NCAA Football

Big XII 2012 Preview

TEXAS LONGHORNS

Recruiting

Che il recruting dei Longhorns sia fra i programmi collegiali, uno dei più ambiziosi è ormai risaputo, ogni anno il coaching staff dei texani percorre il paese il lungo e in largo per accaparrarsi I talenti migliori, il pressoché incontrastato monopolio nello stato del Texas rende la squadra di Coach Brown un programma con i fiocchi.

Di nomi altisonanti se ne potrebbero fare a decine in ogni ruolo, ma di talenti puri come il five star DT Malcolm Brown si potrebbe parlare a lungo; autentico animale da trincea con movimenti da ballerino nonostante la stazza, uso eccellente delle mani e un primo passo devastante, ne fanno uno de DT più ambiti della nazione.

Il RB Johnathan Gray ha monopolizzato le attenzioni di Coach Brown, che per accaparrarsi i suoi servigi, ha dovuto combattere con almeno altre 10 università; classico RB north-south che ama correre all’interno della linea, buoni mani in ricezione, ottimi movimenti e cambi di velocità, ne fanno potenzialmente una macchina da touchdown.

Per far si che il gioco di corse sia produttivo, è necessaria una linea d’attacco estremamente efficacie, in quest’ottica rientrano le firme dei T Kennedy Estelle, Donald Hawkins e la G Curtis Riser, così come la fase difensiva non è stata affatto trascurata: i LB Toshiro Davis, Timothy Cole e Peter Jinkens consentiranno maggior profondità al reparto.

Attacco

David Ash

Dopo la disastrosa stagione 2010 conclusa con sole 5 vittorie, la squadra di Coach Brown era attesa ad un pronto riscatto, i risultati seppur non entusiasmanti, non hanno tardato ad arrivare come dimostrano le 8 vittorie e il l’Holliday Bowl in bacheca.

Lo scorso anno Brown decise inizialmente di affidare la cabina di regia a Garrett Gilbert, che con alti e bassi, ha portato la squadra sulle sue spalle fino a metà stagione, divergenze sulla gestione della fase offensiva ritenuta troppo conservativa ed incentrata sulle corse, costrinse Brown ad accantonarlo in favore del più dinamico David Ash, che seppur inesperto, ha risposto ben oltre le aspettative conquistando il titolo di MVP nel Bowl contro California.

Con il trasferimento di Gilbert, Ash e il fratellino di Colt Case McCoy si divideranno equamente le chance di essere titolari, con il five star freshman Connor Brewer relegato per il moneto al ruolo di outsider. Se la OL non ha un giocatore scelto al draft dal 2008, i motivi risiedono nella qualità dei giocatori che la formano, che sulla carta potrebbero dominare, ma che sul campo stentano ad amalgamarsi più del dovuto.

Se nelle corse i risultati sono incoraggianti (203 yds di media a partita) come dimostrano le prestazioni di Malcolm Brown (745 yds 5TD), viceversa nella protezione del QB siamo distanti anni luce dagli standard della Conference (28 sacks concessi peggio solo Kansas State con 29). La contemporanea presenza di due fenomeni assoluti come Brown e Gray e la scarsa profondità nel reparto ricevitori dove Mike Davis è il solo in possesso di buone mani, obbligherà Coach Brown a incentrare la fase offensiva prettamente sulle corse, modificando in parte l’assetto della linea offensiva.

Difesa

Da tempo immemorabile Texas è sempre stata sinonimo di difesa, quella che non ti fa lanciare, che non ti fa correre, che soffoca sul nascere ogni tentativo di recupero del punteggio, ma se analizziamo l’andamento del reparto difensivo nelle ultime due stagioni, la delusione rischia di prendere il sopravvento.

Se contro le corse i Longhorns sono stati ammirabili (29 sack solo 96 yds di media contro le corse con 3.1 yds di media a portata) con numeri in discreto miglioramento rispetto alla scorsa stagione, il resto della difesa ha palesato lacune preoccupanti specie contro il gioco aereo. Oltre 22 punti subiti a partita sono i numeri peggiori dal 2007, le 306 yards di total offense dal 2008, se a tutto questo aggiungiamo le partenze con destinazione NFL dei due migliori placcatori della squadra (Acho 131 tkl con 16 tfl, Robinson 107 tkl ) le prospettive sono tutt’altro che rosee.

La DL potrà ancora avvalersi delle prestazioni di due dei DE più dominanti della Conference se non dell’intero panorama del college football; Jackson Jeffcoat (71 tkl, 13 sacks) e Alex Okafor (58 tkl e 7 sacks) formano una coppia affiatata, dinamica, capace in ogni momento di cambiare le sorti della propria squadra trascinandola con il cuore e l’intensità che li contraddistingue. La secondaria ha perso molto del suo potenziale con l’addio di Blake Gideon con destinazione NFL, il tandem di CB Quandre Diggs, undersized ma estremamente fisico, e Carrington Byndom sono ottimi placcatori ma hanno palesato notevoli difficoltà in copertura (vedere la partita contro Oklahoma) di conseguenza le prestazioni dell’intero reparto graveranno sulle spalle del S Kenny Vaccaro (82 tkl, 2INT); considerato unanimemente uno dei migliori placcatori della squadra, ha il tanto e la leadership per sostituire degnamente Gideon

Prediction: 10-2

 

OKLAHOMA SOONERS

Recruiting

Dopo le pesanti sconfitte subite lo scorso anno ad opera di Baylor, Oklahoma State e soprattutto Texas Tech, Coach Stoops ha ben compreso che per far girare la squadra come un orologio, sono necessari alcuni ingredienti fondamentali, il primo passo è obbligatoriamente il reclutamento.

La fase offensiva ha sempre avuto un ruolo fondamentale per le sorti dei Sooners (Bradford, Peterson, Broyles per citarne alcuni), dall’arrivo si Stoops nel ’99, questo fattore ha assunto ancora maggior rilevanza, il responabile del recruiting staff Jay Norvell ha dedicato tutti i sui sforzi per i ricevitori di eccellente livello: WR Durron Neal, Sterling Sheppard, Derrick Woods e sopratutto del JUCO (junior college) Courtney Gardner sono i nomi di spicco; il californiano, letteralmente rubato ad Arkansas nel Signing Day, lo scorso anno ha ricevuto oltre mille yards con 13 segnature, mostrando ottime mani, buone running routes ma sopratutto una velocità (4,38 sulle 40 yds) che ha lasciato lo staff dei Sooner con la bocca aperta.

Dall’addio di Peterson, i Sooners hanno avuto difficoltà nel pescare un degno erede, dopo i primi allenamenti estivi, la sensazione è che il RB Alex Ross sia finalmente il giocatore giusto per far tornare il gioco di corse dei Sooners ai fasti di un tempo; prodotto locale considerato il terzo miglior RB dello stato, è il classico runner di stazza (6’1 210 libbre) ideale per il gioco di corse dei Sooners, nel ruolo tenete d’occhio l’ JUCO Damien Williams, stesse caratteristiche di Ross, ma minor notorietà. Il ruolo di TE ha da sempre un ruolo importante nell’attacco di Oklahoma, in quest’ottica rientrano Taylor MacNamara e Brandon Green. Per le corse è necessaria una linea offensiva che coniughi atletismo, tecnica, versatilità sia per le corse che per la pass protection; gli arrivi del JUCO Will Latu, J.M McGee della guardia Ty Darlington; 6’5 per 320 libbre, il four star OT Latu è proprio quel giocatore fisico e d estremamente atletico che piace tanto a Stoops.

Attacco

Landry Jones

Seppur statisticamente siano parecchio distanti gli anni con Sam Bradford in cabina di regia (51 punti di media a partita, oltre il 67% dei passaggi completati) è innegabile che il lavoro svolto dallo staff con Landry Jones sia andato ben al di la delle più rosee aspettative. Con oltre 4400 yards lanciate e 29 touchdown, il nativo del New Mexico è letteralmente esploso con prestazioni che hanno spesso rasentato la perfezione, tutto bene finche Broyles non ha anzitempo terminato la propria stagione per un grave infortunio al ginocchio, da li in avanti l’attacco dei Sooners ha steccato in più di un occasione (vedere Baylor e Oklahoma State).

L’episodio in questione ha messo in luce l’immenso talento di Kenny Stills, il californiano a ricevuto oltre 900 yards con ben 8 TD, diventando ben presto il bersaglio preferito di Jones specialmente in profondità, anche Jaz Reynolds non ha esitato a beneficiare dell’infortuni di Broyles, ricevendo oltre 700 yards con 5 segnature.

Se Oklahoma è unanimemente ritenuta la tipica squadra della Big 12, è altrettanto innegabile che le aggiunte degli ultimi anni hanno permesso a Stoops maggiori varanti offensive; la contemporanea presenza a roster di Ray Finch (undersized ma velocissimo) e Brennan Clay sulla carta poteva consentire fluidità all’attacco, ma se non fosse esploso Dominique Whaley (664 yds, 9TD) se eliminiamo anche il bulldozer Blake Bell (QB ma 6’6 250 lbs) e i suoi 13 TD a ridosso della goaline, il running game di Oklahoma avbrebbe avuto ben poco di dinamico.

Se sulla linea offensiva si legge il cartello “lavori in corso” dopo gli addii di Donald Stephenson e Stephen Good, altrettanto non si può dire del reparto WR nel quale oltre già citati Stills e Reynolds, finalmente i Sooners potranno avvalersi dei servigi di Trey Metoyer; il nativo della California già lo scorso anno era considerato uno dei 5 migliori ricevitori della nazione, solo problemi accademici lo hanno costretto a ritardare il suo debutto per i Sooners, finalmente quel momento è giunto, ed in molti a Norman non vedono l’ora di vederlo all’opera.

Difesa

Come anzidetto i Sooners sono una squadra dal gioco aereo predominante, anche il recruiting ha risentito di questa tendenza, ma probabilmente anche la fase difensiva avrebbe necessitato di un occhio di riguardo, i numeri dicono che i Sooners sono 10-0 quando subiscono meno di 41 punti a partita ma, subendone meno di 28 in ogni vittoria, ma sono 0-3 quando si va oltre questo limite.

Le cause sono molteplici: una linea difensiva che ha messo a segno 40 sacks (meglio solo nel 2005) ma incostante, un reparto LB devastato dalla prematura scomparsa di Austin Box, una secondaria a tratti colabrodo. La difesa nel suo complesso ha subito oltre 22 punti di media (seppur arrivati a valanga nelle 3 sconfitte), 376 yards di total defense (il peggio degli ultimi 10 anni), 135 yards sulle corse sono numeri imbarazzanti per una squadra che punta al titolo, per di più in una Conference dove lanciare è più un piacere che una necessità.

Eppure a talento difensivo puro Oklahoma non è seconda a nessuno (beh, Texas a parte), Tony Jefferson (74 tkl, 4 INT), grazie ad un fisico invidiabile, può giocare indistintamente sia a ridosso della linea di scrimmage e in copertura, Corey Nelson e Tom Wort sono due linebackers dotati di ottime qualità atletiche ma che mancano della leadership che contraddistingueva Box, il reparto soffrirà parecchio la partenza dei due Lewis; insieme Ronnel e Travis hanno trascinato la difesa con oltre 130 placcaggi e 6 sacks.

