normalIl 1883 è un anno fondamentale ai fini della nostra ricerca, poiché, in occasione del Winter Carnival di Montreal, fu organizzato il primo torneo ufficiale di hockey: sul St. Lawrence River, l’Università di McGill prevalse sui Montreal Victorias ed una compagine di Quebec City, aggiudicandosi la Birks Cup. Quella manifestazione fu importante anche per un altro aspetto, che sicuramente influenzò lo sviluppo dell’hockey: poiché la formazione di Quebec City non aveva a disposizione sufficienti atleti, gli organizzatori del torneo decisero di ridurre a sette il numero di giocatori per squadra.

La tradizione del Winter Carnival si prolungò anche negli anni successivi, fino a quando l’8 dicembre 1886 fu fondata la Amateur Hockey Association of Canada; in verità la AHAC non fu la prima lega presente sul territorio canadese, infatti, tra il 1885 e il 1886, il Kingston Hockey Club, i Kingston Athletics, la Queen’s University e il Royal Military College si erano accordati per disputare un campionato comune, vinto dalla Queen’s University. Tuttavia questa lega di Kingston mancava di uno statuto, di un’organizzazione stabile, presente invece nella AHAC, cui si iscrissero i Montreal Victorias, la McGill University, la Montreal Amateur Athletic Association, i Montreal Crystals e una squadra di Ottawa e, a partire dal 1887, una formazione di Quebec City.

La prima partita fu disputata il 7 gennaio 1887 e presentò la sfida tra i Crystals e McGill, con i primi vincenti per 3-1; il titolo fu assegnato tramite un Challenge System, in cui la vincente continuava a giocare e aspettava una nuova sfidante: al termine di sette incontri, i Crystals si laurearono campioni, dopo aver battuto in trasferta i Victorias per 3-2.

Il 1888 è un anno molto importante nella storia dell’hockey, infatti, quell’anno Sir Frederick Arthur, Lord Stanley of Preston, dopo aver ricevuto la nomina a Governatore del Canada per conto del Regno Unito, lasciò l’Europa per trasferirsi in Nord America: tutta la famiglia di Lord Stanley era appassionata di sport, in particolare i suoi figli, abilissimi pattinatori, che, poco dopo l’arrivo in Canada, fondarono gli Ottawa Rideau Rebels; in questa nuova formazione era presente anche James Creighton, che da qualche anno si era trasferito nella capitale canadese.

Nel 1890, gli Ottawa Rideau Rebels si recarono a Toronto per disputare alcune partite contro il Granite Club e il Victoria’s Club, due importanti circoli della città dell’Ontario; quegli incontri furono caratterizzati da un’estrema violenza, tanto che da più parti si levarono critiche verso l’hockey, che avrebbe potuto rischiare l’abolizione.

Tuttavia, queste proteste spinsero i dirigenti delle principali squadre dell’Ontario a creare una forte lega che avrebbe dovuto controllare l’hockey nella Provincia: il 27 novembre 1890, durante una riunione al Queen’s Hotel di Toronto, fu fondata la Ontario Hockey Association (OHA), che sarebbe stata controllata dalla famiglia di Lord Stanley e a cui s’iscrissero 13 formazioni.

Con la nascita della OHA, il numero di giocatori per formazione fu stabilmente fissato a sette: un portiere, due difensori, tre attaccanti ed un rover, che non aveva una precisa posizione sul campo e spesso fungeva da punto intermedio tra difesa e attacco; inoltre, il rover era il giocatore maggiormente dotato dal punto di vista tecnico e spesso era il miglior marcatore della squadra.

