Il cambiamento in classifica tanto auspicato dal sottoscritto negli ultimi report si è concretizzato in questi giorni e ora, dopo oltre due mesi di stagione, non sono più i Florida Marlins i primi inseguitori dei Phillies. Atlanta, infatti, approfittando della recente serie tra le due squadre ha operato il sorpasso dopo aver completato un risicato sweep esterno al Sun Life Stadium di Miami, vincendo tutte le tre gare con appena una run di margine.
Al comando della division, intanto, rimangono come al solito i Philadelphia Phillies con un record di .606, il migliore in National League e frutto, come già fatto notare più volte, di una combinazione tra ottimo pitching e discreto hitting. Il rientro a tempo pieno di Utley e Brown sta iniziando solo ora a farsi sentire e, salvo nuovi “incidenti”, una maggiore produttività in attacco è sicuramente prevedibile visto che è difficile credere che il team chiuderà la stagione segnando appena 4.0 runs a partita.
Il secondo posto, come detto, appartiene ora ai Braves che in giugno stanno attraversando, al momento, il miglior periodo della loro stagione, numeri alla mano: il record di 13-7 nelle ultime venti partite disputate è il secondo migliore, alle spalle dei Brewers, in N.L., e anche nelle ultime dieci sfide solo Milwaukee ha registrato lo stesso numero di vittorie, otto. La difesa, con 3.2 runs concesse a partita, si conferma ancora una volta al vertice della lega.
I (pochi) tifosi dei Marlins mi perdoneranno per aver chiamato, da almeno un mese, il recente sorpasso subito, ma osservando le cifre era onestamente difficile credere che il team della Florida potesse continuare a vincere tutti i match punto-a-punto della stagione. Difficile anche immaginare una striscia di otto sconfitte consecutive, sette delle quali con il minor scarto, ma i guai fisici di Johnson e Ramirez hanno evidentemente pesato più del previsto in questa prima metà di giugno.
A mezza gara di distacco, troviamo i Mets che si confermano, curiosamente, il miglior attacco (4.2 rpg) e la peggior difesa (4.4 rpg) della division ma sono in ogni modo reduci da sei vittorie nelle ultime dieci: l’aspetto più incredibile è che l’assenza nel lineup di due giocatori come Ike Davis e David Wright non sembra pesare particolarmente. Sul monte, vista la defezione di Chris Young e la prolungata assenza di Santana, stanno emergendo come protagonisti inattesi Niese e, soprattutto, Dillon Gee che ad oggi vanta un record ancora immacolato di 7 vittorie e 0 sconfitte.
Completano il quadro i Washington Nationals, sempre all’ultimo posto in virtù di un attacco tra i peggiori della lega che per ben nove in stagione è stato zittito dal pitching avversario; il rientro di Ryan Zimmerman potrebbe bastare per arrivare almeno ad un bilancio in parità, visto che comunque il monte sta facendo la sua parte. Il recente tour ad ovest si è appena chiuso con un record di 6-5 e i lanciatori, nel mese di giugno, stanno concedendo appena 2.50 runs agli avversari: con queste premesse raggiungere le 81 vittorie stagionali non appare utopistico.
Philadelphia Phillies (40 W / 26 L)
La recente striscia negativa di quattro partite, contro Nationals e Pirates, aveva fatto nascere qualche perplessità sulla bontà dell’attacco nei tifosi di Philadelphia viste le sole sette runs a referto contro avversari non propriamente di primissima fascia: ovviamente si è trattato di un breve periodo di slump e con il lineup al completo le cose non potranno che migliorare da qui in poi.
Spostandoci sul piano individuale, gli ultimi quindici giorni non hanno visto grossissime prestazioni personali, ma tante discrete prove: nessuno ha battuto oltre quota .300 e anche a livello di fuoricampo, nonostante il contributo alla causa di ben sette giocatori, nessuno ne ha battuti più di due. A parziale compensazione, però, troviamo ben sei elementi che possono vantare un numero di BB uguale o superiore a quello dei K subiti, un dato sicuramente sorprendente.
Com’è facilmente intuibile, però, non fa parte di questo elenco Ryan Howard che anzi chiude le ultime due settimane con più eliminazioni al piatto che valide battute e di conseguenza vede il suo nome non molto lontano dalla Mendoza Line: 4 XBH e tre GIDP non servono sicuramente a migliorare il quadro complessivo.