R.J Washington a Jamarkus McFarland formano un tandem temibile in ogni fase della partita, Aaron Colvin e Demontre Hurst saranno con ogni probabilità la coppia di CB titolari ad inizio stagione, ma se i risultati tarderanno ad arrivare sono pronte le alternative

Prediction: 9-3


WEST VIRGINIA MOUNTAINEERS

Recruiting

Lo spostamento dei Mountaineers dalla Big East alla Big 12 porterà indiscutibili vantaggi alla squadra di Holgorsen: una Conference davvero competitiva con avversari tosti su entrambi i lati della palla, attacchi capaci di segnare 40/50 punti a partita come un batter di ciglia, un bel passo avanti per West Virginia, la sfida almeno inizialmente è ricca di incognite.

Migliorare la squadra, dare profondità al roster per renderlo più competitivo è il compito che Holgorsen ha dato al suo staff, nonostante l’impegno profuso, i risultati ottenuti non sono stati entusiasmanti, questo è il prezzo che si paga quando si cerca di combattere contro le corazzate di una Conference che fanno incetta di talenti ovunque nella nazione.

Gli unici nomi degni di nota in attacco sono il talentuoso WR Deontay MacManus dal Maryland e la G JUCO Mark Glovinsky, ha suscitato ben più di una sorpresa la firma del dual threat QB Ford Childress; originario dell’area di Houston considerato destinato proprio ai Cougars, è stato convinto dallo stesso Holgorsen ad accasarsi a Morgantown.

Attacco

Geno Smith

Che Holgorsen sia un mago del gioco aereo lo dimostra non solo il recruiting, ma anche le statistiche offensive dei Mountaneers che con il Senior Geno Smith in cabina di regia, hanno registrato progressi in ogni fase del gioco; i 37 punti di media a partita con 470 yards di total offense, sono quanto di meglio si ammiri a Morgantown dal lontano 2006, Smith ha contribuito per gran parte di questi numeri lanciando oltre 4300 yards con 31 mete e solo 7 intecetti.

Fin dai primi allenamenti estivi Smith ha intessuto una particolare intesa con talentuoso ricevitore Stedman Bailey che grazie ad un vasto numero di movimenti, ha approfittato spesso dai mismatch che si creavano sul campo, Tavon Austin, nonostante la bassa statura, ha mani da violinista come dimostrano le oltre1100 yards ricevuto, lasciando spesso indietro di un giro quotati cornerback.

Holgorsen, pur amando il passing game, nella sua carriera di allenatore non ha mai tralasciato il gioco di corse, comprendendone l’importanza per togliere pressione e responsabilità al proprio quarterback, Alston e Garrison hanno le qualità per fare buoni risultati, ma per la prima volta negli ultimi 5 anni, i Mountaineers si vedranno costretti a schierare una linea offensiva poco esperta e con ben 3/5 dei giocatori titolari per la prima volta in carriera.

Le incognite per West Virginia sono molte; una Conference molto competitiva su entrambi i lati della palla con attacchi al fulmicotone e difese modello linea Maginot, ma la contemporanea presenza di un QB di livello come Smith e una difesa che non teme nessun avversario, lascia Holgorsen con quel sorriso sulle labbra che potrebbe presagire ben più di una sorpresa ai tifosi dei Mountaineers.

Difesa

Se da un alto l’attacco è una costante di West Virginia, dall’altro la difesa nel corso dello scorso campionato ha mostrato alcune preoccupanti crepe, che hanno costretto Holgorsen a correre ai ripari chiamando nello staff uno dei più quotati DC della nazione come Joe DeForest, messosi in luce nello stesso ruolo ad Oklahoma State negli ultimi 11 anni.

Gli oltre 26 punti di media subiti, le 348 yards di total defense e soprattutto le 145 yards di media sulle corse, sono quanto di peggio di veda a Morgantown dal 2003, questi numeri sono arrivati nonostante la presenza di difensori tutt’altro che scarsi; il S Darwin Cook ha spesso giocato a ridosso della linea di scrimmage portando a segno oltre 80 placcaggi, Terence Garvin è il leader indiscusso del reparto LB, specialmente dopo le partenza di Bruce Irvin e Najee Goode, insieme hanno massacrato le difese avverarie con oltre 120 tackles e 14 sacks messi a segno.

Le loro assenze peseranno più del dovuto per l’intero reparto difensivo, ma Holgorsen sa che i suoi ragazzi hanno I numeri per riportare la squadra ai fasti di un tempo, un tempo nel quale per gli avversari era un incubo affrontare West Virginia al Mountaineers stadium.

Prediction: 8-4

 

TCU HORNED FROGS

Recruiting

Quanto può e potrà incidere sui risultati della squadra il recente scandalo per droga che ha coinvolto una miriade di studenti dell’università, ma anche molti atleti della squadra di Patterson. Ma a differenza di altri scandali (vedere Penn State) Patterson si è da subito adoperato per far luce e chiarezza in una vicenda che ha sconvolto per mesi la città di Fort Worth, un atteggiamento che è stato apprezzato dall’intera comunità, da sempre vicina alla squadra nel bene e nel male, se vi erano dubbi che tale vicenda potesse infierire pesantemente sul reclutamento, si sbagliava di grosso.

Nonostante le palesi difficoltà di dover agire contemporaneamente su due fronti distinti, lo staff di Coach Patterson è riuscita a portare a casa atleti e prospetti di ottimo livello come il four star DE Devonte Fields; mix perfetto tra tecnica e atletismo, fanno di Fields uno dei talenti più ambiti dello stato del Texas, fondamentale per lui la scelta di TCU che gli permetterà di star più vicino alla famiglia.

Pachall è un Junior, ma Patterson si è personalmente adoperato per scovare un degno erede ma anche un backup per il presente, la scelta è ricaduta su Tyler Matthews; 6’3 per 210 libbre da McPherson, Kansas, è unanimemente considerato il miglior QB dello stato tanto da attrarre fin dall’inizio dell’anno da Senior, una miriade di scout che ne hanno tessuto le lodi per la sua presenza all’interno della tasca e il braccio potente, con un buon lavoro di rifinitura, Patterson ha pescato il degno erede di Dalton. Il fiuto di Patterson l’ha portato a pescare un eccellente TE come Griffin Gilbert proprio ad Austin, casa de i rivali Longhorns che pare non abbiano digerito lo”sgarro”, episodio a parte, il cambio di Conference la sensazione e che TCU abbia reclutato giocatori ai quali le altre squadre della Big 12, non erano interessati, una sensazione che ha lasciato parte dei tifosi con l’amaro in bocca.

Attacco

Casey Pachall

Le 9 stagioni con almeno 10 vittorie dal 2000, dimostrano che, nonostante TCU sia un college di medio livello, a Forth Worth siano in grado di lavorare ad ogni livello per metter su ogni anno una squadra competitiva, specialmente ora che con il cambio di Conference tale lavoro diventa molto impegnativo.

Se da una parte difensivamente TCU dovrà affrontare ogni sabato alcuni tra gli attacchi più forti della lega, altrettanta importanza avrà la fase offensiva grazie alla presenza di Casey Pachall in cabina di regia: giocatore completo, dinamico combattente nato con eccellenti doti di leadership, il prodotto da Branwood, Texas, ha completato oltre il 67% dei passaggi tentati con 25 segnature e solo 7 intercetti, ma nonostante gli ottimi numeri di Pachall, l’intero attacco dei Frogs è terminato solo al 63esimo in total offense nella NCAA, troppo poco per una Conference competitiva come la Big 12.

Il running game, grazie alla presenza di 3 RB di livello come Wesley, Tucker e James, potrà tornare ai fasti di un tempo grazie anche ad una linea offensiva estremamente sottovalutata ma altrettanto efficace, che ha permesso al suddetto trio di correre per oltre 2000 yards. Se i numeri di Pachal non sono stati eccezionale, lo si deve anche ad una compagine di ricevitori di discreto livello ma niente più; Josh Boyce è stato il principale artefice dei numeri offensivi dei Frogs, ricevendo oltre 34 passaggi per poco meno di 1000 yards, Boyce ha talmente impressionato tanto da guadagnarsi il titolo di Freshman All American.

Difesa

Finalmente, dopo anni di purgatorio in Conference poco competitive, TCU avrà finalmente l’occasione di testare la difesa con gli gli attacchi delle corazzate di una delle Conference più competitive di tutta la NCAA. Nonostante la difesa nel suo complesso abbia sofferto più del dovuto contro Kellen Moore e Robert Griffin (22 punti di media a partita), ha viceversa retto molto bene contro le corse con solo 125 yards di media, grazie ad una front seven intimidatori oltre ogni umano limite.

Stansly Maponga autore di 9 sack lo scorso campionato, è il candidato ideale per diventare uno dei migliori passa rusher della Conference. I linebackers Darick Gidlon e Kenny Cain sono due macchine da placcaggi, in grado con il loro atletismo, di essere sempre nella posizione perfetta per fare la giusta giocata, se il resto della difesa è una sicurezza, è il reparto arretrato quello sul quale Patterson dovrà maggiormente lavorare, perché se concedi oltre 220 yards sui passaggi nella Mountain West, quanto subiranno contro Oklahoma e Texas?

Prediction: 9-3

 

COWBOYS – WILDCATS; BEARS; RED RAIDERS; JAYHAWKS; CYCLONES

Recruiting

Mike Gundy, giunto all’ottavo anno sulla panchina dei Cowboys, ha costruito grazie alla sua creatività, una delle squadre offensivamente più prolifiche del college football degli ultimi 10 anni, creando un mix di ingredienti al limite della perfezione, tanto da far diventare Oklahoma State il terzo miglior attacco della Lega con 546 yards di total offense ad uscita. Ogni anno un allenatore di college sa che è necessario ripartire da capo con nuovi giocatori, le sfide che ne conseguono, nuove traguardi da raggiungere. Con la presenza di Oklahoma a farla da padrone all’interno dello Stato, lo staff dei Cowboys ha rivolto le proprie altrove; dall’Illinois proviene il QB Wes Lunt, talentuoso pocket passer con fisico da TE (6’5 per 225 libbre), dal Missouri proviene il WR Brandon Sheperd, giocatore molto fisico specialmente dopo la ricezione, suppur tecnicamente ancora grezzo, ha tutte le carte in regola per diventare presto il bersaglio preferito dello stesso Lunt.

Ma è dall’Arizona che proviene il miglior prospetto dell’intera classe 2012 di Oklahoma State, stiamo parlando del TE Blake Jackson, diventato ben presto il primo obiettivo di Gundy, dopo i 10 TD segnati all’ultimo anno di Liceo.

