NCAA Football

Week #13 in review: two epic comebacks

Colin Kaepernick e Nevada hanno distrutto i sogni di Boise State.

La settimana appena trascorsa nel college football sarà ricordata sicuramente a lungo. C’è un vago sapore di epico nelle due grandissime rimonte poste in atto da una squadra che ha continuato a credere nel proprio sogno anche quando pareva irrimediabilmente spacciata, ed un’altra che desiderava solamente di rovinare la stagione perfetta dei rivali di conference, con il generoso aiuto di un kicker che ha ceduto clamorosamente sotto quella immensa pressione.

Raramente l’Iron Bowl aveva rivestito una tale importanza per Auburn, che insegue un titolo nazionale da più di cinquant’anni e doveva assolutamente proteggere il suo alto posizionamento nel ranking delle migliori 25 d’America battendo contemporaneamente gli attuali campioni in carica di Alabama in una rivalità statale parecchio sentita, e le cose, se avete visto la prima mezz’ora di gara, avevano proprio preso una brutta piega. Greg McElroy, buonissimo quarterback nel gestire le partite e nel prendere decisioni corrette ma nulla più, aveva accumulato numeri che ricordavano più una spread offense che il tipo di gioco più bilanciato che i Crimson Tide praticano in condizioni normali, e per di più aveva ottenuto tali statistiche (più di 300 yards su passaggio nei primi due quarti) senza l’apporto del gioco di corse, noto punto di forza di questo reparto offensivo.
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Week #12 in review: Oklahoma State contro la storia; Stanford e Luck privati di un Bcs Bowl?

La grande stagione di Stanford ha molto a che vedere con Andrew Luck.

E venne il giorno della resa dei conti. Il campionato di football, sia esso professionistico o collegiale, è bello e coinvolgente in ogni suo istante, ma non si può tuttavia negare il fascino indiscutibilmente superiore della fine della regular season rispetto alle battute iniziali, finale dove si decidono le posizioni finali, si assegnano divisions, si vincono le partite che contano davvero.

Nel college football fortuna ha voluto che l’equilibrio sia regnato sovrano nelle conferences di maggiore interesse, quelle Bcs, con la conseguenza che le ultime due settimane di regular season vedranno coinvolti i maggiori atenei impegnati a vincere una gara che vale doppio, dato che sono parecchie le implicazioni Bcs che vanno ad intrecciarsi con le storiche rivalità statali che tradizionalmente chiudono il calendario di tanti college, con il meglio riservato proprio per ultimo.

Si comincia già da questa settimana, e per chi si è annoiato sfogliando il giornale o il sito internet apprendendo dell’ennesima resistenza di Oregon ed Auburn in vetta ai ranking, c’è un piatto molto molto gustoso che giungerà nelle tavole degli appassionati già la sera successiva al Thanksgiving Day. Il venerdì seguente (battezzato Black Friday dagli americani) al giorno tradizionalmente dedicato al tripleheader della Nfl, Auburn, Oregon e Boise State saranno difatti impegnate negli scontri che valgono un’intera stagione, che decideranno l’esito di numerose sessioni di allenamenti, di preparazioni tecniche, e quantità industriali di lavoro del coaching staff, tutti aspetti che attendono di essere premiati dalla conquista di un qualsiasi titolo divisionale.
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Week #11 in review: Oregon vs Auburn, avanti tutta

Cam Newton effettua l'ennesima incursione in endzone della sua straordinaria stagione.

Di questi tempi è diventato impossibile seguire una partita di Auburn senza che si parli di Cam Newton, tanto nel bene, quanto nel male. Sabato, i Tigers hanno affrontato l’impegno contro Georgia facendo quadrato attorno alla complicata situazione del loro quarterback delle meraviglie, nascondendo all’intera nazione se lo stesso sarebbe riuscito a partire titolare oppure se sarebbe stato tenuto precauzionalmente fuori in attesa di maggiori risvolti delle indagini in corso, sempre per causa di quel famoso pagamento che il padre avrebbe accordato per portare il ragazzo a Mississipi State in uscita dal junior college.

Newton, com’era ampiamente prevedibile vista la posizione di Auburn, sabato era in campo ed ha fatto il suo solito lavoro di distruzione della difesa avversaria, contribuendo fortemente a recuperare una situazione in rimonta data da una bella partenza dei Bulldogs, che avevano imposto la felice connessione tra il futuro professionista A.J. Green, rebus ancora irrisolto per la maggior parte delle secondarie collegiali, ed il quarterback Aaron Murray, autore di tre passaggi da touchdown nel solo primo quarto di gioco. Nonostante la gravità delle circostanze, sarebbe stato francamente futile non schierare quello che è probabilmente il miglior giocatore del college football di quest’anno a due gare vinte da una qualificazione automatica al Championship che tutti sognano.
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Week #10 in review: la leggenda di Joe Paterno; Newton-scandalo

Joe Paterno se la ride, dall'alto delle sue 400 vittorie.

