Ben pochi motivi per sorridere per Logan Morrison e i Florida Marlins

Situazione ormai cristallizzata nella division a meno di quaranta partite dal termine: negli ultimissimi giorni, complice la sconfitta 1-2 nella serie contro Washington, il vantaggio dei Philadelphia Phillies si è leggermente assottigliato ma rimane, ad oggi, di 6.5 gare e quindi pienamente gestibile dal team della Pennsylvania, anche alla luce dei sei scontri diretti che ancora li vedranno opposti ai rivali dei Braves.

Atlanta, dal canto suo, sembra concentrata esclusivamente sulla conquista della Wild Card e, in questo senso, la recente serie di dieci match casalinghi appena conclusa, ha fornito indicazioni confortanti: dopo la sorprendente sconfitta 1-2 contro i Cubs, Uggla e compagni hanno infilato sei vittorie nelle ultime sette, contro San Francisco e Arizona, dirette concorrenti proprio per un posto nella post-season.

Al terzo posto, con un record negativo, troviamo i Washington Nationals, che hanno recentemente vinto, come detto, in maniera rocambolesca la serie casalinga contro Philadelphia, staccando di una gara e mezza i Mets: l’obiettivo rimane il terzo posto, possibilmente con un record positivo, e chissà che le recenti firme delle loro prime scelte nell’ultimo draft non possano avere un ruolo in tutto ciò, visto che sia Anthony Rendon sia Matt Purke sono stati inseriti nel 40-man roster.

Momento decisamente opaco per i rivali dei Mets, protagonisti qualche giorno di una partita ricca di emozioni ma, purtroppo, terminata con una sconfitta contro Milwaukee, al termine di un’illusoria rimonta contro l’ex di turno, Francisco Rodriguez. La squadra, falcidiata dagli infortuni, non ha più molto da chiedere a questa stagione e le uniche recenti buone notizie, nonostante un record di 5-15 nelle ultime 20, arrivano dalle 300 salvezze in carriera di Jason Izzy Isringhausen e dalla vittoria 2-1 nella serie contro i Padres, la prima a San Diego dai tempi del Qualcomm Stadium.

Se la passano ancora peggio i Florida Marlins, che stanno vivendo un mese di agosto da incubo, sulla falsa riga dell’orrido giugno che li aveva fatti sprofondare in classifica: la sconfitta di questa notte, proprio contro i Padres, porta il record del mese ad un misero 4-15, con 59 RS e 102 RA. Il grosso problema, però, è la gestione del roster, che nell’ultima settimana ha visto le defezioni di Wes Helms, tagliato un po’ a sorpresa, e soprattutto di Logan Morrison, rimandato senza motivo nelle minors. Un risultato diverso dal quinto posto finale, appare ad oggi molto improbabile.

 

Philadelphia Phillies (81 W / 44 L)

 Il vantaggio sui Braves, come detto, è leggermente calato rispetto a quindici giorni fa, ma si tratta di un dato che non preoccupa, giustamente, nessuno: le ultime due sconfitte contro Washington sono state il frutto di una serie di episodi negativi, con il bullpen dei Phillies, solitamente impeccabile, che ha bruciato due vittorie nel finale. A preoccupare maggiormente è invece lo stato di salute di Cole Hamels, alle prese con problemi alla spalla che dovrebbero costargli un paio di partenze; in DL anche Placido Polanco con un’ernia.

A livello statistico, gli ultimi quindici giorni hanno visto primeggiare il solito Shane Victorino, vero MVP del team e giocatore tra i più sottovalutati della lega: nelle ultime due settimane ha guidato il team in valide, doppi, fuoricampo, runs e media battuta e la sua assenza nella serie contro i Nationals si è fatta sentire; molto bene anche Mayberry Jr (.350 AVG), quarto esterno di lusso che con il rookie Domonic Brown condivide la triste sorte di riserva del veterano Raul Ibanez.

Proprio l’ex-Mariners, con appena cinque valide negli ultimi 32 AB, non sta facendo moltissimo per giustificare il suo massiccio impiego come titolare e il solo Michael Martinez, tra i giocatori con almeno 15 AB, vanta cifre peggiori di lui; malino anche Chase Utley, (.229 AVG con appena 2 BB e 4 XBH) e Wilson Valdez, che si conferma non all’altezza come alternativa principale tra gli interni.

Prestazioni quasi identiche per la coppia Howard-Pence, quattro fuoricampo, 14 runs e altrettanti RBI, con ben quindici BB ma anche 25 SO, il tutto equamente diviso tra i due; discorso analogo per Rollins e Ruiz, entrambi oltre quota .310 di media battuta con numeri molto simili tra loro, 13 runs, 12 RBI e nove walks in totale.