Che Bill Snyder sia uno dei più stimati Coach in circolazione è un dato di fatto, che a Manhattan, Kansas, sia considerato una vera istituzione tanto da dedicare lo stadio di appartenenza alla famiglia Snyder. Nonostante Kansas State abbia un’ ottima reputazione per il reclutamento di giocatori provenienti dal Junior College, quest’anno sono arrivati solo prospetti marginali: il T Tavon Rooks, il DT Jaquil Reed, la G Ellwod Clement sono ben poca cosa per gli standard i Snyder, l’eccezione che conferma la regola è giunta a Manhattan proprio negli ultimi giorni del Signing Day con la firma del fenomeno Marquez Clark: stazza scarsa (forse nemmeno 6’0) ma velocità spaventosa condita da mani con colla incorporata, Clark ha attratto le attenzioni di Snyder dopo una stagione dal Senior da paura: 100 ricezioni in stagione, oltre 1600 yards ricevute (miglior prestazione a livello nazionale per un Junior College), che il Mago non abbia perso ancora il proprio intuito?

Briles è un allenatore dalle indubbie qualità; creativo, istintivo, pignolo, caratteristiche che hanno trasformato Baylor da una delle squadre più perdenti della Big 12, ad una compagine tra le più insidiose della Conference, specialmente al Floyd Casey Stadium (chiedere ad Oklahoma). Grazie ad un Robert Griffin finalmente integro e in gran spolvero per quasi tutta la stagione (4900 yards, 37 TD, 6 INT) Briles si è tolto parecchi sassolini dalle scarpe nei confronti di rivali che avevano umiliato Baylor a più riprese negli ultimi 15 anni, ma mai dormire sugli allori, così Briles ha sguinzagliato il suo staff per ricoprire i ruoli rimasti scoperti rispetto alla scorsa stagione.

Di concerto con il DC Phil Bennett, è stato deciso di puntare gran parte degli sforzi sulla difesa portando a Waco autentici fenomeni come il four star DE Javonte Magee considerato a molti esperti uno dei migliori 10 della nazione nel ruolo, ha caratteristiche uniche; 6’6 per 275 libbre, è un concentrato di atletismo ed esplosività che gli permettono anche di giocare da DT all’occasione.

Il S Aiavion Edwards, personalmente reclutato da Briles, ha stazza e mani per poter ricoprire più ruoli nella secondaria, eccellente placcatore con buona visione di gioco, potrebbe convincere Briles a trasformarlo in RB all’occorrenza, ruolo più volte ricoperto anche al liceo con ottimi risultati, ma il vero fiore all’occhiello sono la coppia di LB Brian Nance e Eddie Lackey; autentico portento contro le corse il primo, Juco e classico giocatore sideline-to-sideline il secondo, sono l’espressione dell’idea di Briles che senza una difesa arcigna, le partite non si vincono.

Al suo terzo anno sulla panchina di Texas Tech, Tuberville non è ancora riuscito a togliersi dalle spalle l’etichetta di essere solo una seconda scelta dopo l’addio dell’amato Mike Leach (ora sulla panchina di Washington State), pur avendo dimostrato appieno le proprie capacità, Tuberville siede su una panchina considerata caldissima già prima dell’inizio della stagione. Il Coach , continuando la tradizione dei Red Riders incentrata sulla fase offensiva, ha reclutato quanto di meglio disponibile dai tempi di Crabtree e Welker: dal Missisippi Juco Javon Bell, classico ricevitore da gioco profondo, fa da contraltare ai Texani Dominique Wheeler e Reginald Davis, fisicamente molti simili, ma con caratteristiche diverse, li rendono il complemento perfetto per il gioco aereo della squadra di Tuberville.

Charlie Weis

Giunto con grande appeal sulla panchina di Kansas (fu lo stesso per la panchina di Notre Dame e quella di Florida lo scorso anno) Charlie Weis ha da subito tentato, appunto tentato, di infondere fiducia in un ambiente non solo demoralizzato, ma lasciato letteralmente a pezzi dalle precedenti gestioni Mangino-Gill.

Dopo le misere due vittorie della scorsa stagione, Weis si è adoperato da subito per dare un assetto ben preciso alla squadra su entrambi i lati della palla, pur presentando lacune enormi, da qualche parte di deve pur iniziare no?

Primo passo è stato portare il QB Dayne Crist da Notre Dame anche a causa di gravi infortuni (crociato e rottura del tendine rotuleo del ginocchio) era finto in fondo alla rotazione perché considerato un reduce della vecchia gestione Weis, Crist a parte, di nomi altisonanti a Lawrence non ne vedrete altri. Il TE Jordan Smith, il T Brian Beckum sono buoni elementi ma troppo poco per rivitalizzare un attacco asfittico come quello dei Jayhawks. Sul lato difensivo le cose sono andate decisamente meglio, il DT Tyler Holmes e il californiano DE Jordan Tavai potranno dare un concreto contributo ad una difesa al limite dell’indecenza a più riprese.

Che Iowa State abbia bisogno di un’iniezione di talento su entrambi i lati della palla è fuori discussione, ma se in difesa, secondaria a parte, tutto procede nella giusta direzione, è in attacco che Paul Rhoads deve lavorare con maggiore intensità, ma se il personale è di scarso livello,è difficile ottenere buoni risultati nonostante l’impegno. Rhoads e il suo staff non hanno lesinato sforzi per reclutare prospetti di buon livello, i risultati sono stati abbastanza deludenti: le G Duaron Williams e Daniel Burton potranno dare maggior profondità al reparto specie dopo la partenza del T Kelechi Osemele, ma il nome da tenere d’occhio è il QB Brant Rohach: buon braccio, bel fisico più quarterback da tasca che da movimento, nella mente di Rhoads dovrebbe, in un prossimo futuro, dare maggior stabilità in un ruolo chiave nel football moderno.

Attacco

Oklahoma State dovrà quanto prima affrontare uno dei maggiori cambiamenti della storia recente della NCAA, sostituire il quarterback più prolifico della storia della franchigia, al secolo Brandon Weeden (9600 yards lanciate e 4700 yards in stagione ) e il bersaglio preferito dello stesso Weeden a nome Justin Blackmon (1500 yards 18 TD); il duo a suon di touchdowns portato i Cowboys alle soglie della finale per il titolo,ma un unico passo falso in stagione, la sconfitta con doppio overtime contro Iowa State, ha vanificato tutti gli sforzi fatti nel corso dell’anno.

Gundy sa come motivare i propri ragazzi, come portarli ben al di la delle loro possibilità sapendo per primo che gli stimoli mentali fanno miracoli ben più di un 4.40 sulle 40 yards. Dopo i primi allenamenti estivi Mike Gundy non ha esitato a far giocare il Freshman QB Wes Lunt tra i titolari, dopo poco più di due settimane lo ha nominato titolare per la prima stagionale del 1 Settembre contro Savannah State. Come nella scorsa stagione i Cowboys continueranno ad usufruire di uno dei backfield più produttivi della NCAA, il tandem Joseph Randle-Jeremy Smith hanno ammassato oltre 1800 yards con 37 mete realizzati.

Sui numeri espressi, non bisogna dimenticarlo, è evidente la mano dell’ex OC Dana Holgorsen (ora sulla panchina dei rivali di Conference West Virginia) che per anni ha plasmato la macchina offensiva dei Cowboys fino a renderla al limite della perfezione da oltre 48 punti di media ad uscita

Riuscirà ancora una volta Snyder a fare il miracolo per Kansas State replicando i risultati della scorsa stagione? Gli elementi fondamentali ci sono tutti: il QB Colin Klein che dopo una buona stagione da sophomore, è letteralmente esploso in quella da Junior lanciando poco più di 1900 yards ma correndone oltre 1440 facendolo diventare un degno rappresentate della nuova categoria di quarterback che gli americano chiamano “dual threat”, alla Robert Griffin per intenderci.

Con un giocatore così dinamico, rimane ben poco spazio per gli altri; il RB John Hubert, pur considerato uno dei principali artefici dell’attacco, ha usufruito sì di 200 portare ma ha accumulato poco più di 1000 yards e la miseria di 3 TD. Con il ritorno da un infortunio Tyler Lockett avrà finalmente la possibilità di ritagliarsi lo spazio che merita la pari del Juco Marquez Clark, reclutato proprio per concedere a Klein maggiori opportunità offensive, lo stesso Snyder ha compreso anzitempo che un attacco più bilanciato tra corse e passaggi, potrà creare più pericoli alle difese avversarie.

Sono passati mesi dal Draft della NFL nel quale il pupillo Robert Griffin, stato scelto con la numero 2 dai Redskins innamorati di quelle qualità che rendono lo stesso Griffin un giocatore dal potenziale illimitato, mesi che Briles ha trascorso immaginando il futuro di Baylor senza il trascinatore Griffin, senza il leader Griffin, senza quel giocatore insomma che come nessun altro ha cambiato il volto di una delle squadre più disgraziate della Big 12 con un abominevole record di 18 vittorie e 102, dicasi 102, sconfitte. Se Griffin (4923 yards e 39 TD) è stato il vero artefice di gran parte dei risultati offensivi dei Bears, molto lo si deve anche alla presenza non trascurabile di un ricevitore di gran livello a nome Kendall Wright (1600 yards 14 TD), e di un RB elettrico come Terrance Ganaway autore di una stagione da incorniciare con oltre 1500 yards corse e 21 TD record di franchigia, nonostante le pesantissime assenze in che modo Briles intende porvi rimedio?

Le alternative sono concentrate su Nick Florence per il ruolo di quarterback, un Senior che poca esperienza da titolare se non nel 2009 con Griffin a bordo campo per infortunio, sul ritorno di Terrance Williams nel ruolo di ricevitore che con tutta probabilità prenderà il posto di Wright, ma è su Lache Seastrunk che Briles punta tutte le sue carte.

Considerato uno dei tre migliori RB due anni fa, fu reclutato da Oregon con il consueto entusiasmo, ma l‘esplosione di James e il reclutamento lo scorso anno di Thomas, Kelly aveva costretto coach Kelly ad accantonarlo senza nemmeno concedergli una chance per dimostrare tutto il suo immenso potenziale, ora, dopo il canonico anno di stop, è pronto per raccogliere il testimone che Briles intende affidargli.

Seth Doege

Se si potesse descrivere con un aggettivo il sistema offensivo di Texas Tech e le statistiche che ne derivano, la prima parola che verrebbe in mente è regolarità, o per usare un termine tanto caro agli americani “consistency” sarebbe una descrizione perfetta. Nel corso degli anni, i numeri offensivi dei Red Raiders sono stati di una regolarità impressionante: dal 2005 mai sotto i 32 punti di media partita, almeno 450 yards di total offense, tutto questo indipendentemente chi ci fosse il signal caller.

Con Seth Doege in cabina di regia, le yards (4000) e i touchdowns (28) sono piovuti come la grandine, con un backfield decimato prematuramente dagli infortuni (Eric Stephens fuori dopo 5 partite dopo un inizio scoppiettante, DeAndre Washington out nelle ultime 5 gare) e una linea offensiva ben al di sotto del proprio potenziale, Doege ha distribuito i lanci sfruttando appieno un parco di ricevitori di ottimo livello: Eric Ward è stato il principale bersaglio con oltre 800 yards e 11 mete realizzate, Alex Torres, dopo un grave infortunio al ginocchio, è emerso con la voglia di dimostrare tutto il talento che lo ha contraddistinto fin dal suo arrivo a Lubbock. Prima della debacle dello scorso anno, i Red Raiders sono stati l’unica squadra della Big 12 ad avere ben 18 stagioni vincenti consecutive, riuscirà la squadra di Tuberville a ritornare finalmente alla postseason che manca dal 2010?

