che finirono ultimi, ma a differenza dei Marlins di due anni fa hanno tenuto duro, creduto nelle trade fatte, e mantenuto la squadra invariata o quasi. E il 2014 sembra dar loro ragione.
Nella rotazione Buehrle sta andando alla grande ed anche Dickey sta dando seguito ad un fine 2013 molto incoraggiante. Hutchinson e Happ stanno completando molto bene il reparto, in attesa del rientro di Morrow a luglio. Nel bullpen Janssen è sempre una sicurezza, ma buone prove giungono anche da Redmond, Loup e Cecil.
In attacco poi la coppia Encarnacion-Bautista sta furoreggiando (28HR in due) con Melky Cabrera ritornato ai livelli di San Francisco, con .320 di average e ben 8HR. Ed infatti come squadra sono quinti per AVG, primi per HR, secondi per R e RBI dietro ai Rockies, terzi in generale come attacco (10.2 di WAR).
Ed insistenti sono le voci di una trade con i Cubs per Jeff Samardzija, il fantastico pitcher che i Cubs non possono più permettersi. Il payroll dei Blue Jays è già aumentato nella offseason di altri 18 milioni (dopo la crescita di 36mln dello scorso anno) arrivando alla cifra di 137mln, record di franchigia, ma un altro piccolo sforzo potrebbe portarli ad una (agevole?) vittoria di Division, quasi insperata dopo un 2013 molto difficile e con avversari sulla carta così competitivi. Carpe diem!