Quelli di “TimeOut New York” farebbero bene ad aggiornare quanto prima il loro elenco delle “101 cose da fare a NY quando è primavera”: al terzo posto nello speciale elenco stilato qualche anno fa dalla nota guida alla città, compare un “Dine alfresco” che, in questo maggio 2012 può essere benissimo interpretato con accezione hockeistica.
Le individualità contano. Ma gli Dei Lari degli Stati Uniti non mancano di fornire quotidianamente indizi ad ogni singolo cittadino americano di quanto la teoria dell’Uomo della Provvidenza sia vacua e inconcludente, quanto i campionati si vincano con “la Squadra” e mai con le individualità, quando le stelle riescono a trasformare in stelle anche i
Fuori Vancouver, prima classificata in regular season. Fuori Pittsburgh, che non riesce nella storica impresa di recuperare e ribaltare il passivo di 0-3 accumulato dopo gara-3. Eliminati anche i campioni 2010 di Chicago. Ma la vera notizia è che i Predators sono arrivati per primi a staccare il biglietto per la semifinale di conference, dopo
OTTAWA SENATORS-NEW YORK RANGERS 1-2 (2:4; 3:2; 0:1) “Why stop now?” è la frase che campeggiava su molte delle magliette sfoggiate in un Scotiabank Place colmo all’inverosimile nella serata di lunedì. “Perché fermarsi adesso?” chiedono i supporters dei Senatori, a se stessi e ai loro beniamini. E sicuramente non ha voglia di fermarsi Karlsson, già miglior
Nashville dei miracoli, Vancouver sull’orlo dell’eliminazione, l’equilibrio perfetto di Ottawa–New York. Ma il weekend di playoff Nhl appena passato è tutto nelle parole di frustrazione di Sid Crosby dopo gara-3 – “I don’t like any guy on their team” – con Pittsburgh che non riesce a decollare, prende 20 goal in tre partite ed è
Kings – Canucks, Red Wings – Predators e Flyers – Penguins apriranno questi playoff 2012. Mercoledì, sarà proprio il derby Phila-Pens a dare fuoco alla miccia, alle 7.30 ora della Pennsylvania. Forse mai come quest’anno, il primo turno di playoff servirà finalmente a fare chiarezza sulle reali chances di vittoria finale dei 16 team approdati
Quest’anno sul ghiaccio della National Hockey League c’è chi non ha fatto l’exploit inaspettato di St.Louis e Nashville. Non ha neanche brillato da supernova a metà stagione, per poi rotolare ai piedi della graduatoria generale, come Minnesota. C’è chi non ha tardato a partire come Boston e Vancouver ma non ha nemmeno stentato come Washington. Si tratta
Guardare verso l’alto e vedere solo due Original Six (Detroit e Rangers) più Vancouver e St.Louis. Guardare verso il basso, e avere l’inebriante sensazione di svettare su franchigie con la tradizione e le ambizioni di Pittsburgh, Boston, Philadelphia, Chicago, Washington. E’ il destino di quest’anno dei Predatori, che stanno insegnando ad apprezzare l’odore del ghiaccio
Quest’anno le franchigie “giovani” della Hockey Nation si stanno facendo onore. Dalle parti del Canada, i Senators (anno del ritorno in Nhl: 1992) tallonano i Bruins in vetta alla Northeast e, dall’alto del nono posto occupato in graduatoria generale alla fine della terza settimana di gennaio, dovrebbero giocare un ruolo da protagonisti anche nella post season. Bene al giro