Philadelphia 76ers: Preview
NL Central Preview 2011
I Packers, “una squadra speciale”: i commenti dei protagonisti del Super Bowl XLV
“Ho espresso questo concetto più volte: una squadra è qualcosa di molto, molto speciale e una squadra che vince il titolo passando attraverso tutte le cose che ha attraversato questa, è notevolmente speciale”.
Il GM dei Packers Ted Thompson è raggiante e commosso allo stesso tempo: sa che i suoi in campo hanno compiuto l’impresa dell’anno, sa che una buona parte del merito ce l’ha anche lo staff che lui dirige, ma le sue parole abbracciano l’intera franchigia e sono tra le più significative in mezzo alle migliaia di altre pronunciate nei minuti immediatamente successivi alla fine della partita dell’anno.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
Aaron Rodgers: il cacciatore di rapaci
Cinque passaggi incompleti.
Cominciamo da qua, per spiegare la partita di sabato notte di Aaron Rodgers.
E qua finiamo anche, per la verità. Perchè in 38 minuti abbondanti di tempo semi-effettivo (tanto è stato il possesso palla dei Packers) sono stati gli unici errori del QB californiano.
Una prestazione mostruosa, che bissa l’ottima prova della scorsa settimana contro gli Eagles, e proietta il quasi 28enne Rodgers nell’Olimpo dei migliori 4-5 quarterback Nfl in attività.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
The power of Love
Il suo cognome non può che suscitare commenti ed è impossibile da dimenticare.
Ha parenti illustri, da Hall Of Fame, anche se non si tratta di quella di Springfield, ma di Cleveland in Ohio e un padre, non dotato da madre natura dello stesso talento di fratello e cugini, che ha deciso di seguire un’altra carriera, quella della palla a spicchi.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
Gli errori di Ackers spezzano le ali degli Eagles
L’avevamo già detto circa un mese fa, per giunta in occasione di una brillante vittoria in thursday night: gli Eagles di questa stagione non hanno, nel modo più assoluto, una difesa in grado di portarli avanti nei playoffs.
Così è stato: Phila è uscita sconfitta domenica notte per mano dei Packers, semplicemente più solidi senza palla, capaci di mettere costantemente pressione sulla linea d’attacco e di neutralizzare il gioco di corsa, costringendo il Quarterback avversario ad affidarsi troppo spesso al suo braccio per avanzare il pallone.
Tutto qui? Ad una prima analisi, queste poche righe, effettivamente, potrebbero bastare come fredda cronaca del wild card game che ha chiuso il programma del primo weekend di playoffs 2010-11. Dirò di più: non sarebbero del tutto prive di fondamento, ma se ci fermassimo a questi pochi punti perderemmo di vista altri aspetti, su alcuni dei quali vorrei soffermarmi in questa sede, sottolineandone l’importanza.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
La striscia si chiude qui
Riuscite a ricordare cosa stava succedendo nella vostra vita nel lontano settembre del 1992?
Io vedo un ragazzo che compiva il 17mo anno di età, cominciava la IV ragioneria, ascoltava musica e seguiva avidamente tutti gli eventi di sport americano che la vecchia TELEPIU’ 2 (da pochissimo criptata) trasmetteva con continuità encomiabile, anche grazie alla striscia quotidiana di Coast To Coast delle 14.30, il nostro imperdibile Sportcenter.
In quei giorni nella tundra di Green Bay debuttava un ragazzone bianco col numero 4, nuovo QB in maglia gialloverde.
Da quel 27 settembre 1992 fino a tre giorni fa, non abbiamo avuto tante certezze nella vita. Si sono avvicendati diversi presidenti e governi in tutto il mondo, son cambiati scenari politici, geografici, sociali…
L’unica cosa certa era che dietro ad un centro NFL a raccogliere il primo snap della partita, da settembre a gennaio di ognuno di questi ultimi 18 anni, c’era Brett Favre.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
I Mavs fanno sul serio?
Il record al 6 dicembre recita 16-4, secondo di division dietro ai soliti, vecchi, stanchi (?) e sempre un po’ sottovalutati Spurs che, peraltro, andranno ancora una volta presi in considerazione quando arriverà primavera.
Ma è osservando la schedule di questi primi due mesi di stagione regolare che troviamo i giusti spunti per qualche interessante considerazione riguardante lo straordinario momento di forma di questi Dallas Mavericks.
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