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Striscia aperta di vittorie per gli Orlando Magic che dopo un paio di sconfitte fisiologiche post-trade hanno inanellato nove W consecutive.
Le vittorie con San Antonio e Boston, le due migliori squadre della Lega, hanno riportato fiducia ed entusiasmo, quelle seguenti con squadre alla portata come Cavs, Nets, Bucks, Warriors e Rockets hanno consolidato l’idea che gli scambi orchestrati da Otis Smith possano dimostrarsi un upgrade per la squadra.
Le ultime due vittorie con Houston e Dallas sono la conferma di un gioco ritrovato e di una strada appena imboccata che sembra poter essere quella giusta.
Cosa sta succedendo ai Magic?
Questo il primo istintivo pensiero che mi è venuto spontaneo alla notizia dell’ennesima sconfitta inaspettata perché subita contro una squadra decisamente inferiore come Philadelphia. Sei le sconfitte nelle ultime dieci gare e una sola vittoria nelle ultime sette.
Se le sconfitte in trasferta su campi storicamente ostici come Denver e Utah si potevano preventivare, le sconfitte con Bucks, Portland e quella casalinga con Atlanta lo erano meno.
Un virus intestinale che ha colpito la squadra ha costretto Howard, Pietrus, Redick e Nelson a casa per la gara con i Bucks e ha lasciato sicuramente strascichi anche sulla partita di due giorni dopo contro gli Hawks. Casualità che ha influenzato l’esito solo di due gare di regular season ma la sensazione è che i Magic avessero perso l’inerzia positiva e stessero lentamente ma inesorabilmente cadendo, quarti ad Est dietro Celtics, Heat e Bulls.
Invece nel momento meno atteso è arrivata la notizia di due “blackbuster trades” come le definiscono negli States orchestrate dal GM Otis Smith.
Poche le novità in quest’inizio di stagione ad Orlando.
La partenza di Barnes è stata rimpiazzata dall’arrivo di Quentin Richardson, quella di Anthony Johnson dall’ arrivo di Duhon.
Il ritiro di Foyle ha lasciato un posto a roster che è stato colmato con la firma di Malik Allen che con il rookie Orton completano la schiera di volti nuovi in casa Magic.
La partenza è stata in linea con quelle degli ultimi anni causa nonostante le prestazioni sotto la media di Lewis e Redick e gli infortuni a Pietrus e Carter che ne hanno limitato il minutaggio.