Metropolitan Division, dai sogni capitali di Washington all’esaltazione di Columbus, mai così in alto, passando per il genio assoluto di Sidney Crosby. Non solo, non mancano i capolavori di Henrik Lundqvist, che contende a Gigi Buffon somiglianza e voglia di stupire a 35 anni, senza dimenticare le fasi transitorie di Islanders, Flyers, Devils e Hurricanes.
FINO ALLA FINE
WASHINGTON CAPITALS 100 PT 71 GP 46 W 17 L 8 OT, 228 RF 159 RS
I Caps sono la Mercedes di Formula Uno in Nhl, squadra tosta, veloce e sopratutto completa. A gennaio è stato Evgeni Kuznetsov a chiudere tra i migliori con 7 gol e 13 assist, febbraio è sotto il segno di Holtby.
Anche i Bruins si accorgono della forza Caps, sconfitti 5-3 con il gol di Alex Ovechkin numero 550 in Nhl, superando Ron Francis al 27esimo posto della storia della lega.
Cambiando portiere i giochi restano gli stessi, Grubauer si regala una gara perfetta contro i Kings nel 5-0, imitato poi da Holtby che chiude la porta in un altro 5-0 rifilato agli Hurricanes, con lo shootout numero 30 in Nhl per il goalie.
Striscia positiva in casa che prosegue a gonfie vele, una doppietta di Oshie stende i Red Wings battuti 6-3, con la nota negativa dell’infortunio occorso a Burakovsky. Poco male, Holtby vince la sua partita consecutiva numero 14, striscia che si ferma contro i Red Wings che ad un campionato da orrore alternano scatti d’orgoglio che permettono serate come nel 3-2 ai Caps, anche se solo ai rigori.
Per l’Art Ross Trophy non ci si può dimenticare di Nicklas Backstrom, attualmente a meno 5 dal capoclassifica Sidney Crosby, un suo gol insieme alla doppietta di Kuznetsov stende i Flyers, Holtby concede 33 parate e vince la gara numero 15 delle sue ultime 16 iniziate.
Nell’epoca di Ovechkin gli attuali Capitals sono la squadra più completa, non contenti di un primo posto e di un dominio in Nhl alla scadenza del mercato aggiungono al roster l’All Star Kevin Shattenkirk, 28 anni, in cambio di Sanford, Malone e una prima scelta al prossimo draft, col chiaro messaggio, che si ripete ogni anno, ora o mai più.
Barry Trotz si ritrova a vincere la sua gara numero 700 e ad avere un’elevata pressione addosso, la striscia interna vincente si ferma a quota a 15 consecutive, fermati dalle 42 parate di Lehtonen con gli Stars.
La sconfitta con gli Stars apre un trittico di partite perse con Sharks, Kings e Ducks, nulla di preoccupante in chi vede un unico obiettivo stagionale: sollevare la Stanley Cup.
COLUMBUS BLUE JACKETS 100 PT 71 GP 47 W 18 L 6 OT 228 RF 164 RS
Avete letto bene, 100 punti, pari con i Capitals, i Blue Jackets possono iniziare a creare una statua per John Tortorella simile a quella che l’Inter fece per José Mourinho.
Sì, perché Tortorella è il Mou della Nhl, irascibile, spettacolare nelle conferenze e sopratutto geniale. Lo scorso anno l’infermeria strapiena dei Blue Jackets aveva limitato la classe, ma quest’anno la mano del coach sta plasmando un capolavoro.
Tante le chiavi dell’annata record, da Seth Jones che con una doppietta stende i Rangers prima e poi all’overtime condanna i Red Wings all’ennesima sconfitta, preludio della fine del ciclo record ai playoff.
Non solo Jones, non ci si strappano i capelli con una sconfitta contro i Canucks di uno strepitoso Ryan Miller perché i Blue Jackets rispondono con l’asso Sergei Bobrovsky, quando ancora i Red Wings cadono davanti alle sue 35 parate e ai 5 punti che la linea Atkinson-Jenner-Dubinsky.
La partita con Detroit viene giocata nel ricordo del proprietario delle Ali Rosse, Mike Ilitch, scomparso il 10 febbraio all’età di 88 anni, con i Red Wings che sotto la gestione di Ilitch hanno sollevato 4 Stanley Cup e aperto un capitolo vincente e spettacolare in Nhl.
Ma il presente è Blue Jackets, anche Korpisalo si ritaglia una fetta di gloria nella vittoria con Toronto per 5-2, mentre è Dubinsky a segnare all’overtime contro i Penguins nella vittoria per 2-1.
La festa del gol a febbraio arriva contro i NY Islanders, 7-0 e doppiette di Josh Anderson e Nick Foligno, con Korpisalo al primo shutout.
