Settembre è tempo di bilanci e, in attesa della parte più “magica” ed intensa della stagione, la Post-season, questo è il momento di accesi dibattiti sugli Award individuali: con la stagione regolare ormai vicinissima alla sua conclusione, il quadro complessivo inizia ad assumere contorni progressivamente più chiari.
Uscendo dalla discussione sui premi veri, quelli cioè che verranno assegnati dalla MLB nel corso delle prossime settimane, sarebbe esercizio interessante provare ad immaginare chi potrebbe contendersi un premio che non fa parte dello scenario del Baseball.
Così, per gioco.
Prendendo in prestito dalla NBA il concetto di “Most Improved Player”, vogliamo provare ad ipotizzare non solo il nome di un ipotetico vincitore, ma anche di un runner-up per Lega.
Prima di entrare nel merito, una nota metodologica: la natura del Baseball MLB, anche per il “pathos” che rappresenta un ingrediente fondamentale in una stagione di 162 partite -dura, difficile e logorante come poche altre-, rende complicato, per chiunque provi a fare questo gioco, non cadere nel tranello di assimilare il “MIP” al premio, realmente esistente, di “Comeback Player of the Year”. Al fine di evitare questo “pericolo”, non saranno “eleggibili” tutti quei giocatori che abbiano avuto in passate stagioni con prestazioni degne di particolare rilievo statistico e che abbiano avuto un 2012 di qualità a seguito di una o più stagioni di rendimento mediocre. Potrà sembrare scontato per chi segue con attenzione l’intero panorama degli sport americani; non lo è, invece, per chi si dedica esclusivamente al Baseball.
Iniziamo, dunque, la discussione partendo dal “Senior circuit”. I contendenti sono Carlos Ruiz, catcher dei Philadelphia Phillies, e R.A. Dickey, il “knuckleballer” dei New York Mets. Ci sarebbe stato un terzo contendente che, da una mera analisi numerica, avrebbe avuto, quantomeno, diritto ad essere tra i finalisti. Parlo di Melky Cabrera, esterno dei San Francisco Giants. Ma, poiché non si può aver certezza di quanto il suo miglioramento non sia stato frutto dell’utilizzo di sostanze proibite, alla luce della sua squalifica per alti livelli di testosterone, preferisco tenerlo fuori dalla contesa.
Veniamo dunque ai due giocatori prescelti. Ruiz, con un ruolino di .328/.397/.540, sta giocando di gran lunga la sua miglior stagione fin dal suo esordio nel 2006. Con 14 fuori campo all’attivo, il ricevitore dei Phillies sta dimostrando di aver incrementato in maniera interessante la propria potenza. Le 43 extra-base hits completano un quadro che ci chiarisce il perché abbia registrato un notevolissimo incremento nella sua slugging pct. (da .383 nel 2011 a .540, come già segnalato, quest’anno). Passando al reparto difensivo, si può notare un altro elemento di notevole interesse: dal 2011 al 2012, la sua percentuale di caught stealing è passata da 23 a 36. Solo nel 2007 aveva fatto segnare una percentuale al di sopra del 30% (31 nel 2007) e la sua media-carriera, in questo compartimento, è del 28%. Per concludere: il suo WAR (Wins Above Replacement) è, secondo “Baseball-Reference”, di 4.0; un bel passo avanti rispetto al 2.6 registrato lo scorso anno.
Ma passiamo al pitcher dei new yorkers. R.A. Dickey, pur essendo un veterano (ha esordito in MLB nel 2001 con i Texas Rangers), ha ottenuto risultati interessanti soltanto dal suo approdo ai Mets nel 2010. Prima di tale stagione non aveva mai avuto un ERA inferiore a 4.00. E’ però nel 2012 che ha fatto il decisivo salto di qualità. Vediamo perché.
Innanzitutto un ERA di 2.67 parla da solo; il record di 18-6, ottenuto in una squadra non propriamente formidabile è un bel biglietto da visita. Ma andiamo più a fondo: non possono non saltare immediatamente all’occhio le 3 shutouts ottenute in questo 2012. Dal 2001 al 2011 ne aveva ottenute solamente 2! Questo dato, unitamente alle 5 complete games, lo colloca al primissimo posto nella Lega e i 212 innings lanciati ci danno una indicazione circa la sua solidità. Ma non è tutto. I suoi 205 K, 8.7 per 9 innings, rappresentano un dato rilevantissimo, un vertiginoso miglioramento rispetto ai 5.8 K/9 dello scorso anno. Le 2.1 basi ball per 9 innings danno una rapporto di 4.10 (K/BB). Niente male per un lanciatore che, solo lo scorso anno, faceva registrare un 2.48 in questo parametro. Altre statistiche che ci segnalano passi avanti rilevanti rispetto al passato: la media battuta contro di lui, quest’anno ad appena .223 (nelle due precedenti stagioni aveva ottenuto .251 e .256), e il WHIP, una statistica a mio parere tra le più indicative circa il rendimento di un pitcher (è il numero di valide sommate alle basi per ball concesse per inning lanciato), ad 1.04 (nel 2010 e 2011, rispettivamente 1.19 e 1.23). Il suo WAR, mai oltre 0.5 nelle prime 7 stagioni in Grande Lega, è progredito a 3.4 e 3.1 nel 2010 e nel 2011 fino a subire una brusca impennata in questa stagione agli attuali 5.0. Se questo non è improving…
Ma passiamo alla American League, partendo dal nome dei due finalisti. Edwin Encarnacion, il forte battitore designato, all’occorrenza prima base e terza base, dei Toronto Blue Jays e Fernando Rodney, closer dei Tampa Bay Rays.
