Alla pausa, simbolica, di metà stagione la NL East si presenta come da previsioni invernali, con due squadre nettamente davanti e le altre tre in lotta per le posizioni di rincalzo attorno a quota .500; negli ultimi quindici giorni l’unica variazione in classifica è il sorpasso dei Mets ai danni dei Nationals per assicurarsi la terza piazza solitaria nella division.
Segnali di ripresa, prevedibili, per Florida che, magra consolazione, rimane, tra le quinte forze di tutte le altre division, quella con il miglior record complessivo: 11-9 è il bilancio dei Marlins in queste ultime venti partite.
Al vertice, come d’abitudine, troviamo i Philadelphia Phillies sempre titolari del miglior record assoluto e capaci di vincere ben 21 delle ultime 30 partite giocate nonostante un bullpen che ha letteralmente perso i pezzi nell’ultimo mese: le sorprendenti prove di Bastardo e Stutes hanno per il momento sopperito egregiamente alle assenze, ma resta da vedere se il loro ottimo rendimento potrà proseguire anche nelle prossime settimane.
Da tenere sotto controllo, in particolare, il record di 17-9 nelle 1-run games, la cui normalizzazione ha già colpito pesantemente i Marlins in questa stagione, anche se ovviamente i roster delle due squadre non sono paragonabili sia in termini di talento sia di profondità.
Ad un paio di gare di distacco spuntano gli Atlanta Braves che complice un calendario piuttosto agevole, in particolare per quanto riguarda le sfide dell’interlega, hanno vinto più di tutte le concorrenti della N.L. nelle ultime venti partite, arrivando, per la prima volta in stagione, a quota 4.00 runs segnate a partita.
Segnali di ripresa per Dan Uggla, che nell’ultimo mese sta rendendo sui livelli attesi, mentre il recente stop di Chipper Jones, costretto ai box per i soliti problemi al ginocchio, dovrebbe passare in secondo piano grazie al rientro di Martin Prado che si aggregherà alla squadra al termine della pausa per la partita delle stelle.
Sono le notizie dall’infermeria a farla da padrone nella Grande Mela in questi ultimi giorni, nello stesso periodo in qui la squadra di Collins si è appena appropriata del terzo posto solitario nella division: Jose Reyes, miglior giocatore della squadra e tra i migliori nella National League, si è fermato per un problema muscolare che gli precluderà anche la partecipazione all’ASG e le cifre offensive della squadra potrebbero risentirne notevolmente nelle prossime settimane. La buona notizia riguarda invece Johan Santana, impegnato in questi giorni in Florida per alcune bullpen sessione e atteso al rientro prima della fine della stagione.
I Washington Nationals hanno perso lo slancio delle ultime settimane che li aveva portati anche a 4/5 gare dal secondo posto, e il buon lavoro del parco lanciatori continua a non essere sufficiente per coprire le lacune di un lineup che sta ricevendo meno del previsto dal rientro di Ryan Zimmerman: le ultime venti partite disputate, hanno visto vincente la squadra della capitale 11 volte, un risultato che sta forse un po’ stretto agli ambiziosi Nationals di questo 2011. A proposito di ambizioni, stanno circolando voci che vorrebbero Stephen Strasburg in campo già verso metà settembre, quindi con un buon anticipo rispetto ai soliti tempi previsti per la TJS: Jeff Zimmerman potrebbe lasciargli il posto in rotazione, giacché la squadra dovrà tenere sotto controllo i suoi innings di impiego al ritorno dall’analoga operazione.
Fanalino di cosa i Florida Marlins, che dopo essersi lasciati alle spalle un orribile mese di giugno stanno cercando di voltare e pagine e salvare il salvabile in una stagione iniziata con ben altro piglio: il record di 7-3 nelle ultime dieci lascia ben sperare, ma sarà necessario un netto miglioramento tra i partenti per sperare di ritornare in corsa per le 81 vittorie stagionali. Con Josh Johnson fuori verosimilmente per tutta la stagione, per la rotazione è spuntato il nome di Chris Hensley, buon rilievo con un passato da partente; sul fronte del lineup, nel frattempo, da segnalare l’arrivo in Florida di Mike Cameron, appena scaricato dai Boston Red Sox.