Se esisteva un solo nome, tra quelli disponibili, nel panorama del college football capace di risollevare un programma derelitto come quello di Kansas, quel nome non poteva che essere quello di Chralie Weis. Ad essere sinceri al suon nome in tutta la carriera collegiale dopo i trionfi con i Patriots, non sono associati successi da incorniciare nelle bacheche delle squadre allenate; a Notre Dame l’esperienza si è conclusa senza strette di mano, quella di Florida come OC si è terminata dopo un solo anno per accettare appunto la panchina dei Jayhawks, risultati a parte, che spesso non dicono tutto nella carriera di un capo allenatore, nessuno come lui ha l’esperienza e il carisma necessario per rimettere nella giusta carreggiata una delle peggiori squadre della Big 12 dell’ultimo decennio.

Ai Jayhawks il talento non manca e i trasferimenti dalla stessa Notre Dame del QB Dayne Crist (ginocchia di burro, gravemente infortunato negli ultimi due anni a ND) del TE Dave Ragone, da Oklahoma Justin McCay (al quale la NCAA ha imposto un anno di stop) e da BYU Jake Heaps (già infortunato alla spalla, fuori tutta la stagione), daranno finalmente un po’ di respiro ad un attacco asfittico e improduttivo. Poca rilevanza hanno i nomi di chi sarà schierato in campo alla prima uscita stagionale contro South Dakota, l’importante è far diventare finalmente Kansas una squadra di football.

Ad Ames, Stato dell’Iowa, ci si ricorda con particolare affetto di Gene Chizik, quel simpatico ometto che ha portato Auburn al titolo nel 2010 dopo il furto dell’anno 2004, e con altrettanto affetto che Paul Rhoads siede sulla panchina di Iowa State nonostante risultati altalenanti. Al Jack Trice Stadium, specialmente in inverno, è davvero difficile giocare perchè l’ambiente, nonostante il freddo, è infuocato fino alla fine della partita come ben sanno quelli di Oklahoma State che, sconfitti su questo campo dopo 2 overtime, si sono giocati la finale per il titolo.

In ogni squadra nella NCAA i giocatori vanno e vengono, ma sarà per l’aria pura, per l’ambiente familiare, per il clima fra la squadra e la comunità locale, fatto sta che da questo posto è difficile andarsene: il parco ricevitori, tra i più potenzialmente talentuosi della Conference, si ripresenta praticamente intatto per l’inizio della stagione, così come il reparto running back, con il piccolo James White ha tirare la carretta, ma la squadra, nonostante le potenzialità , ha anche molti punti deboli, come la linea offensiva che con il draft ha perso il proprio elemento principale come Kelechi Osemele, e il ruolo di quarterback titolare al quale concorrono il Sophomore Jared Barnett e il Senior Steele Jantz. A poco più di dieci giorni dall’inizio della stagione Rhoads non ha ancora sciolto il dubbio su chi riceverà la palla dal centro, che questo non sia un buon segnale?

Difesa

Mike Gundy

Se ogni coach del college football potesse esprimere un desiderio, molti darebbero la stessa risposta: poter contare su giocatori di eccellente livello per vincere la finale per il titolo. A differenza della NFL dove ogni anno il roster è quasi sempre lo stesso dell’anno precedente, nel college i cambiamenti sono all’ordine del giorno anno dopo anno, e nessuna squadra della Big 12 ha assoluto bisogno di un drastico cambiamento difensivo come Oklahoma State, cambiamento non solo di personale, ma di attitudine, mentalità, insomma una vera rivoluzione.

Le statistiche della stagione 2011 sono sotto gli occhi di tutti: 26,8 punti di media a partita (peggio solo nel 2005), 460 yards di total defense, 185 yards sule corse (mai così male dal 2005), eppure all’interno della Conference i numeri dicono tutt’altro: primi per punti subiti, primi per palle recuperate, quarti per sack. Gundy ha di che essere felice, l’intera difesa, escludendo il S Markelle Martin, si ripresenta praticamente intatta: il reparto linebackers potrà ancora contare sulla presenza del MLB Caleb Lavey e dell’OLB Alex Elkin, un tandem che ben poco ha da invidiare giocatori ben più quotati, ma , numeri a parte, è la secondaria il punto forte dell’intera difesa; il S Daytavion Lewis, autore di ben 97 tackles, avrà sulle spalle la responsabilità di tutte le chiamate difensive del reparto arretrato.

Se nella Big 12 esiste una squadra che difensivamente ha beneficiato in modo esponenziale di un attacco devastante, ecco quella squadra non può che essere Kansas State. Dopo aver stentato per trovare il giusto assetto per parte dell’inizio stagione, i Wildcats hanno sono migliorati statisticamente partita dopo partita, grazie anche all’arrivo di Artur Brown da Miami che con l’outside linebacker Tre Walker, hanno messo a segno oltre 160 placcaggi trascinandosi dietro l’intera difesa.

Giocando in una Conference dove lanciare 500 yards è come bere un caffè al bar, i Wildcats hanno assoluto bisogno di trovare equilibrio nella secondaria, Nigel Malone ed Allen Chapman sono due cornerback fisici, buoni placcatori con la naturale tendenza farsi beccare fuori posizione consentendo agli avversari facili giocate in profondità, riuscirà Snyder ad invertire questa tendenza?

Terminati oltre la centesima posizione in ogni fase difensiva (118 pass defense), i Baylor Bears di coach Briles hanno assoluto bisogno di trovare quanto prima un assetto difensivo con il quale poter limitare gli straripanti attacchi della Conference, perchè concedere 37 di media a partita sono un ostacolo difficilmente superabile se t’attacco non fa altrettanto.

Seppur regrediti in ogni statistica difensiva rispetto alla stagione precedente, i Bears hanno il talento e il personale adatto per invertire il trend negativo, ad eccezione di Coffey, l’intero reparto linebackers, con l’inserimento dell’Juco Eddie Lackey sul lato forte, si ripresenta praticamente intatto, la secondaria non potrà che beneficiare di un altro anno di affiatamento, i S Sam Holl e il jolly Mike Hicks, autori di oltre 200 placcaggi, restano i capisaldi del reparto arretrato.

Una stagione al limite dell’indecenza (39 punti di media subiti, 490 yards di total defense) è costata il posto al DC Chad Glasgow reo di aver perso le redini di una difesa che secondo Tuberville, aveva il potenziale per poter raggiungere statistiche più apprezzabili, buone o cattive notizie in casa Texas Tech?

Le buone è l’arrivo di un nuovo Art Kaufmann, vecchio collega di Tuberville ai tempi di Ole Miss, come nuovo DC, che nelle intenzioni iniziali intende abbandonare definitivamente l’allineamento 4-2-5 che tanti grattacapi ha dato allo stesso Tuberville, per un assetto classico 4-3 votato a bloccare il gioco di corse avversario. Le cattive notizie è gran parte dei giocatori fautori della disgraziata stagione 2011, si ripresentano all’appuntamento più arzilli che mai, convinti che basti la bacchetta magica per cambiare le cose, benvenuti a Lubbock Signore e Signori.

Per porre rimedio alla peggior difesa del college football, Weis ha pescato dal cilindro il nome di Dave Campo, proveniente dai Dallas Cowboys dove fino allo scorso anno ricopriva il ruolo di allenatore della secondaria. Considerato unanimemente uno degli allenatori più esperti nel panorama professionistico, ha accettato non senza riserve l’offerta dell’amico Weis, convinto che l’opportunità offertagli sia altamente motivante.

Se però avesse dato un’occhiata alle statistiche dei Kansas Jayhawks della scorsa stagione, si sarebbe reso conto che il compito che lo attende è al limite dell’impossibile: 43.8 punti concessi, 516 yards di total defense, 70% di passaggi completati concessi agli avversari, la miseria di 10 sack messi a segno in 12 partite, se nemmeno Campo riuscirà a dare la scossa ad una difesa indecente come quella di Kansas, i giorni di Weis sulla panchina diventeranno roventi.

Possono due soli uomini creare una difesa nel college football? La ovvia risposta sarebbe no, ma c’è sempre l’eccezione alla regola, perché in tutta la Big 12, se non nell’intero campionato, AJ Klein e Jake Knott, formano proprio quella coppia che terrorizza da anni qualunque running back. Placcatori eccellenti, come dimostrano i 230 tackles messi a segno, trascinatori e leaders di una difesa che in più di un’occasione ha mostrato lacune preoccupanti, hanno rinunciato anzitempo alle sirene dei professionisti, vestire ancora la maglia giallo-oro di Iowa State, convinti che ci siano ancora tante soddisfazioni da togliersi.

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NCAA Football

SEC Preview: West Division

SEC WEST

La SEC si presenta ai nastri di partenza della stagione 2012 con l’importante novità rappresentata dall’allargamento a 14 squadre: a vent’anni dall’ultima espansione (1992, con l’arrivo di Arkansas e South Carolina), dalla Big 12 sono infatti arrivate Texas A&M e Missouri, due programmi di assoluto rilievo che non faranno che accrescere il valore di una conference capace di vincere sei titoli nazionali nelle ultime sei stagioni di college football. A fare la parte del leone, inevitabilmente, sarà ancora una volta la SEC West, che con Alabama, Auburn e LSU ha guardato dall’alto in basso il resto d’America ben quattro volte negli ultimi cinque anni di football NCAA. Il nuovo schedule della SEC prevede 8 sfide di conference, 6 con le rivali divisionali e 2 contro squadre dell’altra division, con un avversaria “storica” che resta fissa ogni anno e l’altra a rotazione.

LSU

2012 prediction: 13-0 (8-0 SEC)

Cross-division Rival: Florida

 

Zach Mettenberger

Coach Les Miles lo ha detto esplicitamente, per spazzare via i dubbi e cancellare ogni alibi: anche nella sua ottava stagione ad LSU i Tigers punteranno al titolo nazionale. E non potrebbe essere altrimenti, visto che dopo il titolo del 2007 e la fantastica cavalcata dell’anno scorso, interrottasi solo all’atto finale della stagione, LSU torna alla carica con una squadra forse più forte di quella uscita sconfitta il 9 gennaio scorso nel BCS Championship Game di New Orleans contro Alabama.

2011

Già considerata come una delle stagioni più dominanti di sempre, la campagna 2011 di Louisiana State University (13-1, 8-0 SEC) avrebbe potuto essere ricordata come la migliore in assoluto mai disputata nella più che centenaria storia del college football. I Tigers hanno iniziato la regular season annichilendo Oregon, vice campione nazionale 2010, dando avvio ad una striscia di 13 vittorie consecutive culminate nel Championship Game della SEC del 3 dicembre: al Georgia Dome di Atlanta LSU ha superato in rimonta Georgia 42-10, chiudendo in svantaggio 0-10 il primo quarto per poi lasciare a secco i Bulldogs nelle ultime tre frazioni di gioco.