Partiamo dal primo. Cosa dire di Encarnacion se non che quest’anno si è letteralmente trasformato in uno slugger di primissima categoria. Pur avendo subito una lieve flessione nelle ultime settimane, particolarmente in termini di media battuta, il suo attuale numero di home-run, 40, ha già surclassato il suo precedente record stagionale di 26 nel 2008, quando ancora giocava per Cincinnati nella NL. Con 102 RBI, il forte dominicano ha polverizzato ogni suo personale primato anche su questo versante. Ma ciò che più stupisce è che, a fronte di un tale incremento in potenza, non solo la media battuta non ne ha risentito, ma, a .280, sta registrando una delle sue migliori annate anche da questo punto di vista. Nel passaggio dai 17 fuori campo del 2011 ai 40 di quest’anno, il numero di strike-out a suo passivo è aumentato solo lievemente in valori assoluti, ma è rimasto sostanzialmente stabile nella proporzione: 77 su 530 apparizioni al piatto lo scorso anno (14,53% del totale), 87 su 599 PA quest’anno (14,52%). L’OPS di .949 segnala un aumento decisamente robusto rispetto al .787 fatto registrare in entrambe le stagioni precedenti. Il WAR ci racconta di un aumento “drammatico” da 0.6 a 4.3 dal 2011 al 2012. Anche qui mai aveva superato un 1.4 fatto registrare nel 2010.
Passiamo adesso a Fernando Rodney. La sua stagione ha semplicemente dell’incredibile. Basti evidenziare che nessun lanciatore nella storia ha ottenuto in una sola stagione 40 o più salvezze, un ERA di 1.00 o meno, un WHIP di non oltre 1.00 ed un K/9 di almeno 9.0. Lui sta riuscendo in tutto ciò. Ma il dato forse più stupefacente, e che meglio spiega l’eccezionalità di questo 2012 del rilievo di Tampa Bay, è la caduta “in the dirt” del numero di basi ball concesse: da 7.9 BB/9 nel 2011 a 1.8 quest’anno! Di conseguenza il dato K/BB è passato, nello stesso lasso temporale, da un terribile 0.93 ad uno straordinario 4.86. Per quanto il dato 2011 delle basi ball abbia rappresentato una anomalia in negativo, la media-carriera di BB/9 è, ad oggi, a quota 4.5, di gran lunga più alta rispetto al dato del campionato in corso. Evidentemente, i problemi di controllo che lo hanno afflitto per gran parte della carriera sono adesso soltanto un brutto ricordo. Qualunque parametro si prenda in considerazione, le conclusioni sono le medesime: la stagione di Rodney è semplicemente magica e i suoi progressi rispetto al passato sono letteralmente clamorosi. Passiamo in carrellata i principali indicatori statistici, confrontandoli con la rispettiva media-carriera: ERA di 0.66 contro 3.79, WHIP di 0.78 contro 1.37, OPP AVG. di .166 contro .234, home-run per 9 innings a 0.3 contro 0.7. Le 43 salvezze, a fronte di 2 sole blown saves, rappresentano, anch’esse, un record personale. Il WAR 2012 è di 3.2, un gran bel passo avanti rispetto ad un -0.4 nel 2011.
Come si può notare leggendo con attenzione i numeri riportati, ci troviamo di fronte a quattro giocatori formidabili, ognuno dei quali, con storie molto differenti le une dalle altre, sta vivendo in questo 2012 una stagione determinante per il destino della propria carriera. Un elemento che accomuna i nostri finalisti è l’età non particolarmente giovane: con tanta passione ed un po’ di mestiere hanno saputo imprimere una svolta decisiva al loro percorso di ballplayers.
La decisione conclusiva, frutto di una riflessione approfondita dall’esito tutt’altro che scontato, vede prevalere R.A. Dickey e Fernando Rodney quali “Most Improved Players”. In entrambi i casi, a fare la differenza in modo decisivo è il percorso che ha visto giocatori mediamente mediocri diventare stelle di prima grandezza. Naturalmente, in una valutazione inevitabilmente soggettiva per quanto argomentata, il confronto è apertissimo.
E voi cosa ne pensate? Dite la vostra!
Ciao, dico la mia: per la NL Ross Detwiler, Pedro Alvarez e Ian Desmond mi sembrano tre buoni candidati. Nell’American League meritano una citazione Chris Sale e Josh Reddick.
Ian Desmond è effettivamente un ottimo candidato al titolo ed era la mia terza scelta. Alla fine ho optato per Carlos Ruiz, in quanto quest’ultimo ha affiancato ad un miglioramento offensivo non trascurabile, anche un miglioramento incisivo di alcuni parametri difensivi.
Chris Sale, che indubbiamente ha fatto un grande salto di qualità, ho preferito tenerlo fuori dalla lista in quanto è passato da essere un buon rilievo (con 2.79 di ERA, 1.11 di WHIP e 10 K per 9 innings) ad uno straordinario partente: questo, a mio parere, impediva una valutazione comparativa
Ma Dickey ha imparato ad usare la knuckleball quest’anno ? E’ incredibile che sia esploso adesso dopo più di dieci anni di majors…