Gara 3
La prima partita al Busch Stadium è il più classico dei pivotal-game: serie al meglio delle cinque, squadre in parità e sensazione di totale equilibrio. Di fronte Jaime Garcia e Cole Hamels, due ottimi lanciatori costretti a vivere all’ombra di compagni più blasonati e pubblicizzati: per i primi sei innings del match, saranno loro le star delle due rotazioni.
Infatti, a differenza dei primi due atti della serie, l’avvio è piuttosto tranquillo, e in tribuna tutti hanno il tempo di notare l’assenza di Raul Ibanez, che contro un mancino viene rimpiazzato da John Mayberry; confermatissimo, invece, il lineup dei Cardinals che continua a ricevere dalla panchina il contributo dell’acciaccato Matt Holliday.
Garcia parte forte eliminando i primi sette hitters e al termine del quarto inning il suo pitch count è fermo a quota 39 con appena quattro baserunners concessi; Hamels fatica un po’ di più, mettendo in base almeno un avversario in ognuna delle prime quattro riprese. Gli unici RISP arrivano con già due out all’attivo e St. Louis, come già nelle prime due sfide, fatica a concretizzare: per i padroni di casa alla fine saranno ben 14 i LOB, statistica che peserà come un macigno sull’economia della partita e non solo.
Quinto e sesto inning volano via seguendo il copione delle precedenti riprese, ma nella parte bassa del sesto avviene il primo episodio che, con il senno di poi, influenzerà pesantemente il match: con due on e due out al piatto di presenta Garcia che ha appena chiuso la sua ripresa sul monte con appena 74 lanci totali. LaRussa, forse preoccupato dall’eccessivo uso dei suoi rilievi, lo lascia battere e il risultato è un inevitabile SO che lascia immutato il boxscore.
Nel settimo, la svolta vera e propria: Shane Victorino apre con un singolo al centro, avanza su una passed ball di Molina ma Mayberry e Polanco non riescono a farlo avanzare: al piatto si presenta Carlos Ruiz, con Hamels on deck. Il manager di St. Louis chiama la BB intenzionale, a cui Charlie Manuel risponde con l’inserimento di Ben Francisco. Hamels scende dal monte dopo 117 lanci, 6 IP, 5 H, 0 R, 3 BB, 8 K e una probabile N.D. all’orizzonte.
Tutto cambio in una manciata di secondi, il tempo che serve a Francisco per inquadrare il secondo lancio di Garcia e spedirlo oltre le recinzioni alle spalle di Jon Jay: sul 3-0 Jimmy Rollins prova ad incrementare il margine, con un doppio e una rubata in terza, ma la rimbalzante di Utley non trova il varco e destra e si trasforma nel terzo out.
Per i padroni di casa c’è subito l’occasione di ridurre il gap contro Vance Worley che dopo il primo out mette in base i due hitters successivi: quando Lance Berkman gira il primo lancio e incappa nel force-out in seconda, il copione degli inning precedenti sembra ripetersi ancora una volta. L’avranno pensato, probabilmente, anche molti dei tifosi dei padroni di casa, che vengono però smentiti da David Freese che trova la linea centrale, seconda valida personale di questi playoff, che spezza lo shutout degli ospiti. L’out di Yadier Molina certifica il 3-1 con cui si chiude la ripresa.
Fernando Salas nell’ottavo è ancora una volta perfetto ed elimina il cuore del lineup ospite in nove lanci; molto più movimentata la parte bassa della ripresa, che si apre con il singolo di Theriot, che segna la fine della partita di Worley. La partita a scacchi tra i due manager porta Antonio Bastardo ad affrontare Nick Punto: il risultato è una flyball centrale che segna la fine del match per entrambi. La nuova sfida è Lidge vs Holliday, ma questa volta sono i Cardinals a gioire perché la grounder dell’ex-Rockies trova il buco a sinistra e sposta il compagno in posizione punto.
Entra Adron Chambers come PR ma, con l’attenzione generale rivolta a Lidge e Furcal, in pochissimi ne se accorgono: è ancora l’ex-closer di Houston a cedere e il singolo fortunoso dell’interbase riempie le basi con un solo out sul tabellone. Charlie Manuel non ha molte alternative e telefona a Ryan Madson per cercare di limitare i danni. C’è Allen Craig nel box, ma soprattutto Albert Pujols on deck: il vero protagonista, però, è LaRussa che lascia carta bianca al suo rookie, senza ordinagli di incassare, il K o la BB, per portare al piatto il suo slugger.
