Quando una società langue nel limbo di una imbarazzante mediocrità a tal punto da diventare una delle principali barzellette nel mondo sportivo americano; quando è perdente nell’ immagine prima ancora che nei risultati perché incapace di costruire basi nel presente su cui fondare le prospettive del domani, allora l’ unica soluzione che possa davvero salvarla è quella di uno stravolgimento totale che possa rinnovarla nei principi e negli stimoli.
In questo senso, se i tifosi dei Warriors si aspettavano un’ estate di cambiamenti radicali nella speranza di porre fine ad un’ era che (ad eccezione del “WE BELIEVE”) è stata contraddistinta da delusioni e sconfitte, non si può dire che la loro attesa non sia stata ripagata.
Tutt’ altro, si è andati persino oltre se è vero che la rivoluzione che si è verificata all’ interno dell’ organizzazione è stata anche più viscerale e sorprendente di quanto onestamente si potesse prevedere.