28-16, miglior record MLB, 9-1 nelle ultime 10 gare, 16-6 in trasferta. 3,5 gare di vantaggio sugli Angels, addirittura 7 sui Rangers, con cui dovevano lottare fino alla fine per il pennant.
Incredibili? No, i soliti A’s, in testa alla Division da 3 anni ormai, quest’anno sembrano non avere rivali.
Il maggior artefice di tutto questo? Ci ripeteremo, ma è lui, Billy Beane, GM dal 1997 (con contratto ora in scadenza nel 2019) e protagonista del film Moneyball, che consigliamo a tutti quelli che non l’hanno ancora visto.
Nel 2012 il payroll era di 53 milioni di dollari e la vittoria di Division è giunta solo all’ultima giornata, dopo un recupero impressionante. Nel 2013 era salito a quasi 62 milioni e la vittoria è stata più agevole. Quest’anno il payroll è oltre gli 82 milioni, segno che anche la dirigenza ha una certa flessibilità economica per cavalcare l’onda del successo.
Il manager Bob Melvin è stato confermato, e così gran parte del roster, un gruppo giovane che dava grande affidamento nella rotazione mentre lasciava qualche dubbio in fase offensiva.
Quest’anno c’è stato, invece, un grande miglioramento in attacco, dato che gli A’s sono quinti MLB per HR, secondi per R e RBI (dietro Colorado), noni in AVG, secondi in OBP e quinti in SLG.
L’on base percentage è sempre stato un cavallo di battaglia di Beane, che ha privilegiato giocatori pazienti al piatto, capaci di prendersi basi per ball a discapito dell’average.
Nella off-season sono state compiute molte mosse in realtà, come da copione consolidato, con il mancato rinnovo di Bartolo Colon dopo anni straordinari, sostituito da Kazmir, che fino ad ora sta superando qualsiasi previsione. Anche Grant Balfour è stato lasciato andare, sostituito via trade da Jim Johnson, ex closer di Baltimore, che al momento però è in difficoltà con un’ERA di 7.00.
Gli unici altri contratti pesanti sono quelli di Yoenis Cespedes e di Coco Crisp (nel corso entrambi di un 4y/36mln).
Nel bullpen c’è stata una mezza rivoluzione, con le acquisizioni di Abad dai Nats, di Gregerson dai Padres e di O’Flaherty ex Braves, per mantenere al top un reparto che ha il compito di proteggere i giovani lanciatori partenti.
L’inizio di stagione poi ha visto due ragazzini terribili della rotazione subire la Tommy John surgery: Jarrod Parker e A.J. Griffin.
La squadra non ha avuto problemi nel sostituirli, con la promozione di Jesse Chavez e di Drew Pomeranz. Già, perché in tutto questo si è deciso pure di mandare in triplo A Dan Straily, che non ha convinto nelle sette partenze effettuate con un’ERA di 4.93.
Ed anche dal monte i miglioramenti si sono visti: la rotazione è sesta per numero di inning lanciati e seconda in ERA per un pelo dietro ai Braves.
Sonny Gray, Scott Kazmir e Jesse Chavez viaggiano intorno all’1.00 di WHIP ed al 2.40 di ERA con 14 vittorie totali, con Pomeranz e Milone a chiudere la rotazione. Gregerson, Otero e Abad stanno facendo il maggior (e miglior) lavoro dal bullpen.
In attacco Josh Donaldson è ancora la stella, con 38-10-35-.280, ma anche Brandon Moss con 9HR e 39 RBI (e .301 di AVG) ed un Cespedes in ripresa (7HR e .262 di AVG) sono produttivi. Per non parlare della media insana tenuta per ora da Derek Norris, il catcher, con un .354 d’altri tempi.
Punti deboli? Si fanno fatica a vedere, se anche Chavez riesce a lanciare 7 o anche 8 inning per start non ce ne possono essere, ma 2 TJ sono difficili da sopportare in una rotazione e penso che qualche problema ci sarà a lungo andare: Milone infatti sta andando malino, Straily è in triplo A, Pomeranz è un’incognita come full time starter. Chiaro che il farm system può sempre partorire qualche altro campione… ma non è sempre domenica!
Per fortuna degli A’s le corazzate dietro di loro stanno soffrendo: Rangers e Mariners sono sotto il 50%, mentre solo gli Angels stanno vincendo con regolarità.
Pensiamo che la Division verrà vinta anche quest’anno dagli A’s e che l’unico vero ostacolo per le World Series saranno ancora una volta i Detroit Tigers.