Per i Tigers si è trattato del 14 titolo di conference, l’undicesimo ottenuto nella SEC, il quarto negli ultimi dieci anni e il secondo per coach Miles. Poi però è arrivata la cocente delusione sofferta nella partita per il titolo di New Orleans, in cui sono stati letteralmente soffocati dalla difesa perfetta di Alabama, che ha concesso la miseria di 5 primi down, 92 yards totali e 0 punti sul tabellone. Nella stagione 2011 di Louisiana State rimarranno comunque impresse le due vittorie contro Oregon e Virginia Tech, che a fine stagione avrebbero messo le mani su Rose Bowl e Orange Bowl, e soprattutto la gara di Tuscaloosa del 5 novembre, in cui i Tigers sono andati a vincere in casa dei futuri campioni nazionali di Alabama senza concedere nemmeno un TD.

OFFENSE

Dopo un quadriennio caratterizzato da continui avvicendamenti nello spot di quarterback, al comando dell’attacco dei Tigers c’è finalmente un partente ben definito: il junior Zach Mettenberger, QB dal braccio affidabile e dalle concrete possibilità di avere una carriera NFL di successo, aiuterà l’attacco di LSU ad essere meno sbilanciato sulle corse, rendendolo meno prevedibile e maggiormente in grado di cavarsela anche con difese asfissianti come quella di Alabama. Perso Rueben Randle, i ricevitori preferiti di Mettenberger saranno Odell Bekcham Jr. e Jarvis Landry, due sophomore forti e veloci. Da tenere d’occhio il freshman Avery Johnson, secondo Athlon il 24° miglior ricevitore tra quelli arrivati al college quest’anno: suo fratello, il CB Patrick Peterson, è stato una stella a Baton Rouge prima di approdare nella NFL, dove gioca con gli Arizona Cardinals.

La linea offensiva perde la left guard All-American Will Blackwell, ma vede tornare i tackle Alex Hurst e Chris Faulk con altri due partenti del 2011 (il centro P.J. Lonergan e la guardia Josh Williford). A non far sentire l’assenza di Blackwell ci pensa il rientro della LG Josh Dworaczyk, senior al sesto anno che prima dell’infortunio che lo ha tenuto fuori tutta la stagione scorsa era considerato il miglior bloccatore dei Tigers: l’OL di LSU si preannuncia ancora una volta come dominante.

Il piatto forte dell’offensive coordinator Steve Kragthorpe, comunque, resterà il gioco di corse: nel backfield di LSU manca forse una stella di valore assoluto, ma la presenza di almeno cinque running backs in grado di portare la palla con efficacia assicura una profondità di opzioni che non ha eguali in tutta la FBS. Lo scorso anno Michael Ford e Spencer Ware si sono spartiti il maggior numero di possessi e tornano a Baton Rouge per il loro anno da junior dopo le 1,463 yards e i 15 TD messi a referto complessivamente nel 2011; nel roster dei Tigers però sono confermati anche Alfred Blue (539 yards con una media di 6.9 a portata) e Kenny Hilliard, 190 yards nelle ultime tre partite della sua stagione da true freshman e 336 complessive con 5.4 di media. A loro si deve aggiunge Jeremy Hill, un 4 stelle del recruiting 2011 nativo proprio di Baton Rouge, rimasto fermo ai box lo scorso anno per questioni legali: con la grande varietà e versatilità a disposizione (Ford è il più veloce, Blue il più bravo a trovare gli angoli giusti per aprire la difesa, Ware e Hilliard sono potenti e bravi ad aprire buchi di forza), il gioco di corse di LSU per il 2012 si preannuncia come semplicemente devastante.

DEFENSE

Ad appena tre settimane dalla prima partita della stagione 2012, il cornerback All-American e finalista all’Heisman Trophy Tyrann Mathieu è stato espulso per aver violato il regolamento di squadra (si parla di ripetute positività a controlli antidoping): con Morris Claiborne passato in NFL, la secondaria dei Tigers presenta qualche incognita imprevista, perché se è vero che le safeties Eric Reid e Craig Loston sono comunque di grande affidamento, è pressoché impossibile che Tharold Simon e uno tra Jalen Collins e Jalen Mills possano rimpiazzare adeguatamente Claiborne e Mathieu.

Per i Tigers va decisamente meglio tra gli uomini di linea: i due defensive end, i junior Sam Montgomery e Barkevious Mingo, sono pass rushers di livello NFL, mentre i tackle Anthony “Freak” Johnson e Bennie Logan avranno un cambio prezioso in Ego Ferguson. La lacuna lasciata dalla partenza di Michael Brockers, con questi presupposti, non sembra poi così grave. Più delicato il discorso per i linebackers, reparto che anche nel 2011 rappresentava quello meno affidabile per la squadra di Coach Miles: per ovviare si è lavorato alacremente in fase di reclutamento, da cui ne sono arrivati ben 6 (di cui cinque provenienti dalla Louisiana). Il junior Kevin Minter è l’unico starter a tornare titolare, nel ruolo di middle linebacker: ai suoi lati uno dei due outside LB sarà il freshman Lamar Louis, che ha impressionato positivamente negli allenamenti primaverili.

SCHEDULE

Per tornare alla finale nazionale LSU dovrà passare attraverso uno schedule durissimo: non tanto per le quattro trasferte insidiose (Auburn, Florida, Texas A&M e Arkansas), quanto soprattutto per la partita con Alabama del 3 novembre, che i Tigers potranno però affrontare in casa e soprattutto con una settimana di tempo in più per preparare la partita. Lo scontro con i Crimson Tide deciderà certamente l’esito del titolo della SEC e molto probabilmente anche le due contendenti che si giocheranno il BCS Championship Game del 7 gennaio 2013. Resta comunque da non sottovalutare la battaglia per il Golden Boot con Arkansas: anche quest’anno si giocherà il giorno dopo il Thanksgiving Day (23 novembre), ma stavolta a Fayetteville, dove i Tigers non vanno dal 1992. Meglio per LSU, visto che gli ultimi due viaggi in Arkansas (a Little Rock) si erano tramutati in due sconfitte.

 

ALABAMA

2012 prediction: 11-1 (7-1 SEC)

Cross-division Rival: Tennessee

 

AJ McCarron

Nick Saban lo sa bene: nello sport non c’è niente di più difficile che rivincere. Se questo è vero a tutte le latitudini, figuriamoci quanto può esserlo nel college football, dove se anche trovi una nidiata di fenomeni puoi tenerli all’interno di un programma per un massimo di quattro stagioni sportive. Eppure Saban a rivincere c’è già riuscito, diventando il primo head coach a collezionare tre titoli nazionali nell’era della Bowl Championship Series: dopo il titolo vinto a LSU nel 2003 e quello di Bama del 2009, l’anno scorso è infatti arrivato il bis con i Crimson Tide. Farcela in due anni consecutivi, però, è tutta un’altra storia: negli ultimi 56 anni di football universitario ci è riuscito solo Tom Osborne, a Nebraska (1994 e 1995). È per questo che Alabama sa di essere chiamata a realizzare un’impresa storica.

2011

Grazie ad una difesa prima in tutte le categorie statistiche della FBS, Alabama si è aggiudicata lo scorso anno il suo quattordicesimo titolo nazionale del college football. Lo ha fatto al termine di una stagione esaltante, con una sola sconfitta subita, in casa contro LSU (peraltro giunta all’overtime, in una gara caratterizzata da ben quattro field goal sprecati); la sconfitta di Tuscaloosa del 5 novembre è stata poi “vendicata” a New Orleans, praticamente nella tana del nemico, quando i correttivi apportati da Saban e dall’offensive coordinator Jim McElwain hanno portato i Crimson Tide a schiantare LSU con un umiliante 21-0 che ha consentito a Nick Saban di mettere le mani sul suo terzo pallone di cristallo.

OFFENSE

Con McElwain passato a fare l’head coach a Colorado State, come nuovo offensive coordinator è arrivato Doug Nussmeier, che nelle ultime tre stagioni ha ricoperto lo stesso ruolo a Washington, dove si occupava anche di allenare i quarterbacks. Il suo attacco spread dovrebbe permettere al QB AJ McCarron di compiere il definitivo salto di qualità e confermare le qualità mostrate nel 2011 soprattutto in occasione del BCS Championship Game dello scorso 9 gennaio.

Partito Trent Richardson, terza scelta assoluta del draft 2012, il gioco di corse ricadrà sulle spalle del RB Eddie Lacy: se anche è impossibile che sia all’altezza del suo illustre predecessore, lo scorso anno Lacy ha comunque collezionato buone cifre come riserva di Richardson (674 yards, 7.1 a portata, 7 TD). Una delle alternative per muovere la catena correndo sarà Jalston Fowler, 7.1 di media con 70 portate nelle ultime due stagioni. Obbligatorio tenere d’occhio il freshman T.J. Yeldon, un 5 stelle appena reclutato che ha impressionato allo Spring Game con 179 yards complessive (88 su corsa e 91 in ricezione). Esplosivo e veloce, Yeldon ha grande talento ed è pronto da subito, ma soprattutto ha grandi margini di miglioramento: Alabama potrebbe aver trovato un altro grande running back.

Persi i quattro principali ricevitori della scorsa stagione, a raccogliere i lanci di AJ McCarron ci penseranno soprattutto Kenny Bell, Christion Jones e Kevin Norwood, che nella finale nazionale contro LSU ha già messo in mostra il suo valore con 79 yards in 4 ricezioni, di cui una, bellissima, addirittura contro Tyrann Mathieu.

Il punto forte dell’attacco di Alabama, ad ogni modo, resterà la strepitosa linea offensiva, che anche per il 2012 si preannuncia come una delle migliori in tutta la nazione. Il centro William Vlachos non ci sarà, ma gli altri quattro partenti sono tutti tornati a Tuscaloosa, a partire dalle due guardie: i veterani Anthony Steen e Chance Warmack disputeranno regolarmente il loro anno da senior. Il right tackle sarà l’affidabile junior D.J. Fluker, che nel 2011 non ha saltato nemmeno un incontro, mentre il senior Barrett Jones, che lo scorso anno è stato eletto nella prima squadra offensiva della SEC come left tackle, passerà a giocare come centro per via della sua grande versatilità: il suo posto sarà preso da Cyrus Kouandjio, un sophomore di altissimo profilo reclutato nel 2011 e rimasto fermo lo scorso anno a causa di un problema ad un ginocchio.

DEFENSE

Le noti dolenti per i Crimson Tide arrivano in difesa, dove sono rimasti solo quattro titolari della vittoriosa campagna 2011: i cinque grande artefici della difesa che lo scorso anno ha stritolato LSU nella finale per il titolo (Chapman, Upshaw, Hightower, Kirkpatrick e Barron) sono andati nella NFL, tutti al primo giro ad eccezione di Josh Chapman, finito al quinto. Chapman lo scorso anno agiva da nose guard nella 3-4 di partenza (anche se in realtà Alabama ha giocato prevalentemente con la 4-3): al suo posto dovrebbe agire il tackle senior Jesse Williams, uno dei partenti del 2011 insieme al defensive end Damion Square.