Il numero uno è la posizione più alta in assoluto, quella che fornisce il maggior prestigio, quella che eleva sulla massa. Vista la sua altezza, tale posizione lascia talvolta scoperti di fronte a possibili colpi degli invidiosi, dei provenienti dalle retrovie, e si finisce per diventare il bersaglio che tutti quanti vogliono massacrare.

Auburn è stata numero uno del ranking un paio di settimane fa ed ora è scesa di una sola posizione, Cam Newton, il suo straordinario quarterback, è in pole position per essere premiato con l’Heisman Trophy, e proprio questa settimana ha dovuto fare i conti con una notevole distrazione esterna alle sue prodezze sul campo di gioco, che lo hanno costretto a difendersi da accuse pesanti, le quali potranno avere sviluppi per lui negativi od essere decretati come un nulla di fatto, lasciando tuttavia un persistente alone di mistero anche qualora venga fatta maggiore chiarezza. Il mondo del college football soffre d’altronde di situazioni marce da non poco tempo, episodi come quello accaduto a Reggie Bush, che ha restituito il premio di miglior giocatore della nazione al termine di un’inchiesta andata avanti un’eternità e che lo ha visto colpevole di aver ricevuto denaro per giocare a Usc, hanno abituato a vedere i reclutamenti con forte sospetto.
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Week #9 in review: chi ferma i Ducks?

LaMichael James è tra i candidati all'Heisman Trophy.

Tre settimane consecutive con la numero uno del ranking in caduta libera non si sarebbero potute reggere, serviva un segnale di continuità che potesse indicare una squadra in grado di mantenere quella vetta così scivolosa, e c’è chi non si è fatto sfuggire la ghiotta occasione. Stavolta, niente attesa spasmodica per sapere chi sarebbe stata la nuova regina del ranking, nessuna traccia di elenchi di nuove potenziali squadre da porre in vetta in base alle proprie diverse credenziali, questa settimana la sostanza è che Oregon risulta essere la nuova numero uno anche nel ranking BCS (lo era già per la Top 25 della Associated Press), ha confermato di essere tra le migliori università della nazione.
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Week #8 in review: cade anche Oklahoma

Il periodo che sta vivendo il college football in questi ultimi venti giorni è stato sicuramente un ritorno al recente passato.

Blaine Gabbert e Missouri hanno sconfitto Oklahoma, la vecchia numero uno del ranking BCS.

Se difatti un anno fa, dopo aver passato la boa di metà campionato, nessuno aveva nulla da ridire sullo strapotere di Alabama e pochi pensavano che Florida avesse potuto fermare i Tide nella scontata finale della Sec (scontata nel senso che tutti sapevano sarebbe stata quella, non per l’esito del risultato – ndr), all’attualità dobbiamo fare i conti con una realtà molto, molto diversa, se vogliamo più divertente perché continuiamo a vedere forze diverse che si alternano in vetta al ranking, ma che continua a cambiare le indicazioni su quelle che potrebbero essere vedersi nominate quali finaliste in vista della partitissima di Glendale, Arizona.
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Auburn rimane imbattuta.

Cameron Newton

Il match della settimana non tradisce le attese e si trasforma in una battaglia piena di spettacolo e colpi di scena, a corredo di una sfida che metteva di fronte due delle migliori compagini della SEC, due team tra i migliori della nazione, due programmi dalla grande tradizione e, dulcis in fundo, due quarterback con alle spalle una storia simile, una carriera che li ha visti cominciare l’avventura in NCAA con maglie diverse da quelle che vestono tuttora.

Destinati a deliziare le platee di Ann Arbor e Gainesville, Ryan Mallett e Cameron “Cam” Newton, si sono ritrovati davanti sabato, due anni dopo le esperienze concluse troppo in fretta a Michigan e Florida, nel Jordan-Hare Stadium di Auburn, Alabama, teatro di una delle più belle sfide viste fino a questo momento nella stagione 2010 del college football; una sfida, serrata, da cui indubbiamente doveva uscire la più reale antagonista per gli Alabama Crimson Tide, squadra che fino alla scorsa settimana dominava la nazione.

Le premesse per il grande match, per una partita intensa ed incerta fino alle battute finali, insomma, c’erano tutte, e sia Gene Chizik che Bobby Petrino hanno preparato i rispettivi team ad interpretarla al meglio delle loro possibilità, regalando un escalation di segnature ed emozioni al folto pubblico giunto nel campus dei Tigers.

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