Prima di proseguire il viaggio alla scoperta dei candidati ai premi individuali della NHL, mi sento di dovere delle scuse al caro paisĂ  Alex Pietrangelo. Nel marasma di nomi e statistiche sparate a vanvera nel precedente articolo, ho dimenticato di aggiungere il difensore dei Saint Louis Blues tra i candidati per il Norris Trophy. Quest’anno questo bel giocatorino è la punta di diamante di una grande difesa e quindi, secondo le regole di assegnazione dei premi individuali, Pietrangelo avrebbe poche chance di aggiudicarsi il premio di miglior difensore. Ma possono forse i giurati ignorare i suoi (freddi, ma anche caldi) numeri? No che non possono, perchè questi numeri recitano 47P (8G + 39A), un plus/minus di +21 e soprattutto un time on ice di 25 minuti a partita. Fatevi i vostri calcoli e poi ditemi…

Dopo essermi tolto questo peso, affiliamoci i pattini e proseguiamo questo viaggio attraverso gli NHL Awards 2014. Continuiamo con il Vezina Trophy, assegnato al miglior goaltender (il portiere per quei tre o quattro che non lo sapessero) della stagione regolare. Mai come quest’anno l’assegnazione di tale premio fu piĂš indecisa, in quanto almeno 4 nomi si meriterebbero questo titolo. Stiamo parlando di Ben Bishop (TBL),  Semyon Varlamov (COL), Tuukka Rask (BOS) e Carey Price (MTL).

Sul gradino piÚ alto (ma di poco) si trova il goalie finlandese dei Boston Bruins; Tuukka Rask è sicuramente il valore aggiunto di una squadra che fa della difesa il suo punto forte. La qualità maggiore di Rask, a parte la simpatica faccetta, è il senso della posizione e i riflessi felini che compensano le rare (per non dire nulle) disattenzioni difensive. Passando ai numeri (che tanto piacciono ai giudici nordamericani) il bel finlandese è in testa alla classifica degli shutout (6 SO) ed è secondo nella classifica della percentuale di salvataggi (.930 %SV).

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Subito dietro a Rask si piazza l’americano Ben Bishop dei Tampa Bay Lightning: se la franchigia della Florida (vabbè… lascio a voi le battute a riguardo) si trova al secondo posto dell’Atlantic Division il merito non va sicuramente alle linee d’attacco (Stamkos a parte) e neanche alle linee di difesa, ma va a questo colosso che difende la gabbia e riesce sempre a salvare il salvabile in una squadra non proprio impeccabile. I numeri non sono eccellenti, ma sicuramente buoni: 0.927% SV, 2,1 gol subiti a partita e 5 shutout (secondo in classifica generale). Se i giudici del Vezina valuteranno l’impatto del giocatore sull’economia della squadra, il buon Ben avrà ottime possibilità di aggiudicarselo, anche se i freddi (ma caldamente decisivi) numeri premiano Rask.

Gli outsider per questo premio, con poche possibilità di vincere il Vezina seppur ottimi portieri, sono Varlamov dei Colorado Avalanche e Carey Price dei Montreal Canadiens. Entrambi stanno giocando una grande stagione, in cui però non riescono ad abbinare la costanza di rendimento alle loro qualità davanti alla gabbia. Per dirla in maniera spiccia, grandi prestazioni alternate a partite da colabrodo. Nonostante questo il futuro è sicuramente dalla loro.

L’ultimo, in ordine di dicitura, Award ad essere analizzato (o predetto, vedetela come volete) è il Calder Memorial Trophy, assegnato al miglior giocatore esordiente.

Nathan MacKinnon

Questo premio è forse il più scontato e si può dire ormai che Nathan McKinnon, dei Colorado Avalanche, sarà il rookie of the year. Dato che quest’ottima ala di 19 anni è stato la prima scelta del Draft 2013 lo si può definire un predestinato. Infatti, vista la situazione di gioco di Colorado l’anno scorso, comparata con quella di quest’anno non si può non dire che il bel McKinnon sia stato il punto di svolta degli Avalanche (ormai la pratica playoff è quasi archiviata). Dopo le recenti previsioni di Hockey Night in Cividale, il grande Nathan ha fatto i suoi scongiuri e, forte dei suoi 54 punti (23G + 31A) è pronto a condurre i suoi compagni al cammino della postseason.

L’unico che può insidiare l’ala degli Avalanche alla conquista del Calder è l’ala Ondrej Palat di Tampa. Questo biondino, arrivato dalla Repubblica Ceca, è alla sua seconda stagione NHL, ma l’anno scorso ha giocato solo 14 partite e quindi il 2013-2014 è il suo anno da rookie. Nonostante le sue grandi qualità, però, l’impatto sul gioco sulla sua squadra non è lontanamente paragonabile a quello di McKinnon.

Pietro Sessolo per HNC

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