Nei primissimi anni ’90, l’hockey si era espanso in quasi tutto il Dominion, diventando il gioco invernale nazionale; analizzando la situazione, nel 1892 Lord Stanley decise di preparare un trofeo con cui premiare la migliore squadra del Canada: durante una cena alla Ottawa Amateur Athletic Association, Lord Kilcoursie pronunciò il seguente discorso per conto del Governatore:

“I have for some time been thinking that it would be a good thing if there were a challenge cup which should be held from year to year by the champion hockey team in the Dominion (of Canada). There does not appear to be any such outward sign of a championship at present, and considering the general interest which matches now elicit, and the importance of having the game played fairly and under rules generally recognized, I am willing to give a cup which shall be held from year to year by the winning team.”

400px-First_Stanley_CupInizialmente, il trofeo era chiamato “The Dominion Challenge Cup”, tuttavia ben presto s’identificò con il nome del suo ideatore, diventando la Lord Stanley Hockey Cup o più semplicemente Stanley Cup; nel 1893 la Montreal Amateur Athletic Association, dopo aver conquistato il titolo della AHAC, battendo 1-0 Ottawa, ricevette in premio il trofeo del Governatore, senza dover giocare altri spareggi o partite: la leggenda della Stanley Cup era iniziata.

In realtà la Coppa era una semplice scodella, ma la tradizione di incidere i nomi dei giocatori vincenti provocò diverse modifiche al trofeo originale: la Stanley Cup prese la forma attuale (pezzo unico con sedici lamine d’argento e la scodella in alto) nel 1958; quando lo spazio per scrivere i nomi si esaurisce, una lamina viene tolta (e portata nella Hall of Fame) e sostituita da una nuova. Nel 1969 la scodella originale, estremamente fragile, fu tolta (e spedita alla Hall of Fame) e sostituita da una copia perfetta.

Poco dopo l’assegnazione del prestigioso trofeo alla Montreal AAA, Lord Stanley lasciò definitivamente il Canada, rientrando in Europa: purtroppo non poté mai assistere ad un incontro valevole per il proprio trofeo, poiché soltanto dal 1894 la Stanley Cup sarebbe stata assegnata tramite una sfida tra due squadre. Prima della propria partenza, Lord Stanley conferì a Philip Dansken Ross e John Sweetland la carica di “trustees” della Stanley Cup, il cui compito era quello di organizzare e controllare gli incontri per la Coppa.

La Stanley Cup, tuttavia, non era riservata solamente alle squadre della AHAC, ma ad ogni formazione canadese: chiunque avesse vinto il titolo di una lega presente sul territorio del Dominion avrebbe potuto richiedere la possibilità di sfidare i detentori del trofeo ai trustees, che in seguito avrebbero valutato le varie candidature e scelto le contendenti.

Esistevano, dunque, due sistemi per potersi assicurare la Stanley Cup:

1. Vincere il titolo della lega di cui faceva parte la squadra detentrice della Stanley Cup.

2. Sfidare la detentrice della Stanley Cup in una serie al di fuori della lega.

A cavallo tra il XIX e il XX secolo, l’hockey aveva ormai conquistato popolarità non solo in Canada, ma anche negli Stati Uniti, dove rispettivamente nel 1901 e nel 1904 furono fondate la Western Pennsylvania Hockey League e l’International (Pro) Hockey League, le prime leghe interamente professionistiche; queste organizzazioni attirarono diversi giocatori canadesi, che lasciarono il loro paese per gli USA, dove avrebbero potuto ottenere contratti più vantaggiosi.

In Canada, invece, il dilettantismo rimase una prerogativa indiscutibile per più tempo, infatti, le prime organizzazioni professionistiche, tra cui la Eastern Canada Hockey Association (ECHA), la Ontario Professional Hockey League e la New Ontario Hockey League, comparvero qualche anno dopo.

Analizzando la situazione, i trustees decisero, nel 1907, di aprire le sfide per la Stanley Cup anche alle formazioni professionistiche: Lord Stanley, infatti, aveva preparato quel trofeo per premiare la migliore squadra della nazione, senza distinzioni tra professionisti e dilettanti! Le compagini amatoriali si dovettero, quindi, accontentare della Allan Cup, premio donato da Sir Hugh Montagu Allan nel 1908.

