La particolare esultanza di Nyjer Morgan dopo il punto decisivo!

Gara 3

Le NLDS cambiano lo scenario e approdano al Chase Field per gara 3, dove i padroni di casa di Arizona tenteranno di rovesciare le sorti della serie, pesantemente orientate verso la sponda Brewers dopo le prime due vittorie casalinghe.

Il dynamic duo Fielder/Braun è stato implacabile, anche se Gibson è incappato in diverse decisioni infelici a riguardo; per ben due volte con Braun in base, due outs e la prima libera, ha fatto lanciare a Fielder che lo ha punito in ambedue i casi.

A Gibson vengono contestate anche le scelte fatte sui lanciatori ma, se l’insistenza su Kennedy può essere condivisibile, l’aver fatto affrontare 6 battitori ad uno Ziegler completamente nel pallone è costata ai D’Backs gara 2.

Ovviamente più sereno è Roenicke, ad un passo dal riportare a Milwaukee la prima serie di postseason vinta a partire dal lontano 1982 e confortato dai numeri dei suoi due candidati MVP; attenzione però a non sottovalutare Arizona ed il suo carattere, forgiatosi in ben 48 rimonte vincenti in stagione e con al timone un grande motivatore.

Gibson per gara 3 si affida a Collmenter sul monte; il suo rilascio anticonvenzionale ha già ipnotizzato i Brewers (senza Braun, però) per due volte in regular season, così come molti altri lineup, specialmente all’inizio della stagione.

Roenicke invece dà la palla a Marcum che in questa stagione in trasferta può vantare una ERA di 2.21 in 16 apparizioni ma che soprattutto offre ampie garanzie di solidità al coach dei Brewers nonostante un finale di regular season in calando.

I lineup sono confermati, con Goldschmidt in prima per Arizona e Hairston in terza per i Brewers.

L’inizio sembra difficile per Collmenter che, con 2 outs, mette in base Braun (BB) e Fielder, colpendolo con un lancio, ma il rookie con 4 lanci mette SO Weeks e si salva.

Va peggio a Marcum che vede Bloomquist battere un singolo e rubare la seconda; dopo gli outs di Hill e Upton, Montero mette la sua prima valida della serie con un doppio che fa segnare Bloomquist, per poi segnare egli stesso sul singolo di Goldschmidt.

L’out di Young chiude il primo inning sul 2-0 per Arizona.

Dopo un secondo inning in cui si nota solo un singolo di Hairston, nel terzo Hart pizzica la fastball di Collmenter con la seconda ed ultima valida che il rookie concederà in sette splendidi inning: è un fuoricampo e Milwaukee riduce il gap ad un solo punto.

Marcum però, dopo un out su Bloomquist, si mette nei guai concedendo 2 walks consecutive a Hill ed Upton: è ancora Montero che batte un singolo che fa segnare Hill mentre Upton viene eliminato al piatto di casa base.

Il punteggio resta sul 3-1 anche dopo il quarto inning ma sarà la quinta ripresa a spaccare in due il match.

Due singoli consecutivi di Collmenter e Bloomquist aprono le danze per Arizona; Marcum reagisce con un K su Hill e una groundout su Upton ma i corridori avanzano in seconda e terza base.

Roenicke sceglie di riempire le basi, concedendo la base intenzionale a Montero ma Goldschmidt gli presenta il conto, approfittando di una fastball lasciata troppo in mezzo da Marcum per il primo grand slam in postseason di Arizona.

E’ la fine della partita per Marcum (4.2 IP, 7 hit, 7 runs, 3 BB, 3 SO), entra Loe a cui Young da il benvenuto con un nuovo singolo che lo porta in seconda grazie ad un errore di lancio di Hairston.

Young ruba poi la terza e segna sul singolo di Roberts, portando il punteggio sul 8-1, punteggio che non si muoverà più fino alla fine.

Collmenter completa la sua splendida performance al settimo, piazzando mirabilmente la sua fastball e mostrando una changeup sempre all’altezza dei ginocchi; chiude con solo 2 valide concesse, 2 BB e 6 SO, lasciando nel delirio del pubblico a Hernandez e Putz il compito di traghettare il match verso la fine, compito che viene svolto senza patemi visto il vantaggio con i Brewers che riescono solo a battere un singolo con Fielder nel nono.

Gara 4

Arizona forza dunque la serie a gara 4, dove sul monte la sfida appare equilibratissima: si affrontano due veterani mancini che in regular season hanno incredibilmente registrato la stessa ERA (3.69), ovvero Wolf per Milwaukee e Saunders per i D’Backs.

Entrambi hanno già giocato i playoff, senza mai entusiasmare (con Dodgers e Angels) ma adesso hanno l’opportunità di lasciare il loro segno su questa postseason, vista l’importanza della posta in gioco.

