Martedì sera un incidente spaventoso è occorso a J.A. Happ, starting pither dei Toronto Blue Jays, impegnati al Tropicana Field di St.Petersburg, casa dei Tampa Bay Rays, per una serie da quattro partite.
Ci trovavamo nel secondo inning e al piatto si trovava l’outfielder dei Rays Desmond Jennings. Con un out e uomini in base in seconda e in terza, Happ lancia una slider che si approssima al piatto a portata di Jennings; l’esterno della compagine della Florida gira la mazza colpendo la palla; palla che involontariamente finisce, quanto mai violentemente, sulla parte sinistra della testa del pitcher dei canadesi.
Immediatamente si percepisce che la situazione è delle più serie ed i sanitari dei Blue Jays si catapultano in campo a soccorrere Happ. In pochi secondi anche i compagni di squadra dello sfortunato lanciatore accorrono attorno a lui increduli e spaventati. Ma l’immagine che ci fornisce la regia televisiva americana che colpisce di più è proprio quella che ritrae il battitore Jennings che si copre il volto con la casacca da gioco appena dopo l’incidente, in segno di sconcerto e paura per l’accaduto.
Passano undici lunghissimi minuti col nostro J.A. riverso per terra sul monte di lancio; minuti in seguito ai quali Happ viene accompagnato fuori dal diamante in barella e,successivamente, al Bayfront Medical Centre dove in serata verrà sottoposto agli accertamenti del caso. Al momento i risultati delle analisi al cranio non sono stati resi disponibili neanche, a quanto si apprende da MLB.com, al team sanitario dei Blue Jays. In ogni caso il sito della lega conferma ciò che tutti speravamo di sentire dopo l’impatto, ossia che il giocatore appare al momento in condizioni stabili, nulla che faccia presagire al peggio.
Proprio i suoi compagni di squadra, nelle interviste del dopopartita, hanno riferito che Happ, che dopo l’impatto è rimasto faccia a terra e non si è mosso da quella posizione, è rimasto cosciente e collaborativo con lo staff medico per tutto il periodo di soccorso ricevuto sul campo. Happ è inoltre rimasto cosciente, stando alle fonti del caso, anche durante lo spostamento dal Tropicana Field all’ospedale dov’è tuttora ricoverato.
Dalle immagini viste al rallentatore, sembra che J.A non abbia avuto il tempo, nonostante il tentativo di coprirsi la testa con il guantone e la mano di lancio, di abbassarsi quel tanto che gli avrebbe permesso di scansare il pericolo.
I sanitari del Tropicana Field e quelli dei Blue Jays accorsi subito dopo l’impatto hanno inoltre riscontrato del sangue fuoriuscire dalla parte colpita della testa di Happ, ma i replay e le telecamere rimaste a lungo sul giocatore riverso a terra, non sono riuscite a fugare il dubbio se la fuoriuscita provenisse da dentro l’orecchio o da un taglio cutaneo superficiale.
Doveroso e quasi commovente il saluto fatto di applausi scroscianti che ha accompagnato l’uscita dal campo in barella del nostro Eroe che, nel lasciare il campo, ha alzato la mano in segno di riconoscimento e rassicurazione verso il pubblico. Ennesimo esempio di una sportività che si limita alla battaglia agonistica, senza però dimenticare le regole della convivenza civile, ancor più in un ambiente, lo sport, dove la battaglia è l’essenza della competizione.
Una battaglia veicolata a un risultato, ma che rientra nei canoni di ciò che è socialmente accettato. Non dimentichiamoci, proprio parlando dei Toronto Blue Jays, che lo spirito patriottico statunitense, perlopiù dimostrato sui campi di baseball MLB dalle celebrazioni del 4 Luglio ad esempio, non ha impedito la creazione di una franchigia canadese.
Non solo nel baseball, ma nella NBA abbiamo i Toronto Raptors del nostro Andrea Bargnani, per non parlare poi della NHL dove sono molte più di una le franchigie ammesse al campionato. Una sinergia USA-Canada che insegna come gli sfottò esistano si, ma solo a livello di battute. Ma che poi, quando conta davvero, gli sfottò e le rivalità “frontaliere” non sono un limite, ma un’opportunità di condivisione e di crescita.
L’esempio più recente di un episodio simile è quello capitato al pitcher Brandon McCarthy degli A’s durante la passata stagione. Il risultato fu una frattura al cranio con un leggero interessamento al cervello. Oggi Mc Carthy è un pitcher dei D-backs e sta benissimo.
Riguardando l’accaduto dal punto di vista delle regole del gioco, dobbiamo dire che nessuno, immediatamente dopo che la palla ha colpito la testa di Happ ed è rimasta in gioco finendo all’esterno destro, ha saputo come comportarsi.
Per esempio, il manager di Toronto John Gibbons ed un componente del suo staff hanno immediatamente manifestato la volontà di entrare in campo; ma il gioco era ancora attivo, tant’è che i due corridori in seconda e in terza base dei Rays hanno portato a casa due punti per Tampa e lo stesso Jennings, da professionista, si è portato in terza sfruttando il comprensibile momento di sgomento della difesa di Toronto.
Questa situazione alza una questione che speriamo Bud Selig ed il suo team di collaboratori presto prendano in considerazione: quando ed in quali circostanze di infortunio evidente e pericoloso agli arbitri sia data facoltà di interrompere il gioco.
La stessa partita ed il suo risultato sono stati ovviamente influenzati e sono passati, per usare parole del manager di Tampa Joe Maddon, “per una volta in secondo piano. Questi incidenti danno anche una diversa prospettiva sulle sconfitte”. Il risultato finale di 6 a 4 per Toronto è stato la conseguenza più di uno stanco ed impaurito procedere verso la fine che di una reale competizione a livello MLB.
Non possiamo che sperare e pregare per il nostro amico J.A. Che possa tornare su un monte di lancio MLB e che lo possa fare nelle migliori condizioni fisiche.
30 anni, giornalista ed appassionato di baseball da 10.