Ancora Atkinson nella doppietta che serve a battere 5-2 i Rangers nella battaglia per il paradiso della Metropolitan, sbattendo però poi contro Carey Price e i suoi Canadiens, con una sconfitta per uno a zero.
Poco male, con Bobrovsky in forma non si passa, il resto lo aggiunge la classe di Saad che forse aveva già intuito di poter sognare in grande lasciando i Blackhawks.
Non bisogna poi dimenticare Zach Werenski che nonostante sia un rookie gioca da veterano, tanto da aver trasformato la difesa della squadra di Tortorella che senza nomi altisonanti (Ovechkin, Crosby o Lundqvist ad esempio) punta ad essere la mina impazzita della Eastern Conference.
L’unico difetto?
Iniziando oggi i playoff Columbus si ritroverebbe di fronte i campioni in carica dei Pittsburgh Penguins.
PITTSBURGH PENGUINS 99 PT 71 GP 45 W 17 L 9 OT 249 RF 198 RS
I Penguins campioni in carica ci sono, controllano Capitals e Blue Jackets e sono pronti allo scherzetto. Guidati dal leader della Nhl Sidney Crosby (per lui 80 punti in 65 partite, punti distribuiti alla perfezione tra gol e assist, 40).
Febbraio si apre con le polemiche per l’esclusione di Evgeni Malkin dai 100 migliori giocatori della storia Nhl, il suo peccato è quello di essere meno appariscente del Re Mida col numero 87 ma escluderlo è un torto che il russo spiega a suon di punti insieme al gemello-capitano di franchigia.
Come infortuni non se la passano male in Pennsylvania, prima out Sheary per 4-6 settimane, con Guentzel che lo sostituisce accanto a Crosby e d’incanto esplode. Sheary è reduce da una seconda parte di gennaio chiusa con 9 punti in 4 partite, ma la profondità di Pittsburgh è tale che il meccanismo perfetto cambia gli attori ma il risultato vincente non cambia.
Contro Columbus ad esempio è Phil Kessel a dare il punto vittoria, con doppietta per lui alla partita numero 800 con l’ennesima stagione chiusa con almeno 50 punti, ed è la nona di fila per Ciccio.
Il secondo mese dell’anno coincide con la rincorsa di Sidney Crosby al punto numero 1.000 in carriera, scalata che parte con la doppietta rifilata ai Blues con Fleury che vede bloccare 22 tiri.
Già, Marc-Andre Fleury, possibile partente nella finestra di mercato ma in realtà chioccia di Matt Murray, con la possibilità di far meno danni possibili in post season dividendo i compiti con un backup-titolare, poiché le gerarchie in casa Penguins non sono note ed è un bene.
Una commozione cerebrale ferma Carl Hagelin, proprio in tempo per rivedere Malkin sul ghiaccio dopo uno stop dal 24 gennaio al 9 febbraio.
Crosby rallenta l’evento punto 1.000, viene fermato da Arizona, ma la festa è solo rimandata alla partita con i Winnipeg Jets, assist per Kunitz per la storia, gol decisivo al supplementare per la gloria, Sidney è fatto così, o tutto o niente, ma per lui, spesso è tutto.
Crosby, come raccontato perfettamente da Playitusa, entra nell’arca dei 1.000 punti, 12esimo giocatore per velocità, lontanuccio da Gretzky che quella quota la toccò in appena 424 partite e Lemieux, a quota 1.000 dopo 513 gare.
Gli infortuni però continuano a minare le certezze di Pittsburgh, Olli Maatta viene operato alla mano e subisce uno stop di 6 settimane, Detroit ne approfitta e dopo i Caps fa cadere anche i Penguins, con Mrazek che regala ai biancorossi una delle poche serate di grazia dell’annata.
Il mercato porta ai Pens Hainsey e Streit, niente di esagerato ma pedine che vanno a tassellare l’infermeria troppo affollata. All’Heinz Field c’è la festa all’aperto per Pittsburgh città e per i Penguins squadra, con i Flyers demoliti e demotivati per 4-2, con 36 parate di Murray e gol di Crosby, Bonino, Cullen e Ruhwedel, davanti a 67.318 fan impazziti per lo spettacolo.
I Penguins non si fermano, contro Tampa Bay vincono 5-2 nella festa per Malkin alla partita numero 700 condita da 3 personali punti, con la battaglia con Columbus che si fa accesa, con l’alternanza dei portieri che porta altri due punti contro Buffalo.
Le tre squadre della Metropolitan, Capitals, Blue Jackets e Penguins sono seriamente accreditare per far sognare, solo una riuscirà ad arrivare in fondo.
CI PROVIAMO
NY RANGERS 93 PT 72 GP 45 W 24 L 3 OT 231 RF 189 RS
I Rangers proseguono il buon lavoro effettuato dal coach Vigneault, tanto da rinnovargli il contratto per altri tre anni. NY che ritrova Rick Nash in rete contro Calgary, con l’ex allenatore di Vancouver che vince la sua partita numero 600, con Lundqvist che ne para 43 nel 4-1 ai Ducks.
Sebbene funzioni la linea JT Miller-Hayes-Grabner i Rangers sono Lundqvist-dipendenti, con la classe del portiere che resta indiscutibile con i playoff che lo attendono per riscattare le amnesie dello scorso anno. Intanto per il Re arriva la vittoria 400 nel 4-2 al fanalino della Nhl Avalanche, traguardo raggiunto dopo appena 727 partite, unico con Brodeur ed Esposito a vincerne 400 con una sola maglia.
A proposito di casacca i Rangers ritirano la numero 19 di Jean Ratelle, tra i 100 giocatori più grandi della storia Nhl, 1.281 partite nella lega professionistica, con 1.267 punti.
Grandi sfide per i Rangers, vincono contro i Caps grazie a McDonagh ma perdono contro i Canadiens del nuovo corso Julien, con la sfida incandescente Lundqvist-Price.
King Henrik si fa un personale regalo per il suo 35esimo compleanno vincendo contro i Boston Bruins e nonostante i Blueshirts siano alla ricerca del miglior gioco con il goalie svedese in palla possono ambire anche a qualcosa d’insperato, nonostante ci sia l’infermeria da svuotare con Klein, Grabner, Girardi e Fast.
TROPPO VELOCI PER NOI
NY ISLANDERS 78 PT 33 W 26 L 12 OT 210 RF 218 RS
PHILADELPHIA 74 PT 33 W 30 L 8 OT 186 RF 213 RS
CAROLINA 73 PT 30 W 27 L 13 OT 182 RF 203 RS
NEW JERSEY 64 PT 26 W 33 L 12 OT 164 RF 209 RS
Il solco di 15 punti tra le due squadre della Grande Mela apre la parentesi sulle ultime quattro squadre della Metropolitan Division.
Gli Islanders sono l’unica franchigia che può ambire alla rimonta playoff acciuffando la seconda Wild Card che attualmente è dei Maple Leafs a quota 81, dunque solo 3 punti sopra con 11 partite da giocare.
Isles in ripresa sotto la cura Weight dal 17 gennaio, un trend positivo che in Nhl spesso col cambio di panca regala frutti insperati, come la Stanley dei Penguins lo scorso anno.
A NY l’inquietudine è d’obbligo per il futuro di John Tavares,
pronto ad iniziare l’ultimo anno di contratto, ma intanto i suoi tifosi accolgono con la gioia battere i Rangers nel derby per 4-2, grazie alla doppietta di Ladd.
Da segnalare anche il debutto di Ho Sang, casacca numero 66, una rarità nella Nhl per un numero che sarà sempre ricordato per essere quello di Lemieux.
Sotto gli Isles troviamo i Flyers, la festa all’aperto dell’Heinz Field poteva servire come trampolino di lancio per lo sprint finale, la vittoria per 4-2 dei Penguins ha spento il fuoco di Philadelphia che abbandona ogni sogno di postseason.
Non serve a molto neanche la spinta di Valtteri Filppula appena prelevato dai Lightning, Philadelphia manca di un top scorer in fase realizzativa, con i soli 29 gol di Simmonds come capoclassifica dei Flyers sotto porta.
Se i Flyers non ridono per Carolina le buone notizie son poche, ma ci sono, da Sebastian Aho che si regala la prima tripletta in carriera nel 5-1 proprio contro Philadelphia, con il rookie che rappresenta l’unica speranza di un futuro con un giocatore di classe.
Per il resto l’involuzione del roster degli Hurricanes non lascia troppo felici i fan, “costretti“, a vedere tra le altre cose lo show dei Panthers vincenti 3-2 agli shootout, con un gol di un ragazzino di nome Jaromir Jagr, età 45 anni, ma solo sulla carta.
Chiude il discorso Metropolitan la squadra dei Devils, un roster che con Shero sta cambiando pelle, chiudendo la storia dell’uomo record di franchigia Patrick Elias vicino al ritiro, contando su un futuro pieno di giovani da far esplodere intorno a Taylor Hall, che mantiene il ritmo punti che aveva con gli Oilers ma che non riesce a salvare New Jersey dal baratro delle vacanze anticipate.
Manca solo lo sprint finale, poi abbracci e carezze da regular season saranno solo un ricordo, parte la scalata per la coppa più bella del mondo: la Stanley Cup.
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
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