grande amante del basket, del vino e della scrittura, segue l'NBA dal 1994, quando i suoi occhi furono accecati dal fulgido bagliore emanato dal talento irripetibile di Penny Hardaway. Nutre un'adorazione incondizionata per l'Avv. Federico Buffa e non perde occasione di leggere i pezzi mai banali di Zach Lowe.
Per la prima volta, da quando nelle ultime 38 partite della stagione 2010-11 ha preso il posto di Jim O’Brien, Frank Vogel non ha dato inizio al training camp disegnando una grande D (per difesa) sulla lavagna dello spogliatoio della Bankers Life Fieldhouse. Adesso la priorità è costruire un sistema offensivo che sia degno del
Era dai tempi di Marques Johnson che David Falk, uno dei più influenti agenti del panorama NBA, non portava un suo assistito di rilievo a Milwaukee. Erano i Settanta, nella lega ancora tutti i tiri dal campo valevano due punti e Falk era un giovane di belle speranze che si faceva strada all’interno dello studio
Che James Harden rappresenti oggi un serio candidato alla conquista del titolo di MVP stagionale è piuttosto pacifico. Che sia anche, nell’anno di grazia 2015, la shooting guard più forte dell’intera lega appare quasi scontato, complice il comprensibile calo di coloro ai quali storicamente spettava il riconoscimento, segnatamente Kobe e Wade. Al livello del Barba
Sostanzialmente la stagione scorsa dei Pacers è andata in archivio come un vero e proprio rebus dalla soluzione quantomeno complicata. Ad un’ascesa iniziale inarrestabile, durante la quale pareva che solo il cielo potesse costituire il reale limite delle ambizioni di Indiana, ha fatto seguito una caduta rovinosa ma soprattutto misteriosa per una squadra di cotanto
Quando sembra essersi ristabilito il normale ordine delle cose, ecco i Pacers che non ti aspetti. O meglio, Indiana ci ha abituato nell’arco della stagione alla sua ormai conclamata doppia natura: un principio di stagione folgorante, seguito da un calo netto e vertiginoso. Nell’ultima settimana di playoff tuttavia la banda di Vogel ha portato all’estremo
Indossa la maglia gialla numero 24 ma non è Kobe Bryant, segna 7 triple in una decisiva gara di playoff dei Pacers ma non è Reggie Miller né Chuck Person. Il suo nome è Paul George, per gli amici PG, per i commentatori di Fox Sports 1 that is the ONE, there’s NO QUESTION e Indiana
Dopo i primi due episodi di Indianapolis la serie si sposta nella capitale. Al Verizon Center di Washington, D.C., l’atmosfera è elettrica. Era dai tempi di Spencer Haywood e Frank Johnson che non si giocava con un obiettivo così ambito da raggiungere, se si esclude il cappotto in semifinale di conference rimediato nel 2005 contro
Gli Indiana Pacers 2014 ormai sono meglio (o peggio, dipende da quanto teniate alle sorti della squadra) di una delle emozionanti quanto grottesche telenovelas sudamericane degli anni ’80. Hanno più risvolti della trama dello sceneggiato venezuelano Señora o dell’indimenticabile saga messicana di Esmeralda. Prima della partita il web gossipparo era tutto proteso verso lo svelamento
Il bello delle serie al meglio delle 7 partite è che si può sbagliare. È ammesso fallire una, due, magari anche tre volte purché si ritrovi la retta via e si conquistino le altre gare. Il bello delle serie di playoff NBA è che, eliminato un avversario, puoi azzerare quanto di negativo successo fin lì