I Giants continuano la loro marcia vincendo tutte le serie giocate ed ampliano leggermente il loro margine su Arizona, portandolo a 4 partite.
Come se non bastasse, Sabean movimenta il mercato inserendo in squadra Keppinger e Beltran; l’interno ex Houston va a rinforzare l’infield, particolarmente bisognoso di uomini dopo le defezioni di Sanchez e Tejada mentre allo slugger ex Mets toccherà il compito di fornire potenza ad un lineup che ne è particolarmente avaro.
Si attendono adesso le contromosse di Arizona che rimane attaccata ai leaders grazie alle prodezze di Upton ma che ha disperato bisogno di almeno un partente ed di un rilievo; i D’Backs registrano inoltre la grave perdita di Drew, anche se difficilmente il mercato porterà novità in quel ruolo, per adesso affidato all’affidabile Bloomquist.
Dietro le due contenders, Colorado sprofonda a livello di Dodgers e Padres, eliminando ogni velleità e ponendo i Rockies nella condizione di sellers; rumors insistenti riguardano addirittura Jimenez così come diversi Dodgers (Kuroda, Carroll, Furcal) ed i soliti rilievi dei Padres, appetiti da mezza MLB.
Per queste franchigie, con distacchi ampiamente sopra le 10 partite, la stagione adesso la giocano i GM, cercando di risparmiare qualcosa sugli ingaggi e di portare a casa qualche buon prospetto.
Ma ecco cosa ci ha raccontato il diamante nelle ultime due settimane.
S.Francisco Giants (61-44)
I Giants allungano subito il passo, approfittando della trasferta a San Diego e piazzando un tennistico 6-2 6-1 nelle prime due partite in cui brillano i partenti Bumgarner e Lincecum.
In gara 1, eroico Huff a pareggiare in extremis il conto con un HR su Bell, consentendo ai compagni di banchettare su Gregerson al dodicesimo.
In gara 2, il protagonista è Torres, in attacco (3 su 4, 2 RBI, 3 runs scored) ed in difesa, con una presa che salva due punti sicuri a Lincecum. Arriva a roster intanto il catcher Sanchez per Burrell (DL).
E’ Zito a deludere invece, mettendo fine ad una serie di uscite da applausi: i Padres lo travolgono con 8 runs in meno di 4 innings ed il match finirà in massacro (11-3).
Solo un piccolo incidente di percorso per i Giants che vincono gara 4 alla loro maniera, manifatturando il punto del 4-3 con un singolo, una rubata ed uno squeeze all’11 inning; in precedenza, bello il duello tra Latos e Cain.
Ringraziando il calendario, dopo i Padres ecco i Dodgers a San Francisco: Vogelsong e Bumgarner non hanno grossi problemi a tenerli quieti e SF incassa 2 comode vittorie (5-0, 5-3) nelle quali si rivede Belt (3 RBI), tornato a roster al posto di Tejada.
In gara 3, fa il suo esordio anche il neo acquisto Keppinger (da Houston, in cambio dei pitchers Sosa e Stoffell) ma SF manca lo sweep a causa di un grande Kershaw che costringe un altrettanto buono Lincecum alla sconfitta di misura (0-1).
Arrivano poi i Brewers e subito strappano l’opener su Cain (4-2); i Giants non si scompongono più di tanto ed infilano due vittorie filate (4-2, 2-1) dominando sul monte con Vogelsong, aiutato stavolta dal solito impenetrabile bullpen, e con Bumgarner che ci mette molto più del suo (7.2 IP, 1 run) per chiudere l’ennesima serie vinta.
Un altro giorno di riposo, prima della trasferta a Philadelphia, consente a Bochy di far slittare la rotazione per coprire un malanno virale occorso a Lincecum: Zito però delude di nuovo e finisce 7-2 per i padroni di casa.
Ancora una volta, perdere l’opener non impedisce ai Giants di vincere la serie: Cain ed il rientrante Lincecum non concedono nulla (2 unearned run in 2 match) e all’attacco basta il minimo sindacale (2-1, 4-1) per sconfiggere Philadelphia nel proprio ballpark.
