Per Jose Reyes un mese di maggio con cifre da M.V.P.

A costo di suonare ripetitivi, va fatto notare come, per l’ennesima volta, la situazione in classifica sia abbastanza cristallizzata e non ci siano stati grossi cambiamenti rispetto a quindici giorni fa. La Division rimane, infatti, la più statica dell’intera MLB ma non si tratta di una novità di questa stagione: da due/tre anni Philadelphia fa la voce grossa e cambiano solamente gli inseguitori di turno, costretti a rincorrere vanamente fin dall’inizio il team della Pennsylvania.

La squadra di Charlie Manuel ha appena riaccolto Chase Utley e Domonic Brown elevando notevolmente l’impatto offensivo di un lineup apparso sicuramente bisognoso di rinforzi nelle ultime settimane. Il record di 7-3 nelle ultime dieci sfide giocate conferma che i Phillies sono il team più caldo e anche l’ottima rotazione ora può permettersi qualche breve passaggio a vuoto, come si è visto nell’ultima uscita di Roy Halladay.

Il record dei Marlins rimane ancora troppo generoso rispetto a quanto fatto vedere sul campo, se è vero che, in media, le runs segnate e quelle concesse si equivalgono dopo due mesi di regular season. L’infortunio di Josh Johnson e i continui problemi di Javier Vazquez stanno mettendo a nudo i difetti di una rotazione un po’ corta: la classifica parla di un record di 15-15 nelle ultime 30 ma la sensazione è che il team di Miami potrebbe presto perdere il secondo posto.

Gli Atlanta Braves potrebbero esserne i beneficiari, ma ultimamente la squadra della Georgia ha palesato notevoli problemi offensivi che si stanno concretizzando in uno dei peggiori attacchi della lega: i recenti viaggi in DL di McLouth e Heyward non aiutano, anche se Jordan Schafer sta avendo un buon impatto come leadoff. Il principale problema, anche in questi ultimi quindici giorni, rimane la non produzione offensiva di Dan Uggla, arrivato in inverno con ben altre aspettative.

I New York Mets hanno staccato di tre gare i Nationals e possono “godersi” un quarto posto solitario che rischia di essere una costante per tutta la stagione: il gap rispetto ai tre team davanti rimane importante e, nonostante un buon attacco, il monte continua a non fornire garanzie, confermandosi uno dei peggiori della National League. L’ottima stagione di Jose Reyes potrebbe portare il veloce SS ad essere uno dei pezzi più pregiati del mercato alla deadline di luglio.

All’ultimo posto troviamo i Washington Nationals, team in decisa caduta libera capace di vincere appena due delle ultime 10 gare disputate: il lineup, pur con qualche eccezione, continua a produrre al di sotto degli standard attesi e senza il contributo, per diversi motivi, dei suoi uomini migliori le prospettive nel breve termine non sono rosee. Non aiutano, ovviamente, le recenti difficoltà del bullpen, di solito punto di forza della squadra.

 

Philadelphia Phillies (34 W / 20 L)

Sono quarantanove le runs segnate degli ultimi otto match, a testimonianza dell’impatto avuto dai rientranti Utley e Brown: in realtà numeri alla mano non sono loro i grandi protagonisti a livello individuale, ma la loro presenza nel lineup, a discapito dei vari Orr, Valdez e Francio sta evidentemente creando grossi problemi ai pitchers avversari.

Sul piano personale è ancora Raul Ibanez ad avere un ruolo da protagonista che lo porta ad essere l’ovvio MVP del mese di maggio che sta per chiudersi: l’ottima media battuta di .308 si accompagna a cinque fuoricampo, dodici runs e tredici RBI, tutti primati all’interno del team.

Molto bene anche Carlos Ruiz, giocatore spesso sottovalutato ma di cui si nota subito l’assenza: nonostante il buon apporto del sostituto Dane Sardina è, infatti, indubbio che le prestazioni offensive e difensive del team siano migliorate con il ritorno di Ruiz (.324 con sei BB e quattro doppi).

Stanno attraversando un periodo di appannamento, invece, Rollins e Mayberry, con quest’ultimo che sta facendo rimpiangere dal punto di vista offensivo il piccolo Victorino, atteso a giorni al rientro; ultimo commento dedicato a Oswalt e Lee che si fanno notare anche al piatto grazie alle tre valide battute che fruttano quattro RBI, meglio di quanto fatto da Wilson Valdez in 31 AB.

Lo stesso Valdez è per protagonista, a sorpresa, tra i lanciatori grazie alla vittoria ottenuta nella maratona contro Cincinnati al termine di uno shutout inning in cui si è permesso di eliminare Jay Bruce e Joey Votto, non proprio due clienti agevoli. Tra i pitchers “abituali” si segnalano le solite ottime prestazioni di Cliff Lee e Cole Hamels, 40 SO e 6 BB in due.

Va ancora meglio tra i rilievi, che registrano il rientro di Contreras nel ruolo di setup: in otto chiudono con un’ERA sotto quota 2.00 limitando le BB al minimo. In un contesto del genere il “peggiore” diventa Ryan Madson che nonostante le quattro ER subite in otto innings sul monte porta a casa sei salvezze in altrettante occasioni.

