Rivoluzione in casa Jazz
Chicago Bulls vicini alla vetta
MVP: l’era post LeBron?
Sono passati soltanto tre mesi dall’inizio della stagione regolare, poco meno di una quarantina di partita, nemmeno metà stagione eppure sembrano già delinearsi quali potrebbero essere i futuri candidati al titolo personale più ambito all’interno della Lega. Il trofeo di MVP.
Da due anni a questa parte, il padrone indiscusso della baracca (la regular season) è stato l’ex numero 23 in maglia Cleveland, l’odierno 6 con la canotta degli Heat: LeBron James ha dominato, letteralmente dominato, le 164 partite di stagione regolare, infrangendo tutti i record di franchigia (compito non molto arduo), ma soprattutto portando sulle spalle praticamente da solo un gruppo che con la sua assenza sta mostrando evidentissimi limiti strutturali.
Ora, con un “cast di supporto” di livello, per così dire, migliore dimostra quanto riesca ad essere devastante in una squadra che possa definirsi tale .
In questa stagione però, nonostante il record, ci sono diverse scuole di pensiero che ritengono non si possa assegnare ancora a lui l’MVP; le motivazioni sono forse banali ma, in un certo senso, fondate: ha compagni troppo forti, non è riuscito ancora ad innalzare il livello del roster come potrebbe, ma sopratutto, nonostante l’infinita dose di talento, l’attacco a metà campo degli Heat stenta tutt’ora a decollare.
Deron Music Rules
Quando Kurtis Blow, uno dei grandi avanguardisti della musica hip-hop, decise di intitolare il suo ultimo single “Basketball”, forse non si accorse di aver consacrato definitivamente nei suoi versi lo stretto legame che intercorre tra la pallacanestro ed il genere musicale più amato dalle star NBA.
Tutto ciò accadeva nel 1984, prima ancora che MJ entrasse “in da League”, dodici anni prima che arrivasse un tale di nome Allen Iverson capace di esprimere in un campo da basket il vero spirito gangsta rap che serpeggia per tutta America.
Da allora, sono passati più di vent’anni e quello spirito si è affermato sempre di più nella cultura cestistica statunitense, sino a raggiungere livelli di eccellenza che mai prima si erano visti. The Answer aveva dimostrato che con quello stile di gioco si poteva vincere, si poteva portare una squadra di comprimari a giocarsi le Finals e conquistare Gara -1 allo Staples Centre.
Uno degli eredi designati a portare avanti l’idea di hip-hop basketball attualmente veste il numero 8 della maglia dei Jazz e si sta affermando, a suon di assist, canestri e vittorie, come il miglior playmaker della Lega: stiamo parlando di Deron Williams.
Hornets On Fire
Non tutti conoscono la differenza tra Karma e Darma.
Per Karma si intende una sorta di debito accumulato durante questa vita, o nelle vite precedenti, formatosi a causa di tutte le azioni cattive commesse. La sua perfetta antitesi è il Darma, un credito costituito nel corso della propria esistenza dovuto alle opere buone compiute.
Evidentemente, abbandonare ogni velleità di (presunta) facile vittoria con un’altra maglia per continuare la propria avventura con la squadra che ti ha selezionato sei anni or sono, è considerato un gesto di estrema nobiltà e la scelta sta pagando a Chris Paul dividendi davvero interessanti.
Utah Jazz: Preview
Dopo la criticata scelta di Gordon Hayward al draft, O’Connor ha dimostrato di sapersi muovere, ed anche sapientemente sul mercato, prelevando dai derelitti T-Wolves la loro stella Al Jefferson e firmando free-agent interessanti come Raja Bell, Earl Watson e Francisco Elson per rinforzare la squadra in ogni reparto.
Rimane la sensazione che tutto ciò non basterà per arrivare in fondo ad Ovest, nonostante l’indebolimento di diverse squadre che hanno lasciato (Suns) o stanno lasciado (Nuggets) partire le loro stelle.
Toronto Raptors: Preview
Il 2009/2010 si è rivelata una stagione deludente per i Raptors, chiusasi con solo 40 W a fronte di 42 L ed una squadra che nell’ultima parte di stagione si era completamente persa nelle chiacchiere di mercato riguardanti la sua stella, Chris Bosh.
Ora finalmente il texano ha lasciato Toronto e si è unito a LeBron e Wade lungo le spiagge di Long Beach. Il potenziale offensivo è diminuito esponenzialmente, ma la squadra avrà così tempo e modo di ritrovarsi, chiarirsi e cercare un nuovo leader.
Può essere questo il momento favorevole per la definitiva consacrazione del nostro Andrea Bargnani, che dopo delle splendide qualificazioni europee giocate in maglia azzurra, è pronto a fare il definitivo salto di qualità anche “in da League”. In una franchigia senza alcuna ambizione per l’anno a venire.