Roenicke inserisce Gomez e Kottaras per Morgan e Lucroy; nel lineup, Hairston (uno dei più in forma) passa al secondo spot con Betancourt al sesto ed i nuovi prima del pitcher.

Gibson invece inverte Young e Roberts, mettendo quest’ultimo sesto anziché settimo come finora era stato.

Si parte e, in men che non si dica, i Brewers vanno in vantaggio: dopo il K inflitto ad Hart, singolo di Hairston e doppio profondissimo di Braun che segna il primo punto del match.

Saunders peggiora le cose concedendo la BB a Fielder, mentre Braun ruba la terza ma estrae dal cilindro la specialità della casa ovvero la grounder che induce il doppio gioco (106 in stagione, nessuno come lui in MLB) battuta da Weeks che chiude un faticosissimo inning.

La palla passa a Wolf che dimostra sin dall’inizio una preoccupante mancanza di controllo; Bloomquist mette un singolo dopo due lanci e, dopo un out, va in seconda per la BB concessa ad Upton.

Montero gira un altro singolo sul primo lancio che vede e riempie le basi; arriva al piatto Goldschmidt, autore dello slam la sera prima, ma l’arbitro lo elimina su un ball chiarissimo, dando una mano allo spaesato Wolf.

Con due out, tocca a Roberts tentare il colpaccio: il tatuatissimo terza base arpiona una changeup e la spedisce nel bullpen nell’estremo esterno sinistro, battendo il secondo Grand Slam in altrettante partite di postseason, evento occorso solo ai Dodgers del 1977 sinora.

Da notare come al Chase Field abbiano assistito a 4 Slams consecutivi, contando i due che lo stesso Roberts e Gillespie avevano messo nelle ultime due partite di regular season.

Ma quello che conta è che Arizona parte a razzo, tanto più che Young mette un solo HR subito dopo, portando il punteggio sul 5-1 prima dell’out di Parra che chiude la ripresa.

Milwaukee però non si deprime: il secondo inning si apre con un doppio di Betancourt che va in terza e poi segna sui due out successivi, prima che Saunders elimini Wolf per il terzo out.

Wolf si ripresenta e manda in base persino Saunders (walk, segno bruttissimo) ma rimedia con un double play su Bloomquist; non contento, subisce altri due singoli da Hill ed Upton ma se la cava a buon mercato eliminando Montero.

Si va al terzo ed i Brewers ripropongono lo schema visto nel primo inning: singolo di Hart e doppio angolatissimo di Hairston che segna il 3-5, con zero out ed il corridore in seconda, subito raggiunto in prima da Braun che conquista la BB in cinque lanci.

La visita tecnica sul monte scuote però Saunders che elimina in fila Fielder, Weeks e Betancourt, riuscendo a limitare i danni.

Nella parte bassa, la reazione di Arizona è veemente: singolo di Goldschmidt che ruba anche la seconda durante il turno di Roberts, che va out.

Young ottiene un pass per la prima ed i corridori avanzano in seconda e terza sull’ennesimo out di Parra, la cui ultima valida risale alla regular season.

Gibson dimostra di saper apprendere dai propri errori e stavolta toglie Saunders che chiude la sua magra serata con 3 IP, 5 valide subite per 3 runs, uno per inning.

La coraggiosa scelta scelta premia Gibson sotto forma di singolo di Cowgill che trova un buco tra la seconda e la terza e mette i due punti del 7-3, riportando il margine a livelli di semi tranquillità relativa.

Wolf, dopo l’out che chiude il terzo, fa la stessa fine di Saunders, anche se la sua serata (3 IP, 7 runs frutto di 8 hit e 3 BB) è stata assai peggiore: entrano Owings per Arizona e Estrada per i Brewers ed i due rilievi se la cavano piuttosto bene, contenendo gli attacchi per due inning a testa, dove i doppi di Fielder e Montero non vengono concretizzati in runs.

Nel sesto, Gibson chiama dal bullpen il giovane Parker: Betancourt mette una rimbalzante che Roberts non acchiappa per un pelo e va in seconda sul bunt di Gomez (splendida l’eliminazione di Hill in prima base).

Una walk a Kottaras e un singolo di McGehee (DH), riempiono le basi e questo basta a Gibson per andare a prelevare Parker sul monte per far posto al ben più affidabile Shaw: al piatto va Hart e batte una profonda flyball che Parra va ad acchiappare, limitandola a volata di sacrificio e giustificando a tutti la sua presenza in campo.

Shaw esce poi definitivamente dai guai mettendo out Hairston per il terzo out.

Per rispondere, ad Arizona basta lo squillo di Hill che imita Roberts e spedisce la palla nel bullpen all’estrema sinistra, con Narveson sul monte, subentrato a Estrada, che poi chiude l’inning con un pop ed un K.