Philadelphia Phillies (57 W / 34 L)
La rotazione al momento, dovendo fare i conti con le assenze di Oswalt e Blanton, vede Vance Worley e Kyle Kendrick affiancare il trio delle meraviglie Halladay-Lee-Hamels, con risultati contrastanti: il giovane rookie, infatti, si sta rendendo protagonista di una buonissima stagione e nelle ultime due partenze ha zittito Marlins e Red Sox, riportando alla memoria le gesta dell’ex-Happ, autore nel 2009 di una stagione analoga da perfetto sconosciuto.
Va un po’ meno bene a Kendrick, che sarebbe un adeguato n. 5 in tantissime rotazione ma che dovendo fare i conti con dei compagni così scomodi finisce per scomparire a discapito di cifre complessivamente dignitose: il problema degli infortuni non risparmia nemmeno i rilievi, anzi, e il lineup che perde, in questi ultimi giorni Placido Polanco, perdita in ogni caso assorbibile visto il non eccellente rendimento recente dell’ex-Tigers, e Shane Victorino, probabilmente il miglior hitter della squadra in questo 2011.
L’assenza del piccolo hawaiano lascia campo libero a Jimmy Rollins che si merita quindi la palma di migliore in campo negli ultimi 15 giorni guidando il team, in pratica, tutte le classifiche offensive esclusi HR e RBI, graduatorie che vedono primeggiare, un po’ a sorpresa, il vecchio Raul Ibanez che continua nella sua stagione fatta di continui alti e bassi; benino anche Domonic Brown che però fatica a ritrovare la potenza perduta dopo l’infortunio di inizio stagione, perdendo quindi buona parte del proprio potenziale offensivo.
Bene ma non benissimo Chase Utley (.306, 1 HR, 8 runs e 3 BB) che da quando è rientrato ha fatto vedere solo a sprazzi l’immenso talento che lo ha portato ad essere il miglior seconda base della lega: non è un gran periodo neanche per Ryan Howard che limita bene, per i suoi standard, il numero di SO subiti ma si rende protagonista di appena due fuoricampo. Decisamente negative, infine, le prove offerte da Wilson Valdez giunto salvo in base in appena quattro delle ultime 20 PA.
Poco da dire sulla rotazione, decisamente in palla nell’ultimo periodo: con l’esclusione di Kendrick, ecco le fantastiche cifre dei quattro protagonisti, vincente in sei delle complessive ultime 10 partenze. In 74.1 innings di impiego sono state appena 49 le valide concesse che si concretizzano in appena 16 ER, con 12 BB e 62 K: numeri da applausi, poco altro da aggiungere.
Come al solito non c’è molto lavoro da sbrigare per il bullpen, anche se Antonio Bastardo trova comunque lo spazio che conquistare tre preziose salvezze in altrettante occasioni; Juan Perez e Mike Stutes sono gli unici altri due protagonisti degni di nota in questo periodo.
Coming up: la stagione ripartirà con le due serie esterne contro Mets e Cubs, prima di ritornare a Philadelphia per 10 partite interne consecutive contro San Diego, San Francisco e Pittsburgh. Preludio al lungo tour ad ovest che vedrà impegnata la squadra dall’inizio di agosto.
Nella National League nessuno ha vinto più partite dei Braves negli ultimi 20 giorni e solamente Florida, a sorpresa, vanta un record analogo limitatamente alle ultime 10 uscite di squadra: nonostante questo la recente sconfitta, 1-2, nella serie esterna contro i Phillies ha tolto un po’ di slancio al team della Georgia che grazie ad uno sweep, decisamente improbabile visti i match-up, avrebbe potuto chiudere la prima metà di stagione in vetta alla division.
Le quattordici runs subite nella notte, invece, oltre a riportare i Braves a distanza di sicurezza dal team della Pennsylvania, rappresentano il punto più basso offerto dalla squadra in questa stagione, che sole altre due volte nel 2011 aveva chiuso in doppia cifre nelle runs subite; curiosamente anche in una delle altre due occasioni erano stati i Phillies a togliersi questa soddisfazione.