La rotazione rimane all’insegna dell’eccellenza, trascinata soprattutto da Cliff Lee (1.20 ERA), 15 IP con 17 K e 4 BB e due vittorie nelle ultime due partenze; segnali incoraggianti anche per Roy Oswalt, un paio di vittorie e un’ERA di 1.80 al rientro dall’infortunio. Bravo ma sfortunato Roy Halladay, 23 SO e 3 BB negli ultimi venti innings, che raccoglie appena una vittoria nelle ultime tre partenze, uscendo addirittura sconfitto dalla sfida contro i D’Backs nonostante un CG da 14 K. In coda, da segnalare il difficile momento, annunciato da molti, di Vance Worley, colpito duramente nelle ultime due uscite chiuse, nonostante tutto, con altrettante N.D.

Qualche problema anche nel bullpen, che è costato come detto due vittorie alla squadra nell’ultima serie disputata: bene, a sorpresa, Herndon e anche Bastardo, nonostante la BS di questa notte, visto che il fuoricampo di Desmond è l’unica valida concessa degli ultimi 6.1 innings lanciati. Peggio sono andati sia Lidge, che recentemente ha palesato poco controllo, sia Ryan Madson, che ha visto tutte le sue ottime cifre stagioni schizzare in alto dopo il GS di Ryan Zimmerman.

 

Atlanta Braves (76 W / 52 L)

Dopo che il margine dalla vetta ha quasi toccato la doppia cifra, Atlanta ha approfittato della recente serie di gare casalinghe per riavvicinarsi ai rivali, ma soprattutto le ultime sette partite contro Giants e Diamondbacks sono servite per scavare un buon margine contro due avversarie dirette nella corsa alla conquista della Wild Card.

Nell’ultima settimana, in particolare, i lanciatori dei Braves sono tornati sui livelli pre-ASG concedendo ben poco agli hitters ospiti, complice anche la pochezza dell’attacco di San Francisco e il leggero slump della squadra dell’Arizona: sarebbe però ingeneroso non sottolineare le ottime prove offerte dal trio di rookie Delgado-Minor-Beachy, che non hanno fatto assolutamente rimpiangere Hanson e Jurrjens, quest’ultimo appena rientrato con risultati tutt’altro che scintillanti.

Per la prima volta in questo 2011 è Chipper Jones, che ha recentemente dichiarato di voler giocare anche la prossima stagione, a meritarsi la copertina a livello individuale: tre doppi, tre HR, sette runs, otto RBI e appena 4 SO con un’AVG di .417 sembrano le cifre di un paio di stagioni fa, per il terza-base, futuro HoF. A fargli compagnia, Dan Uggla che continua la sua “resurrezione” a suon di valide, fuoricampo, ben cinque, runs e RBI: sono dieci i punti battuti a casa dall’ex-Marlins nelle ultime 13 partite giocate.

Ancora caldo Jose Costanza, .317 con il decisivo apporto della buona sorte, mentre l’ottimo momento di Bourn (dieci runs) e Prado (dieci RBI), battendo in cima al lineup, sta avendo effetti positivi per tutta la squadra, com’era facilmente prevedibile; di contro, quotazioni in calo per Freeman, McCann e Gonzalez, che portano alla causa sei fuoricampo ma anche tante eliminazioni al piatto. Malissimo, infine, Jason Heyward, lontano parente del giocatore ammirato lo scorso anno.

La rotazione, come detto priva di Tommy Hanson, ancora ai box per i problemi alla spalla, registra il rientro non entusiasmante di Jurrjens, e trascinata da Tim Hudson e dal terzetto di matricole mette insieme buonissime cifre: 75 IP, 61 hits, 20 ER, 17 BB e 76 K con l’aiuto di Derek Lowe, sempre più in difficoltà nel garantire almeno sei innings nelle sue partenze. Per Randall Delgado, all’esordio in MLB, sei no-hit IP contro i Giants prima del fuoricampo di Cody Ross.

Ha fatto il suo debutto nel bullpen, che ha salutato Scott Proctor ritornato agli Yankees, Arodys Vizcaino, che subito si è messo in mostra a suon di SO, nonostante qualche walks di troppo; molto bene Cristian Martinez, long reliever di lusso che merita maggior spazio in situazioni delicate, e George Sherrill, sempre prezioso come LOOGY. Non ancora al 100% Linebrink, al rientro dalla DL, mentre non fanno più notizia gli scoreless innings della coppia Kimbrel-Venters, 13 IP con 7 H, 3 BB e 22 SO.