Negli anni successivi alla sua istituzione, gli incontri valevoli per la Stanley Cup erano molto frequenti: gli Ottawa Senators (che non vanno confusi con gli attuali nati nel 1992) vinsero il trofeo nel 1903 contro i Montreal Victorias, per poi difenderlo otto volte consecutive fino al 1906, meritandosi l’appellativo di The Silver Seven. Anche i formati delle serie cambiavano spesso, sebbene quello più utilizzato fosse una doppia sfida in cui erano sommati i gol realizzati nelle due partite.

Sul finire della prima decade del XX secolo, una squadra proveniente da Renfrew (Ontario) conquistò le luci della ribalta: dopo alcune vittorie nella Ottawa Valley Hockey League, i dirigenti di questa formazione, Michael John O’Brien e il figlio Ambrose, ritenevano di meritare la sfida per la Stanley Cup, ma purtroppo le loro richieste furono ignorate dai trustees.

Dopo alcuni rifiuti, Ambrose O’Brien cercò di iscrivere la squadra di Renfrew alla ECHA, sperando nell’ammissione in quella che era una delle leghe più importanti del Dominion; in verità, il 25 novembre 1909 la ECHA fu sciolta, ma dalle sue ceneri fu creata la Canadian Hockey Association (CHA), che comprendeva i Montreal Shamrocks, i Montreal Nationals (squadra francofona), gli Ottawa Senators, i Quebec Bulldogs e un’altra compagine di Montreal: nonostante le richieste e proposte di O’Brien, Renfrew fu esclusa.

Delusi dagli eventi, O’Brien e Jimmy Gardner, dirigente dei Montreal Wanderers (anch’essi lasciati fuori dalla CHA), decisero di fondare una nuova lega, così il 2 dicembre 1909, i Wanderers Renfrew, Cobalt (Ontario) e Haileybury (Ontario) crearono la National Hockey Association (NHA); qualche giorno più tardi, a queste quattro formazioni se ne aggiunse un’altra, rappresentante la comunità francese di Montreal: quelli furono i primi passi de le Canadiens, la più celebre squadra di hockey di tutti i tempi.

Lo scontro tra le due leghe per assicurarsi i migliori giocatori fu molto aspro, ma quando il 28 dicembre 1909 Renfrew ingaggiò il fuoriclasse Cyclone Taylor, la NHA prese il sopravvento: il 19 gennaio 1910, durante un meeting tra i dirigenti delle due organizzazioni, fu stabilito che la NHA avrebbe accolto gli Ottawa Senators e i Montreal Shamrocks, diventando una lega a sette squadre e provocando lo scioglimento della CHA; poiché la formazione della capitale era la detentrice della Stanley Cup, chi avesse conquistato il titolo della NHA, si sarebbe automaticamente aggiudicato il prestigioso trofeo. Il successo finale arrise ai Montreal Wanderers, che al termine di un’eccellente stagione da 11 vittorie ed appena 1 sconfitta, si laurearono campioni della NHA, ricevendo la Stanley Cup.

La NHA era diventata la principale lega della Nazione, ma tuttavia i costi e le perdite finanziarie si rivelarono fatali per alcune formazioni, quali Cobalt, Haileybury, i Montreal Shamrocks, ma anche Renfrew, i cui diritti furono acquisiti dalla città di Toronto. Con la fondazione della NHA, furono effettuate alcune importanti modifiche al regolamento, come ad esempio l’abbandono dei due tempi da 30 minuti in favore di tre periodi da 20 e l’eliminazione del rover, che ridusse il numero di giocatori presenti sul ghiaccio da sette a sei.