Menzione a parte anche per Placido Polanco, leader di squadra con 15 hits totali, quattordici delle quali sono singoli; l’unica XBH, però, è di quelle da ricordare visto che si tratta di un Grand Slam contro Carlos Zambiano nella recente vittoria interna contro i Cubs. Da segnalare, anche le due BB conquistate da Hamels e Halladay, due che si fanno notare per le pochissime walks concesse agli avversari.
I due pitchers, infatti, si limitano ad appena quattro free-pass regalati agli avversari negli ultimi 37 innings lanciati, che valgono loro 4 vittorie in cinque partenze totali; un gradino sotto troviamo Cliff Lee, vincente in due partenze su tre ma anche protagonista di una brutta uscita contro Washington che ha dato il via alla mini striscia negativa di cui parlavo qualche paragrafo fa. Abbastanza negative le prove recenti di Oswalt, Worley e Kendrick.
Il bullpen registra il primo vero passaggio a vuoto della stagione per la coppia Madson-Contreras: il primo brucia la salvezza nell’opener contro i Cubs, mentre il secondo incassa ben sette valide e 6 ER in appena 2.2 innings di impiego senza registrare un solo SO. Seconda salvezza in carriera per Antonio Bastardo, vera sorpresa di questa stagione tra i rilievi.
Coming up: quattro gare casalinghe contro Florida prima del secondo assaggio di interleague nel coast-to-coast contro Seattle; le successive tre gare contro St. Louis precedono il ritorno a casa per le serie contro Oakland e Boston.
Il team della Georgia sembra avere una particolare predisposizione per le partite dai punteggi ravvicinati e la recente serie esterna contro Florida ne è la prova più evidente; i quattordici match finiti oltre il nono inning sono un primato nella National League e, per il momento, sono serviti soprattutto per mettere in mostra quello che è probabilmente il miglior bullpen di tutta la lega.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da un attacco quasi sempre incapace di supportare il buon lavoro dei partenti, ma almeno nelle ultimissime settimane si stanno notando segnali incoraggianti (4.2 rpg nelle ultime 10), nonostante il recente infortunio di Prado vada ad aggiungersi alle prolungate assenze di McLouth e Heyward.
Come quindici giorni fa, è Brian McCann a dominare la scelta a livello individuale: .359 con cinque doppi, tre HR, sei BB ed appena cinque K è il fatturato dell’ottimo catcher, che sta ricevendo un sostanzioso aiuto soprattutto da Freddie Freeman, decisamente il più caldo negli ultimi giorni (.353 con 10 RBI) e risalito fino al n. 5 nell’ordine di battuta.
Le assenze tra gli esterni stanno regalando tanti AB a Hinske (.184, 15 SO ma 3 HR), Mather (.091 dopo aver battuto lo stesso numero di valide di Mike Minor) e Matt Young (AVG di .261 frutto di sei singoli e nessuna XBH); chiusura dedicata a Jordan Schafer, tante BB ma poche hits, che con le sette basi rubate negli ultimi quindici giorni dovrebbe essersi garantito il primo posto nella speciale classifica anche a fine anno, viste le capacità dei compagni. Freeman-Gonzo-Hinske: 46 SO / 4 BB dal 29 maggio.
Globalmente molto solide le prove di tutti i partenti: un eccellente Hanson (3-0, 1.42 ERA e 24 K) e un Derek Lowe non brillante nel rapporto K/BB limitano alla grande le valide e raccolgono 3 vittorie in cinque partenze con un’ERA rispettivamente di 1.42 e 2.13. Jurrjens continua nella sua imitazione di Maddux (13 K, 1 BB e 1 IBB negli ultimi 21 innings), mentre Minor è ancora alla ricerca della sua prima vittoria stagionale nonostante una FIP di 3.09.
Sempre tanto lavoro per i rilievi di Atlanta che però non fanno mancare il loro solito eccellente contributo: Craig Kimbrel converte quattro delle cinque salvezze a disposizione ma continua a concedere troppe valide nelle poche palle messe in gioco dagli avversari. Venters e O’Flaherty si confermano tra i top relievers della N.L. con una sola runs concessa negli ultimi 13.1 IP.
Coming up: dopo la gara di questa notte contro Houston, ritorno al Turner Field per le serie contro Mets, Rangers e Blue Jays. Al termine, breve tour ad ovest per sei gare contro Padres e Mariners.
