E' finita, i Tigers eliminano gli Yankees e vanno in finale dell'American League

Gara 3: Detroit Tigers – New York Yankees 5-4

Dopo due partite inusuali, finalmente una Gara 3 che metteva di fronte i due assi della rotazione, Justin Verlander e C.C. Sabathia.

Chi si aspettava tanti zeri sul tabellone, pero’, è rimasto deluso: i due assi sono stati toccati duramente, spesso e fin dall’inizio dell’incontro.

New York parte fortissimo, con un triplo di Granderson che fa segnare Jeter e una groundball di A-Rod che porta a casa l’esterno centro degli Yankees.

Detroit risponde nel terzo con la parte piu leggera del lineup: singolo di Ramon Santiago, Inge segna, groundball di Cabrera, Jackson segna.

Sabathia inizia a mostrare un po’ di difficoltà, mettendo spesso uomini in base e spendendo parecchi lanci per uscire dagli inning.

Lo puniscono Don Kelly e Peralta, portando la partita sul 4-2 e regalando a Verlander il primo vantaggio sul quale lavorare della serata.

Il candidato MVP dei Tigers entra in ritmo, la fastball tocca le 99 miglia e la partita sembra prendere la direzione dei Tigers… fino al settimo inning.

Con 2 out, Posada al piatto sotto 0-2 nel conto, il settimo sembrava un inning che Verlander avrebbe chiuso in scioltezza.

Il DH degli Yanks, pero’, riesce a lavorare bene sul conto e a guadagnarsi una base ball, seguita da un hit by pitch su Russell Martin e da un doppio di Gardner che porta a casa entrambi i corridori: d’un tratto la partita è sul 4-4 con ed è tutto da rifare.

Qui arriva la svolta della partita: nella parte bassa del settimo Delmon Young gira il primo lancio di Soriano, manda la pallina fuori dall’esterno destro e fa esplodere il Comerica Park.

Il 13esimo fuoricampo della stagione di Delmon potrebbe essere il piu’ importante: un inning di Verlander e la 50esima salvezza stagionale di Papa Grande portano i Tigers a una vittoria dalle ALCS.

Gara 4 vedrĂ  le speranze della Motown riposte in Porcello e quelle di NY in A.J. Burnett.

Gara 4: Detroit Tigers – New York Yankees 1-10

Le somiglianze di questa serie con le famose ALDS del 2006 erano state impressionanti fino a Gara 4: la pioggia che costringe Gara 1 al rinvio, la serie che va a Detroit sull’1-1, i Tigers che vincono Gara 3 in casa, gli Yankees che si aggrappano a un partente in cui ripongono poca fiducia (Jaret Wright nel 2006 e A.J. Burnett oggi).

Nel 2006 la serie si era chiusa al Comerica Park nella quarta partita, e New York con le spalle al muro chiede a Burnett almeno 4 inning tranquilli per tornare allo Yankees Stadium.

Tra i due lanciatori è proprio Burnett a partire con maggiori difficoltà: una base ball a Victor Martinez riempie le basi nel primo inning e una linea di Don Kelly chiama Granderson a una delle giocate difensive piu’ spettacolari della serie, una presa al volo in esterno centro che salva Burnett da una disastrosa implosione nel primo inning e tiene gli Yankees a galla.

Dopo il rischio nel primo inning per i Bronx Bombers la gara diventa tutta in discesa: Porcello è toccato in un paio di occasioni e, pur lanciando discretamente, concede 4 punti, a quali il suo attacco non riesce a rispondere, fatta eccezione per un fuoricampo di un Victor Martinez sottotono nella serie.

Nell’ottavo inning gli Yankees aprono in due la partita: A-Rod, Teixeira e Swisher riempiono le basi e Alburquerque, già protagonista in negativo di Gara 1, fa entrare tre punti che mettono la partita in ghiaccio (NY ne segnerà 6 nell’inning).

A Detroit non riesce il deja vu del 2006, gli Yanks trovano un improbabile eroe in A.J. Burnett e la serie torna a Gotham City per la quinta e decisiva partita.

Gara 5: New York Yankees – Detroit Tigers 2-3

Si arriva quindi a Gara 5, una partita “sudden death” in una fresca notte autunnale nel Bronx.

I partenti sono gli stessi di Gara 1: Ivan Nova, eccellente qualche giorno prima, per New York e Doug Fister, che punta a riscattare la mediocre prima partita.

La serata si apre con una doccia gelida per gli Yankees e per i tifosi: back-to-back shots per Don Kelly (la cui partenza in terza base era stata criticata dai giornalisti) e Delmon Young (che battendo il suo terzo fuoricampo nella serie ha stabilito un record di franchigia per maggior numero di HR in una serie) e Nova costretto a uscire dopo due inning per infortunio.

Inizia quindi una girandola di rilievi (tra i quali la prima volta in carriera in questo ruolo di Sabathia) per Girardi, che a dire la veritĂ  paga piuttosto bene, con i lanciatori che fanno il loro dovere e zittiscono le mazze dei Tigers.

Il quinto inning si dimostra cruciale per la stagione di entrambe le squadre.

Con un uomo in seconda e due out, Sabathia concede una base ball intenzionale e fa salire in battuta Victor Martinez, firmato da Detroit proprio per fronteggiare situazioni come queste, proteggendo Cabrera quando i lanciatori avversari stanno lontani dalla sua mazza.

Martinez batte un singolo che a fine partita sarĂ  pesantissimo, visto che porta a casa il punto della vittoria, Austin Jackson.

New York risponde con un fuoricampo del solito Cano su Fister e con una base ball a basi piene di Teixeira su Benoit, ma lascia troppi uomini in base e grazia Detroit troppe volte.

Nel nono inning, sul punteggio di 3-2, Valverde converte la sua salvezza numero 51 della stagione e sigilla la vittoria dei Tigers, un’altra storica eliminazione ai Bombers dopo quella del 2006.

Dopo l’eliminazione per gli Yankees è scattata la caccia al capro espiatorio, ma le colpe sono molte: da Girardi e il suo uso col contagocce di Jesus Montero, ad A-Rod e la sua produzione offensiva non all’altezza, passando per Texeira e Jeter non incisivi.

L’ironia della sorte per gli Yankees sta nell’essere stati eliminati da un punto preso da Sabathia, il loro asso che si era messo a disposizione per la gara decisiva, e da un attacco che ha prodotto poco quando contava.

I Tigers diventano la terza squadra nella storia a eliminare gli Yankees in serie consecutive di postseason e ora volano ad Arlington, sognando le World Series.

MVP della serie

Per Detroit potrebbero essere fatti molti nomi, tra i quali Scherzer, autore una bellissima quanto fondamentale vittoria in Gara 2 e di una solida uscita dal bullpen in Gara 5, ma probabilmente l’uomo decisivo è stato Delmon Young: fuoricampo della vittoria in Gara 3 e fuoricampo per aprire le danze seguendo Kelly in Gara 5.

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