Dopo appena cinque giorni di regular season, ecco una carrellata di nomi da seguire per la corsa al premio di matricola dell’anno. Inutile dire che non si tratta di un elenco dei migliori prospetti, ma di quei giocatori che, anche se non di primissimo piano, ambiscono a ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel 2014.
AL EAST
Due i nomi da tenere in grande considerazione: Xander Bogaerts, SS dei Red Sox, e Masahiro Tanaka, pitcher giapponese degli Yankees.
Il primo è il candidato principale per il RoY dell’American League non solo per le sue indubbie qualità – in attacco e in difesa – ma anche soprattutto per il fatto che il posto da titolare gli garantirà tanta visibilità e avrà modo di mettere insieme numeri interessanti.
Più complesso il discorso che riguarda Tanaka: matricola atipica come tutti i lanciatori nipponici, non sembra avere la stuff pura per essere un asso, come Yu Darvish per esempio, ma un buon n° 2, qualità tutt’altro che da disprezzare. Il suo esordio stagionale è stato incoraggiante.
Un gradino sotto troviamo un terzetto di lanciatori intrigante: Jake Odorizzi e Alex Colome di Tampa Bay e Kevin Gausman.
La squalifica per doping di Colome ne riduce le quotazioni, ma sul valore del giocatore non ci sono molti dubbi; gli altri due sono chiamati a dimostrare di valere di più rispetto a quanto fatto brevemente vedere nel finale del 2013. Tante le aspettative, in particolare, per il pitcher degli Orioles dopo la parentesi nel bullpen.
Altri nomi di potenziale impatto sono i due C di New York, Gary Sanchez e JR Murphy, Jackie Bradley di Boston e Henry Urrutia di Baltimore: il loro limite maggiore al momento è la mancanza di playing time vista la presenza a roster, rispettivamente, di McCann, Sizermore e Cruz. Gli infortuni, però, sono sempre dietro l’angolo. Discorso diverso per Jonathan Schoop, reduce da un eccellente Spring Training, e sleeper nella la corsa al premio di RoY.
Capitolo a parte per i rilievi, ruolo estremamente volatile e ideale trampolino di lancio, magari temporaneo, per tanti pitcher interessanti. Gli Yankees possono mettere sul piatto la stuff di Dellin Betances e Manny Banuelos, ex partenti caduti in disgrazia ma potenzialmente dominanti nel bullpen; Allen Webster, Drake Britton e Brandon Workman garantiscono tanta quantità ai Red Sox. Chiusura dedicata a Enny Romero di Tampa Bay e Marcus Stroman di Toronto, forse i due migliori talenti in assoluto ma che, per quest’anno, potrebbero trovare meno spazio degli altri.
AL CENTRAL
Tantissimi i giocatori interessanti anche se manca una stella assoluta: la copertina se la spartiscono Nick Castellanos, 3B di Detroit, e Jose Abreu, 1B cubano di Chicago.
Castellanos vanta una hitting tool eccellente e i Tigers, per fargli spazio, hanno spedito Prince Fielder in Texas e spostato Miguel Cabrera in prima. Le aspettative su di lui sono necessariamente alte.
Per Abreu il discorso è analogo a quello fatto per Tanaka: i giocatori che fuggono da Cuba vanno sempre presi con le pinze e il suo potenziale non è facile da valutare. Offensivamente giocare allo U.S. Cellular Field dovrebbe aiutarlo parecchio, ma è chiaro che alla luce delle limitazioni difensive la mazza dovrà produrre tantissimo.
Trevor Bauer, pitcher di Cleveland, ha tanto da dimostrare dopo un 2013 che definire enigmatico è eufemistico: sulla stuff ci sono pochi dubbi ma gli enormi problemi di controllo sono un campanello d’allarme che non si può sottovalutare. Realisticamente può essere la matricola dell’anno come passare tutto l’anno a Columbus in triplo-A. Erik Johnson dei White Sox è un’altro partente da osservare: pitcher all’opposto rispetto a Bauer, ha un ceiling limitato ma l’alto floor e i tanti innings che verosimilmente riuscirà a mettere insieme gli faranno guadagnare tanti punti.