Il risultato è impietoso: 4-3 DP sull’asse Utley-Howard che manda il match al nono inning.
In campo ora ci sono Skip Schumaker, al posto di Punto, e Jason Motte che ha il compito di non lasciar allontanare ulteriormente gli ospiti: Polanco batte la sua prima valida della serie, Madson si ritrova al box di battuta per la quarta volta negli ultimi quattro anni ma lo score non cambia.
Pujols apre la parte bassa con un doppio sulla veloce del pitcher dei Phillies, ma due out dopo è riuscito solamente ad arrivare in terza, facendo aumentare i rimpianti per l’AB mancato nella ripresa più importante. Yadier Molina illude i propri tifosi con il singolo che vale il 3-2, prima che l’eliminazione di Theriot mandi i titoli di coda sulla partita.
Gara 4
Charlie Manuel ripropone Ibanez a sinistra, mentre LaRussa risponde sostituendo Theriot con Schumaker, rinunciando in pratica ad uno degli hitters più caldi degli ultimi giorni; ritorna Matt Holliday, a formare con Pujols e Berkman in terzetto scomodo per ogni lanciatore.
Il primo match-ball dei Phillies è affidato al veterano Roy Oswalt, che si trova di fronte Edwin Jackson, pitcher che fino a metà stagione contava di disputare la post-season con la maglia dei White Sox e che invece ha chiuso la stagione in Missouri, lanciando in totale 199.2 innings.
I suoi primi tre tentativi di raggiungere quota 200 IP in stagione, però, falliscono miseramente: Rollins apre le ostilità con un ground-rule double al centro, seguito dal triplo di Utley e dal singolo di Pence: Jackson è ancora fermo a 199.2, i Cardinals sono già sotto 2-0, c’è un uomo in base e ancora nessun out.
Ryan Howard va sotto 0-2 nel conto ma risale sul 3-2 prima di incassare la slider di Jackson per il called stike three: il contatore si ferma direttamente a 200.1 IP quando Molina coglie Pence nel tentativo di rubata e la flyout di Victorino chiude una prima ripresa che prometteva molto bene per gli ospiti, costretti ad “accontentarsi” del doppio vantaggio.
Il rammarico aumenta subito qualche istante dopo il 2-out RBI double di Berkman che punisce l’ex compagno di squadra e manda a casa Schumaker: il pessimo tiro di Victorino permette all’esterno destro di arrivare fino in terza, ma Holliday non capitalizza.
Poco o nulla succede fino alla parte bassa del quarto, con i due pitchers che appaiono in pieno controllo del match: l’unica BB di giornata per i Cardinals la conquista il solito Berkman in apertura di ripresa, e precede di qualche secondo l’HBP di Holliday che sposta il compagno in posizione punto, con zero out. Yadier Molina trova una bella linea a destra che si infila nel guanto di Pence: è sufficiente, tuttavia, per spostare il compagno in terza.
Con uomini agli angoli e un eliminato, Freese tocca perfettamente la curva di Oswalt e spedisce un doppio profondo a sinistra che vale il sorpasso, 3-2: Jay e Jackson non riescono ad incrementare il gap e il punteggio rimane invariato fino al sesto inning, quando sono ancora i padroni di casa a colpire.
Èancora il terza-base dei Cardinals il grande protagonista: quando, con due out, si presenta al piatto c’è Holliday in prima. Lo swing, questa volta, è anche migliore e la fastball di Oswalt viene spedita centralmente oltre Victorino e le recinzioni del Busch Stadium: sul 5-2 finisce la partita dei due grandi protagonisti, Freese e Jackson, rimpiazzati, in un double-switch, rispettivamente da Descalso e Rhodes.
Rhodes-Dotel e Joe Blanton, all’esordio in questa post-season, sono perfetti nel settimo e l’inning successivo LaRussa si affida a Fernando Salas: Ross Gload, entrato come PH, lo battezza con un singolo a destra, e si sposta in seconda dopo un balk. La groundball di Rollins non fa avanzare il compagno, ci riesce invece Utley che trova l’infield-hit a destra che porta al piatto il punto del pareggio.
