Gennaio, un mese molto freddo e davvero lungo da trascorrere per chi non ama molto le temperature meno agevoli, che sa tuttavia ricompensare l’appassionato di football americano con il meraviglioso spettacolo dei playoff. Da oggi in poi chi sbaglia è fuori, non c’è la settimana di lavoro successiva per effettuare gli aggiustamenti in funzione del prossimo avversario, in questa cornice invernale ogni singola giocata moltiplica il suo essere determinante in maniera esponenziale rispetto alla regular season, ed anche stavolta i dettagli saranno ciò che farà maggiormente la differenza per raggiungere o meno il prestigioso traguardo del Super Bowl.
Dettagli è un termine che Bill Belichick conosce molto bene ed ha inserito da tempo immemore nella copertina del suo vocabolario ideale. I Patriots non sono più quelli demoliti dai Chiefs nell’ormai lontano Thursday Night che aprì la stagione, quando si crearono forti illusioni che la Nfl fosse effettivamente pronta per un cambio della guardia, alla fine dei conti la storia è sempre quella, Tom Brady ha giocato un’altra stagione da Mvp e per giungere al Grande Ballo si dovrà sempre e comunque passare da Foxboro, Massachusets, dove il Gillette Stadium è pronto ad ospitare nuove ed emozionanti partite che contano arricchendo la sua già abbondante storia. Merito di una squadra che ha dominato gli anni duemila, responsabile di imprese che difficilmente potranno essere eguagliate con questa continuità e questa lungimiranza organizzativa, nonché grazie alla consueta, maniacale attenzione – appunto – ai dettagli. Un quadro preoccupante, per gli avversari, se considerato che la tanica di Brady contiene ancora parecchia benzina e se ne frega altamente dei quarantelli anagrafici.
Una previsione pre-stagionale azzeccata si sono rivelati essere i Pittsburgh Steelers, che di questi Patriots sono i primi antagonisti proiettando alla Finale di Conference l’ideale rematch della gustosa e discussa partita di stagione regolare, dove le due squadre hanno dimostrato di equivalersi in un contesto rivelatosi sfortunato per Antonio Brown. L’attuale miglior esponente del ruolo di wide receiver di tutta la Lega sta lavorando duramente per rientrare dal suo infortunio al polpaccio, che gli ha precluso una stagione da record ma che non gli impedirà di ritornare per i playoff grazie alla settimana supplementare di riposo che gli Steelers hanno meritatamente ottenuto, e spera di essere proprio lui quella piccola differenza in grado di oltrepassare definitivamente lo scoglio New England. Pittsburgh si è dimostrata una grande organizzazione ed i risultati ottenuti negli anni parlano molto chiaramente, la stagione e le sue problematiche sono state gestite in modo eccellente mostrando il polso necessario, e c’è la motivazione in più di vincere tutto per Ryan Shazier, che per la causa rischia di sacrificare molto più del dovuto mostrando il lato più ingrato di questa disciplina sportiva.
Con tutta onestà, la Afc non offre molto altro da questo punto di vista. Difficile, difatti, fidarsi completamente di una Kansas City caduta per un mese e mezzo in un oblio sconfortante per poi riprendersi nel finale di stagione, e per fare previsioni reali bisognerebbe capire quale versione dei Chiefs si presenterà ai nastri di partenza, il che equivale ad uno dei compiti più difficili del mondo. Da un lato abbiamo l’attacco spumeggiante guidato da un preciso Alex Smith ed un Kareem Hunt esplosivo, dall’altro il mediocre reparto offensivo macina-turnover ed impossibilitato a correre che abbiamo osservato per più settimane consecutive, con lo stesso quarterback di cui sopra nella sua versione più sconclusionata. Contro una Tennessee assai poco convincente, qualificatasi per il rotto della cuffia, una partita stonata potrebbe anche bastare, ma se i Chiefs vogliono davvero vincere grosso conviene presentarsi tirati a lucido, proprio come fecero all’esordio.
Le sorprese esistono, per carità, ma quanto fatto vedere da Marcus Mariota non è nulla di incoraggiante ed il suo mancato sviluppo potrebbe costare molto caro allo staff dei Titans, già alle prese con l’infortunio occorso a DeMarco Murray quindici giorni fa e con un numero di incertezze troppo alto per far ben sperare. Il matchup della Wild Card è tutto a favore dei Chiefs, così come sembra essere ben definito il destino dello scontro tra Jaguars e Bills con l’aggravante della caviglia di LeSean McCoy, dato che i Jags posseggono la migliore difesa Nfl e sono stati autori di un campionato da sogno, fattori che metterano a dura prova la durata della felicità del piccolo ma affezionatissimo mercato di Buffalo, per il quale si è interrotta una maledizione che durava da quando Rob Johnson era il quarterback titolare in occasione del Music City Miracle, una delle giocate più incredibili della storia del gioco.
Buffalo ha gestito la stagione in maniera non mirata rischiando l’esclusione dai playoff per un grave errore nella scelta del personale – ogni riferimento alla disgrazia-Peterman in occasione della misteriosa retrocessione a backup di Tyrod Taylor NON è casuale – e deve ringraziare Andy Dalton per il gentile omaggio; per il momento i Jaguars non presentano invece grossi punti di domanda se non un Blake Bortles discontinuo e non abituato a questo clima, ma contro i Bills più o meno tutti hanno corso a piacimento, e Leonard Fournette è lì appositamente per essere sfruttato.
