Petco Park di San Diego, un pigro sabato sera di metà luglio, una sfida tutta californiana e tutta interna alla NL West tra i Padres padroni di casa ed i campioni del mondo in carica dei San Francisco Giants. Campioni in carica ed in crisi, verrebbe da dire, visto che con lo sweep appena subito dai non irresistibili Mets il record delle ultime 16 partite recita uno scialbo 2-14 e la squadra langue nei bassifondi delle classifiche, proprio come gli avversari Padres.
Di fronte, sul monte di lancio, Edinson Volquez per i padroni di casa e Tim Lincecum per gli ospiti: quest’ultimo dimostra subito di essere molto in palla, trova con continuità la zona di strike variando molto tutti i lanci a sua disposizione, elimina tramite strikeout molti battitori e, dopo sette inning, quando il punteggio ormai recita un comodo 8-0 per i Giants, non ha ancora concesso nemmeno una valida ai Padres, ma solamente 3 BB e 1 HBP. L’atmosfera inizia a scaldarsi, d’altronde il ricordo del no-hitter di Homer Bailey, 11 giorni prima, è ancora vivido, anche e soprattutto nei giocatori di San Francisco. Perché? Semplice, l’hanno subito. E quale lanciatore dei Giants si era “guadagnato” la L? Esatto, Lincecum.
L’ottavo inning porta, innanzitutto, il nono punto per i Giants (HR di Hunter Pence, il quale però non collezionerà solo questa perla nell’inning) e Tim ancora sul monte: il numero di lanci è alto, ma si non si può dare buca ad un appuntamento con la storia. K a Rivera, groundout di Denorfia, 4 out alla fine. Base ball a Cabrera, poi il possibile imponderabile: Amarista gira una palla in campo destro, che supera gli infielder e sembra poter toccare terra. Anche nelle dichiarazioni post partita Lincecum ha candidamente ammesso: “I thought that was a hit off the bat by Amarista, but Hunter comes flying out of nowhere and makes the Superman catch. That was awesome.” Proprio Pence, infatti, con una presa scivolando sul terreno manteneva intatte le speranze del più giovane compagno.
Quindi, nono inning: l’attacco di San Francisco non produceva nulla, ma tutta l’attenzione era ovviamente concentrata sulla parte bassa: strikeout a Headley, eliminazione anche per Quentin e Alonso al piatto per l’out numero 27. Conto sul 2-2, lancio 148, la palla del prima base cubano dei Padres si impenna e vola lontano, ma non abbastanza: Torres è appostato e prende al volo la palla che significa partita chiusa e primo no-hitter in carriera per Lincecum, subito stritolato dall’abbraccio di Posey e della squadra.
E’ particolare notare che questa partita del lanciatore originario dello stato di Washington (dove ha anche giocato al college), Cy Young nel 2008 e nel 2009, sia stata messa a segno in un periodo non propriamente esaltante, con un 2012 troppo brutto per essere vero (rilegato anche a rilievo durante i playoff) e un 2013 solo in leggero miglioramento ma neanche vicino a quanto atto prima del 2011.
Ciò che è sicuro, in ogni caso, è il contratto in scadenza a fine stagione e, se la continuità non lo abbandonerà da qui a fine anno, molte franchigie potrebbero fare più di un pensiero al numero 55.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte