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NBA Weekly: il dramma sportivo di Kobe e i playoffs che ci attendono…

Settimana come al solito intensa nell’NBA, caratterizzata dall’infortunio a Kobe Bryant e gli ultimi sprint-playoffs. Via col nostro Weekly! IL DRAMMA SPORTIVO DI KOBE L’avevamo scritto la scorsa settimana, certo non immaginavamo che purtroppo Kobe Bryant sarebbe stato fermato da un infortunio così grave. Con un certo imbarazzo Mike D’Antoni si è detto rammaricato del

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NBA Weekly: le fatiche di Kobe, l’infortunio del “Gallo” e la lunga odissea dei Clippers

Un altra settimana di basket NBA, e inesorabilmente si avvicina la fine della regular season e l’atteso inizio dei playoffs. Partiamo col nostro Weekly! KOBE FINO ALL’ULTIMO RESPIRO Kobe Bryant ha giocato 90 dei 96 minuti totali nelle ultime due partite giocate dai Lakers, non dimenticando  contro Sacramento era rimasto in campo tutti i 48

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NBA Weekly: finale di stagione e i giocatori da NBA della March Madness…

lbjspurs355Un altro Weekly, questa settimana un po’ speciale, visto come manca poco alla fine della Regular Season. Allora partiamo col nostro Weekly!

LA SITUAZIONE DELLE PRINCIPALI CONTENDERS

Miami Heat: la striscia è arrivata a 27, -6 dai Lakers del ’72. Ma i playoffs sono un’altra cosa, il repeat non è cosa automatica.

Pregi e difetti: intorno a LeBron James gira tutta la squadra, altri possono mancare ma per ripetersi è necessario il miglior LeBron. Venisse limitato anche solo da un leggero infortunio, Miami diventerebbe vulnerabile, cosa su cui devono sperare gli avversari soprattutto a est, dove gli Heat partono in netto vantaggio.

San Antonio Spurs: sembrano più completi dell’anno scorso per affrontare i playoffs e arrivare fino in fondo.

Pregi e difetti: col ritorno di Tony Parker hanno il loro migliore giocatore riposato e pronto a spiccare nei playoffs. Molto dipenderà dal francese, che dovrà essere il giocatore in più per coach Popovich, visto che nei playoffs le qualità dei singoli contano ancora di più che i trucchi dei migliori allenatori.

Oklahoma City Thunder: nei numeri sono anche meglio dell’anno scorso senza Harden, l’impressione è che senza il barba nei playoffs saranno sicuramente più vulnerabili.

Pregi e difetti: Durant a parte, quando gira Westbrook Oklahoma è quasi irraggiungibile, soprattutto se ha di fronte play meno atletici come Steve Nash o Tony Parker. Ma Westbrook incorre spesso in serate terrificanti al contrario, dove spara palloni a ripetizione senza molto costrutto con medie al tiro tipo 20%: capitasse sovente nei playoffs per i Thunder si metterebbe male. Sotto canestro rimangono poco entusiasmanti, ma è un difetto che riescono a mascherare al meglio.

Indiana Pacers: tolto l’ultimo incontro disputato, contro Miami hanno un record vincente quest’anno, e nei playoffs possono sperare, anche se in una serie lunga è dura.

Pregi e difetti: sono completi in ogni ruolo, ma uno tra George o un ritrovato Granger dovrà elevare il suo gioco nei playoffs, se si vuole arrivare il più lontano possibile.

Memphis Grizzlies: riavranno Gasol fresco ai playoffs, ma dovranno cercare di non perdere posizioni proprio in queste ultime tre settimane.

Pregi e difetti: sono tra le squadre più attrezzate per fronteggiare Miami, avendo il giusto mix difensivo per limitare LeBron sia nel perimetro che in area, ma prima dovrebbero arrivare alle Finals, cosa non esattamente facile a ovest…

New York Knicks: calati dopo l’inizio di stagione, ma se avranno Carmelo e Chandler freschi e sani per l’inizio playoffs, possono arrivare almeno in finale di Conference.

Pregi e difetti: devono ritrovare coesione in difesa, tra gli elementi del loro recente declino. E soprattutto essere micidiali da 3, con i ritmi di triple di inizio stagione nei playoffs potrebbero essere di nuovo pericolosi…

Denver Nuggets: finita la striscia di 15 partite consecutive vinte contro gli Hornets lunedì sera, rimangono una delle squadre più calde della lega e pronte per i playoffs.