Completa il quadro Yordano Ventura di Kansas City, che ha dominato le minors lo scorso anno ma su cui è difficile fare previsioni: i problemi di controllo potrebbero condannarlo ma le premesse per una buona, ma non eccezionale, stagione ci sono.
Tra gli altri giocatori, meritano una menzione Yosmil Pinto, C di Minnesota, difesa sospetta da mazza molto promettente per il ruolo; il compagno Eddie Rosario potrebbe trovare un po’ di spazio a settembre ma sarà pronto per il 2015 da titolare. Francisco Lindor, SS di Cleveland, è probabilmente il migliore del lotto, ma difficilmente collezionerà più di qualche AB nel finale di stagione.
Non avranno di questi problemi Marcus Semien (SS) e Matt Davidson (3B), infielders di Chicago: disciplina al piatto e potenza sono, rispettivamente, i punti di forza di questi due giocatori poco spettacolari ma da tenere in considerazione nelle votazioni di fine anno.
Poco da segnalare tra i rilievi, anche alla luce del forfait per tutta la stagione di Bruce Rondon, candidato per il ruolo di closer a Detroit; rimangono Corey Knebel, sempre dei Tigers, Michael Tonkin di Minnesota, e Daniel Webb di Chicago.
AL WEST
Division numericamente povera di giocatori di impatto: è Seattle a farla da padrona con una coppia di pitchers che può fare molto bene. Si tratta ovviamente di Taijuan Walker e Jamex Paxton, entrambi con ottime chance di ricevere molti voti: Walker forse non sta ricevendo tutta l’attenzione che meriterebbe dopo un ottimo 2013, mentre il mancino Paxton ha iniziato il 2014 alla grande e sembra essersi lasciato alle spalle i problemi di controllo delle scorse stagioni. La sua storia recente, però, insegna a non lasciarsi andare a facili entusiasmi.
La farm di Houston in generale è una delle migliori, e George Springer (37 HR, 108 RBI, 45 SB e 1.010 OPS nel 2013) è uno dei motivi: dopo aver messo insieme numeri da videogame lo scorso anno il suo talento è pronto per esplodere. Rispetto al duo di Seattle paga il minor playing time che gli Astros quasi certamente gli concederanno, per evitare di sprecare time service in un’altra stagione che dovrebbe essere negativa. Attenzione anche ai due suoi compagni, Jonathan Singleton e Lance McCullers.
Piuttosto deficitario alla causa il contributo di Oakland, Texas e Los Angeles: ma mentre per i primi due il problema è nella lontananza dalle majors dei migliori prospetti, nel caso degli Angels è il livello della farm il vero tallone d’Achille. Difficile infatti che altri, oltre a Nick Maronde, Matt Shoemaker e Mike Morin – tutti e tre destinati al bullpen – possano lasciare il segno. Difficile anche che Addison Russell e Rougned Odor, i migliori prospetti di Oakland e Texas, vengano promossi prima di settembre: il 2015 li vedrà certamente come grandi protagonisti.
Attenzione a Michael Choice (302/390/445 in AAA nel 2013), che potrebbe trovare parecchio spazio nell’outfield di Arlington, e Stefen Romero, esterno versatile di Seattle.
NL EAST
Il migliore del lotto è Travis d’Arnaud, catcher dei Mets molto atteso dopo un 2013 pieno di aspettative in cui ha giocato pochissimo causa infortuni; proprio la tendenza ad essere injury-prone è la maggior riserva nel suo giudizio, che per il resto non può essere che positivo viste le potenzialità offensive e difensive. Ha iniziato la stagione in sordina ma potrebbe esplodere e tornare ai livelli eccellenti di due anni fa: in ogni caso vista la mancanza di rivali nella division, la palma di migliore spetta a lui.