Gara 3 segna anche l’esordio del neo acquisto Beltran, arrivato dai Mets in cambio del prospetto Wheeler; per fargli posto viene demoted Burriss ed Hall viene DFA.
Sabean ha pagato un prezzo discretamente salato per l’esterno centro ma almeno sta provando a potenziare un attacco che campa sulle prodezze degli unici Sandoval e Schieroltz.
Il pitching continua a fornire prestazioni di altissimo livello, confermandosi il motore del team; l’unica preoccupazione attuale riguarda il calo di Zito che, dopo un rientro favoloso, sta segnando il passo.
Letteralmente incredibile il bullpen: Romo, Ramirez, Affeldt. Lopez e Casilla hanno subito complessivamente 6 earned runs in 45 IP nel mese di Luglio.
Arizona D’Backs (57-48)
Gibson inizia silurando Pena e Miranda per far posto ad Allen e Blum, mossa a sorpresa considerando il buon impatto di Pena.
Ospitando LA, la palla va a Saunders che, aiutato dal solito inguardabile Heilman, scava un gap di 6 runs solo parzialmente colmato dai 4 punti (Nady 3 run HR) segnati nel settimo.
In gara 2, la scelta di chiamare Allen a roster inizia a pagare dividendi: il 3 run HR del 1B decide il match (3-2), con Kennedy a tenere a bada le velleità degli ospiti.
Va ancora meglio ad Hudson nel rubber match: splendido complete game (5 hit, 0 BB, 3 SO) e giornata memorabile al piatto con 2 valide (un HR) e 3 RBI, ovvero la quasi totalità del fatturato D’Backs che vincono 4-1 abbastanza agevolmente.
Arriva poi Milwaukee e Collmenter offre una delle sue migliori prestazioni stagionali: 8 IP, 3 hit, 7 SO, nessuna BB e Brewers tenuti a zero.
Il fuoricampo da due punti di Roberts arrotonda il punteggio sul 3-0, dopo un unearned run iniziale per Arizona.
L’atteso rilascio di Heilman crea spazio per Enright che però delude le attese e crolla subito, seguito da Duke, nel cui spot di quinto partente stava lanciando; il risultato è un pesante 11-5 per i Brewers.
Per molti versi, va ancora peggio in gara 3: Gibson fa fuori anche Brazoban e lo stesso Enright per rimpolpare il bullpen con i giovani rilievi Shaw e Cook ma è quest’ultimo a subire al decimo i 3 punti del 5-2 con cui Milwaukke vince la partita.
Inoltre, la notizia più brutta viene dall’infortunio di Drew (caviglia rotta) che lo costringerà in DL per il resto della stagione; al suo posto, Gibson chiama il veterano Ransom ed affida a Bloomquist il ruolo di SS.
In gara 4, è Kennedy a brillare e gli homers di Upton, Johnson e Montero firmano il 4-0 che pareggia i conti nella serie.
L’homestand finisce con la visita di Colorado che espugna (8-4) il Chase Field nell’opener, approfittando di una serataccia di Hudson.
La vendetta viene servita in gara 2 da Upton (6 RBI) e Montero (5 RBI) per uno schiacciante 12-3 che consente a Collmenter una serata di tranquillità assoluta, simile a quella del duo Owings/Duke che Gibson presenta come quinto spot della rotazione nel 7-0 che chiude la serie.
Ancora sugli scudi Upton, con un 4 su 4, 1 BB e 3 RBI.
Nel frattempo, arriva l’esterno Cowgill per lo sfortunatissimo Blum (di nuovo in DL, 10 giorni dopo essere rientrato) e finisce l’esperimento Cook che fa posto al rientro di Putz nel bullpen.
La trasferta a casa Padres chiude il periodo e viene illuminata da un complete game di Saunders, intoccabile fino al fuoricampo di Guzman nel nono con 2 outs: il 6-1 finale matura offensivamente grazie ai 2 RBI a testa di Upton e Johnson ed alle 3 valide di Bloomquist, assolutamente a suo agio nel nuovo ruolo di shortstop.