Coming up: dopo le rimanente cinque trasferte contro Nationals e Pirates la squadra ritornerà in Pennsylvania per dieci gare consecutive casalinghe contro Dodgers, Cubs e Marlins.

 

Florida Marlins (30 W / 22 L)

Un paio di infortuni recenti sta mettendo in crisi il team della Florida che sta faticando non poco a trovare delle risposte positive da una rotazione che ha perso il suo asso Josh Johnson e può, ad oggi, contare solamente sull’apporto di Sanchez e Nolasco. Nelle minors non c’è molto da pescare e il rendimento di Volstad e Vazquez deve subire una decisa impennata per evitare problemi ai Marlins.

Anche perché l’attacco non se la passa molto meglio visti i recenti problemi di Coghlan e Ramirez che stanno portando alla causa del team pochissimo dal punto di vista offensivo; il problema è che, come sul monte, anche nel lineup le alternative, i vari Buck, Hayes, Bonifacio e Helms, non entusiasmano per niente.

A trascinare il team è ancora il veterano Greg Dobbs (AVG .378) che però difetta parecchio in potenza, con undici singoli sulle 14 hits nel periodo; la produzione offensiva di Logan Morrison e Omar Infante non si discosta di molto da quella del compagno e così la squadra si ritrova ad aver segnato 25 runs nelle ultime otto gare disputate.

Gaby Sanchez e Mike Stanton rimangono i due catalizzatori dell’attacco, avendo battuto a casa, nelle ultime due settimane, praticamente metà delle runs del team; la palma di peggiore spetta ancora una volta a Hanley Ramirez, pallida ombra del fenomeno ammirato fino ad un anno e mezzo fa, anche se il rapporto di 14/1 K/BB di Coghlan non passa inosservato.

Qualche segnale di ripresa, in rotazione, per Vazquez che ha concesso appena 6 valide negli ultimi 13 innings di lavoro, anche se due di queste hanno finito la loro corso oltre le recinzioni; come quindici giorni fa, è Anibal Sanchez il migliore di un parco partenti che registra, negli ultimi giorni, gli esordi come SP di Brian Sanches e Jay Buente.

Tra i rilievi, Leo Nunez si conferma al vertice della N.L. per salvezze conquistate convertendo 3 delle quattro chances avute a disposizione; positivo anche il contributo di Burke Badenhop, mentre steccano Hensley, Webb, Mujica e Dunn che chiudono malamente il mese di maggio con un’ERA che supera quota 5.00.

Coming up: di ritorno dal deserto in Arizona, per il team della Florida ci saranno undici match casalinghi in serie contro Brewers, Braves e D’Backs.

 

Atlanta Braves (30 W / 25 L)

Il recente record di 5-5 negli ultimi 10 match fa vedere un team che sembra aver perso lo slancio necessario per operare il sorpasso ai danni di Florida che pareva più che probabile solo quindici giorni fa: a mancare è, al solito, la produzione offensiva di un lineup che non ha ancora trovato la giusta quadratura.

Emblematica, in questo senso, la situazione di Dan Uggla che sta attraversando una stagione da incubo che lo ha visto battere appena quattro singoli negli ultimi 45 AB: un pizzico di sfortuna, che con il passare del tempo sembra tale sempre di meno, ma soprattutto l’impressione che il giocatore abbia improvvisamente disimparato a battere.

A livello individuale il migliore è, senza discussioni, McCann (.372 con 4 BB e 4 SO) che sta dissipando lentamente i dubbi legati alla mancanza di potenza in questo 2011: ben 10 delle ultime 16 valide sono XBH, ripartite tra sei doppi e quattro fuoricampo, due dei quali come PH nell’emozionante sfida contro Houston.

Si è prevedibilmente raffreddato Hinske, che sta mostrando tutti i limiti del suo impiego come every-day player mentre ha avuto una settimana caldissima Joe Mather, giocatore che sembrava perso dopo un pessimo spring training. La crescita esponenziale dei K di Chipper Jones sta venendo mitigata parzialmente dal ritorno, dopo quasi due anni, di Schafer (6 BB e 2 K) e dal buon momento di Freeman (.341) e Gonzalez (.348).

La rotazione di conferma, per la seconda volta, in calo dopo un fantastico aprile e sta risentendo, in particolare, delle difficoltà dei due veterani Hudson e Lowe in aggiunta ai problemi di controllo palesati da Tommy Hanson; a guidare il reparto è quindi Jair Jurrjens, unico starter a portare a casa delle vittorie e protagonista di un 2011 cha a molti ha fatto ricordare il buon Greg Maddux.

Le tante gare decise oltre il nono inning stanno mettendo a dura prova il bullpen che sta mostrando qualche cedimento dovuto al massiccio utilizzo di questo mese: nonostante cifre abbastanza modeste (38 SO e 16 BB) i risultati sono stati complessivamente buoni. La fortuna, in particolare, ha aiutato Jonny Venters che concede 6 hits e 5 BB in 10.1 IP senza subire nessuna run.

Coming up: terminata le due gare interne contro San Diego, sarà la volta di tre serie in trasferta contro, nell’ordine, New York, Florida e Houston.