Non c’è da sorprendersi visto il numero di ex-prospetti che la division ha prodotto negli ultimi anni: da Harper, Strasburg, Harvey, Wheeler, Teheran, Simmons, Fernandez e Stanton solo per citare i più recenti. Un ricambio che richiede necessariamente del tempo.
Una delle coppie più attese è quella dei Phillies, formata da Maikel Franco (3B) e Jesse Biddle (RHP); il team per il momento è coperto ma una loro chiamata nella seconda parte della stagione non è inverosimile, specialmente nel caso di Franco, che minaccia la posizione di Cody Asche, altro giovane ex prospetto.
Merita una citazione anche Ethan Martin, anche se non è chiaro se il suo contributo sarà in rotazione o nel bullpen. Situazione molto simile per Rafael Montero, interessante partente dei Mets che, alla luce dei problemi tra i rilievi newyorkesi, potrebbe trovare parecchio spazio già quest’anno: il suo futuro, però, è nella rotazione.
I Nationals possono contare su Zach Walters, ma il loro infield è solidissimo e di spazio ce n’è poco; ha sicuramente più possibilità Brian Goodwin ma anche nell’outfield la concorrenza è tanta. In entrambi i casi, comunque, non siamo di fronte a delle superstars.
Discorso quasi identico per Atlanta, che escluso qualche discreto braccio per il bullpen (Gus Schlosser e Ian Thomas), ha ben poco da mettere sul piatto: David Hale (RHP) ha iniziato bene ma ha trovato spazio in rotazione solo a causa delle numerose defezioni e non ha la stuff per essere più di un numero 5, Tommy La Stella (2B) e Christian Bethancourt (C) sono giocatori interessanti ma non di impatto.
Potrebbe avere un buon impatto, probabilmente non quest’anno, Andrew Heaney, mancino di Florida che ha impressionato al debutto: vista l’aggressività dei Marlins non è escluso che possa salire già a settembre. Le alternative sono Brian Flynn e Adam Conley, altri due mancini con potenziale da numero 4 di rotazione.
Due veloci citazioni finali per il bullpen: Vic Black di New York e Nick Wittgren di Florida.
NL CENTRAL
Dodici mesi fa i dubbi sarebbero stati pochi: nonostante i guai fisici, però, Oscar Taveras rimane uno dei migliori hitter delle minors, forse il migliore in assoluto. Il 2013 perso quasi interamente pesa, e l’acquisto invernale di Peter Bourjos significa poco spazio a disposizione, almeno all’inizio; rimane un serissimo candidato al premio di matricola dell’anno, ma dovrà produrre fin da subito per guadagnare spazio.
L’altro pezzo da 90 della division è Jameson Taillon, partente di Pittsburgh che dovrà solamente attendere i primi problemi di Edinson Volquez per trovare un posto in rotazione. Personalmente credo che a giugno, al più tardi, il posto sarà suo.
Dando per scontato il debutto nel 2015 di Javier Baez e Kris Bryant, le due stelle dei Cubs, in seconda fila troviamo Billy Hamilton, esterno di Cincinnati, Kolten Wong, 2B di St. Louis, e Gregory Polanco, esterno dei Pirates; nessuno dei tre mi fa particolarmente impazzire, Wong è probabilmente il migliore in virtù della buona hitting tool. Polanco ha enorme potenziale ma deve ancora dimostrare tutto in AA e Pittsburgh difficilmente deciderà di affrettarne lo sviluppo; Hamilton è il giocatore più veloce del pianeta ma le sue qualità finiscono qui. Dovrebbe avere tanto spazio, ma come dicono in America “you can’t steal first base”.