Tra i linebackers Trey DePriest proverà a non far rimpiangere Dont’a Hightower, mentre Nico Johnson torna come middle linebacker titolare. C.J. Mosley dovrebbe partire come riserva di Johnson ma potrebbe essere promosso al suo fianco per pattugliare la zona centrale del campo.

La secondaria è quella che rischia di risentire maggiormente delle assenze: il solo starter a rientrare è la free safety Robert Lester, senior, 10 intercetti nelle ultime due stagioni. Per ovviare al problema Bama si è data da fare in fase di reclutamento, da cui sono arrivati 4 defensive backs: Dee Milliner sarà uno dei cornerbacks, mentre per l’altro spot ci sarà spazio per uno dei due junior arrivati dai junior college, Deion Belue e Travell Dixon, oppure per l’altro junior John Fulton. La safety che affiancherà Lester dovrebbe essere Vinnie Sunseri, sophomore visto l’anno scorso negli Special Team.

SCHEDULE

Calendario abbordabile per essere una squadra della SEC: lo schedule casalingo è piuttosto facile, visto che a parte Auburn, che andrà a Tuscaloosa per il sentitissimo Iron Bowl, le altre sei squadre che faranno visita al Bryant-Denny Staidum hanno ottenuto nel 2011 un record complessivo di 25 vinte e 48 perse, troppo poco per impensierire la corazzata di Nick Saban. Le insidie arrivano in trasferta o in campo neutro, ad esempio nel suggestivo esordio con Michigan al Cowboys Stadium (1° settembre): per Alabama sarà la prima sfida di sempre in regular season contro il programma più vincente di tutto il college football (gli unici tre precedenti con Michigan sono arrivati tutti nei bowls). In week 3 la prima partita della SEC e il primo banco di prova per testare le ambizioni dei Crimson Tide: la trasferta ad Arkansas dagli Hogs. Poi tutte le attenzioni saranno rivolte allo scontro con LSU del 3 novembre, stavolta a Baton Rouge: è lì che si deciderà il destino della SEC West e quello legato alla voglia di (ri)vincere di Saban e dei suoi.

 

ARKANSAS

2012 prediction: 9-3 (5-3 SEC)

Cross-division Rival: South Carolina (dal 2014 Missouri)

 

Tyler Wilson

Per un Petrino che va, un altro ne arriva (o meglio ritorna). Arkansas si presenta alla stagione 2012 con diverse novità: dopo quattro stagioni l’head coach Bobby Petrino è stato rimpiazzato da John L. Smith, che ai Razorbacks aveva allenato gli special team dal 2009 al 2011 prima di accettare il trasferimento a Weber State per fare il capo allenatore nella sua alma mater. Poi però Petrino è stato travolto da uno scandalo, e Smith è tornato a Fayetteville a fare l’head coach: l’allontanamento di Bobby Petrino infatti è avvenuto per motivi che hanno ben poco di sportivo. In seguito ad un incidente in moto avvenuto in primavera, è venuta alla luce la sua scabrosa relazione con una ex giocatrice di pallavolo di Arkansas, Jessica Dorrell (25), che era in moto con Petrino quando è avvenuto l’incidente e che il coach (sposato con 4 figli) aveva persino pensato bene di far assumere all’ateneo, seguendo procedure non del tutto cristalline.

Succedendo a Petrino come head coach, Smith ha chiuso in qualche modo il cerchio che si era aperto quando lo stesso Petrino gli era succeduto come capo allenatore a Louisville, nel 2003. Proprio a Louisville Smith ha vissuto il suo periodo migliore da head coach, guidando i Cardinals dal 1998 al 2002 a cinque stagioni vincenti consecutive. L’altro Petrino, Paul, ritorna in Arkansas come offensive coordinator dei Razorbacks: era andato via per uscire dal cono d’ombra del fratello, sotto cui aveva lavorato nel 2009 ma senza chiamare gli schemi. Ora che il cono d’ombra non c’è più, spetterà a lui chiamare i giochi dalla sideline.

2011

Molto buono sul piano sportivo, letteralmente funesto per le vicende extra campo: è stato così il 2011 dei Razorbacks. Il record sportivo parla chiaro (11-2), con le uniche due sconfitte arrivate solo contro Alabama e LSU, peraltro in trasferta, e la bella vittoria 29-16 nel Cotton Bowl contro Kansas State che è valsa agli Hogs il 6° posto finale nel ranking nazionale (Arkansas era salita fino al numero 3 prima di perdere il Golden Boot a Baton Rouge nell’ultima di regular season). Di contro, fuori dal terreno di gioco è andato come peggio non si potrebbe: ad agosto il grave infortunio alla caviglia sinistra che ha tenuto fuori per tutta la stagione il RB titolare Knile Davis, a novembre la tragica scomparsa del giovane TE Garrett Uekman (19 anni), trovato morto nella sua stanza per una cardiomiopatia riscontrata solo durante l’autopsia, infine (anche se è della primavera di quest’anno) lo scandalo che ha travolto Petrino.

OFFENSE

Nelle due stagioni lontano da Fayetteville, l’offensive coordinator Paul Petrino ha fatto un lavoro egregio ad Illinois, contribuendo alla crescita che ha portato il wide receiver A.J. Jenkins al primo giro del draft NFL. Qui ha la fortuna di ritrovare il QB Tyler Wilson, che dopo alcuni tentennamenti ha deciso di tornare per il suo anno da senior: Wilson è stato eletto nell’All-SEC 1st team offense per il 2011, un onore che non era mai toccato a nessun QB degli Hogs. Wilson ha impressionato positivamente negli scrimmages primaverili, lasciando intendere di essere pronto per una stagione persino migliore dell’ottimo 2011. Nel backfield ci sarà il fondamentale rientro di Knyle Davis: nel 2010 aveva fatto sfracelli nel suo anno da sophomore (1,322 yards, 6.5 a portata, 13 TD, ma 1,028 yards e 12 segnature erano arrivate nelle devastanti ultime sette partite), poi un anno di stop forzato per la grave frattura della caviglia sinistra (dopo che prima all’high school e poi ai primi allenamenti primaverili del 2009 aveva rimediato due fratture alla caviglia destra).

Per forza, velocità, capacita di leggere i blocchi e di girare l’angolo, in tutta la nazione sono pochi i running backs che possono tenergli testa: considerando che ha potenzialmente altri due anni di college football davanti, Davis ha davvero dei margini di miglioramento importanti. A concedergli un po’ di respiro saranno Ronnie Wingo e soprattutto Dennis Johnson, rispettivamente 458 e 670 yards nel 2011: Johnson ha avuto anche tre partite sopra le 100 yards, dimostrando di essere un cambio di valore. Il suo forte però sono i ritorni da kickoff: in carriera ha già tre TDs all’attivo in questo fondamentale, oltre a detenere il record di ateneo con 2,475 yards corse su ritorno da kickoff, che ne fanno attualmente il Razorback con più yards all-purpose (4,104) tra i giocatori attivi, il quarto nella storia degli Hogs.

Partiti i due principali bersagli di Wilson, Jarius Wright e Joe Adams, l’opzione primaria per il gioco di passaggi diventerà il senior WR Cobi Hamilton, mentre l’altro spot dovrebbe andare al sophomore Marquel Wade, che giocherà anche come punt returner: l’anno scorso da freshman ha riportato in touchdown un kickoff e si è auto-soprannominato Joe Adams “Mini-Me”, come il personaggio di Austin Powers (Adams, ex wide receiver dei Razorbacks passato ai Panthers al draft NFL di quest’anno, ha segnato 4 touchdown su ritorni da punt nel suo ultimo anno ad Arkansas).

La linea offensiva garantisce un certo affidamento, visto che oltre al perno della linea, il centro Travis Swanson, torneranno anche il left tackle Jason Peacock e la right guard Alvin Bailey.

DEFENSE

Dopo le pessime prestazioni difensive del 2011 (la difesa dei Razorbacks è stata la nona nella SEC), il defensive coordinator Willy Robinson ha rassegnato le dimissioni: al suo posto ci sarà Paul Haynes, che arriva in Arkansas dopo sette stagioni passate ad Ohio State dove nel 2011 è stato co-defensive coordinator e allenatore delle safeties. A Fayetteville Haynes allenerà i cornerbacks, oltre ad occuparsi del reclutamento. In tackle la rotazione degli Hogs è piuttosto profonda, con cinque veterani guidati dal junior Byron Jones, uno dei 6 returning starters della difesa di Arkansas. Anche i defensive ends permettono rotazioni ampie e sicure, con Chris Smith, Trey Flowers, Colton Miles-Nash e Austin Flynn a contendersi i due estremi della 4-3: Flynn soprattutto dovrebbe trovare ampio spazio, vista l’ottima impressione destata nei primi allenamenti dallo scapigliato californiano arrivato da un junior college. L’affidabilità dei defensive ends ha permesso ad Haynes di provare uno spostamento che potrebbe rivelarsi decisivo per la stagione dei Razorbacks: il miglior DE a roster, il senior Tenarius “Tank” Wright, giocherà probabilmente come middle linebacker insieme ad Alonzo Highsmith, anch’egli senior, formando una coppia capace di dominare sia sulle azioni di corsa che sui giochi di passaggio. L’opzione primaria come outside linebacker da dirottare sul lato forte dell’attacco sarà invece l’altro senior Matt Marshall.

Tra i defensive backs ci sono tanti giovani dietro i titolari: le safeties saranno Ross Rasner e Eric Bennett (3 intercetti nel 2011), mentre gli slot di cornerback dovrebbero essere occupati dal sophomore Tevin Mitchel e dal senior Darius Winston. Mitchel ha ben impressionato nel suo anno da freshman, mentre Winston è all’ultimo anno di una carriera universitaria iniziata con le 5 stelle del reclutamento, senza però mai tenere fede alle aspettative: per lui è una vera e propria ultima chiamata.

SCHEDULE

Il calendario di Arkansas è buono, considerando anche che riceverà le super corazzate Alabama e LSU in casa. Lo scontro con Bama, in Week 3, dirà già molto sulle ambizioni dei Razorbacks: i ragazzi di Coach Smith ci arriveranno dopo due partite agevoli che saranno l’ideale per preparare la grande sfida del 15 settembre. Contro Alabama c’è da spezzare una striscia di 5 sconfitte consecutive, per un bilancio di 7 vinte e 15 perse nel totale delle 22 partite fin qui disputate contro i Crimson Tide. La trasferta più insidiosa per Arkansas è quella di South Carolina, il 10 novembre: sarà la penultima sfida con la vecchia cross-division rival, cui dal 2014 subentrerà Missouri. Prima di quella data però gli Hogs usciranno dallo stato solo due volte, contro Texas A&M e Auburn in Week 5 e 6. Dalla partita di Columbia, però, la strada si fa in salita, con la trasferta a Mississippi State prima dell’ultima sfida di regular season, la battaglia per il Golden Boot con LSU, che anche quest’anno andrà in onda il giorno dopo il Ringraziamento.

 

AUBURN

2012 prediction: 7-5 (4-4 SEC)

Cross-division Rival: Georgia

Dopo i fasti del 2010, per Auburn sembra ancora lontano il tempo di poter tornare ad essere un fattore nella SEC West: tuttavia l’head coach Gene Chizik, giunto al quarto anno alla guida dei Tigers, sta gettando le basi per riportare Auburn ai prestigiosi palcoscenici calcati nella stagione di due anni fa, lavorando alacremente soprattutto in fase di reclutamento.