Pregi e difetti: il solito discorso del go-to-guy che non hanno per il grande salto rischia di stufare, la verità è che sono una delle squadre molto completa. Piuttosto per fare il grande salto dovranno migliorare (e in fretta) in due settori: tiri liberi realizzati (ultimi nella lega!) e difesa dal perimetro contro il tiro da 3…

POSSIBILI INTRIGANTI SFIDE AL PRIMO TURNO

MIAMI-BOSTON: ovviamente il primo posto in classifica a est di Miami non si discute, mentre i Celtics hanno solo due partite di vantaggio sui Bucks per non scendere all’ottava piazza. Vista la loro grande rivalità, sarebbe una sfida da primo turno assolutamente da non perdere, anche se ovviamente gli Heat per essere in difficoltà dovrebbero non avere uno tra LeBron e Wade. Un upset clamoroso non sarebbe totalmente impossibile, e volete mettere vedere già a inizio playoffs Pierce e James fare a sportellate?

MIAMI-CHICAGO: i Bulls sembrano un pò affaticati ultimamente, e anche se nella mediocrità infinita della Eastern Conference è difficile che scendano all’ultima piazza disponibile, sarebbe un confronto veramente caldo quello con Miami, soprattutto se tornasse Derrick Rose proprio in questa serie. Anche in questo caso Chicago è una delle poche squadre a est in grado di reggere l’urto con gli Heat, anche se batterli in una serie lunga è veramente un’altra cosa.

NEW YORK-BOSTON: sfida possibile, e ne saremmo grati, vista l’arcirivalità tra le due squadre. Tenendo conto della fatica dimostrata ultimamente dai Knicks, è difficile prevedere l’esito di una serie simile, che dipenderebbe probabilmente dalla salute dei giocatori più importanti di New York, Carmelo Anthony e Tyson Chandler. L’upset non sarebbe assolutamente una sorpresa, visto come storicamente Boston prevalga su New York.

NEW YORK-CHICAGO: accoppiamento da incubo nella grande mela, visto come in due partite stagionali giocate al Madison contro i Bulls, Carmelo e company siano stati assolutamente sovrastati dalla fisicità dei Bulls, e Chandler preso a sportellate da Noah e pure espulso. In una serie lunga, dipenderebbe l’esito finale dalla salute con cui le due squadre arrivano a fine stagione.

SAN ANTONIO-LOS ANGELES LAKERS: in fondo in fondo, ai Lakers l’accoppiamento con gli Spurs (rispetto a un altro che vedremo tra poco) piace per diversi motivi. Parker e company non sono una squadra particolarmente giovane, non fanno un basket troppo veloce, e gli accoppiamenti in campo non prevedono mismatch eccessivi per gli attempati lacustri. Visto il recente miglioramento (ultima settimana a parte…) e precedenti partite perse di poco in stagione contro San Antonio, la puzza di un upset in questa sfida si sente particolarmente.

OKLAHOMA CITY-LOS ANGELES LAKERS: a sua volta, questo è l’accoppiamento incubo per i Lakers. L’idea di trovarsi in una serie di partite Russell Westbrook contro Steve Nash farebbe venire i capelli bianchi a qualunque allenatore e l’atletismo maggiore nel suo complesso dei Thunder lascia poche speranze in questo caso. Non è il fatto di riuscire a vincere alcune partite, ma vincere un’intera serie contro avversari di qualità e giovani, problema che riguarda un pò tutta la Western Conference.

MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES CLIPPERS: se Denver balza al terzo posto e lascia dietro Grizzlies e Clippers, l’idea di ritrovare queste due squadre al primo turno come l’anno scorso accoppiate contro, ci lascia l’acquolina in bocca. Altro che sportellate, quelle tra Griffin e Randolph sono veri e propri testacoda in autostrada, e una serie simile sarebbe difficile vederla sfilare via prima di almeno sei partite.

DENVER NUGGETS-GOLDEN STATE WARRIORS: ipotetica certo ma non troppo se una sale al terzo posto e l’altra mantiene il settimo. Una sfida di basket ad alta velocità tutta da vedere, e dall’esito profondamente incerto.

OKLAHOMA CITY-HOUSTON: a ovest anche una serie tutto sommato dall’esito abbastanza certo avrebbe i suoi motivi di interesse. Almeno cinque partite con barba Harden contro i suoi ex-compagni, come farsi perdere uno spettacolo di questo tipo???

LOS ANGELES CLIPPERS-LOS ANGELES LAKERS: ammettiamolo, perchè avvenga i Clips devono reggere il terzo posto e i Lakers salire al sesto scavalcando Houston e Warriors, non impossibile ma neanche molto probabile. Ma volete mettere avere una sfida simile nel primo turno, Chris Paul contro il suo (mancato) futuro, Howard e Griffin che si schiacciano a vicenda, Jack Nicholson contro Billy Crystal (ehh…). Sarebbe uno dei più bei primi turni di sempre, anche solo immaginandolo…

GIOCATORI DA NBA NELLA MARCH MADNESS

Damyean Dotson, Oregon, guardia tiratrice: il primo anno ha entusiasmato un pò tutti nei primi due turni del torneo, e con 20 punti di media ha trascinato Oregon nei Sweet 16. Per l’NBA è ancora un pò inconsistente in un giudizio più ampio, visto che in stagione regolare da 3 tirava col 31% di media! Se migliora il controllo palla e cresce fisicamente, nel 2015 o forse già nel 2014 potrebbe essere una lottery-pick…

Seth Curry, Duke, guardia tiratrice: visto le difficoltà di inserimento nell’NBA di Austin Rivers, potrebbero esserci ancora più dubbi nel scegliere al prossimo draft Curry molto in alto, anche perchè è in verità una guardia nel corpo di un playmaker (1,90 m di altezza). Il figlio di Dell, ma anche fratello del play di Golden State Stephen, non ha neanche un atletismo debordante, e anche se il torneo NCAA sta confermando le sue doti al tiro (51,7% dal campo), potrebbe essere una scelta bassa al primo turno o un secondo turno, e avere più probabilità di successo oltreoceano…

Solomon Hill, Arizona, ala piccola: il senior dei Wildcats è un giocatore indubbiamente solido, capace di spiccare a rimbalzo pur con un’altezza (2,01 m) più da guardia che da ala nell’NBA, anche tenendo conto che Hill non è proprio un atleta sopra la media. Il suo essere un tweneer, giocatore tra due ruoli, rischia di limitarlo indubbiamente in sede di draft: intanto avrà le sue gatte da pelare nei Sweet Sixteen affrontando Ohio State e Deshaun Thomas, junior già pronto per il salto nei pro, che nei ragazzi di Thad Matta non ha certo fatto rimpiangere Jared Sullinger…

Trey Burke, Michigan, playmaker: già nel mirino dei Detroit Pistons al prossimo draft, non si può certo dire che Burke stia deludendo le attese nel torneo NCAA. Ha tutte le caratteristiche ideali per una èlite point-guard, controllo di palla, istinto per guidare la squadra, eccellenza al tiro, la sfida nei Sweet 16 contro Kansas sarà l’ennesima occasione per valutare uno dei giocatori più attesi al prossimo draft…

Cody Zeller, Indiana, ala grande: parafrasando un termine pugilistico, “la grande speranza bianca”, almeno per il basket a Indiana, che sogna di ritornare a quella Final Four che manca dal 2002. Chiaramente Zeller è anche tra i giocatori più attesi al draft del prossimo giugno, perchè vedere un 2,15 muoversi come fa lui, e soprattutto crearsi spazio e tiro con quei movimenti, non è cosa di tutti i giorni. Il suo torneo NCAA non l’ha visto per il momento brillare al massimo, ma Zeller è probabilmente tra le prime 5 top-picks al draft. Ma occhio anche al suo compagno Victor Oladipo, esplosiva guardia ottima al tiro e con le potenzialità per essere un difensore d’èlite nei pro.

Anche per questa settimana abbiamo finito, alla prossima e buon basket NBA a tutti!

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NBA Weekly: Lakers in rimonta, il dubbio Rose e i giocatori più deludenti…

kobcast666Un altra settimana intensa nell’NBA, partiamo quindi col nostro Weekly.

SETTIMANA DI PASSIONE A L.A.