Il pitcher di St. Louis perde un po’ di lucidità e, contro Pence, la sua slider scivola via incontrollabile per Molina: entra il punto del 5-3 e Utley corre in seconda. Il lancio successivo, ancora una slider, diventa una comoda grounder che Furcal gira in prima per il secondo out dell’inning. Al piatto, come punto del pareggio, sale Howard, ma Mark Rzepczynski, appena schierato da LaRussa, non si scompone e lo elimina in tre lanci.
Nel finale spazio a Lidge e Motte ma non succede più niente: gli ultimi sei out servono solo a sancire la vittoria dei Cardinals e a preparare la sfida tra Carpenter e Halladay per gara-5.
Gara 5
La cronaca, in breve: Manuel conferma in blocco il solito lineup nonostante lo scarso momento di forma di alcuni uomini. Il manager dei Cardinals, invece, da sfogo alla fantasia e fa fuori Jon Jay e Ryan Theriot, sostituendoli con Schumaker e Punto; Freese, eroe di gara-4, scende fino al n. 7 del lineup.
Carpenter-Halladay promette di essere un duello scintillante e le attese non andranno deluse.
Rafael Furcal, nessun triplo battuto in Regular Season, apre il match con il secondo di queste Divison Series; Schumaker, schierato nell’inedita posizione di CF, combatte per nove lanci prima di trovare, al decimo, il doppio a destra che manda a casa il compagno. Ancora nessuno lo sa, ma questa sarà l’unica valida con RISP di tutto il match, per entrambe le squadre.
Il primo inning si mette subito in salita per il Doc, ma è lo stesso Schumaker a fargli un favore quando si fa eliminare banalmente in terza nel tentativo di avanzare dopo la grounder a destra di Pujols: un wild pitch di Halladay e un catcher interference di Ruiz mettono uomini in prima e seconda con un solo out. Holliday lavoro il conto pieno ma chiude con un pop e la groundball di Molina diventa il force-out in seconda che chiude la ripresa.
Come in gara-1, Halladay dopo un primo inning laborioso inserisce il pilota automatico e solamente cinque dei successivi 26 battitori arriveranno salvi in prima: nessuna XBH, quattro singoli e una BB intenzionale saranno le sole concessioni agli hitters dei Cardinals.
Purtroppo per i Phillies, anche Chris Carpenter è in serata di grazia e a differenza del suo avversario, lo dimostra fin dal primo battitore: la cronaca del match finisce sostanzialmente dopo la parte alta della prima ripresa.
Nel quarto i padroni di casa costruiscono la migliore occasione, ma quando Raul Ibanez si presenta nel box, con due compagni agli angoli, il tabellone recita già due out: la possibile sac-fly a destra si trasforma, così, nel terzo out della ripresa.
Per vedere un’altra volta due corridori in base nello stesso inning, bisogna mandare avanti il nastro fino alla parte alta dell’ottavo: Jon Jay, entrato al posto dell’infortunato Schumaker, mette a terra il bunt che sposta i due corridori in posizione punto con un solo out. Manuel chiama l’IBB a Pujols per giocarsi Berkman e la decisione lo premia, visto che al pitcher canadese servono appena quattro lanci per eliminare al piatto l’esterno-destro.
Ryan Madson è perfetto nel nono, ma Carpenter non ha problemi per gli ultimi out nonostante la flyball di Utley, nella parte bassa del nono, faccia cessare di battere il cuore a molti tifosi di St. Louis. L’ultimo out della serie è Ryan Howard che, ironia del destino, esce dal campo infortunato: le prime notizie parlano di un problema al tendine d’Achille del piede sinistro, con il rischio concreto di saltare quasi tutta la stagione 2012.
Carpenter@Halladay è già da oggi entrata di diritto tra le sfide più belle nella storia dei playoff, ed è stata una fortuna averla potuto seguire dal vivo.
Ragioniere, classe 1983, ho iniziato a scrivere per la redazione MLB di PlayItUsa nel 2009: tifo Atlanta Braves, adoro Oasis e Pearl Jam, oltre naturalmente al prosecco.