2011

 

Onterio McCalebb

Una stagione da 8-5, dopo che l’anno prima si è vinto il titolo nazionale con un sontuoso 14-0, potrebbe sembrare un risultato vicino al fallimento. Invece i Tigers “orfani” di Cam Newton non hanno fatto malissimo nel 2011, considerando che le cinque sconfitte sono arrivate contro squadre nettamente superiori ad Auburn: quattro in trasferta, con i futuri campioni della ACC (Clemson), Arkansas, la corazzata LSU e Georgia, una sola in casa contro i futuri campioni nazionali di Alabama. Vincendo il Chick-Fil-A-Bowl contro Virginia (42-24), Auburn ha poi centrato il quinto bowl vinto negli ultimi cinque giocati, la striscia più lunga di tutta la nazione con quella di Rutgers e Mississippi State.

OFFENSE

Non è stato facile per coach Chizik trovare un offensive coordinator capace di rimpiazzare Gus Malzahn, passato a fare l’head coach ad Arkansas State. La scelta alla fine è andata su Scot Loeffler, offensive coordinator e coach dei quarterbacks lo scorso anno a Temple dopo aver allenato i QB anche a Florida, Michigan e nella NFL con i Detroit Lions. Con Loeffler Auburn giocherà un attacco pro-style, con più passaggi e più corse dei RB e meno portate del quarterback: in un sistema simile, dovrebbe paradossalmente trovarsi meglio anche Kiehl Frazier, il QB al secondo anno che invece era stato reclutato personalmente da Malzahn per giocare la sua wildcat formation.

A giovare di un attacco più bilanciato saranno senz’altro i bersagli di Frazier: il tight end Philip Lutzenkirchen, dotato di grande talento e destinato ad essere uno dei top TE del prossimo draft NFL, nelle sue prime tre stagioni è stato chiamato in causa prevalentemente quando c’era da arrivare in endzone (dei 44 passaggi che ha ricevuto tra 2009 e 2011, ben 14 si sono trasformati in TD), ma nel suo anno da senior sarà certamente più coinvolto. Lo stesso accadrà per il wide receiver Emory Blake, 36 ricezioni con l’ottima media di 17.0 yards per passaggio nel 2011: il numero delle sue ricezioni è destinato ad aumentare sensibilmente.

Perso Michael Dyer, sopra le 1,000 yards sia nel 2010 che nel 2011, il running back titolare sarà il senior Onterio McCalebb, che alternerà le portate con Tre Mason e il freshman Javon Robinson. La linea offensiva ha ben 16 giocatori a roster, frutto di un ampio lavoro di reclutamento fatto nel 2011 e nel 2012, ma solo quattro di essi hanno almeno due anni di esperienza: tra questi la left guard John Sullen, senior, mentre gli altri due titolari della linea che tornano per il 2012 sono il centro Reese Dismukes e il right tackle Chad Slade, sophomore.

DEFENSE

Il nuovo defensive coordinator dei Tigers, Brian VanGorder, torna nella SEC dopo l’esperienza di Georgia (2001-2004) e dopo aver passato le ultime quattro stagioni nella NFL con i Falcons: succede a Ted Roof, passato a ricoprire uguale incarico a Penn State dopo la pessima prestazione difensiva di Auburn del 2011 (penultima nella SEC). I nove returner starters avranno dalla loro un anno in più di esperienza, a cominciare dai due leader della linea di difesa, gli ends Corey Lemonier e Nosa Eguae, entrambi junior. Tra i linebackers, dove potrebbero esserci problemi di rotazione in caso di infortuni, perché il roster non è profondissimo, ci si aspetta la leadership tecnica ed emotiva del junior Jake Holland, uno dei veterani dei Tigers insieme ai due senior Jonathan Evans e Daren Bates, con il redshirt freshman Kris Frost che se non da subito troverà comunque spazio nel corso della stagione come outside linebacker. Tra i defensive backs l’incognita sta nelle condizioni di T’Sharvan Bell, il senior al quinto da Kissimme (Florida). Bell è reduce da un’operazione al ginocchio, ma dovrebbe essere pronto per la prima partita della stagione (1° settembre): servirà la sua esperienza per guidare la giovane secondaria dei Tigers.

SCHEDULE

L’opener di Atlanta con Clemson, campione ACC del 2011, fornirà subito indicazioni sulla stagione dei Tigers. In Week 2 la prima partita della SEC, a Mississippi State, poi un impegno agevole (UL Monroe in casa) prima dell’improba trasferta a Baton Rouge con LSU che darà avvio ad una striscia di cinque partite di conference in fila per i Tigers. Il 24 novembre l’ultima gara di regular season prevede la visita a Tuscaloosa, per la consueta e sentitissima sfida con Alabama, ma difficilmente Auburn potrà far suo l’Iron Bowl 2012.

 

TEXAS A&M

2012 prediction 7-5 (3-5 SEC)

Cross-division Rival: Missouri (dal 2014 South Carolina)

 

Kevin Sumlin

Se bastasse l’entusiasmo, il titolo della SEC potrebbe tranquillamente già prendere la via del Texas. Pur dopo una stagione insoddisfacente (7-6), che ha portato al cambio dell’intero coaching staff, gli abbonamenti stagionali alle partite casalinghe di Texas A&M hanno avuto il sold out più veloce della storia: il merito, ovviamente, va al trasferimento nella regina delle conference, la SEC, dove gli Aggies sperano di poter recitare presto un ruolo da protagonisti. Il deludente 2011 ha causato l’allontanamento dopo quattro stagioni dell’head coach Mike Sherman, che ha chiuso la sua esperienza in Texas subito dopo la regular season con un modesto 25-25 complessivo: al suo posto nel bowl ha coachato il defensive coordinator Tim DeRuyter, ma per il 2012 è stato chiamato Kevin Sumlin, reduce dalla strepitosa stagione trascorsa a Houston, in cui ha portato i Cougars ad un record di 13-1, con l’unica sconfitta arrivata nella finale della C-Usa prima del Ticket City Bowl vinto contro Penn State. Quello di Sumlin è un ritorno a Texas A&M: era stato assistant coach nel 2001 e nel 2002, sotto coach Slocum. Per Sumlin e gli Aggies, comunque, non sarà un percorso facile: Texas non batte una squadra della SEC dal 1995…

2011

Il 2011 di Texas A&M, piuttosto insoddisfacente dopo il buon 9-4 del 2010, ha evidenziato soprattutto la mancanza di cattiveria necessaria a chiudere le partite, ossia quello che in gergo viene definito “killer istinct”: delle sei sconfitte rimediate, ben cinque sono arrivate in partite in cui gli Aggies erano al comando con un vantaggio in doppia cifra. La delusione più grande è arrivata nell’ultima settimana di regular season, il 24 novembre, nella gara che probabilmente ha chiuso la ultracentenaria rivalità con Texas: avanti prima 13-0 e poi 25-24 ad appena 108 secondi dalla fine del 4° quarto, gli Aggies sono usciti sconfitti dal campo per un field goal arrivato all’ultimo secondo. Texas A&M ha così perso la sfida numero 118 con Texas, l’ultima giocata in Big 12, con l’aggravante di non sapere se e quando il calendario proporrà di nuovo di fronte le due rivali statali, visto il trasferimento degli Aggies nella SEC.

La vittoria nel Meineke Car Care Bowl, 33-22 contro Nortwestern, non è bastata a riabilitare la stagione né a dare concreti motivi di soddisfazione al dodicesimo uomo di Texas A&M, da sempre una delle tifoserie più calde e appassionate di tutto il college football.

OFFENSE

In assenza di un offensive coordinator (era sempre Sherman a chiamare gli schemi), Sumlin ha pensato bene di portare con sé Kliff Kingsbury, che a Houston era co-offensive coordinator e allenatore dei QB. Kingsbury detiene praticamente tutti i record da QB di Texas Tech, dove sotto coach Mike Leach ha imparato l’attacco “Air Raid”, di cui oggi propone una nuova variante. La perdita di Tannehill, primo quarterback Aggie a finire al primo giro del draft NFL, lascia un vuoto difficile da colmare per Texas: il sophomore Jameill Showers è favorito per partire titolare nell’opener stagionale, ma deve guardarsi dalla concorrenza del redshirt freshman Johnny Manziel.

Pur fedele ad un attacco spread, in cui vengono privilegiati maggiormente i lanci, Kingsbury ha detto esplicitamente che con gli Aggies proporrà il giusto bilanciamento tra corse e passaggi, anche in base a ciò che concederanno gli avversari. L’efficacia dei giochi di corsa dipenderà soprattutto dalle condizioni di salute del senior Christine Michael: se sta bene può essere devastante, ma nelle ultime due stagioni ha sempre dovuto saltare almeno tre partite per problemi fisici, dunque il suo impiego a tempo pieno resta un’incognita.

Il nuovo attacco spread favorirà senz’altro i ricevitori, i senior Ryan Swope e Uzoma Nwachukwu: se già le cifre nel 2011 erano ragguardevoli (soprattutto per Swope, che ha collezionato 89 ricezioni per 1,207 yards e 11 touchdowns), quelle del 2012 sembrano destinate a lievitare. Un occhio di riguardo per il WR Mike Evans: ha iniziato a giocare a football solo all’ultimo anno di high school, ma è un redshirt freshman di grande talento che potrebbe deflagrare come vera e propria stella.

La linea offensiva è una delle più forti mai schierate da Texas A&M: le stelle sono i tackle Jake Matthews e Luke Joeckel, legittimo candidato ad essere eletto All-American. Il centro è l’affidabile senior Patrick Lewis: l’incognita per l’OL sta solo nella scarsa profondità delle rotazioni.

DEFENSE

Dopo aver allenato ad interim nel bowl, il defensive coordinator Tim DeRuyter è passato a fare il capo allenatore a Fresno State: in Texas è arrivato Mark Snyder, defensive coordinator a South Florida nelle ultime due stagioni dopo cinque anni da head coach a Marshall (2005-2009). La difesa degli Aggies nel 2011 è stata prima in tutta la nazione per sacks messi a segno, ben 51 in 13 partite, ma quest’anno vedrà tornare solo quattro titolari. Due sono i defensive end della nuova 4-3, il senior Spencer Nealy e il junior Damontre Moore, che nel suo secondo anno è stato devastante (8.5 sacks e 17.5 tackles con perdita di yards): se confermerà i suoi progressi potrà legittimamente aspirare ad essere una star. Più problematica la situazione nella posizione di tackle, dove mancano giocatori esperti ad eccezione del senior al quinto anno Jonathan Mathis, che però torna dopo un infortunio che lo ha tenuto praticamente fermo nel 2011 (ha giocato solo tre partite in quello che doveva essere il suo ultimo anno di college, poi ha ottenuto un medical redshirt).