Ancora Upton protagonista in gara 2, con 2 HR che, accompagnati da quello da 2 punti di Nady, bastano a Kennedy ed al bullpen a portare a casa un prezioso 4-3; Putz si reimpossessa del ruolo di closer, Hernandez torna ad essere il set up man.
Purtroppo per Arizona, la serie vincente si ferma in gara 3, nonostante la gran serata di Allen (3 RBI); Hudson cede nel sesto ed il match va (3-4) ai padroni di casa.
Trascinati da un Upton straordinario, i D’Backs restano faticosamente in scia ai Giants grazie alla buona rotazione, pur monca di un quinto partente e di un Hudson non al suo top.
Ottimo anche Bloomquist, giocatore versatile a dir poco e fondamentale adesso che Drew non ci sarà più; impossibile non menzionare poi il trio Johnson/Montero/Young che si alternano a spalleggiare Upton nella produzione offensiva.
Il bullpen poi saluta il ritorno di Putz che sarà utilissimo, anche se Hernandez ha fatto un lavoro splendido in sua assenza (7 saves su 7 per lui); molto bene nel bullpen anche i rookie Castillo e Shaw, pur con pochi innings all’attivo.
Colorado Rockies (49-56)
I Rockies riprendono la marcia senza Gonzales, ancora ai box, ma nessuno se ne accorge perchè i suoi compagni seppelliscono i Brewers sotto 20 valide; Spilborghs (4 RBI) ed Ellis (3 RBI) sono i cannoni principali nel 12-3 che apre la serie.
Bene Jimenez sul monte come benissimo lancia Nicasio (4-0, ERA 1.64 in 5 starts al Coors) in gara 2, vinta 4-0 grazie a 2 RBI di Helton; in questa partita, si fa notare Fowler, rientrato a roster insieme a Alfonzo ai danni di Pagnozzi e Garner, rispediti nelle minors.
CarGo rientra in gara 3 ma, vuoi perchè Chacin non lancia al suo top, vuoi perchè Lindstrom e Street fanno entrare 3 punti nel finale, i Brewers vincono 8-7, con ancora l’incredibile Helton a mettere altri 3 ribbies.
Amara anche gara 4, con Cook a non tagliare il traguardo dei 5 IP ed arriva la nuova sconfitta di misura (3-4) che impatta la serie.
L’homestand continua contro Atlanta di Freeman che contro i Rockies fa sempre meraviglie e così prosegue nell’opener che va ai Braves (7-4); la L va ad un opaco Hammell.
Colorado però non si scoraggia e bussa pesantemente in gara 2: Tulo, Smith e Fowler mettono 3 RBI a testa e Jimenez (sempre più chiacchierato in ottica mercato) può lanciare in tranquillità assoluta e con profitto, visto il 12-3 finale.
Tocca poi a Nicasio confermarsi fortissimo al Coors ma sarà Gonzales l’eroe con una walk off hit che darà il 3-2 ai suoi; curiosa la scelta di Atlanta che preferisce far battere lui anziché Wiggington.
In gara 4, Chacin stenta di nuovo ma l’attacco tiene botta finchè Matt Reynolds non crolla miseramente consentendo a Atlanta di scappare sul 9-6; a peggiorare la situazione, CarGo si infortuna nuovamente al polso e va in DL, con Eric Young richiamato a roster.
La successiva trasferta in Arizona inizia bene, con Cook a conquistare la prima W, aiutato dalle 3 valide a testa di Ellis e Fowler; sarà un fuoco di paglia perchè Arizona asfalta Hammell (12-3) e Jimenez (7-0) portandosi a casa la serie.
Il momento no prosegue a Los Angeles dove i Dodgers strapazzano prima Nicasio e poi il rientrante rilievo Rogers (Stults DFA) ed a nulla serve il tentativo di rimonta finale, fermato sul 5-8.
Più equilibrata gara 2, dove Chacin finalmente ritorna ai suoi livelli migliori ma i soliti 2 RBI di Helton non bastano e finisce 3-2 per LA.
