Alla fine non c’è l’ha fatta a continuare col dolore, Pascal Dupuis, carattere indomito dei Pittsburgh Penguins ha deciso di dare l’addio alla Nhl e all’hockey dopo i gravi problemi di coaguli di sangue nel suo corpo.

Un durissimo colpo per il morale di una franchigia che continua a lottare con problemi interni, ma che vedeva in Dupuis la determinazione vincente di chi non si arrende alla sfortuna, compagna troppo presente nella carriera del numero 9 dei Pens.

I problemi per Dupuis hanno origine nel 2013, un violento scontro fra Methot e Crosby fa volare il capitano sul ginocchio di Pascal che è di fianco, diagnosi rottura del crociato e del collaterale del ginocchio destro.

Mentre inizia la riabilitazione per il danno ai legamenti ecco che un coagulo di sangue si forma nel ginocchio, cosa che lo fa tornare nel 2014/15 ma per poco tempo, 16 partite e poi un nuovo problema, un altro coagulo, questa volta nel polmone, lo blocca a tempo indeterminato.

Il suo rifiuto ad appendere i pattini al chiodo e la sua ferocia nel lavoro estivo sono da ammirare, Dupuis  si allena sapendo che a casa ha moglie e 4 figli che lo aspettano, ma anche una squadra a cui badare, l’essere il cuore e il morale dei Pittsburgh Penguins lo aiuta a farsi trovare pronto nella stagione attuale.

Sa benissimo Dupuis che al minimo sentore è meglio pensare alla famiglia, infatti dopo i primi problemi stagionali e 4 punti realizzati, contro San Jose accusa un dolore al petto, il fatto di fare e rifare analisi distraendo la squadra per la sua condizione gli fanno scaturire la volontà dell’addio, un colpo forte, ma in certi casi anche annunciato.

Uno come Dupuis è speciale, uno dei pochi a trovarsi sul ghiaccio con Crosby ad occhi chiusi, uno che ha avuto le migliori stagioni intorno ai 33 anni, fatto insolito nella Nhl, ma anche segno di dedizione e impegno sul ghiaccio, uno che se vede un compagno demoralizzato dice cose stupide, per far ridere l’ambiente e fare nello stesso tempo da padre e fratello maggiore per tutti.

Dupuis-Crosby-Kunitz non sarà la linea più forte al mondo, ma a Pittsburgh quella linea è valsa una Stanley Cup, e quando tutti si sarebbero aspettati il dominio dei Penguins a lungo termine ecco che sfortune e infortuni hanno privato i tifosi dei Pens di nuove gioie.

Dupuis nasce a Laval, nel Quebec, la stessa città che vedrà nascere il talento hockeistico di un altro grande Penguins, Mario Lemieux, e approda nella Nhl nel 200/01 con i Minnesota Wild.

Nei Wild gioca sei stagioni con breve avventura svizzera nel Hc Ajoie nel lock out del 2004, prima di cambiare 3 casacche nel 2006/07 passando dai Wild ai Rangers e dai Rangers ai Thrashers.

Ad Atlanta resta fino al 28 febbraio 2008, quando insieme a Marian Hossa prende il volo verso Pittsburgh in cambio di Armstrong, Christiansen, Esposito e la futura scelta Leveille.

Ok Hossa, abbiamo preso un grande, ma questo Dupuis chi è?”, parole di Marc Andre Fleury il giorno dello sbarco di Dupuis in Pennsylvania, qualcosa di simile all’Inter che nel 1995 prese il fenomeno Rambert insieme ad un tale di nome Zanetti che poi avrebbe fatto la storia dei nerazzurri.

Con buona pace di Rambert però, Hossa è tutta un’altra cosa. Dupuis invece pian piano conquista l’ambiente dei Pens, sempre sorridente, pronto a far scherzi e soprattutto a trovarsi meravigliosamente con Crosby. Stanley Cup sfiorata nel 2008 poi con l’aggiunta di Chris Kunitz nel 2009 ecco il trionfo contro Detroit.

Un trionfo, oggi che è un giorno triste per Dupuis e la Nhl, che sembra lontano anni luce, i Penguins viaggiano al quarto posto nella Metropolitan Division, lontano 8 punti dai Capitals capolista e a pari punti con i Devils, quota 32, con il terzo posto come wild card in bilico e un rischio playoff che in estate era qualcosa d’impossibile, dopo l’acquisto di Kessel e i buoni propositi di Crosby.

Evidentemente, in tanti si sono dimenticati dei sacrifici di Dupuis nel tornare a giocare, nell’aiutare una squadra a conquistare la Stanley Cup, si sono scordati di come Pascal mettesse la squadra al primo posto, sopra ogni cosa, se n’è dimenticato chi fa il proprietario, chi la allena, chi ha i gradi di capitano e chi litiga nel dopo gara.

Per ciò che ha dato Dupuis a Pittsburgh, e non si parla solo di 452 partite, 109 gol, 247 punti e 21 gol decisivi, trovare un sostituto è praticamente impossibile, sia che esso sia un ottimo difensore o un’ottima spalla per Crosby, chi indossa la maglia che è stata di Super Duper deve scendere in campo con la lezione del numero 9, mai arrendersi, giocare col cuore, con grinta e determinazione.

Certe cose però non si insegnano, lo diceva Sandro Ciotti a proposito del ritmo durante una radio cronaca: “Certe cose sono naturali, o ce l’hai o non ce l’hai. Nel secondo caso meglio cambiar mestiere”.

 

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