 

New York Mets (25 W / 28 L)

Le contraddizioni di una squadra che sarà probabilmente destinata a viaggiare fino a settembre sul filo di quota .500 sono facilmente individuabili in due statistiche distinte: la rotazione, perso Chris Young, non vanta nessun elemento con un’ERA+ stagionale superiore a 100, mentre nel lineup appena due elementi, Thole e Bay, stanno rendendo sotto media dopo due mesi di R.S.

Concentrandosi sull’attacco, il primo dato che balza agli occhi nella seconda metà di maggio, è rappresentato dagli otto hitters con una media battuta oltre .300: per alcuni, come Hairston, Pagan e Paulino, si tratta di coincidenze fortunate visto l’esiguo numero di AB, ma il dato rimane comunque impressionante.

Anche il nome di Daniel Murphy risalta particolarmente tra gli altri e il motivo è presto detto: l’esterno classe 1985 è, infatti, l’unico giocatore ad aver battuto un fuoricampo negli ultimi quindici giorni, un dato per certi versi più sorprendente di quelli appena citati. Non meno sorprendente il fatto che a guidare la squadra in termini di RBI sia Justin Turner, anche in virtù delle assenze di Wright e Davis.

Il leggero calo di Carlos Beltran (.261 con 11 SO e 4 XBH) lascia campo libero a Jose Reyes che, per non correre rischi e meritarsi ampiamente il premio di MVP del team, cala una serie di prestazioni straordinarie che lo portano a chiudere con una media battuta di .417, 3 SB, 12 runs e nessun K subito in 48 AB. Impressionante.

La musica cambia leggermente spostando lo sguardo tra i lanciatori anche se la situazione nell’ultimo periodo è stata tutto sommato positiva: Dillon Gee si regala il primo CG della carriera e Dickey e Niese possono vantare un’ERA attorno a quota 1.00. Il rapporto K/BB complessivo, infine, di 63/19 è senza dubbio il migliore fatto registrare in questo inizio di stagione dalla rotazione newyorkese.

Curiosamente, però, il bullpen ha scelto proprio la fine di maggio per mostrare i primi segni di cedimento e nessuno degli otto rilievi mandati sul monte è riuscito a non subire runs, con un’ERA che spazia da 4.50 (O’Connor) a 21.00 (Misch); piccola consolazione le 3 saves di K-Rod che arriva a quota 15 in stagione.

Coming up: quattro delle prossime cinque serie vedranno opposti i Mets a Pirates e Braves, prima in casa e poi in trasferta; nel mezzo tre match esterni contro Milwaukee.

 

Washington Nationals (22 W / 31 L)

Squadra strana i Nationals, con un attacco sulla carta molto interessante e una rotazione senza stelle ma anche senza buchi, visto che l’ERA+ stagionale oscilla tra 86 e 97: nella realtà il team è penultimo in tutta l’MLB per media battuta (.230) e questo finisce per avere la meglio, spesso, sulle buone prove offerte dai partenti, con il solo Marquis a vantare un record positivo.

A livello individuale spicca subito un dato divertente e allo stesso tempo preoccupante: negli ultimi quindici giorni Livan Hernandez vanta più RBI di Ian Desmond nonostante i 42 AB di differenza a favore dell’interbase. Scherzi dello small sample size, ovviamente, ma fa riflettere il fatto che il solo Mike Morse abbia almeno 10 RBI a referto e abbia avuto bisogno di cinque HR per farlo.

Restando in tema di fuoricampo, Laynce Nix e Danny Espinosa confermano le ottime doti di potenza spedendo sei palline oltre le barriere e, in generale chiudendo complessivamente con 12 XBH e appena 7 singoli; al contrario, Jerry Hairston finisce il mese di maggio con una buona media battuta e appena un SO subito negli ultimi 34 AB.

Completano il quadro Jayson Werth e Wilson Ramos: l’ex-Phillies torna finalmente sopra quota .300 ma continua a non produrre secondo le attese, risentendo forse dell’assenza di Ryan Zimmerman come protezione. Ramos, pur senza meraviglie, sembra aver finalmente trovato il ruolo di titolare dietro al piatto in virtù di una buona disciplina nel box di battuta.

La rotazione rimane priva di vittorie nelle ultime due settimane nonostante le discrete partenze di Jordan Zimmerman e Hernandez: ad essere determinanti sono, oltre all’attacco poco produttivo, le troppe valide concesse, 75 in poco più di 70 IP, che qualche volta terminano la loro parabola tra gli spettatori (10 HR in totale).

Poche soddisfazioni personali anche tra i rilievi visto che anche le salvezze, come le vittorie tra i partenti, latitano parecchio in queste settimane: le buone uscite di Coffey e Rodriguez, tra gli altri, valgono appena 2 holds e ben 3 BS. Brutto periodo, in particolare, per Drew Storen che incassa almeno una run in ciascuno delle ultime tre apparizioni.

Coming up: dopo le due gare contro Philadelphia al Nationals Park, partirà un lungo tour a ovest di undici gare contro Arizona, San Francisco e San Diego.

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