Se la NHA era la principale organizzazione ad Est, l’altra parte del Dominion era controllata dalla Pacific Coast Hockey Association (PCHA), lega fondata nel 1911 da Joseph Patrick assieme ai figli Frank e Lester; i dirigenti della PHCA istituirono molte regole interessanti, tra cui possiamo ricordare:

– I portieri potevano tuffarsi per compiere le parate
– La creazione di due linee blu per dividere il campo in tre parti
– La legalizzazione del passaggio in avanti nella zona neutrale
– L’istituzione del tiro di rigore (anche se battuto in maniera diversa da come lo conosciamo noi)
– L’usanza di accreditare un assist a chi eseguiva un passaggio vincente.

La PCHA, tuttavia, continuò sempre ad utilizzare la regola dei sette uomini sul ghiaccio.

Dal momento che la NHA e la PCHA erano con certezza le migliori leghe del Nord America, nel 1914 i trustees stabilirono che la Stanley Cup sarebbe stata assegnata in una sfida tra i campioni di quelle due organizzazioni; per ovviare al problema del diverso numero di giocatori in campo, fu deciso che:

– Nelle partite giocate in casa dalla NHA, ogni squadra avrebbe potuto utilizzare solamente sei giocatori.
– Nelle partite giocate in casa dalla PCHA, ogni squadra avrebbe potuto utilizzare sette giocatori, quindi anche il rover.

Nel 1915, Eddie Livingstone, proprietario dei Toronto Shamrocks, acquistò anche i Toronto Blueshirts, assumendo il controllo di due squadre, evento che non fu apprezzato dagli altri proprietari e dirigenti: intimato a cedere almeno una formazione, Livingstone fece fallire gli Shamrocks.

Il 10 febbraio 1917, i dirigenti della NHA estromisero i Blueshirts dal campionato, distribuendo i giocatori tra le altre quattro squadre; finita la stagione, la NHA chiuse la propria esistenza, ma i vari proprietari e dirigenti crearono la National Hockey League (NHL). Livingstone cercò di far valere le proprie ragioni, ma alla fine dovette rassegnarsi, tanto che la squadra di Toronto che avrebbe giocato nella NHL fu assegnata alla Mutual Street Arena.

Oltre alle diatribe e gli scontri tra i proprietari, nel 1916 e nel 1917 avvennero due eventi importanti: nel 1916, infatti, i Montreal Canadiens vinsero la loro prima Stanley Cup della storia, mentre dodici mesi dopo i Seattle Metropolitans della PCHA diventarono la prima squadra a portare il prestigioso trofeo al di fuori dei confini canadesi.

Sebbene la NHL fosse appena nata, i trustees non esitarono ad invitarla alle sfide contro la PCHA per la Stanley Cup; tuttavia, la prima serie tra NHL e PCHA, disputata tra Canadiens e Metropolitans nel 1919, fu interrotta dopo cinque partite (due vittorie a testa e un pareggio) a causa di un’epidemia influenzale, che colpì diversi giocatori di Montreal: la sfida non poté essere ripresa e per la prima e ultima volta dal 1893 la Stanley Cup non fu assegnata.

Nel 1921 fu fondata la Western Canada Hockey League, organizzazione che cercava di contendere alla PCHA il controllo dell’hockey sulla costa occidentale, partecipando alle sfide per la Stanley Cup: tre anni dopo la PCHA fu sciolta, ma due delle tre squadre provenienti da quella lega furono inserite nella WCHL, che si trasformò in Western Hockey League; la nuova WHL, purtroppo, chiuse la propria esistenza al termine della stagione 1925-26.

Essendo l’unica major league rimasta, la NHL poté premiare dal 1926-27 i suoi campioni con la Stanley Cup, senza successivi spareggi con formazioni provenienti da altre leghe: i Victoria Cougars rimarranno per sempre l’ultima squadra non appartenente alla NHL ad alzare il famoso trofeo (1924-1925) e a partecipare ad una sfida per aggiudicarselo (1925-26); inoltre con lo scioglimento della WHL, il numero di giocatori presenti in campo fu stabilmente fissato a sei.