Quotazioni in calo per Mike Olt, 3B di Chicago, che rispetto a 12 mesi fa ha perso molto appeal: avrà anche lui tanto spazio a disposizione, vedremo se lo saprà sfruttare al meglio rimanendo sano. Milwaukee ha una farm poco profonda e Jimmy Nelson (RHP) è il miglior pezzo, anche se l’upside è limitato; dalla farm infinita dei Cardinals, invece, potrebbero spuntare Mike O’Neill, OF e macchina da BB, e Tim Cooney, RHP. Si tratta di due giocatori solidi ma poco spettacolari, e potrebbero ricalcare le orme di Matt Carpenter.
Per completare il quadro è giusto citare Tony Sanchez, catcher di Pittsburgh, Arodys Vizcaino, rilievo di Chicago, Kyle Hendricks (RHP, Cubs), Tucker Barnhart (C) e David Holmberg (RHP) di Cincinnati, Sam Freeman, rilievo di St. Louis, e Johnny Hellweg di Milwaukee. Vizcaino e Freeman, visti i ruoli, sono i candidati ad avere maggior impatto.
NL WEST
Archie Bradley “rischia” di salire solamente a stagione inoltrata, ma la stuff purissima ne fa lo stesso il miglior prospetto della division per distacco: vista la situazione della rotazione di Arizona credo che dopo un paio di mesi a Reno per rifinire il controllo un posto in squadra lo troverà agevolmente.
Potrebbe trovare nel compagno Chris Owings (SS) uno dei maggiori concorrenti per il premio finale: a favore dell’interbase giocano il playing time e la potenza, ma difesa e OBP sono un po’ sospette e potrebbero limitarne il valore. Il terzo incomodo, a sorpresa, potrebbe essere Kyle Parker, 1B di Colorado che ha iniziato la stagione in AAA: un eventuale infortunio di Morneau, ipotesi non così remota, gli spalancherebbe le porte in MLB, dove la sua potenza, a Coors, potrebbe fare enormi danni.
Numerosa la batteria di seconda fascia, anche se la qualità generale lascia un po’ a desiderare: Austin Hedges, di San Diego, è uno dei migliori catcher ma potrebbe vedere poco il campo nel 2014, così come Andrew Susac di San Francisco, che ha davanti un mostro sacro come Posey. Joc Pederson, esterno dei Dodgers, sa fare bene tutto ma non brilla in nessun aspetto e difficilmente troverà spazio nell’affollato outfield losangelino; merita considerazione Tommy Medica, prospetto atipico che ha sempre battuto parecchio nelle minors. Continuare a farlo con continuità a Petco Park, però, potrebbe essere problematico.
Alexander Guerrero (2B) è la scommessa cubana dei Dodgers, con un ceiling – sembra – da utility man; Mac Williamson (OF) è uno dei pochi positional players di rilievo nella farm dei Giants e faticherà a trovare spazio nel 2014 nonostante la potenza mostrata nelle scorse stagioni. Troveranno spazio, ma con un ruolo marginale, Zeke Spruill (RHP) e Nick Ahmed (SS) di Arizona: il guanto di quest’ultimo lo porterà in MLB, ma difficilmente con un ruolo diverso dal replacement difensivo.
Completano il quadro Rymer Liriano e Raymond Fuentes, esterni dei Padres che potrebbero ritagliarsi un ruolo importante nel non certo impressionante parco esterni di San Diego.
Numerosa e di qualità, infine, la compagine di rilievi: a cominciare da Chad Bettis (Colorado) e Jake Barrett di Arizona, senza dimenticarsi di Matt Stites (D’Backs), Heath Hembree (Giants) e Chris Withrow dei Dodgers. Il migliore, anche in virtù del tanto spazio che troverà, potrebbe essere Donn Roach, macchina da GO di San Diego.
Ragioniere, classe 1983, ho iniziato a scrivere per la redazione MLB di PlayItUsa nel 2009: tifo Atlanta Braves, adoro Oasis e Pearl Jam, oltre naturalmente al prosecco.