 

Washington Nationals (61 W / 64 L)

Terzo posto solitario per Washington, frutto, a mio parere, più dei demeriti altrui che dei meriti della squadra della capitale, 10 vittorie e 8 sconfitte ad agosto nonostante un saldo tra runs segnate e concesse in deficit: l’attacco, nell’ultimo mese, è ritornato sopra le 4 runs a partita, ma è il monte che deve ritrovare solidità, se si vuole puntare al terzo posto divisionale. Decisive, in quest’ottica, le sette sfide contro i Mets delle prossime settimane.

Breve parentesi dedicata al draft, per la squadra con le scelte più alte all’interno della division: 16.5 milioni di dollari è la somma destinata alla firma dei primi quattro picks, il lanciatore Alex Meyes, l’esterno Brian Goodwin, il lanciatore Matt Purke e il 3B Anthony Rendon. Questi ultimi due, come già anticipato, sono stati inseriti nel 40-man roster e potrebbero già debuttare a settembre, anche se si tratta di possibilità piuttosto remota, al momento.

Mi sono permesso questa piccola divagazione, visto che, numeri alla mano, non c’è molto di significativo da segnalare tra gli hitters, in questo periodo: Ryan Zimmerman è l’ovvio MVP, guidando la squadra in hits (16), HR (4), runs (8), RBI (8) e AVG (.381). Alle sue spalle la coppia Werth-Espinosa, nonostante l’orrido rapporto BB:K di 7:25 e le sole tre XBH battute.

Qualche buona notizia arriva da Mike Morse, 3 doppi e 2 HR tra le otto valide complessive, ma per il resto la situazione è piuttosto deprimente: il trio Ramos-Desmond-Ankiel non arriva a quota .250 e soprattutto vanta appena 5 BB a fronte di ben 36 K. Hanno fatto peggio Laynce Nix e il nuovo arrivato Jonny Gomes, sette valide in 52 AB conditi da undici SO.

Rotazione nel complesso mediocre, guidata al solito da Jordan Zimmerman, 2.92 ERA a dispetto di cifre tutto sommato modeste: 12.1 IP con 15 hits, 4 BB e 8 SO. Si tratta di un filo conduttore che ben si adatta a tutta la rotazione, che ERA alla mano non sfigura (2.92 – 4.50) nonostante peripherals insufficienti. Nel complesso, 60 innings con 64 hits, 23 ER, nove HR, 24 BB e appena 30 SO; male, in particola, John Lannan, 2 SO e 9 BB negli ultimi otto innings di impiego.

Di altro spesso le prove offerte dal bullpen, reparto chiamato spesso in causa viste le notevoli difficoltà dei partenti di garantire più di 5/6 innings: benino Drew Storen, quattro salvezze su quattro, aiutato come il solito dai positivi Henry Rodriguez, Colin Balester e Tyler Clippard, con quest’ultimo che grazie alle 4 Holds conquistate si conferma il migliore in MLB. Molto bene anche Sean Burnett, Todd Coffey e Tom Gorzelanny, a completare un reparto, come detto, molto solido.

 

New York Mets (60 W / 66 L)

Difficile parlare di un team letteralmente dimezzato dagli infortuni, che si trova impegnato ad inseguire le 81 vittorie stagionali e i Nationals, per il terzo posto, dovendo mandare in campo regolarmente giocatori come Tejada, Baxler, Pridie, Harris o Hairston, con tutto il rispetto: la cosa più sorprendente, rimane il fatto che ad oggi, l’attacco di New York rimane comunque il terzo più prolifico in N.L. alle spalle di Cardinals e Reds.

In queste ultime due settimane sono ben quattro i giocatori oltre quota .300, guidati da Angel Pagan, .396 con quattro doppi, sette runs, sette RBI e quattro SB, ma un pessimo rapporto BB:K di 1 a 9; alle sue spalle spunta, a sorpresa, il nome di Ruben Tejada. Una sorpresa non tanto per l’AVG di .357 quanto per i sei doppi e le 8 BB che ne fanno il leader della squadra nelle due speciali classifiche.

Non meraviglia più di tanto, invece, leggere il nome di Lucas Duda tra i migliori del team, che guida con tre fuoricampo e 11 RBI; più che positivo, nonostante le sole nove gare disputate, l’apporto di Josh Thole, che vanta numeri migliori del suo compagno di reparto Ronny Paulino con il quale si è quasi equamente diviso il tempo dietro al piatto.

Purtroppo per i tifosi dei Mets, qui finiscono le buone notizie per quanto riguarda il lineup: Wright, Pridie, Harris, Bay, Turner e Hairston chiudono sotto la Mendoza Line, combinando per un complessivo 35/202 (.173 AVG) con appena 13 XBH. Non male, ma assolutamente insufficiente per migliore il giudizio, il rapporto BB:K di 24:31.