Nonostante la perdita di Giambi (guaio al quadricipite), con conseguente nuova chance per Nelson, Colorado evita il cappotto grazie ad un Cook finalmente convincente che tiene a bada le mazze di LA per un finale di 3-1 che salva il terzo posto in classifica.
Le perdite di Gonzales e Giambi, ovviamente sopratutto del primo, hanno penalizzato e soprattutto penalizzeranno in futuro l’attacco dei Rockies che ha contato su un favoloso Helton, un mostro di continuità, e sul sempre tosto Tulowitski.
Ottimo il rientro di Fowler, letteralmente trasformato rispetto all’inizio di stagione.
Note dolenti dalla rotazione, con i soli Jimenez e Nicasio a brillare al Coors ma opachi quando lasciano le mura amiche.
Da applausi invece il rendimento di Brothers nel bullpen: il rookie ha una ERA di 2.29 in 19.2 IP, lanciati senza mai subire un HR ed in luglio è risultato praticamente intoccabile.
Los Angeles Dodgers (47-57)
I Dodgers aprono le danze dopo la sosta giocando in Arizona, con il neo arrivato Rivera (Thames DFA) in esterno sinistro e con Barajas che torna a disposizione dopo l’infortunio.
Rivera mette un HR sul primo lancio che vede in maglia Dodgers, il resto lo fa il solito Kemp (2 su 4, HR, 4 RBI) dando a Kershaw il supporto necessario a far sì che 4 unearned runs non producano danni eccessivi: finisce 6-4 per LA.
La striscia vincente dei Dodgers però si ferma a 5 partite: Kuroda e Lilly lanciano discretamente ma l’attacco si paralizza nuovamente con il solo Kemp a mettere il 24° HR in gara 2 e pochissimo altro mentre anche Mattingly si fa notare in negativo con alcune scelte veramente cervellotiche.
Arizona porta a casa le altre due partite (3-2, 4-1) e la serie.
Il trend non cambia a San Francisco: i Giants passeggiano su Billingsley (5-0) in gara 1 e approfittano dell’enigmatico Kuo (ormai sempre più un caso clinico) per vincere 5-3 anche gara 2, vanificando la buona uscita di De La Rosa ed il risveglio di Furcal (2 RBI).
Serve l’ennesima gemma di Kershaw (8 scoreless IP, 3 hit, 12 K) ed un solo shot di Navarro per evitare di veder agitare le scope; il giovane Guerra, sempre più a suo agio nel ruolo di closer, protegge l’1-0 nel nono per la sua sesta salvezza.
Tornati a casa, i Dodgers riescono a vincere la serie contro i Nationals pur perdendo seccamente gara 1 (7-2), dove Kuroda lotta a lungo con Lannan ed è il bullpen a cedere.
I rilievi si rifaranno in gara 2, vinta in rimonta 7-6 dopo che Lilly aveva concesso 6 punti in 3 innings, mettendo però anche 3 decisivi RBI al piatto.
Il rubber game è dominato da Billingsley che stenta solo nel primo inning (2 hit, le uniche del match per i Nats, 1 run) per poi silenziare completamente gli avversari: 2 RBI di Miles ed uno di Loney fissano il 3-1 finale.
Arrivano a LA i Rockies: De La Rosa si conferma in crescita e l’attacco (Ethier e Miles in primis) offre abbondante supporto, utile a frenare la super rimonta degli ospiti nel nono grazie ai nuovi disastri di Kuo; entra Guerra e conserva il vantaggio (8-5), lasciando le basi piene di Rockies.
Giocata sul filo anche gara 2, con Kershaw e Chacin a duellare in bravura; è Kemp a mettere il doppio decisivo (2 RBI) per il 3-2 finale.
LA perde gara 3 che segna la probabile ultima partita lanciata da Kuroda in maglia Dodgers nel 2011 e l’ennesima volta che il nipponico raccatta la sconfitta pur lanciando splendidamente.
Nel 3-1 per i Rockies che chiude la serie, l’unico acuto è un HR di Barajas al nono.