I linebackers sono di grande affidamento, visto che tornano per il loro anno da senior sia l’OLB Sean Porter (9.5 sacks lo scorso anno) che il MLB Jonathan Stewart (98 tackle nel 2011): insieme sono letteralmente dominanti. Dietro l’altro outside linebacker Steven Jenkins, senior in grande evidenza negli allenamenti di primavera, manca però l’adeguata profondità per assicurare le giuste rotazioni in caso di necessità.

La vera incognita della difesa di Texas A&M resta comunque la secondaria, in cui tra i possibili partenti ci saranno probabilmente tre sophomores. La mancanza di esperienza sarà sopperita dal maggiore atletismo dei cornerbacks Deshazor Everett e Floyd Raven (del resto lo scorso anno gli Aggies hanno concesso ben 276.3 yds di passaggio a partita, ottava difesa in Big 12: fare meglio non è impossibile). Come free safety dovrebbe agire il senior Steven Campbell, le cui condizioni fisiche restano però un’incognita (ha giocato solo nove partite nel 2010 e appena sei nel suo anno da junior).

SCHEDULE

Il calendario degli Aggies avrà un avvio favorevole, con l’opener contro Louisiana Tech, poi arriveranno al Kyle Field le prime due avversarie della SEC: in Week 2 Florida, poi Arkansas. La sfida con i Gators non va in scena addirittura dal Sun Bowl del 1977 (vittoria 37-14 per Texas A&M): l’esito della sfida con Florida sarà subito un banco di prova importante per saggiare le ambizioni degli Aggies. Lo schedule si complica drasticamente dopo il riposo: LSU in casa e poi un trittico esterno ad Auburn, Mississippi State e Alabama, prima di chiudere di fronte al dodicesimo uomo con Sam Houston State e con i “vecchi” rivali di Big 12, i Tigers di Missouri approdati nella SEC East. Quella con Mizzou sarà l’ultima sfida della rivalry: dal 2014 la rivale cross-divisionale di Texas A&M sarà South Carolina.

 

MISSISSIPI STATE

2012 prediction 6-6 (2-6 SEC)

Cross-division Rival: Kentucky

 

Tyler Russell

Sotto la guida di Dan Mullen, giunto alla quarta stagione come capo allenatore dei Bulldogs, Mississippi State ha compiuto progressi innegabili, ma la vita nella SEC continua ad essere difficile. Con Mullen head coach MSU è 3-12 contro le squadre della SEC West, anche se le vittorie sono arrivate tutte contro gli arcirivali di Ole Miss: la striscia attiva di tre vittorie nell’EGG Bowl è la più lunga da quando i Bulldogs riuscirono ad imporsi quattro volte di fila tra il 1939 e il 1942. Anche i 103 punti messi a segno nelle tre vittorie sono un risultato rilevante: per trovare un attacco più prolifico bisogna tornare indietro nel tempo a quando MSU ne mise a referto 111 nell’arco di tre partite vinte tra il 1916 e il 1918.

Per il ritrovato dominio nell’Egg Bowl, e per la prima vittoria back-to-back nei bowl games di fine anno dal 1999-2000, i tifosi venerano coach Dan Mullen. L’obiettivo realistico per il 2012 resta comunque quello di arrivare ad uno dei bowl minori.

2011

Male contro le squadre della SEC (2-6, vittorie solo contro Kentucky e Ole Miss), meglio nelle gare non di conference (ma con uno schedule molto agevole): la stagione 2011 però si è chiusa in crescendo, prima con il sonoro 31-3 nell’Egg Bowl ai rivali statali, all’ultima di stagione regolare, poi con il Music City Bowl, in cui Mississippi State ha battuto Wake Forest 23 a 17 centrando il secondo bowl consecutivo dopo il Gator Bowl del 2010 e la quinta vittoria negli ultimi cinque bowl giocati, la striscia attiva più lunga della nazione insieme a Rutgers e Auburn.

OFFENSE

Lo spot di running back titolare lasciato libero da Vick Ballard, passato in NFL ai Colts, sarà riempito dal junior LaDarius Perkins, 5.3 yards a portata nelle due stagioni come backup RB; Perkins dovrebbe vedere aumentare anche le sue ricezioni, solo 13 (per 59 yards) nel 2011. Per il fatturato dell’attacco sarà decisivo il salto di qualità che ci si aspetta dal quarterback Tyler Russell, junior al quarto anno. La batteria dei ricevitori a disposizione di Russell è affidabile e profonda: a roster ci sono i quattro WR reclutati da Mullen al suo arrivo, i senior Chad Bumphis, Arceto Clark, Chris Smith e Brandon Heavens, oltre al redshirt freshman Joe Morrow che ha mostrato di avere un enorme potenziale a disposizione. Il tallone d’Achille dell’attacco dei Bulldogs resta la linea offensiva, in cui spicca solo la left guard Gabe Jackson (junior).

DEFENSE

Il perno della linea difensiva, caratterizzata da una buona profondità, sarà il senior Josh Boyd, defensive tackle che potrà finalmente mostrare il suo valore dopo essere stato “oscurato” dalla presenza di Fletcher Cox, passato in NFL con un anno di anticipo (lo hanno scelto gli Eagles). Come defensive end tornerà Kaleb Eulls, sophomore, mentre l’altro sarà Denico Autry, junior college All-American lo scorso anno a East Mississippi. Il leader della difesa resta comunque il weak-side linebacker Cam Lawrence, senior, con il junior Deontae Skinner che giocherà invece dal lato forte. Tra i defensive backs cerca gloria il CB Johnthan Banks: con 12 intercetti realizzati con la maglia dei Bulldogs, può andare a caccia del record di ateneo (16).

SCHEDULE

Inizio agevole, finale drasticamente in salita: nelle prime sette partite ha solo due trasferte, peraltro con match abbordabili (Troy e Kentucky), poi le cose si complicano sensibilmente. Contro i Crimson Tide (Week 9, 27 ottobre) avrà inizio una striscia durissima che vedrà anche la trasferta a LSU oltre alle due sfide casalinghe con Texas A&M e Arkansas, prima di andare ad Oxford per l’Egg bowl di fine stagione con Ole Miss.

 

OLE MISS

2012 prediction 4-8 (1-7 SEC)

Cross-division Rival: Vanderbilt

 

Donte Moncrief

Difficilmente il nuovo cambio di head coach ad Ole Miss (il terzo dalla postseason 2004) produrrà gli stessi risultati di quello che aveva portato Houston Nutt a guidare i Rebels dalla stagione 2008: con Nutt erano arrivate due convincenti vittorie nel Cotton Bowl (2008 e 2009), ma la situazione di Ole Miss al suo arrivo era ben diversa da quella di oggi. Nonostante il credito guadagnato con i due bowls vinti, Nutt è stato comunque allontanato al termine della stagione 2011 dopo un disastroso 2-10, con uno 0-8 nella SEC che ha portato a 14 le sconfitte consecutive contro le rivali di conference. A guidare Ole Miss è stato chiamato Hugh Freeze, in passato già nel coaching staff dei Rebels, che in una sola stagione da capo allenatore ad Arkansas State ha portato i Red Wolves alla prima stagione da 10 vittorie dal lontano 1986, impreziosita dal 1° titolo della Sun Belt.

2011

Peggior difesa e secondo peggior attacco della SEC: basterebbe questo a fotografare la pessima stagione disputata dai Rebels nel 2011. Le uniche due vittorie sono arrivate con Southern Illinois in casa e con Fresno State in trasferta, prima di una striscia aperta di sette sconfitte consecutive culminate nell’umiliante 3-31 sofferto nell’Egg Bowl con i rivali di Mississippi State. Peggio, francamente, proprio non si poteva.

OFFENSE

Nel nuovo staff di coach Freeze non è stato confermato l’offensive coordinator David Lee, rimpiazzato da Matt Luke e Dan Werner. Luke è un prodotto di Ole Miss piuttosto giovane (2000): si occuperà principalmente della linea offensiva, come ha fatto nelle ultime quattro stagioni a Duke. Anche quello di Werner è un ritorno: aveva lavorato nello staff offensivo dei Rebels nel 2006 e nel 2007, a stretto contatto proprio con Freeze, che all’epoca si occupava dei tight ends e del reclutamento. La situazione del QB è piuttosto incerta: a partire dovrebbe essere il sophomore Bo Wallace, arrivato da East Mississippi con cui ha vinto il titolo nazionale junior college nel 2011. Freeze lo conosce bene perché Wallace ha passato un anno di redshirt ad Arkansas State quando Freeze era offensive coordinator; l’alternativa a Wallace è il junior Barry Brunetti, uno dei tre partenti del 2011. Il running back titolare sarà il junior Jeff Scott, 529 yards su corsa per 6 TDs nel suo anno da sophomore. Il wide receiver più affidabile per l’attacco up-tempo di coach Freeze sarà Donte Moncrief, che nel suo primo anno ha guidato la batteria di ricevitori in ricezioni (31, record per un freshman di Ole Miss), yards (454) e touchdowns (4). Negli scrimmages di primavera si è messo bene in luce anche l’altro WR Ja-Mes Logan, junior.

Piena di incertezze la linea offensiva, in cui l’unico returning starter sarà il junior Evan Swindall, passato a giocare centro nel corso della stagione scorsa: per Matt Luke ci sarà parecchio lavoro da fare.

DEFENSE

Il defensive coordinator Tyrone Nix non è stato confermato: al suo posto ci saranno Wesley McGriff, che nel 2011 ha allenato i cornerbacks a Vanderbilt dopo 4 stagioni a Miami (Fla), e Dave Wommack, che coach Freeze ha voluto portare con sé dopo averlo avuto l’anno scorso ad Arkansas State. Nella linea della 4-3 gli unici partenti che ritornano sono i tackles Uriah Grant (senior) e Bryon Bennett (sophomore). L’anno scorso Ole Miss ha messo a segno solo 13 sacks: per quest’anno ci si aspetta maggiore pressione sui quarterbacks avversari dai defensive ends, soprattutto dal sophomore C.J. Johnson, un top recruit del 2010 che ha ben impressionato in primavera. Tra i linebackers tornano sia il leader per numero di tackle effettuati Mike Marry, junior, che il sophomore Serderius Bryant, eletto nel 2011 nella All-SEC team dei freshmen. La secondaria si affida al junior Charles Sawyer, safety, che nel 2011 ha guidato i Rebels per intercetti (4) e passaggi difesi (9), mettendo a referto anche 70 tackles. Il redshirt freshman Denzel Nkemdiche non partirà titolare, ma è fisico e veloce e potrebbe trovare spazio sia come safety che come weak-side linebacker.

SCHEDULE

I Rebels dovranno approfittare di un avvio di calendario piuttosto agevole per mettere in cascina delle W, perché dopo la cosa potrebbe farsi complicata: con Central Arkansas e UTEP in casa e nella trasferta di Tulane dovranno arrivare tre successi prima di andare ad Alabama per aprire il calendario delle sfide di conference, contro cui Ole Miss è 0-14 negli ultimi quattordici incontri. Fari puntati sull’Egg Bowl con i rivali statali di Mississipi State, tradizionalmente collocato nel weekend del Ringraziamento per l’ultima di regular season: già spezzare la striscia aperta di 3 sconfitte sarebbe un buon risultato per aprire l’era di coach Freeze alla guida dei Rebels.

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