Il team della Florida è quello che se la passa peggio, in questo momento, all’interno della division: come detto, gli infortuni di due pedine chiave come Johnson e Ramirez hanno probabilmente solamente accentuato quello che era comunque quasi inevitabile osservando le statistiche. Era impossibile, infatti, pensare di continuare a mantenere un record così sbilanciato in attivo nei match dal punteggio molto ravvicinato.
Il recente record di 6-14 nelle ultime 20 ha portato la squadra a sette gare di distanza dalla vetta, un distacco però assolutamente legittimo per quanto fatto vedere fino ad ora: l’aspetto più preoccupante, oltre alla recente serie negativa, è rappresentato dalla poca profondità del roster, sia sul monte sia tra gli hitters, e mai tale difetto è parso tanto evidente come in queste ultime settimane.
Il reparto maggiormente in difficoltà è sicuramente quello degli esterni, con il trio composto da Morrison-Coghlan-Stanton costretto a giocare praticamente sempre nonostante un periodo di forma complessivamente deludente: i cinque HR, conditi da 7 BB e 11 RBI del giovane esterno destro mitigano almeno in parte delle medie battuta attorno a quota .230.
Va un po’ meglio tra gli interni, grazie soprattutto al contributo del sempre positivo Gaby Sanchez, giocatore arrivato troppo tardi su palcoscenici importanti: i suoi dieci RBI, frutto anche di 4 fuoricampo, gli valgono il secondo posto di squadra. Discreto il contributo di Infante, Bonifacio e Helms nonostante la pressoché totale assenza di potenza, mentre sono in netto calo le quotazioni di Greg Dobbs.
Situazione curiosa tra i partenti, visto che Anibal Sanchez è l’unico ad aver ottenuto almeno una vittoria nelle ultime partenze, a dispetto di un’ERA di 4.58: il motivo è presto spiegato alla luce dell’eccellente rapporto K/BB di 21/2. Il roockie Brad Hand guida la rotazione con un’ERA di 3.27 ma perde le sue prime due decisioni in carriera, mentre le prestazioni di Volstad e Vazquez, pur supportate da peripherals discrete, vengono affondate dalla tantissime valide concesse agli avversari.
Non c’è stato molto spazio per il bullpen, che ha avuto a disposizione appena quattro chances di salvezza concretizzandone la metà: Leo Nunez, rispetto a quindici giorni fa, aumenta il suo totale stagione di uno pur conservando la leadership globale, ben supportato da Cishek, Mujica e Choate. Mese di giugno da dimenticare, invece, per Mike Dunn che subisce 3 HR e 7 ER in sei innings di impiego aggiungendo due sconfitte al suo record stagionale.
Coming up: la serie esterna di quattro gare contro Philadelphia è il preludio all’interleague che si aprirà con il derby della Florida contro Tampa Bay. A seguire, due serie casalinghe contro Angels e Mariners e finale in trasferta a Oakland a Arlington.
Con un record nel mese di giugno di 7-4, i New York Mets sono probabilmente la squadra più calda alle spalle dei Braves e la recente serie vinta in trasferta per 2-1 contro Milwaukee, altro team in ascesa, non ha fatto altro che confermare tutto ciò: la serie di tre gare al Turner Field proprio contro Atlanta rappresenta quindi un importante banco di prova per un team alla ricerca della continuità di risultati per una stagione sopra quota .500.
A livello generale il dato che più risalta riguarda l’ottima tendenza positiva della difesa che dopo un mese di aprile da dimenticare ha iniziato progressivamente a concedere molte meno runs agli avversari: 4.85, 4.19 e 3.64 sono i rispettivi parziali mensili da inizio stagione, con il dato del mese di giugno ovviamente inflazionato dal minor numero di gare disputate.
Il grosso problema è che, parallelamente, anche le runs segnate sono calate, nonostante l’impennata nell’ultimo mese frutto di 55 runs in 11 match giocati: facile individuare la causa di questo calo nelle assenze di David Wright e Ike Davis, ma c’è da dire che i loro sostituti non ne hanno fatto pesare eccessivamente la mancanza, specialmente negli ultimi dieci giorni.
Sul piano individuale, sono molte le prestazioni degne di una citazione, basti pensare che ben cinque giocatori con oltre 30 AB nelle ultime due settimane vantino una media battuta oltre quota .330: tra di loro, però, l’attenzione si concentra, ancora una volta, su Jose Reyes che meglio di tutti abbiano ottime doti di contatto, disciplina al piatto e potenza. Le sue 3.7 WAR stagionali gli valgono il primato tra i positional players in National League.