E’ la conferma di un attacco estremamente sterile, specialmente adesso che Kemp ha fisiologicamente frenato un po’ le sue prestazioni; è veramente un peccato perchè ultimamente il pitching è stato veramente di alto livello.
Kershaw ovviamente guida il gruppo, oltre ad essere il leader per SO dell’intera lega, ma sta crescendo esponenzialmente il rendimento dei giovani De La Rosa e dei rilievi Guerra e Jansen; ottime notizie in prospettiva futura, visto che il presente parla esclusivamente di obiettivi marginali (leggi, evitare l’ultimo posto in division).
S.Diego Padres (46-60)
I Padres riaprono le ostilità ospitando i leader Giants: Harang lancia di lusso ma, sul 1-0 al nono, succede l’inaspettato: Bell subisce il primo HR in più di un anno (99 games, 102 IP) dall’ ultimo concesso e pareggia la partita che poi sarà persa al 12° per il crollo di Gregerson che subisce 5 runs.
Meno drammatica gara 2 dove Moseley e Frieri fanno scappare SF che non si volta più indietro ed intasca un comodo 6-1, sconfitta resa con gli interessi (11-3) la sera seguente, con Guzman (HR, 4 RBI) e Hudson (HR, 3 RBI) in grande spolvero e Luebke che veleggia tranquillo sul monte.
L’unica gara equilibrata risulta essere la quarta, risolta dai Giants (4-3) agli extra innings dopo una buona prestazione di Latos.
La trasferta che segue è in Florida, ospiti dei Marlins, e la meta sembra gradita ai Padres: Stauffer ed il bullpen silenziano i fish (4-0) nell’opener per poi esplodere offensivamente (14-3) in gara 2.
L’ottimo Guzman e Ludwick calano un poker di RBI a testa e regalano ad Harang l’ottava W ed una serata tranquilla.
San Diego completa il cappotto (5-3) grazie all’ex Maybin che batte 4 valide, ruba 2 basi e toglie un HR a Morrison con una fantastica presa al muro; Moseley ringrazia di avere finalmente un briciolo di supporto ed incassa la W. Bene ancora Guzman, spostato nel cleanup spot, con 2 RBI.
Più ostica invece la seguente trasferta (da 4 games) a Philadelphia, dove i Padres si presentano con Blanks al posto del deludente Rizzo.
Hamels domina gara 1 (3-1) mentre gara 2 viene persa 8-6 a causa del crollo di Qualls (5 run subiti in 0.1 IP); vani gli HR di Maybin ed Headley.
Gara 3 vede Doc Halladay prevalere su uno Stauffer così così, nonostante qualcosina l’asso di Philadelphia l’avesse concessa (5-3 il finale) ed i Padres evitano il super sweep in extremis, riuscendo a vincere gara 4 5-4 con Denorfia che ruba casa base ed il top pitcher Lee costretto ad uscire dopo soli 4 innings. Harang arpiona la nona W stagionale.
Tornati al PETCO, i Padres affrontano Arizona e vengono imbrigliati da Saunders che concede solo un HR a Guzman nel nono, dopo che Moseley aveva già fatto scappare i buoi dalle stalle (1-6 il finale).
Analoga fine fa Luebke, colpito duramente da 3 HR in gara 2; i 2 RBI di Venable ed il primo HR del catcher Martinez servono solo per le statistiche, finisce 4-3 per Arizona ma i Padres restituiranno il punteggio in gara 3 grazie al sempre più sorprendente Guzman (2 su 2, 2 runs, 2 RBI, 2 walks).
E’ proprio Guzman la nota più lieta dei Padres: il rookie batte .329 ed ha 4 HR e 17 RBI in appena 73 at bat, numeri di spicco in un panorama offensivo assolutamente deprimente.
Fa da contraltare l’eccellenza dei lanciatori, praticamente tutti da nominare in positivo: scegliamo di segnalare le novità Bass e Spence, rilievi che consentiranno la probabile partenza di qualche big (Bell o Adams i più probabili), assorbendola con serenità, come sempre da queste parti.