Per la prima volta in vent’anni, quest’autunno non abbiamo ritrovato Kobe Bryant, Tim Duncan e Kevin Garnett al traning camp, circondati da microfoni e registratori, o impegnati nelle foto di rito; tre dei cestisti più iconici e carismatici di sempre lasciano il basket professionistico dopo aver dato e ricevuto moltissimo da questo sport. Con la loro
Andrew Wiggins Ben Simmons Brandon Ingram D'angelo Russell Karl-Anthony Towns Kevin Garnett Kobe Bryant Tim Duncan
13 – Julius Erving
C’è una data. C’è un giorno, un mese e un anno. Forse persino un orario che non è dato sapere. C’è un momento preciso in cui pare tutto abbia avuto inizio. In cui la pallacanestro ha compiuto la sua ultima grande rivoluzione. Sarebbe cambiata per sempre e nulla sarebbe stato più come prima. In precedenza
14 – Hakeem Olajuwon
La leggenda narra di un’automobile solitaria che costeggiava un campo di calcio polveroso, alla periferia di Lagos, Nigeria. Due squadre si affrontavano sotto il sole cocente. Richard Mills, un americano che aveva insegnato basket per diversi anni in Africa, era alla guida della macchina. Con la coda dell’occhio scorse il portiere di una delle due
15 – Moses Malone
Quando il 12 Gennaio del 1995 fu messo in Injured List dai San Antonio Spurs per non fare mai più ritorno sul terreno di gioco, Moses Malone era unanimemente considerato il quarto miglior centro di tutti i tempi dopo l’ineguagliato trio delle meraviglie, Russell, Chamberlain, Jabbar. Al suo attivo aveva una ventennale carriera fra i
16 – Elgin Baylor
Si può dire tutto ed il contrario di tutto su Elgin Baylor ed esser sicuri di non sbagliare. Si può definirlo il miglior giocatore di sempre a non aver mai vinto un titolo, ma allo stesso modo il più grande fra i ”perdenti” nella storia della NBA. Possiamo affermare che è stato una delle più
17 – John Havlicek
“Hondo: Celtic Man in Motion” è il titolo della biografia autorizzata, scritta da Bob Ryan e pubblicata nel 1977, sulla vita di una delle più grandi e forse sottovalutate leggende che abbiano mai attraversato il mondo della pallacanestro a stelle e strisce. Ogni singola parola del titolo ha una sua logica spiegazione. “Hondo” come l’aveva
18 – Stockton to Malone
Ok, ormai non è più una sorpresa. Avendo ripreso questa rubrica dopo dieci lunghi anni, non c’è neanche più gusto a dire che ho barato. Sì, perché – ormai l’avrete capito – dovevano essere trenta i giocatori in classifica, e invece sono trentuno. E John Stockton che sarebbe dovuto finire un po’ più indietro nel
19 – Isiah Thomas
Chi ha mai detto che per giocare in NBA e risultarne a bocce ferme uno dei migliori players nella storia, bisogna per forza essere simpatici e benvoluti? A quanto ci risulta, nessuno. Dunque possiamo pure mettere da parte l’Isiah Thomas che da GM e coach dei Knicks ha fatto più danni della grandine. E mettiamo anche
20 – Charles Barkley
Fino alla metà degli anni ‘80 Bob Pettit era ancora unanimemente considerato la miglior Power Forward nella storia della pallacanestro. Poi il ruolo subì una profonda evoluzione e nel giro di un decennio nuovi e agguerriti interpreti ridisegnarono e stravolsero completamente le gerarchie nello spot di ala forte. Sembrerà strano ma il primo a scalzare