Il freddo di questo mese ci porta idealmente nel Minnesota, dove i Vikings, dopo l’infortunio di Carson Wentz, sono diventati i grandi favoriti per trasformarsi nel primo team di sempre a giocarsi il Super Bowl in casa propria, e l’impresa è vicina come non lo è mai stata. Philadelphia sarà anche il seed numero uno, e se qualche settimana fa era legittimo pensare ad una buona tenuta dei ritmi da parte degli Eagles anche con Nick Foles in campo, quanto fatto vedere dal backup di Wentz contro difese non irresistibili non ha esattamente convinto la platea, e la difesa ha concesso qualche big play di troppo, non riuscendo a dimostrare la stessa capacità di adattamento posta in opera proprio da una Minnesota che ha distrutto avversari in serie con l’insospettabile Case Keenum titolare, senza Dalvin Cook, e con un ricevitore mai scelto quale protagonista offensivo principale, quell’Adam Thielen che ha coronato il sogno di una vita giocando per la squadra di casa sua e che ora rischia di fare anche il colpaccio davanti al suo pubblico. Se aggiungiamo una difesa eccellente in tutti i settori e la possibilità che gli Eagles possano subire un upset nel secondo turno – dato che nella Nfc c’è molto più equilibrio – la strada potrebbe davvero spianarsi ed i Vikings potrebbero davvero non muoversi mai da casa.
Qui le alternative invece non mancano. Ci piacciono tantissimo i Rams del probabile coach dell’anno, Sean McVay, che senza esperienza ha compiuto un vero e proprio miracolo, giungendo presso luoghi dove l’esperto Jeff Fisher non era nemmeno riuscito ad arrivare vicino. Non solo il football è ritornato in California l’anno scorso, ora anche i playoff nell’assolato contesto di Los Angeles – almeno per la Wild Card – sono tornati d’attualità scacciando per un momento tutte quelle partite di gennaio giocate nel ghiaccio, un’immagine che riporta agli anni ottanta e alle uniformi blu e gialle, ma che appartiene davvero ai giorni nostri, quelli di proprietà di un Todd Gurley capace di essere un running back dominante come da anni non eravamo abituati a vedere fornendo il suo contributo da Mvp per un ruolo che improvvisamente è tornato d’attualità, grazie anche ad una nidiata di rookie sfavillante.
Proprio da questa arriva Alvin Kamara, che assieme ad una difesa che definire sorprendente potrebbe non bastare ha riportato di peso i Saints presso le vette della Nfc, luogo che non visitavano da quando Sean Payton era ancora discretamente magro. Kamara, perla da terzo round alla pari di Hunt, si è rivelato il tassello corretto per il nuovo attacco di New Orleans, meno Brees-dipendente e difficilissimo da fermare su corsa grazie al tandem composto con un Mark Ingram che ha vissuto la miglior stagione di carriera, con una continuità che non gli avevamo mai visto cucita addosso. Ai Saints, più che attrezzati per fare strada, spetta però il matchup più duro del lotto, alimentato dalla rivalità divisionale, quello contro dei Panthers invece molto dipendenti dalle giocate di Cam Newton, che senza essere preciso nei lanci ha confezionato i big play giusti quando serviva, usando sia il fido braccio che le utilissime leve. La storia odierna parla a favore della città del Mardi Gras, vittoriosa in entrambi gli scontri diretti proposti dalla Nfc South, ed il rumoroso Superdome sarà certamente d’aiuto alla causa. Con Newton nei paraggi, però, non si sa mai…
Sempre dallo stesso raggruppamento arriva la spesso discussa detentrice del titolo Nfc, Atlanta, che affronterà una terribile trasferta presso l’appena menzionata Los Angeles, la quale porterà un pizzico di sapore della vecchia Nfc West. I Falcons si portano irrimediabilmente appresso il peso della sconfitta allo scorso Super Bowl, evento dal quale hanno dimostrato di non essersi ripresi e che si aggiunge alla minore brillantezza offensiva vista in campo con Steve Sarkisian al posto di Kyle Shanahan nel ruolo di offensive coordinator. Ryan, Jones e Freeman non sono più sembrati imbattibili come lo furono un anno fa, la difesa possiede playmaker come Keanu Neal e Deion Jones, ma la consistenza dei Rams ci sembra di maggior spessore rispetto alla discontinuità mostrata dai Falcons, che hanno dovuto sudare fino all’ultima giornata per poter acquistare la tavoletta di cioccolato giusta – quella con il biglietto dorato dentro – a spese di Seahawks e Cowboys, due forti deluse sorprendentemente assenti dalla competizione che conta.
Come al solito, la tavola è adeguatamente ricca e quasi apparecchiata, quasi non bastasse quanto abbiamo già consumato durante le festività natalizie. Ma non possiamo farci niente, il nuovo anno è qui e questo significa che il kickoff dei playoff è oramai imminente. Saranno settimane intense, dominate dall’incertezza e dalla sorpresa che non manca mai, proprio come nella miglior tradizione dei playoff per un gioco che si basa sui centimetri e sulla perfezione d’esecuzione.
La caccia ai Patriots è ufficialmente in corso. Che lo spettacolo abbia inizio!
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.