Kobe Bryant stringeva il braccio dolorante, e avviandosi verso gli spogliatoi sembrava prefigurare una settimana nera e l’ulteriore allontanarsi dei playoffs per i Lakers. Chi l’avrebbe pensato che nel giro di pochi giorni, e di due partite successive contro Hornets e Toronto Raptors, Kobe e soci sarebbero stati vicino come non mai alla postseason, grazie anche a una  caduta verticale di Jazz e non solo.

Ma ritorniamo  al Mamba ferito, e di come dopo la sconfitta contro i Thunder il giorno dopo i lacustri sprofondano a un meno 26 punti a metà partita, quasi in balia dei giovani Hornets. Quando, punto dopo punto, una rimonta prende piede, e un inferocito Bryant incomincia a mettere un canestro dopo l’altro, tripla dopo tripla, fino a un clamoroso sorpasso finale e un bollettino da urlo per la guardia gialloviola – 42 punti e 12 assists, numeri che lo mettono al secondo  posto dietro Larry Bird tra i giocatori più vecchi in grado di mettere a segno in partita almeno 40 punti e 10 assists.

Come non bastasse, il copione si ripete due giorni dopo contro Toronto. In casa i Lakers vanno sotto di 15 punti, ma ormai la squadra di D’Antoni ci ha abituato a partenze super lente, e complice anche un Howard in buona forma (24 punti e 13 rimbalzi pur coi soliti problemi dalla free-throw line) la partita finisce di nuovo punto a punto.

Ed è qui che inizia di nuovo lo spettacolo-Kobe, che con due impossibili tiri da downtown, e una schiacciata spettacolo in overtime, sigilla l’ennesima vittoria batticuore. Visto che tutto nell’NBA cambia in 24 ore o meno, parlare adesso sembra troppo facile, ma forse a L.A. c’è ancora ossigeno per far paura nei prossimi mesi…

DENVER DA URLO, ROCKETS FUORI GIRI

E’ curioso accostare queste due squadre, proprio perchè pur simili in una certa filosofia di gioco ( velocità d’azione e punteggi alti), i Nuggets all’ottava vittoria consecutiva sono decisamente caldi, mentre Houston  sta perdendo (vedi anche sabato sera contro Phoenix) troppe partite da vincere, se si vuole andare in postseason nella Western Conference.

Da sottolineare come nei Nuggets sia decisamente hot Ty Lawson, che forse ebbro del contrattone estivo era partito decisamente contratto (!) a novembre, salvo poi vedere il suo gioco nettamente crescere e in modo importante.

Oltre a tirare nelle ultime dieci partite con una media del 50% e avere oltre 23 punti a partita, il play di Denver è anche un clutch shooter, come hanno avuto modo di sperimentare sulla loro pelle i Thunder la scorsa settimana, con tiro decisivo proprio di Lawson negli ultimi secondi di partita. Con i Clippers, sconfitti giovedì sera, e i Memphis Grizzlies inquadrati ormai nel mirino, il sogno di Denver di raggiungere il terzo posto nella Western Conference non è più utopia.

Due i difetti da superare: una certa debolezza in trasferta, e i troppi liberi sbagliati a partita (ultimi nell’NBA), ma  occhio a non sottovalutare  i Nuggets….

DUBBIO ROSE

Il dubbio per Derrick Rose e il suo entourage è tra tornare adesso, contribuendo alla causa dei Bulls soprattutto nei playoffs, o farlo decisamente la prossima stagione, ripartendo dalla preparazione, preseason, insomma tutto il cammino normale quando si inizia da capo in una nuova stagione.

Bisogna tenere conto innanzi tutto che nessuno nella storia NBA è ritornato dalla ricostruzione del crociato laterale della caviglia esattamente alla condizione pre-infortunio, e anche nel 2013, con una tecnica chirurgica che permette a Rose di avere l’ok medico dopo 9 mesi dall’infortunio, rientrare in campo non è proprio una cosa semplice.

Per sgombrare il campo da facili parallelismi, diciamo subito che il play dei Bulls ha un gioco nettamente diverso da Ricky Rubio, altro infortunato eccellente ritornato a dicembre, che si basa (basava?) sulla straordinaria rapidità di movimenti per eseguire penetrazioni a canestro praticamente indifendibili, e che il gioco di Rose dovrà per forze di cose rivedere diversi aspetti, puntare più sul tiro perimetrale  e sugli assists, ma proprio questo elemento rende rischioso il ritorno in questo momento della stagione.

