Seattle dal 2014 non sarà più, come è sempre stata salvo rari casi, l’agnello sacrificale della AL West.
Già questa è una grande notizia, non solo per gli appassionati tifosi del Safeco Field ma anche per tutti gli addetti ai lavori, che potranno così contare su una corsa a 4 per il titolo della AL West. Finalmente, dodici anni dopo, un team, che perlomeno nelle acquisizioni invernali,tenta di avvicinarsi alla squadra che nel 2000 e nel 2001 arrivò a giocarsi il titolo della American League con gli Yankees.
Ebbene si. I Mariners ci provano. Jack Zduriencik, il general manager della franchigia dello Stato di Washington, ha trovato gli argomenti e, soprattutto, il denaro per convincere Robinson Cano ad abbracciare un progetto a lunga scadenza. Un progetto che, seppur denso di interrogativi a livello di ambizioni personali e di vittoria, è risultato più affascinante dell’elettrizzante ambiente newyorkese, ambiente che da giocatore ti permette ogni anno di poter sognare di alzare il trofeo più ambito. Cosa che a Seattle non solo non è garantita, ma non è neanche mai successa.
240 milioni per 10 anni di contratto sono ragioni che evidentemente hanno invece convinto Robinson Cano ad accettare il ruolo di faccia della franchigia dopo che l’addio di Ichiro Suzuki proprio direzione Yankees nel 2012 aveva lasciato un vuoto difficilmente colmabile.
Non solo Robinson Cano, ma anche Corey Hart e Logan Morrison, arrivati tutti a strettissimo giro di posta nel mese di Dicembre, sono le principali facce nuove che a Safeco Field impareranno a riconoscere e ad osannare. Rispettivamente numero 3, 4 e 5 nel lineup dei Mariners della prossima stagione.
Corey Hart ha firmato un contratto di un anno con Seattle dopo avere perso l’intera stagione 2013 a causa di un’operazione al ginocchio sinistro. Affidabile offensivamente, Hart ha avuto nel 2010 la sua stagione migliore battendo 31 fuoricampo con una media battuta di 0.283 e facendo entrare 102 punti per la sua squadra (RBIs).
Dopo dieci stagioni con i Milwaukee Brewers, la franchigia del Wisconsin ha lasciato scadere il suo contratto lasciandolo libero di trovarsi una nuova squadra in autunno. La chiamata dei Mariners è arrivata puntuale, dandogli un’occasione molto importante per la sua carriera, ossia designandolo come cleanup man dietro Robinson Cano. In assenza di infortuni potrebbe inserirsi bene nei meccanismi della squadra del nuovo manager Lloyd McClendon, ricoprendo il suo ruolo naturale di esterno destro.
Dietro Robinson Cano e Corey Hart, “due up” attenderà nell’’”on-deck-circle” l’ex stella dei Miami Marlins Logan Morrison. Scambiato col pitcher Carter Capps, Morrison lascia la franchigia della Florida in un momento molto difficile. Un lineup con solo lui e Giancarlo Stanton non poteva essere abbastanza per andare oltre una terrificante stagione da 100 sconfitte. Insomma una nuova opportunità per l’esterno sinistro proveniente dalla farm system degli allora Florida Marlins.
Nel 2010 Baseball America lo mise al numero 2 fra i prospetti più interessanti del developmental system dei Marlins. La sua risposta è stata prorompente, diventando in sole tre stagioni una delle stelle di una squadra che fa oggi molta fatica a rivivere i fasti delle due World Series del 1997 e del 2003, una rarità per una franchigia esistente solo dal 1993.
Queste le novità più importanti per l’attacco. La difesa invece farà perno, come del resto da molto tempo a questa parte, su Felix Hernandez, un ragazzo che ha sviluppato negli anni un rapporto molto stretto con la città di Seattle, tanto da spostarvi pure la famiglia.
Dietro di lui, Hisashi Iwakuma che si è creato il suo spazio all’interno di una rotazione a nostro avviso eccessivamente dipendente da Re Felix e che si è disfatta di Michael Pineda un po’ troppo presto, pur scambiandolo con il top prospect degli Yankees dell’epoca, il catcher Jesus Montero prima dell’inizio della stagione 2012.
Una stagione, quella 2014, dalla quale aspettarsi poco è un dovere. Con un manager appena arrivato e tanti pezzi del puzzle da far combaciare al punto giusto, crediamo che ci voglia un po’ di tempo per arrivare al livello dei top competitor infra-division, quali i sempiterni Rangers ed i pazzi, pazzi A’s, senza dimenticare Mike Trout, Albert Pujols e gli Angels che dopo due stagioni in sordina vorranno finalmente salire in cattedra e dimostrare che a livello di talento in pochi sono loro superiori.
Ma mai escludere le sorprese. Ed ecco perché i Mariners potrebbero candidarsi a sorpresa dell’anno, quella che non ti aspetti, la squadra che lascia tutti a bocca aperta e su cui nessuno avrebbe puntato un dollaro neanche come wild card. Insomma, un melting pot estremamente affascinante, con quattro pretendenti al titolo (escludiamo Houston, a meno di grosse sorprese) ed una corsa aperta come non mai.
A Seattle non resta che essere priva di aspettative e godersi inning per inning una stagione che può davvero essere l’inizio di un cammino serio e costante in direzione… vittorie.
30 anni, giornalista ed appassionato di baseball da 10.
One thought on “Seattle spende, ma per ora solo per Cano”