Yankees e Red Sox sono stati agli ultimi 2 posti nella classifica della loro division per diverse giornate quest’anno e non succedeva dal 1992. E questo a prescindere dai payroll, che continuano ad essere i 2 più alti della division, e di parecchio: Baltimore 84M, Tampa 63M, Toronto 83M, Boston 175M, NYY 209M. In testa invece ci sono le due cenerentole.
Tampa Bay è già 4 anni che domina la scena: 1 partecipazione alle World Series e 3 ai playoff sono un bel bottino, per una squadra che nel 2007 collezionò 96 sconfitte, e non aveva mai avuto una stagione positiva nella sua storia. Da allora, infatti, le vittorie sono state 97, 84, 96 e 91.
Il segreto principale di questa formazione è il suo manager, Joe Maddon, che guida la squadra dal 2006 e ne ha stravolto la storia. Certo la pianificazione era in corso da anni, ma ci vuole comunque qualcuno che sappia estrarre il meglio dai propri giocatori e dica al GM di chi ci si può privare. Sono quasi 1000 partite che i Rays schierano come partente un minore di anni 30 (record MLB) e sono oltre 200 partite che schierano come partente un lanciatore proveniente dal loro farm system (altro record MLB). Per non parlare di un altro fiore all’occhiello del tecnico: i “defensive shifts”. Nel 2010 e 2011 erano stato poco più di 200 all’anno, record MLB, e quest’anno tale cifra verrà raggiunta in questo mese!
E ricordiamo che negli ultimi anni la squadra si è privata, apparentemente, dei migliori talenti che aveva: Kazmir e Garza tra i partenti, Soriano, Qualls, Balfour, Wheeler, Benoit e molti altri nel bullpen, Pena (ora figliol prodigo) e Crawford nel lineup. Eppure i risultati non sono cambiati ed i successi proseguiti.
Nel 2011 Tampa Bay, nonostante le 96 vittorie del 2010, aveva un numero spropositato di scelte nel primo giro: 10 delle prime 60! Evento che faceva dire a tutti gli analisti, che i vincitori del draft sarebbero stati loro ancor prima di iniziarlo. Non stupisce, perciò, che i virgulti continuino ad esordire: Jennings, Hellickson (ROY del 2011), Moore (considerato da molti un potenziale CY del futuro).
Anche in questa stagione il loro miglior giocatore, Evan Longoria, si è infortunato, ma come lo scorso anno i risultati si mantengono ottimi anche senza di lui (anzi, la percentuale di vittorie è ancor migliore in sua assenza! Altro merito indiscutibile del manager). L’unico battitore che per ora è sopra la media è Matt Joyce, con 8 HR e una media battuta vicina a .290, ma certo nulla di clamoroso. Il rientrante Carlos Pena ed il nuovo DH Luke Scott hanno portato un po’ di potenza ma con medie battuta inferiori al .240.
Il vero punto di forza è, anche quest’anno, il monte di lancio, con 5 assi nella rotazione e con il solo esordiente Matt Moore in difficoltà (con problemi di controllo e un ERA oltre 5.00), mentre gli altri sono tutti sotto il 3.80 e con il closer Fernando Rodney, a 13 su 13 ed un’ERA di 0.46!!
L’unica nota dolente è lo scarso pubblico del Tropicana Field, sempre freddino nonostante i successi ottenuti. Ed infatti, ad anni alterni, si parla di spostamento della franchigia, di nuovo stadio, ecc. ecc., ma poi non se ne fa mai nulla.
Baltimore, invece, è reduce da 5 stagioni tra le 64 e le 69 vittorie, quindi siamo qualche anno indietro rispetto ai Rays. Loro sperano che questo sia come il 2008 di Tampa, con l’esplosione dei risultati e l’inizio della raccolta.
Anche qui si è cambiato da poco il manager, Buck Showalter che ha firmato nel 2010 ed ha dato segni molto incoraggianti e caratterizzanti. Ed infatti i suoi ragazzi sono subito stati ribattezzati i Fighting Showalter’s. Ricordiamo che Buck fu l’allenatore degli Yankees dal 1992 al 1995, prima del filotto delle pinstripes, e poi dei D’Backs dal 1998 al 2000, prima dell’anello del 2001.
In questa stagione gli Orioles hanno già vinto le serie contro Boston, Yankees e Tampa Bay, e non sembrano propensi a fermarsi facilmente. Hanno subito due batoste solo dai Rangers, ma sono riusciti comunque a vincere un incontro.
Qui il merito maggiore, oltre al farm system, sono state le trade degli ultimi mesi: ricevere dai Rangers ben 3 big league pitchers (Hunter, Strop e O’Day) per Uehara, e 2 dai Rockies (Hammel e Lindstrom) per Guthrie, hanno portato forze fresche sul monte.
I margini di miglioramento, inoltre, sono ancora notevoli: se si pensa che i 2 migliori prospetti, Brian Matusz e Jake Arrieta, da qualche anno nella rotazione, non sono ancora riusciti ad esplodere, e viaggiano sopra il 4.70 di ERA, come Tommi Hunter (mentre Hammel e Chen stanno sotto il 3.50), si capisce che Baltimore sarà sempre più competitiva. Il closer Jim Johnson è il migliore della Lega (15/15 unico della Division ad aver conservato il posto da inizio stagione), ma tutto il bullpen è estremamente solido, ed in questo momento ha la seconda miglior media ERA della MLB (2.28).
Nel lineup Adam Jones è a 14HR, 6SB e .308 di BA, Matt Wieters è ormai il miglior catcher dell’American League, non solo per i suoi 8HR, ma anche difensivamente, mentre J.J. Hardy prosegue nel suo contributo di fuoricampo (già 9), nonostante una media battuta claudicante.
Per non parlare, poi, di Chris Davis, altra stella di Texas finita a Baltimore, che offensivamente non è ancora esploso (anche se 5 fuoricampo e .293 di BA non sono male come inizio), ma che è riuscito a guadagnare una vittoria sul monte di lancio! In un incontro con Boston infatti, ha lanciato il 16° ed il 17° inning, quando erano finiti i lanciatori disponibili, ed ha prodotto una fastball a 90 miglia orarie(!!) e qualcosa di simile ad un changeup e ad una curva. Risultato: 2 inning senza concedere punti! In realtà, anche se lontano nel tempo, ha un passato da lanciatore.
Ci sono pertanto molte analogie tra le due squadre: due grandi allenatori in panchina, strateghi e motivatori, budget limitati, aggressività negli scambi di mercato, rotazioni e lineup giovani, con potenza non eccessiva e con media battuta sotto la media, bullpen solidi.
La differenza in questo momento, che ci fa dire che Tampa Bay andrà certamente ai playoff mentre Baltimore difficilmente, sta nel fatto che mentre la rotazione dei Rays è già a livelli di eccellenza, con un ROY, due già entrati nelle votazioni del CY (Price e Shields) ed una “star in the making” (Moore), la rotazione degli Orioles sembra non ancora pronta per le majors, con Matusz e Arrieta, per ora solo delle possibili star, che faticano ad affermarsi.
Un detto del football dice: “l’attacco vende i biglietti ma la difesa vince le partite”. Nel baseball a nostro avviso è la stessa cosa: l’attacco vende i biglietti ma il monte di lancio vince le partite, in special modo la rotazione. Soprattutto ora, nel terzo consecutivo Anno dei Pitcher, dove BA, ERA e HR sono scesi costantemente nelle ultime 4 stagioni.