Dal punto di vista offensivo, tre sono state le note positive in quest’ultimo periodo e tra queste, come al solito, emerge Brian McCann, autore di una stagione che lo sta consacrando come il miglior catcher dell’intera lega: 16 hits, 2 HR, 9 runs, 7 RBI e una media battuta di .364 è il fatturato di colui che partirà, per la prima volta in carriera, come titolare nella gara delle stelle in programma nei prossimi giorni.
A dargli man forte il rookie Freeman, decisamente caldo in queste ultime settimane, che lo hanno visto spedire oltre le tribune ben cinque palline; 13 RBI, 8 runs e 7 BB sono gli altri ottimi numeri di contorno del giovane primabase. Segnali di ripresa per Dan Uggla, che nell’ultimo mese sta mettendo insieme cifre in linea con le sue medie in carriera facendo finalmente vedere i motivi che avevo spinto i Braves a strapparlo ai Marlins in quest’inverno: 4 HR, 10 runs, 7 RBI e 6 BB mitigano in parte le poche valide e i tanti SO incassati. Infine da notare le pessime prestazioni di Heyward, Chipper Jones, mai così in basso nel rapporto K:BB e finito recentemente in DL, mentre Nate McLouth approfitta dello spot davanti al pitcher per accumulare ben 11 walks nelle ultime 13.
Rotazione double-face nell’ultimo periodo, in cui brillano i giovani Hanson, Jurrjens e Beachy a discapito della coppia di veterani formata da Lowe e Hudson; da segnalare, in particolare, l’ottimo periodo di quest’ultimo, una sola vittoria nelle ultime tre partenze nonostante 21 SO e 1 BB in 17 innings sul monte. Peripherals eccellenti anche per Tommy Hanson (2.25 ERA, 20 SO e 5 BB), mentre Jurrjens limita gli avversari ad appena 6 hits negli ultimi 15 innings.
Tra i rilievi spiccano in negativo le prove di Gearrin e Proctor, letteralmente bombardati da Philadelphia nell’ultimo match: per fortuna dei Braves il resto del reparto si è confermato ancora una volta più che solido. Venters, Sherrill, Linebrink e O’Flaherty vantano ben 12 holds complessive, ma è Craig Kimbrel a ritagliarsi il ruolo da protagonista, conquistando ben 8 salvezze in altrettanti innings, con 3 hits, nessuna BB e ben 12 K.
Coming up: la ripresa delle ostilità vedrà i Braves ospitare i Washington Nationals prima di volare ad ovest per l’ultimo mini-tour stagionale contro Colorado e Cincinnati. Al ritorno in Georgia sono attesi Pirates e Marlins.
Come detto in apertura sono i Mets l’unica squadra a cambiare in positivo la propria classifica rispetto a due settimane fa: il vantaggio sulle inseguitrici è tutt’altro che rassicurante e promette di rimanere tale per tutta la durata della stagione, garantendo un minimo di incertezza in una division sostanzialmente congelata nelle due posizioni di vertice.
La parte del leone, ultimamente, la sta facendo un attacco che sfruttando la vena di Reyes, Beltran e Bay ha chiuso il mese di giugno con una media di ben 5.50 runs segnate a partita, anche se il recente infortunio del velocissimo interbase dovrebbe cambiare le carte in tavola, come stanno confermando le prime partite di quest’ultimo mese, che hanno visto la squadra mettere a referto appena 30 runs in 10 match.
Merita sicuramente una citazione la mini-striscia di quattro gare a fine giugno che, oltre a regalare altrettante vittoria al team della Grande Mela, ha messo in mostra un attacco stratosferico, capace di chiudere con ben 52 runs in 36 innings: grande protagonista, come detto, Jose Reyes che nelle poche partite giocate nelle ultime settimane viaggiava oltre il .500 di media battuta.
Molto bene Carlos Beltran, .321, 3 HR, 14 runs, 9 RBI e sette BB che ha ricevuto un buon supporto dalla coppia di catcher formata da Thole e Paulino, e da Daniel Murphy, che con 7 doppi e 10 RBI è stato una minaccia costante nel lineup dei Mets. Benino Angel Pagan, secondo di squadra con 11 runs, e Jason Bay, che ha guidato il team in HR e RBI, mentre sono in calo le quotazioni di Lucas Duda e Ruben Tejeda, nonostante le 9 BB di quest’ultimo.
