Spesso utilizziamo termini piu’ o meno tecnici, credendo che questi termini siano conosciuti da tutti, dando per scontato che chiunque legga i nostri articoli sia “del mestiere”. Ma come insegnava quello, “La supposizione e’ la madre di tutti gli errori.”, e quindi siam qua con questo articolo a spiegare un termine usato non tanto spesso, ma quelle poche volte ha un bel significato per la squadra che lo realizza: hat trick.
Il significato é presto detto: si ha un’hat trick quando un giocatore segna tre goal durante una singola partita. Solitamente il pubblico, che puo’ essere sia amico che avversario, onora il giocatore lanciando sul ghiaccio i propri cappellini.
Sembra che l’origine del termine venga dal cricket, e fu usato per la prima volta nel 1858 quando Stephenson prese tre wickets con tre lanci (metto subito le mani avanti affermando che non conosco niente di cricket, e quindi la terminologia passatemela). Venne fatta una colletta tra i presenti, e con i soldi ricavati venne comprato un cappello che fu donato al giocatore. Da quel momento il termine si diffuse, cominció ad essere usato anche sui giornali, e poi in tanti altri sport, dalla pallamano fino all’hockey.
Ed é proprio l’utilizzo nel mondo dell’hockey quello che interessa gli ascoltatori di RadioHNC, che hanno mandato lettere su lettere agli studi di Cividale, e che Il/Sabba sta leggendo una ad una.
Con l’alone di mito che circonda molte mete irraggiungibili ai piú, non esiste una sola origine per il termine. C’é la scuola dei Maple Leafs, per cui un bottegaio di Toronto dagli anni ’40 regalava un cappello ai giocatori che segnavano una tripletta a Toronto (e qui i nomi che indossarono i cappelli si sprecano, uno su tutti il grandissimo Bobby Hull). Secondo un’altra parrocchia (questa quella accettata dalla Hockey Hall of Fame), Alex Kaleta dei Blackhawks entró nel negozio di Sammy Taft a Toronto per comprare un cappello, ma non aveva abbastanza soldi per pagarlo. Fece un accordo con il venditore: se quella sera avesse segnato tre goal contro i Leafs, il cappello sarebbe stato gratis. Quella notte, il 26 gennaio 1946, Kaleta segnó quattro goal, e l’accordo fu rispettato. Ci sono un paio di altre storie, sempre riguardanti ditte che regalavano cappelli a giocatori che raggiungevano il traguardo, ma hanno un retrogusto di spin-off che non convince. Come ogni leggenda, non si saprá mai chi ha ragione: scegliete l’origine che vi piace.
Scoperto il significato e non scoperta l’origine, ci sono un sacco di domande che questa curiositá hockeystica suscita.
Che fine fanno i cappellini lanciati sul ghiaccio? Per onorare questa tradizione instaurata dai tifosi, la NHL ha nel tempo modificato il regolamento, che in origine prevedeva l’assegnazione di una penalitá alla squadra di casa per ritardo del gioco, mentre ora “il lancio di oggetti sul ghiaccio a seguito di un’occasione particolare (es.: hat trick) non comporterá l’assegnazione di una penalitá”. Abbiamo fatto telefonare Il/Sabba a tutte e 30 le squadre NHL per sapere cosa succede ai copricapi. Solitamente vengono raccolti dagli addetti al ghiaccio, o nei casi piú fortunati dalle cheerleaders, e possono seguire tre strade: 1) venire presentati al giocatore che se li é meritati, che decide cosa farne (uno su tutti Ovechkin, che in qualche occasione ne ha selezionati un paio da tenere come trofeo); 2) venire buttati via (vabbé l’onore e tutto, ma sono comunque usati e in molti casi unti e bisunti); 3) essere destinati alla beneficenza (ovviamente quelli piú nuovi o comunque quelli che dopo essere resi presentabili e disinfettati possono essere ancora utilizzati). Un trend in espansione é quello di raccoglierli e metterli in un contenitore trasparente gigante visibile nelle aree comuni del palazzetto, in modo da essere sia un ricordo per tutti i tifosi, che uno sprone a lanciarne di nuovi in seguito alle gesta dei propri beniamini.