Nel 1926-27 le squadre della NHL (alcune delle quali provenienti dalla WHL e trasferite in altre città) furono distribuite in Canadian Division e American Division; purtroppo negli anni ’30 molte franchigie si ritirarono, tanto che nel 1938 i due raggruppamenti furono cancellati. Tra le squadre estinte, una menzione è necessaria per gli Ottawa Senators (vincitori tra l’altro di quattro Stanley Cup negli anni ’20), che nel 1934 si trasferirono a St. Louis, dove diventarono gli Eagles; purtroppo una stagione più tardi, questa squadra si sciolse definitivamente.

Tuttavia, nel 1929 era stata presentata la regola che avrebbe cambiato completamente lo svolgimento delle partite: a causa dell’eccessivo aumento degli shut-out, i massimi dirigenti della NHL si resero conto che il gioco stava diventando sempre più noioso e decisero di agire, legalizzando completamente il forward pass; d’ora in poi, il passaggio in avanti sarebbe stato ammesso non solo nella zona neutrale (1918) e nel terzo difensivo (1927), ma anche nel terzo d’attacco. Qualche anno più tardi furono fissate alcune regole sul fuorigioco (per evitare che un giocatore si piazzasse davanti alla porta avversaria), sul tiro di rigore e sulla liberazione vietata (icing).

Intanto, anche in Europa l’hockey canadese stava raccogliendo sempre più successo: ritornato in Gran Bretagna nel 1893, Lord Stanley si impegnò a diffondere la disciplina nordamericana nel Vecchio Continente, che gradualmente abbandonò il bandy per dedicarsi all’hockey.

Nel 1908 alcuni delegati provenienti da Gran Bretagna, Francia, Belgio e Svizzera fondarono a Parigi la Ligue International de Hockey sur Glace, che qualche anno più tardi sarebbe diventata la International Ice Hockey Federation (IIHF). Nel 1910 fu organizzato il primo Campionato Europeo, ma la vera svolta avvenne nel 1920, quando l’hockey fu inserito (anche se come disciplina dimostrativa) all’interno dei Giochi Estivi di Anversa. Quattro anni più tardi, Chamonix ospitò i primi Giochi Invernali della storia, che nel proprio programma comprendevano anche l’hockey su ghiaccio; in verità, le medaglie di Anversa non sono considerate ufficiali, tuttavia la IIHF ha assegnato a quel torneo olimpico lo status di Campionato del Mondo, manifestazione che dal 1930 avrebbe preso la classica cadenza annuale.

La prima potenza europea fu sicuramente la Gran Bretagna, che tra l’altro vinse la medaglia d’oro ai Giochi di Garmisch Partenkirchen nel 1936, interrompendo i successi canadesi: tuttavia, negli anni ’20, comparvero le vere forze del Vecchio Continente, quali la Cecoslovacchia, la Svezia, la Finlandia, che imposero il loro marchio nelle competizioni internazionali, mentre i Britannici lasciarono gradualmente le posizioni di prestigio. Ad ogni modo, la vera dominatrice, l’unica compagine in grado di competere contro i maestri canadesi, l’Unione Sovietica, si sarebbe avvicinata all’hockey diversi anni più tardi, debuttando ai Campionati del Mondo soltanto nel 1954.

Per chiudere il discorso sui tornei internazionali, è necessario ricordare che ai giocatori NHL era vietata la partecipazione, in quanto professionisti: di conseguenza, i colori canadesi erano difesi dalla vincitrice della Allan Cup, il trofeo per le compagini dilettanti; tra queste formazioni, quelli che avrebbero raccolto più onori furono i Penticton Vees (British Columbia), che nel 1955 a Krefeld (Germania) si laurearono Campioni del Mondo, battendo 5-0 l’URSS, detentrice del titolo.

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