Nessuna prestazione di rilievo tra i partenti, che registrano appena una vittoria, con Dillon Gee, nelle ultime 13 partenze: Niese e Dickey sono probabilmente i migliori, con pochi SO a referto ma anche poche walks concesse, mentre Gee coglie una W nonostante le 10 valide e 5 BB concesse nelle ultime due partenze. Male Mike Pelfrey (5.28 ERA) e Capuano, condannato dalle troppe hits concesse, 23 comprese 4 che lasciano il ballpark, nonostante i 16 SO.

Male anche tutto il bullpen, con il solo Tim Byrdak a chiudere senza ER, non una grande impresa visto che il veterano ex-Houston è rimasto in campo appena 2.1 innings; a livello individuale spiccano le due salvezze di Isringhausen, mentre Parnell e Acosta ne bruciano una ciascuno. L’ex-Braves è l’unico rilievo ha registrare una Hold, un dato che fa ben capire il pessimo momento del pitching newyorkese.

 

Florida Marlins (57 W / 70 L)

A differenza di New York, non mancano gli spunti per parlare delle vicende in Florida, con il team che sta attraversando la seconda lunga crisi stagionale e rischia di chiudere il mese in corso con un record molto simile a quello di due mesi fa: 4-15 è il bilancio attuale di agosto, che diventa un inquietante 26-48 dal primo giugno. Tutto ciò premesso, diventa difficile trovare una spiegazione per gli “addii” di Helms e Morrison, soprattutto per una squadra che ha avuto nella poca profondità del roster il suo tallone d’Achille per tutto l’anno.

Il rilascio del veterano terza-base può essere comprensibile viste le pessime cifre messe in mostra in questa stagione, ma come detto la vera perplessità riguarda la mancanza di alternative, visto che nell’hot corner ora si alterneranno i vari Dobbs, Amezaga, Jose Lopez e Emilio Bonifacio, non proprio delle stelle, quindi. Matt Dominguez, top prospect della farm, sarebbe il sostituto naturale ma in questo momento è infortunato e comunque i dubbi legati alle sue doti offensive rimangono.

In una situazione del genere non sorprende che sia un gruppetto di onesti mestieranti del diamante come DeWayne Wise, Bryan Petersen e Jose Lopez a ritagliarsi lo spazio principale, almeno dal punto di vista offensivo: dei tre, il migliore è stato senza dubbio l’esterno prodotto della farm. Per lui, cinque doppi e 6 BB, ma anche tre tripli, due dei quali peraltro battuti nella stessa partita, il 16 agosto contro Colorado: nello stesso giorno l’impresa è stata portata a termine anche da De Aza e Hundley e così, per la prima volta dal 1948, tre giocatori hanno battuto due tripli nella stessa partita lo stesso giorno.

Tra gli altri, merita una citazione il solito Mike Stanton, non tanto per i cinque fuoricampo battuti, quanto per le 12 BB conquistate, non certo il piatto forte del promettente rookie; il terzetto Bonifacio-Buck-Cameron infrange il muro dei 30 SO, 34 in tre per la precisione, ma il primo si riscatta parzialmente con sette BB, mente il catcher si rende protagonista di ben quattro fuoricampo. Male, infine, Gaby Sanchez, che insieme a Amezaga e Hayes, batte complessivamente .208 (.114 .094 .000 rispettivamente) in 88 AB.

Situazione delicata anche sul monte, con Javier Vazquez e Chris Volstad protagonisti di quattro buone partenze (29 SO e 3 BB in 24 IP) non premiate da vittorie, anzi chiuse con 4 sconfitte e ben 14 ER subite; non va meglio a Sanchez, Hensley e Nolasco, affondati dalle troppe valide concesse, in particolare dai 10 fuoricampo degli avversari. Chiude il reparto Brad Hand, nove valide con tre walks e 7 ER in cinque inning nell’ultima partenza disputata.

Nel bullpen, pronto riscatto per il rookie Jose Ceda, gran stagione in AAA e reduce da 5.2 hitless innings in rilievo; molto bene anche Cishek, Sanches e Dunn, mentre Badenhop e Mujica perdono qualche colpo e concedono sei ER in poco più di 13 innings di impiego. Qualche problema per Leo Nunez, due salvezze ma anche una BS e una sconfitta; a peggiorare la situazioni sono arrivati, negli ultimi giorni, gli infortuni di Brian Sanches e Randy Croate che dovrebbero aver chiuso anticipatamente la loro stagione.

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