Preview
Chi ad inizio anno avesse previsto una serie di play-off tra Phillies e Cardinals, non si sarebbe certamente trovato in una posizione di minoranza: le due squadre, infatti, nutrivano, a ragione, buone speranze per la stagione e puntavano, come minimo, a giocare ad ottobre.
A differenziare i due team, però, è bastato poco e così mentre Philadelphia riaccoglieva trionfalmente Cliff Lee e si preparava a mettere in campo una delle migliori rotazioni della storia di questo sport, nel Missouri si doveva fare i conti con il pesante infortunio di Adam Wainwright, uno dei migliori 10 pitchers della National League, destinato a rimanere ai box per tutto il 2011.
La regular season appena conclusa non è certo stata avara di soddisfazioni per le due squadre: per Philadelphia è stata una lunga cavalcata solitaria verso il quinto titolo consecutivo della NL East raggiunto con largo anticipo ma soprattutto dopo aver vinto 102 partite, stabilendo il nuovo record della franchigia.
Decisamente più concentrate le emozioni per i tifosi di Saint Louis, che hanno visto la loro squadra inseguire per quasi tutto l’anno prima Milwaukee e poi Atlanta, salvo poi centrare l’ottimo obiettivo delle 90 vittorie e, cosa più importante, l’accesso alla post-season nelle ultime ore dell’ultimo giorno della stagione.
Il tema classico della sfida, sarà la contrapposizione tra la miglior difesa, intesa come pitching ovviamente, e il miglior attacco della NL: Halladay-Lee-Hamels contro Pujols-Holliday-Berkman. Oltre a questo, però, c’è molto di più: c’è, ad esempio, l’attacco dei Phillies, da quest’anno il punto debole della squadra, pronto a sfruttare i match-up favorevoli contro i tanti lanciatori destri dei Cardinals.
C’è la rotazione di LaRussa da allineare e se il manager vorrà schierare Chris Carpenter in una delle prime prime due sfide dovrà farlo facendo partire il suo ace in shor rest; ci sono Allen Craig e John Mayberry, rookies spuntati quasi dal nulla, ma pronti a continuare ad impressionare come già fatto in regular season. Manuel e LaRussa cercano un prestigioso bis per raggiungere Terry Francona e i Boston Red Sox come pluri-vincitori delle World Series dal 2000 in poi. C’è infine Lance Berkman, lontano forse una sola stagione dal ritiro, e ancora alla ricerca di un anello che meriterebbe senza ombra di dubbio: curioso come, riuscisse nell’impresa, lo farebbe con la maglia della squadra che tante delusioni gli ha procurato ai tempi d’oro di Houston.
Gara-1
Sono poco più di 46.000 gli spettatori che si ritrovano al Citizens Ball Park per il primo atto della serie che vede di fronte Kyle Lohse e Roy Halladay: non il duello che un tifoso dei Cardinals vorrebbe vedere per iniziare la post-season, ma in Missouri non si possono certo lamentare per queste cose e visto il finale di stagione l’importante è esserci.
Eppure bastano 13 lanci per rompere l’equilibrio: Rafael Furcal, 10 errori in 49 gare con la nuova maglia, trova il singolo a destra e ruba la seconda base. Dieci lanci dopo Craig ha incassato il primo dei due strikeout con cui chiuderà la serata, mentre Pujols si accomoda in prima dopo i quattro balls del Doc, l’unica walks di giornata per l’ex-Blue Jays. Al piatto si presenta Berkman, che non perde tempo e spedisce il primo lancio oltre le recinzioni a destra: 3-0 Cardinals prima ancora che Lohse salga sul monte e il momentum che ha portato St. Louis a vincere 23 delle ultime 32 gare di R.S. sembra poter continuare anche nel mese più caldo della stagione.
Halladay, però, ha altri piani e gli hitters degli ospiti se ne accorgono presto: degli altri 24 battitori affrontati, solo Skip Schumaker riuscirà, in apertura di secondo inning, ad arrivare in base grazie ad un singolo a destra. Degli altri 23, ventidue non riusciranno nemmeno a far uscire la palla dall’infield, in un festival di strikeout e groundouts interrotto solo dalla linea di Furcal nell’ottavo che finisce, però, direttamente nel guanto di Mayberry.