Le sorprese più grandi arrivano però dalla rotazione che con l’esclusione di Mike Pelfrey si conferma in un eccellente stato di forma: Gee, Niese, Dickey e Capuano vantano tutti un’ERA compresa tra 1.64 e 2.84 e non sorprende il fatto che nelle ultime otto gare, ben cinque volte gli avversari abbiano segnato meno di due runs.
A tutto ciò ha contribuito anche un bullpen chiamato in causa meno rispetto ad un mese fa ma in grado di garantire comunque un buonissimo rendimento: Francisco Rodriguez ha avuto qualche passaggio a vuoto di recente ma è stato in grado di convertire le tre occasioni di salvezza avute a disposizione. Le tre valide subite in 5.1 IP sono invece state sufficienti a Jason Isringhausen per bruciarne un paio, nonostante un’ERA di 1.69.
Coming up: è come detto la serie esterna contro Atlanta a fare da antipasto alle serie di interlega per i Mets, che inizieranno in casa contro Angels e Athletics. Le sei gare esterne contro Tigers e Rangers anticipano la chiusura casalinga contro i cugini degli Yankees.
Washington Nationals (30 W / 36 L)
Il recente tour ad ovest della squadra della capitale si è appena concluso con un bilancio di 6-5 grazie alle tre vittorie in serie contro San Diego: si è trattato di una serie che ha messo di fronte due dei peggiori attacchi della N.L. e i punteggi finali dei match lo hanno confermato. Drew Storen ha firmato la salvezza in tutte le tre ultime vittorie, chiuse con dei calcistici 1-2, 1-2 e 0-2.
Così per un attacco in crisi, in grado di produrre appena 2.75 runs nel mese di giugno, c’è comunque da segnalare una rotazione che nello stesso periodo sta concedendo appena 2.5 segnature di media agli avversari: l’aver recentemente giocato contro Giants e Padres ha indubbiamente influito e non c’è da meravigliarsi se bisogna andare indietro di oltre 40 giorni per ritrovare l’ultimo shutout dei Nationals prima di quello di ieri. Non a caso, contro San Francisco in data 2 maggio.
A livello personale, il migliore della squadra è stato per distacco Mike Morse che per una volta, oltre alla ben nota potenza, ha mostrato un’ottima percentuale di battuta, chiudendo le ultime due settimane a quota .327: i quattro fuoricampo, le 10 runs, i 15 RBI e anche i 16 SO rappresentato tutti il top tra i compagni di squadra.
Difficile che sia diversamente quando i principali inseguitori si chiamano Alex Cora, Ian Desmond o Roger Bernadina, giocatori capaci al più di garantire buone doti di contatto e poco altro; periodo nero per Jayson Werth, sei valide negli ultimi 41 AB, e Danny Espinosa, 15 SO in 14 partite, due giocatori dal potenziale decisamente superiore ma protagonisti di stagione fin qui interlocutorie.
La rotazione è guidata da Jordan Zimmerman (2-0, 0.86 ERA) che oltre alla qualità ha abbinato una buona quantità, durando in meta sette innings nelle ultime tre partenze; stati di forma opposti per Marquis (2-0, 1.53 ERA) e Hernandez (0-2, 5.79 ERA) con il veterano cubano che paga carissimo le troppo walks concesse. È invece un mistero come John Lannan abbia potuto subire appena 3 ER negli ultimi 18.2 innings dopo aver concesso 14 hits, 2 fuoricampo e 8 BB.
Il bullpen, spesso chiamato in causa, ha risposto piuttosto bene guidato dalla coppia formata da Cole Kimball (7.2 IP e 0.00 ERA) e Tyler Clippard (9.0 IP, 1.00 ERA e 6 holds) che hanno spianato la strada per Drew Storen che non ha fallito nessuna delle sei occasioni di salvezza avute a disposizione. Tendenza contraria per Sean Burnett che nelle ultime due settimane registra due sconfitte e altrettante BS.
Coming up: saranno i Cardinals gli ultimi avversari della NL per la squadra della capitale, che inizierà l’interleague al Nationals Park contro Orioles e Mariners. Conclusione in trasferta contro Chicago e Los Angeles prima di ritornare ad affrontare squadra nella NL con la serie interna contro Pittsburgh.
Ragioniere, classe 1983, ho iniziato a scrivere per la redazione MLB di PlayItUsa nel 2009: tifo Atlanta Braves, adoro Oasis e Pearl Jam, oltre naturalmente al prosecco.