Nel settimo, la partita si chiude definitivamente: Shaw elimina Braun, Fielder e Weeks con dodici lanci nella parte alta mentre Narveson mette in base il leadoff (BB a Goldschmidt) e, dopo il K a Roberts, è Young a piazzare il secondo HR di giornata, portando il punteggio sul 10-4.

Il carattere dei Brewers si manifesta sotto forma di 2 run HR di Gomez, battuto dopo un singolo di Betancourt (ambedue gentili concessioni di Hernadez, subentrato a Shaw) che fissa il punteggio sul 10-6 ma ormai è troppo tardi e Putz può chiudere la porta senza eccessive preoccupazioni nel nono.

Gara 5

Si torna a Milwaukee allora, per una gara 5 che promette scintille: i maestri del come from behind per finire di ribaltare lo 0-2 iniziale, in casa di coloro che hanno fatto del Miller Park un’arma micidiale e che, hanno fatto carte false in regular season per proteggere il vantaggio del fattore campo.

Roenicke si affida ancora ad un Gallardo in gran forma (6-0 lifetime contro Arizona, ERA 1.18, stellare in gara 1) nonostante possa disporre anche di Greinke (in normal rest) che viene annunciato disponibile in rilievo.

Più semplice la scelta per Gibson che va ovviamente dal suo numero 1 assoluto, il Cy Young candidate Ian Kennedy, ansioso di vendicare l’uscita sub par nella gara che ha aperto la serie.

Gibson inoltre scambia ancora Young e Roberts, riportando “tat-man” al settimo spot; conferma per gli altri, Parra compreso nonostante non abbia ancora battuto valido in queste NLDS.

Anche Roenicke torna all’antico; rientrano Morgan e Lucroy ed il lineup torna quello di gara 1 e 2.

Inizia Gallardo che mostra qualche imprecisione; dopo l’out di Bloomquist ed il K a Hill, manda in base Upton in cinque lanci facendogli poi guadagnare la seconda con un wild pitch.

Montero però si fa mettere SO per il terzo out.

Più sbrigativo Kennedy che mette out Hart e Morgan, concede un singolo a Braun ma con un K su Fielder risolve velocemente il problema.

Nel secondo, Gallardo ripete lo schema: Goldschmidt e Young (terzo K) vanno out ma Roberts batte un singolo e va in seconda grazie alla walk conquistata da Parra.

Al piatto va Kennedy che impegna il rivale ma la sua linea finisce nel guanto di Braun: Gallardo però ha già 44 lanci mentre Kennedy in 10 lanci termina la parte bassa, ritirando in ordine Weeks, Hairston (K) e Betancourt.

Terzo inning e Gallardo continua a lanciare troppi ball; ciononostante elimina Bloomquist e Hill ma Upton rimonta il conto da 0-2 a 3-2 prima di spedire la fastball del pitcher sulle tribune oltre il right field per il punto che apre il match.

Il secondo K per Montero poi chiude la parte alta.

Kennedy invece sembra implacabile: K a Lucroy, K a Gallardo e flyout per Hart per un veloce ritorno al dugout.

Un singolo di Goldschmidt apre il quarto inning ma Young ne forza l’eliminazione in seconda con una grounder; dopo l’out per Roberts, Young ruba la seconda con Parra al piatto ma l’esterno di Arizona subisce il K che salva Gallardo, giunto a 79 lanci di cui 46 sono ball.

Il primo errore di Kennedy, una fastball in mezzo al piatto, viene sfruttato da Morgan con un leadoff double: arriva Braun e Kennedy lo fa camminare verso la prima, concedendo pure la terza a Morgan con un wild pitch.

Sale al piatto Fielder, con corridori agli angoli e zero outs: un pop regala il primo out a Kennedy che però riempie le basi colpendo Weeks con il primo lancio.

La chance per un big hit tocca ad Hairston ma ne esce una sac fly che pareggia solamente il match, visto che poi Betancourt gira una grounder in terza, facile preda di Roberts per il terzo out.

La rabbia di Kennedy si concretizza con un leadoff single in apertura di quinto inning, prontamente rintuzzato da Gallardo che induce un doppio gioco sulla grounder di Bloomquist ed elimina successivamente Hill, per un inning relativamente semplice.

Kennedy, a sua volta, si rimette in carreggiata dopo la crisetta mettendo out Lucroy e Gallardo, subisce poi un singolo di Hart ma previene danni maggiori eliminando Morgan e chiudendo la ripresa.

Nel sesto, due out veloci su Upton e Montero sembrano di buon auspicio per Gallardo che però incappa in due singoli back to back di Goldschmidt e Young che si piazzano agli angoli; Roenicke lo lascia affrontare Roberts, nonostante sia già oltre i 100 lanci, ma Gallardo esce dai pasticci, eliminandolo e premia la scelta del suo coach.

