Degli oltre cinquecento giocatori a roster nelle trenta franchigie che stanno disputando la settantunesima edizione del più importante campionato professionistico di basket americano, noto al grande pubblico come NBA, solo tre sono stati realmente presi in considerazione per entrare a far parte della nostra classifica. Il primo è stato scartato per mere questioni anagrafiche. Come
7 – Larry Bird
Colui del quale ci apprestiamo a narrare le gesta, è entrato nel mondo del basket col soprannome di Contadino di French Lick. Ne è uscito una quindicina d’anni dopo con quello di Leggenda. Nel mezzo un’epoca fra le più straordinarie nella storia della pallacanestro americana, forse in assoluto la più bella, sicuramente la più importante.
8 – Tim Duncan
Gli uragani non sono mai una bella cosa. Proprio no. Arrivano, distruggono, se ne vanno. Poi non resta che raccogliere le macerie e far la conta dei danni. Forse è per questo, come disse qualcuno, che solitamente portano nomi di donna. Non tutti però. Quello che nel mese di settembre del 1989 si abbatté sulle
9 – Oscar Robertson
Non Sua Maestà Jordan. Non l’immenso Russell o l’impressionante Chamberlain. Non the great and woundrous Doctor J. E neanche Jabbar, Magic o Bird. Ad essere votato nel 2000 “Giocatore del Secolo” dalla National Association of Basketball Coaches è stato Oscar Palmer Robertson. Un nome forse poco conosciuto a neofiti e profani, ma che ha lasciato
Chris Bosh e Hank Gathers: quando in gioco è la salute
Il deprimente epilogo della permanenza di Chris Bosh a Biscayne Bay (a base di polemiche, accuse e cartelle cliniche), non è stato all’altezza dei sei anni vissuti sulla cresta dell’onda, prima con i Big Three –quattro volte in Finale NBA e due volte titolati– e poi da conclamato uomo-franchigia e chioccia per i giovani, in
Alonzo Mourning Chris Bosh Erik Spoelstra Hank Gathers Loyola Marymount miami heat Pat Riley Paul Westhead shaquille o'neal
10 – Kobe Bryant
“Be like Mike” recitava un famoso spot andato in onda su tutte le reti televisive americane a partire dal 1992 per quello che è stato un vero e proprio tormentone mediatico. Una pubblicità entrata prepotentemente nelle case d’America e del mondo, la cui musica orecchiabile, le immagini allegre e spensierate, il messaggio semplice e accattivante,
La più grande partita di Magic Johnson
Sono passati ormai venticinque lunghi anni dal 07 Novembre del 1991. Quello fu il giorno della più famosa conferenza stampa della storia dello sport, perché in quell’occasione ci fu annuncio shock che cambiò per sempre l’NBA. Fu anche il giorno in cui cominciò la più grande e difficile partita della carriera di uno dei più grandi
11 – Shaquille O’Neal
Dopo le finali NBA del 2002 fra Lakers e Nets, mi ritrovai a parlare su un campo da golf con la stella del football Jerry Rice. “Segui la NBA?” gli chiesi. “Certamente.” “Chi è stato secondo te il più grande di sempre?” “MJ, ovviamente!” rispose. “Perché, secondo te?” La mia risposta fu quella di una
12 – Jerry West
Un canestro appeso al muro di un capannone in uno squallido cortile in cemento. Un ragazzino pallido, emaciato, quasi scheletrico, vi si staglia di fronte con la palla in mano. Solo, come tutti i grandi uomini nel momento in cui si trovano ad affrontare il loro destino. Lo sguardo su quel ferro arrugginito, la mente