Dal canto suo Lohse parte forte ed elimina i primi 10 avversari affrontati prima di subire il doppio a destra di Chase Utley; Pence non sfrutta l’occasione va K in quattro lanci, ma con due out, Howard tiene vivo l’inning con una BB semi-intenzionale. Victorino alza un pop in zona di foul verso Freese, che però manca la presa e l’errore costa caro, visto che qualche istante dopo il piccolo hawaiano trova il singolo in campo opposto che porta i suoi a meno due.
Kyle Lohse è perfetto nel quinto, e così mentre Halladay continua a macinare out si arriva alla parte bassa del sesto sempre sul 3-1 per gli ospiti; il terzo giro contro il lineup dei padroni di casa è fatale al pitcher ex-Phillies che mette due uomini in base con un out e Howard al piatto.
Sul conto pieno, un changeup rimasto troppo alto è un facile preda per lo slugger che non si fa pregare e lo deposita tra il pubblico, regalando il vantaggio a Philadelphia. Il colpo manda in confusione il lanciatore ospite, che dopo altri otto lanci vede un altro hitter dei Phillies girare trionfalmente le basi dopo un fuoricampo. Questa volta è Raul Ibanez, che porta a casa anche Victorino per il momentaneo 6-3; LaRussa ha visto abbastanza e corre ai ripari, mandando sul monte Octavio Dotel che ferma l’emorragia con due velocissimi SO.
Nella parte bassa del settimo c’è Rzepczynski sul monte: Halladay lo accoglie con un infield hit e i due singoli di Rollins e Utley riempiono le basi con 0 out. Mitchell Boggs è chiamato ad un piccolo miracolo e l’inizio sembra dargli ragione, con Pence che incappa nel force-out a casa dopo la grounder centrare. Ryan Howard bada alla sostanza e trova una sac-fly e con due out il peggio sembra passato per gli ospiti: non sono dello stesso avviso i caldissimi Victorino e Ibanez che con due singoli incrementano il vantaggio fino al 9-3.
Il distacco si dilata ulteriormente qualche minuto dopo: Boggs apre l’ottavo con due out veloci ma si arrende a Rollins (BB) e Utleys (doppio). Hunter Pence questa volta non tradisce e il suo singolo centrale fissa il punteggio su un eloquente 11-3: nel valzer dei rilievi di LaRussa fa tempo a fare il suo esordio l’eterno Arhur Rhodes che elimina Howard.
Con appena 105 lanci Roy Halladay scende al termine di otto splendidi innings e Charlie Manuel si affida a Michael Stutes per chiudere la pratica: per lui l’inizio non è dei migliori, visto che sia Craig sia Pujols arrivano sani in base, ma il force-out di Berkman sembra indirizzare il match verso i titoli di coda. Adron Chambers, entrato come PH, inquadra la curva di Stutes e trova il buco a destra per la valida del 11-4; Yadi Molina va invece a sinistra e riempie le basi con un solo out. Manuel, nonostante l’ampio vantaggio, da la palla a Ryan Madson, che però si inchina al doppio di Schumaker che accorcia il punteggio e porta il punto del pareggio “in hole”.
Sarà però l’ultimo sussulto dei ospiti, che chiudono malamente con due strikeouts swinging, l’ultimo dei quali subito da Matt Holliday, appena entrato al posto di Descalso.
Gara-2
La maggior incognita che precede l’inizio del secondo atto non viene dal diamante, ma da sopra di esso: la tanto temuta pioggia, per una volta, fa un favore al baseball. Non avranno esultato LaRussa e tutto lo staff dei Cardinals, che coltivavano la speranza di un rinvio per poter far riposare un giorno in più il loro ace: tutto inutile, Chris Carpenter vs Cliff Lee in quello che forse è il match-up più intrigante, almeno sulla carta.
I padroni di casa partono, per la seconda partita consecutiva, in salita visto che a Furcal basta inquadrare il primo lancio per arrivare fino in terza e porre le basi per un altro primo inning produttivo; a Lee bastano però quattro lanci per ritornare in controllo, mandando K Craig e costringendo Pujols ad un innocuo pop. La grounder di Berkman arriva troppo tardi e lo score rimane immacolato.
Che non sarà una partita facile per i due lanciatori, lo capisce subito anche Carpenter che mette in base i primi tre hitters affrontati: Howard manda a casa i primi due punti con un singolo al centro e dopo il corto flyout di Victorino, tocca a Ibanez fissare il punteggio sul 3-0. Con 2 on e 1 out è già tempo di una mound visit, che ottiene gli effetti sperati quando, pochi istanti dopo, Polanco batte una rimbalzante su Furcal che innesta il 6-4-3 double-play che chiude la ripresa.