Vale la pena rischiare una ricaduta dall’infortunio (come capitò nel calcio a Ronaldo) affrontando avversari in piena forma, e che in difesa potrebbero  abusare continuamente di un giocatore non in grande condizione? Un conto è allenarsi in un 3 contro 3 o al tiro, un altro cosa è la partita vera e propria. Essere gettato nella mischia anche al 70% della condizione per Derrick Rose potrebbe essere un rischio, ma il business è business e forse la dirigenza dei “tori” la penserà diversamente…

 I GIOCATORI DELUSIONE

Deron Williams:  con tutte le scuse del caso, problemi fisici e alti e bassi di Brooklyn, diventa ormai difficile considerare Deron una èlite point-guard alla pari di altri giocatori  della lega come Chris Paul, Russell Westbrook, o Rajon Rondo. Il suo tiro sta continuando a diminuire in chiave percentuale da diversi anni, ed è difficile salire nei rankings NBA affidandosi alla luna spesso storta dell’ex Utah. Che con la cacciata di Avery Johnson si è anche guadagnato la fama di mangia-allenatori…

Landry Fields: soldi buttati alle ortiche quelle dei canadesi, visto che tra un infortunio e il poco gioco dimostrato, l’ex Knicks non ha proprio brillato oltreconfine. ..

Pau Gasol: annata veramente nera quella dello spagnolo, con l’infortunio che lo terrà fuori almeno fino a novembre ciliegina sulla torta in negativo. Fin dall’inizio ha giocato sotto il suo standard, e l’arrivo di Mike D’Antoni ha solo peggiorato la situazione almeno per lui, portando a una ridda continua di lamentele ingiustificate per un professionista del suo livello. Ha ancora abbastanza nel serbatoio per rinascere inun’altra squadra, sempre che non rimanga lui e Howard vada via in estate…

Michael Beasley: totale delusione per l’ex prima scelta di Miami, che a dispetto delle (meritate) critiche ricevute in carriera, un certo rendimento l’aveva sempre espresso. Quando le percentuali di tiro passano dal 44% al 38% c’è poco da dire altrimenti, visto che ai Suns l’avevano preso per essere il clutch shooter della squadra. Non pervenuto, e futuro ormai in serio dubbio…

Devin Harris: vedendo Harris si ha la sensazione di un giocatore i cui migliori momenti sono già passati, non un grande regista sul campo, non un tiratore eccezionale (44% di media  ma con meno minuti rispetto all’anno passato), e probabilmente un ruolo ancora minore il prossimo anno in un’altra squadra. Futuro in Cina?

Evan Turner: un ala perimetrale che non tira da 3 è una contraddizione in termini, ma riassume tutta la fragilità del giocatore di Phila. Inoltre le sue percentuali stanno anche diminuendo, visto che rispetto all’anno scorso tira col 42% dal campo, peggioramento rispetto al 43% in carriera. Destinato ad avere un ruolo sempre più limitato nell’NBA se continua così…

Come avete visto, l’NBA diventa sempre più emozionante col passare dei mesi. Appuntamento a tra sette giorni, con altre emozioni targate Weekly NBA!

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NBA Weekly: Miami da record, i twitter di Kobe, e le percentuali playoffs…

Un’altra settimana di basket NBA, e via con un altro appassionante Weekly… MIAMI DA RECORD La vittoria a Minneapolis contro i Timberwolves ha sancito il record assoluto nella storia dei Miami Heat di vittorie consecutive in una stagione, e l’ennesima impronta nella storia NBA di Lebron James, protagonista principale anche se ovviamente non unico di

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NBA Weekly: il futuro dopo la Trade Deadline e altri bilanci stagionali…

Un’altra settimana intensa di basket NBA, nonostante la delusione dei pochi movimenti prima della Trade Deadline. Che continua peraltro ad aleggiare come un fantasma nel nostro Weekly, per le sue prospettive future in chiave di mercato estivo e degli elettrizzanti mesi che ci attendono da qui a giugno. Partiamo col Weekly… DOPO LA TRADE DEADLINE

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