Nessuna prova spettacolare tra i partenti, ma una rotazione nel complesso piuttosto solida che ha iniziato il mese di luglio concedendo appena 3.2 runs di media agli avversari; la knuckle-ball di Dickey nell’ultimo mese e mezzo è ritornata a danzare come nel 2010 e Niese, Pelfrey e Capuano pur senza brillare hanno quasi sempre tenuto in partita la loro squadra. Periodaccio, invece, per Dillon Gee, che raccoglie altre due sconfitte in altrettante partenze.
Buonissimo il lavoro dei rilievi, impegnati piuttosto spesso e con buoni risultati: bene in particolare Acosta, Parnell e Carrasco che permettono a Francisco Rodriguez di incrementare di tre il proprio bottino di salvezze stagionali. Sottotono, infine, le prestazioni dei due veterani Byrdak e Isringhausen che pagano i fuoricampo concessi e i pochi SO messi a segno.
Coming up: due serie casalinghe contro Phillies e Cardinals, con l’intermezzo del recupero del match contro Florida, apriranno la seconda metà di stagione. A seguire ben 10 match esterni contro Marlins, Reds e Nationals.
Washington Nationals (46 W / 46 L)
Squadra che si è leggermente raffreddata nell’ultimissimo periodo dopo essere stata anche ad una manciata di partite dal secondo posto divisionale: un piazzamento alle spalle di Phillies e Braves rimane comunque ampiamente alla portata del team della capitale e rappresenterebbe un bel balzo in avanti rispetto alle stagioni scorse, con oltretutto discrete speranze per competere nelle prossime stagioni.
A livello di squadra spicca in particolare il rendimento nelle ultime 30 partite giocate, con 19 vittorie a fronte di 11 sconfitte: si tratta del terzo miglior bilancio all’interno della division, ma soprattutto il terzo in tutta la National League, a testimonianza dell’ottimo lavoro fatto dalla squadra soprattutto a livello di prevenzione delle runs avversarie, che nel mese di giugno si è concretizzato in appena 84 runs subite in 27 match, 3.11 a partita.
A livello individuale, nel lineup, si segnala Mike Morse e lo fa in maniera per lui poco consona, viste le sole 4 XBH che l’esterno può mettere sul piatto: se si aggiungono i 6 SO a fronte di zero BB è facile intuire come la pur ottima media battuta di .341 sia, in effetti, un po’ vuota. Discorso analogo per Rick Ankiel, che nelle ultime 11 partite batte .400 con 2 fuoricampo e poco altro; bene finalmente Ryan Zimmerman, AVG di .292, che guida il team in XBH e HR.
Curioso, poi, come le sue 8 BB non rappresentino il top di squadra, visto che è, clamorosamente, Danny Espinosa a guidare questa speciale classifica: un risultato decisamente inaspettato e quanto mai positivo per il team specialmente in ottica futura. Menzioni sparse, infine, per Ramos, leader di squadra con 8 RBI, e Jayson Werth, protagonista in negativo per l’ennesima volta, che nelle ultime 14 partite è fermo a 1 XBH con 5 BB e 17 SO.
Inizia a mostrare qualche crepa una rotazione che presto potrebbe perdere il suo uomo migliore, Jordan Zimmerman, sempre più vicino al limite di innings programmati per questa stagione: nelle ultime tre partenze, condite anche da un CG, il giovane asso ha registrato un’ERA di 1.77 con 15 SO e appena 2 BB in 15 innings. Purtroppo per lui e per i Nationals, il solo Tom Gorzelanny ha fornito un contributo all’altezza nell’ultimo periodo (2.77 ERA, 14 SO e 1 BB) visto che Lannan, Hernandez e Marquis sono stati letteralmente presi a pallate nelle loro ultime partenze.
Spostandosi nel bullpen, Tyler Clippard ha legittimato la sua convocazione per l’ASG con 6.1 shutouts innings in cui ha concesso agli avversari la miseria di una valida; quasi identico ruolino di marcia per il closer Drew Storen che non ha fallito nelle quattro chiamate di salvezza avute a disposizione. Ritornano in passivo le quotazioni di Sean Burnett e Colin Balestre, la cui alternanza di prestazioni è una delle costanti di questa stagione.