In apertura di secondo, Freese spaventa ancora Lee, trovando il doppio ancora sul primo lancio del mancino ma ancora una volta gli ospiti non concretizzano: Molina, Theriot e Jay vanno out in un amen senza nemmeno riuscire a far avanzare il compagno. Molto più cinica Philadelphia, che nella parte bassa, dopo due out veloci, mette Rollins (doppio) e Utley (walk) in base per Hunter Pence, il cui singolo a destra trova il buco per il 4-0 con cui si chiude la ripresa. La terza ripresa vola via velocemente, ma nel quarto gli ospiti riescono finalmente a mettere punti a referto: apre Berkman, BB dopo essere finito 0-2 nel conto, spostato in posizione punto dall’infield hit di Molina dopo lo SO di Freese. La grounder di Theriot, in campo un po’ a sorpresa al posto di Schumaker, passa tra Utley e Howard e diventa un doppio che manda a casa Berkman.
Qualche secondo dopo è Jon Jay a trovare sempre il corridoio destro per dimezzare lo svantaggio: il tiro di Pence gli permette di giungere in seconda: con due uomini in posizione punto e un solo out, il manager di St. Louis non esita e rimpiazza Carpenter con il pinch-hitter Nick Punto. Scelta, sulla carta, condivisibile ma si risolve in un nulla di fatto quando lo stesso giocatore viene eliminato al piatto in cinque lanci. La ripresa si chiude con la linea a sinistra di Furcal che vale il 3-4, ma non il pareggio, evitato da Ibanez con un gran tiro a Ruiz per eliminare Jay.
La partita vive un breve momento di pausa: nella parte bassa del quarto e in tutto il quinto inning non succede nulla, anche perchè Fernando Salas è bravo ad eliminare velocemente i sei battitori affrontati.
Nella parte alta del sesto i Cardinals, con una 2-out rally, trovano il punto del pari: dopo gli outs di Freese e Molina, Theriot pesca il secondo doppio di giornata e segna sul singolo a sinistra di Jay. Il singolo interno di Schumaker, entrato al posto di Salas, tiene vivo l’inning ma Lee evita ulteriori problemi costringendo Furcal al force-out in seconda.
Nella parte bassa, c’è Octavio Dotel sul monte per gli ospiti: Jon Jay lo aiuta con due belle giocate sulle linee di Victorino e Polanco permettendogli di continuare l’ottimo lavoro dei rilievi dei Cardinals, che a fine gara saranno i grandi protagonisti di giornata: il pitcher dominicano sarà anche il vincente di giornata visto che nel settimo gli uomini di LaRussa mettono la freccia. È Allen Craig ad aprire le danze con un gran triplo al centro; Manuel, tiene duro e lascia Lee sul monte nonostante i tanti lanci, ma il miracolo del primo inning non si ripete.
Pujols firma il sorpasso con una linea a sinistra e Berkman trova un pop fortunoso che Utley non riesce ad addomesticare, mettendo uomini agli angoli: il manager di Philadelphia non può più indugiare e si affida a Lidge per tentare di limitare i danni. All’ex-closer bastano appena sei lanci per completare la missione: la grounder di Freese mette in trappola Pujols e dopo la BB intenzionale a Molina per forzare il gioco in prima, Theriot incappa in un sanguinosissimo DP che fa esplodere i tifosi di casa che già si preparavano al peggio.
Niente happy ending, però, per Philadelphia: Rollins trova un 2-out single nel settimo ma si fa cogliere fuori base da Marc Rzepczynski; nell’ottavo, dopo il buon lavoro della coppia Bastardo-Worley, Utley arriva in base dopo essere stato colpito, ma Boggs, Rhodes e Motte eliminano nell’ordine Pence, Howard e Victorino.
Nel nono c’è spazio per Madson, con Pujols che trova il secondo singolo di giornata ma si fa eliminare tra le basi dopo il K di Berkman, ma soprattutto per Jason Motte che ottiene una preziosa salvezza con tre comodi out.
La serie si sposta ora verso ovest sul punteggio di 1-1.
Ragioniere, classe 1983, ho iniziato a scrivere per la redazione MLB di PlayItUsa nel 2009: tifo Atlanta Braves, adoro Oasis e Pearl Jam, oltre naturalmente al prosecco.