Quando Jeffrey Loria, proprietario dei Miami Marlins, ha ingaggiato nel Settembre 2011 Ozzie Guillen come allenatore capo, con un contratto di 4 anni da 10 miliondi di dollari, sapeva a cosa sarebbe potuto andare incontro, ma non fino a questi livelli. Tutto il mondo del baseball sapeva che tipo fosse Gillen, fin dai tempi in cui allenava i Chicago White Sox: ottimo team manager, in passato ottimo short stopper, ma sempre con il dente avvelenato e dalle dichiarazioni costantemente al di sopra delle righe.
Nel 2005 la sua eccentricità venne alla ribalta in seguito alla sua non presenza alla Casa Bianca post vittoria dei Sox nelle World Series dello stesso anno (usanza e tradizione dei vincitori del campionato quella di far visita al Presidente nella capitale).
Nel 2006, in un’intervista al “Chigaco-Sun Times” accusò un rubricista del giornale, tale Jay Mariotti, di calunnia e omosessualità. Ozzie denunciò quest’ultimo in seguito ad una sua pubblicazione nella quale il giornalista insinuava che l’allenatore avesse chiesto ad un proprio lanciatore di colpire volontariamente uno dei battitori avversari. Guillen se ne uscì con le scuse nei confronti della comunità gay di Chicago ma non con quelle nei confronti di Mariotti. Nel 2010 ebbe da ridire a proposito di una nuova legge dello stato dell’Arizona contro gli immigrati clandestini.
“Questa nazione non potrebbe vivere senza di loro” affermò Ozzie. “Sono gli unici che vanno a lavorare sotto il sole per rendere migliore questa nazione” (per la cronaca Guillen è Venezuelano ed è diventato cittadino americano solamente nel 2006). Nell’Agosto dello stesso anno se la prese con i giocatori asiatici della lega e con le società che li ingaggiavano affermando come a loro venisse dato l’aiuto di un traduttore simultaneo negli allenamenti e nei dugout mentre ai latini no.
“And all comes down to this…” come si suol dire oltreoceano. In una sua ennesima intervista di qualche settimana fa, stavolta rilasciata al “Time”, Guillen ha manifestato tutto il suo amore e la sua ammirazione verso il Lider Maximo cubano, Fidel Castro. “Amo Fidel Castro e lo rispetto per essere rimasto così a lungo al potere” sono le parole del coach in quell’intervista carica di stima anche per il suo sapersi nascondere senza mai essere scoperto.
Normale fu lo shock e l’incredulità della lega in seguito a questa dichiarazione. Ma quella che più ha spaventato e spaventa tutt’ora è la reazione della comunità latina di Miami. “Calle Ocho”, via principale del quartire ispanico della città, è in subbuglio. In molti sono scesi in piazza per manifestare contro Guillen (vogliono il suo licenziamento) e contro i Marlins minacciando di boicottare la squadra e il nuovo stadio. E’ risaputo quanto la comunità latina sia parte integrante del South Florida e quanta voce in capitolo abbia negli ambiti più importanti di questo territorio. Oltretutto più della metà degli azionisti dei Marlins sono di origine ispanica.
La società, visto il progetto che, come dicevamo, ha portato la squadra a giocare in piena downtown in uno stadio nuovo e ad un potenziamento significativo della rosa (Reyes e Buehrle su tutti), ha voluto subito calmare le acque indicendo una conferenza stampa (a mio avviso pilotata) nella quale Ozzie (prelevato in piena trasferta a Philadelphia) si è scusato spiegando come le sue parole, visto l’ancora imperfetto inglese, siano state completamente fraintese. L’MLB per lui ha previsto una squalifica di 5 partite e una multa al coach di 70.000 dollari.
Le acque non si sono ancora calmate nonostante la squalifica sia finita, Ozzie dichiara di non riuscire a dormire la notte per quello che ha detto (poco ci crediamo) e la situazione non ha aiutato i Marlins in questo inizio di campionato.
Cosa ci riserverà “quel mago di Ozz” in futuro? Magari ci stupirà tutti vincendo il titolo e andando lui stesso per primo a suonare il campanello della White House! Chissà…
Appassionato di calcio e sport americani, tifoso di tutte le squadre di Philadelphia, vorrebbe che questa passione diventasse un giorno il suo lavoro. Flyers come religione, la NHL come stile di vita.
Quello che mi lascia letteralmente sconcertato non e’ tanto la reazione
Della comunità latina notoriamente destrorsa, quanto il fatto che
Per avere espresso un parere, più o meno discutibile, guillen si
Sia beccato una squalifica dalla mlb e una multa! Ma la libertà
Di parola? La democrazia?
Caro Fabio, sono daccordo con te ma sai, a quei livelli li’, visti i precedenti e la recidivita’ la domanda da porsi e’: SERVIVA??? Io credo di no