Coming up: sono ben nove le gare in trasferta che avvicinano i Nationals alla fine del mese, in successione contro Braves, Astros e Dodgers. A seguire altrettanti match casalinghi tutti contro avversari divisionali, Marlins, Mets e Braves in rigoroso ordine cronologico.
La classifica dei Marlins sta ritornando a livelli normali dopo l’orribile mese di giugno, purtroppo per la franchigia della Florida l’essere in quella che è probabilmente la più competitiva delle division della National League non aiuta sicuramente: solamente Pirates e Giants, fuori dalla NL East, hanno vinto di più nelle ultime 20 gare, mentre tutte le altre quattro dirette concorrenti interne hanno un record uguale o migliore.
Attenzione però a non illudersi eccessivamente, visto che il recente record mensile di 7-3 compilato a luglio è frutto di 51 runs fatte e 53 subite e una normalizzazione di queste cifre potrebbe far precipitare ancora una volta il team nel baratro come già successo in precedenza per le sfide punto-a-punto; molto probabilmente dipenderà dal monte, visto che l’attacco sembra in grado di offrire un buon contributo, come testimoniato dalle ultime 12 gare chiuse con 59 runs (4.91 di media) nonostante avversari come Athletics e Phillies.
Uno dei grandi protagonisti è, a sorpresa, Emilio Bonifacio che in questi dodici match ha battuto .413 guidando anche la squadra in hits e runs, e aggiungendo 7 BB e ben 11 SB; l’uomo in più, però, risponde al nome di Hanley Ramirez che probabilmente ha letto le mie lamentele nei report precedenti e ha piazzato numeri da fuoriclasse. Quattro HR, 11 runs, 16 RBI e 9 BB, il tutto condito da una media battuta di .356. Finalmente, direi.
Le buone notizie, tra gli hitters, non finiscono qui visto che anche Gaby Sanchez, premiato con la partecipazione all’ASG, e Logan Morrison hanno messo insieme numeri di tutto rispetto: sorprendono le poche XBH del primo e le poche BB del secondo ma complessivamente non c’è da lamentarsi. Chiusura dedicata a Mike Stanton, eliminato ben 19 volte al piatto nelle ultime 13 partite, e Mike Cameron, la cui prima, e al momento unica, valida in maglia Marlins è un fuoricampo.
Tra i partenti, rispetto a quindici giorni fa, implode letteralmente Anibal Sanchez, che subisce ben 12 ER in appena 7.2 innings spalmati sue due partenze; malino anche Volstad (5.29 ERA) a discapito del record positivo, mentre il rookie Brad Hand deve principalmente ringraziare la buona sorte per aver subito appena 2 runs negli ultimi 10 innings, alla luce delle sue peripherals. Per fortuna dei Marlins, Ricky Nolasco (0.72 ERA, 15 SO, 5 BB e 18 H in 25 IP) e Javier Vazquez (0.90 ERA, 12 SO, 1 BB e 15 H in 15 IP) stanno attraversando ottimi periodi di forma, con il primo autore di due CG, tra cui uno shutout, nelle ultime tre partenze.
Nel bullpen si segnalano i cinque shutouts innings di Randy Croate, affiancato da un Mike Dunn che ha vissuto un giugno da incubo come tutto il team; benino Mujica e Cishek, con Leo Nunez bravo e fortunato a convertire tutte le quattro opportunità di salvezza nonostante numeri tutt’altro che entusiasmanti. Mese di luglio da dimenticare, infine, per Badenhop e Sanches, che vantano un rapporto di K:BB di 1:2.
Coming up: la stagione riparte da Wrigley Field per quattro gare contro i Cubs cui seguirà il recupero, sempre in trasferta, contro i Mets della gara rinviata ad inizio anno. Il ritorno in Florida coinciderà con le sfide contro Padres e Mets e anticiperà un tour esterno di nove gare contro rivali divisionali.
Ragioniere, classe 1983, ho iniziato a scrivere per la redazione MLB di PlayItUsa nel 2009: tifo Atlanta Braves, adoro Oasis e Pearl Jam, oltre naturalmente al prosecco.