Per Kennedy, il sesto inizia ancora con un leadoff double, stavolta di Braun e stavolta viene seguito da una base ball semi intenzionale a Fielder; un pessimo bunt di Weeks, veramente nullo sinora in postseason, regala un out a Kennedy che poi rischia tantissimo sulla profonda flyball di Hairston, presa al volo con un miracolo da Young, con Braun e Fielder costretti o tornare precipitosamente alle rispettive basi.

Ma i Brewers colpiscono subito dopo quando Betancourt gira il singolo che fa segnare Braun,

Il K su Lucroy in 3 lanci lascia i corridori in base per i Brewers che però passano in vantaggio quando mancano solo tre inning alla fine.

E’ l’ora dei rilievi ed entra Saito per Gallardo (112 lanci, 6 IP, 6 hits, 1 run, 2 BB, 5 SO) e il nipponico fa fuori subito Parra; entra Blum a battere per Kennedy (85 lanci, 6 IP, 5 hits, 2 runs, 2 BB, 5 SO) ma Saito lo mette K, eliminando subito dopo anche Bloomquist e chiudendo il primo inning della partita senza D’Backs in base.

Per Arizona, entra Shaw e fulmina McGehee (PH per Saito), Hart e Morgan con 3 K in 13 lanci e finisce un settimo inning dominato dai pitchers.

Roenicke chiude la difesa e fa entrare Gomez in esterno centro, togliendo Hart e spostando Morgan in esterno destro: a lanciare chiama Francisco Rodriguez che concede subito la BB a Hill.

Con il cuore del lineup di Arizona a seguire, non è un bel viatico per il rilievo che però inganna Upton con una changeup e lo manda SO.

Montero invece gira un singolo sul prima lancio che vede e manda Hill in terza, con un solo out: con Goldschmidt al piatto, Rodriguez va sotto 2-0, recupera con due curve ed ancora con la changeup ottiene un basilare K.

Le speranze di Arizona vengono allora riposte su Young: Rodriguez va ancora sotto nel conto (3-1) ma stavolta è costretto a concedere la BB che riempie le basi per Roberts.

Serve una valida ma l’eroe di gara 4 riesce solo a mettere una grounder su Betancourt che elimina facilmente Young in seconda e, nel tripudio del Miller Park, chiude la ripresa.

Sfumata la possibilità di rimonta, per Arizona entra il rilievo Hernandez per Roberts (con Burroughs per Shaw) e in un amen elimina Braun (K), Fielder e Weeks aprendo il sipario per il nono ed ultimo inning.

Palla ovviamente ad Axford e Parra batte la sua prima valida della postseason nel momento più importante: è un doppio e la paura torna a farsi sentire a Milwaukee.

Tocca a Burroughs che trascina sul conto pieno Axford per poi battere un singoletto che sposta Parra in terza; per Bloomquist, corridori agli angoli e zero out.

Sul primo lancio, splendido squezze bunt di Bloomquist che fa scontrare Fielder e Axford, Parra segna e i corridori sono in prima e seconda con zero out.

Arizona ha sette vite e adesso può tentare il colpaccio.

Axford però è di parere diverso: riesce a mettere SO Hill e con le grounder di Upton e Blanco ottiene i tre out che evitano guai peggiori.

Finisce la sua strisce di 44 salvezze consecutive, proprio nel momento più importante della stagione ma il closer sembra si sia ricomposto in fretta.

La doppia occasione persa dall’attacco non deprime Hernandez che continua a macinare outs: Hairston e Betancourt tolgono il disturbo dopo 2 lanci a testa, Lucroy va SO.

Il bullpen di Arizona sta annichilendo i Brewers.

Siamo agli extra inning, con Axford ancora sul monte: il closer elimina in fila Goldschmidt, Young e Overbay, chiudendo un decimo perfetto e ritirando il sesto D’Back consecutivo.

E’ ufficiale: ha reagito.

Con i lineup che si rimescolano in continuazione, Gibson gioca la carta Putz: il closer di Arizona fa fuori Counsell ma Gomez mette il primo mattone del punto del vantaggio con un bel singolo in esterno sinistro.

Il veloce esterno dei Brewers ruba poi la seconda mettendosi in scoring position per Morgan che riabilita la sua post season sinora opaca con un singolo che trova il buco tra Putz e Bloomquist e raggiunge l’esterno, dando modo a Gomez di scivolare festante a casa base dove lo raggiunge l’intero dugout di Milwaukee.

Una vittoria faticosissima per i Brewers con Arizona che si mangia le mani per aver lasciato per strada tantissime occasioni ma conscia di aver fatto tutto il possibile.

Adesso Milwaukke può puntare dritto al Championship e, senza Phillies, la strada potrebbe anche essere meno impervia.

 

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