Ci sono dei tipi particolari di hat trick? Negli anni si é sentita l’esigenza di dare dei nomi a delle hat trick che hanno fatto storia, e quelle piú eclatanti sono due: la Natural hat trick e la Gordie Howe hat trick. La Natural hat trick e’ molto semplice da spiegare: viene assegnata a un giocatore che segna tre goal consecutivi ininterrottamente, senza che nessun altro giocatore di qualsiasi squadra segni (il record per la piú veloce natural hat trick é di 21 secondi, e appartiene dal 1952 a Bill Mosienko dei Chicago Blackhawks). Ma la Gordie Howe hat trick e’ spettacolare: un giocatore la raggiunge quando, nella stessa partita, segna un goal, consegna un assist, e partecipa a una rissa. Lo stesso Gordie Howe ne realizzó due in carriera. Non si accettano obiezioni sul fatto che non ci sia traccia di tre goal: si chiama cosí e basta. Una variante alquanto bizzarra é la rat trick. Nel 1995, Mellanby, capitano dei Florida Panthers, ha segnato la prima (e unica) rat trick della storia NHL. Dopo aver ucciso con la stecca da hockey un ratto negli spogliatoi prima della partita, poi sul ghiaccio ha segnato due reti con la stecca assassina. In una partita successiva in cui segnó una hat trick, i tifosi lanciarono in tributo migliaia di ratti finti sul ghiaccio, tradizione continuata per ogni goal segnato nei playoff da Florida (Il/Sabba dai polverosi archivi comunica che quindi son stati lanciati ben pochi ratti, dal 1996 in poi).
Fatti e fattarielli vari
E adesso qualcosa per cui son ben conosciuto: dare i numeri:
52: il maggior numero di hat trick realizzate in carriera in NHL, detenuto da Wayne Gretzky
50: maggior numero di gare in carriera con tre o piú goal, detenuto da Wayne Gretzky
10: maggior numero di gare in una stagione con tre o piú goal (1981-82 e 1983-84), detenuto da Wayne Gretzky
3: maggior numero di gare consecutive con tre o piú goal: pari merito tra Joe Malone (1917-18, due volte nella stessa stagione) e Mike Bossy (1980-81)
3: maggior numero di gare in una stagione con quattro o piú goal, detenuto da Mario Lemieux (1992-93)
Double hat trick: il giocatore piu’ recente che ha segnato 6 goal in una partita e’ stato Darryl Sittler in casa per Toronto il 7 febbraio 1976 contro i Bruins (quella sera ha anche piazzato quattro assist per un record NHL di 10 punti nella stessa partita diventata leggendaria). Prima di lui Red Berenson nel 1968, Syd Howe nel 1944, Corb Denneny nel 1921, Joe Malone e Newsy Lalonde nel 1920, e ancora Joe Malone con il record di 7 goal in una partita nel 1920. Perdonate la sfilza di nomi, ma mi sembrava doveroso.
Nel 1991 Mark Messier é stato acquistato dai New York Rangers con un obiettivo chiaro a tutti: riportare la Stanley Cup a Manhattan. Chiaro, ma non semplice. Nella stagione 1993-94 i Rangers si trovano ad affrontare nelle finali di Conference i New Jersey Devils. Alla fine di gara5, Messier garantisce ai giornalisti che i Rangers avrebbero vinto gara6, portando la serie sulla paritá. Come, prego? Vi rendete conto? I tifosi di entrambe le squadre, e in generale tutto il mondo, lesse sui giornali che gara6 sarebbe stata vinta da New York. Io ancora non ci credo: dai tempi in cui Babe Ruth indico’ dove aveva intenzione di battere la pallina non succedeva una cosa simile. Si arriva al Madison Square Garden per gara6, e le cose non vanno bene ai Rangers. Alla fine del secondo periodo sono riusciti a dimezzare lo svantaggio sul 1-2. Ma é il terzo periodo quello che vale il biglietto, la partita, la serie, la leggenda. Mark Messier segna un gol, quello del pareggio, e poi un altro, quello del vantaggio dei Rangers. I Devils non sanno piú cosa fare, e tolgono dalla porta il giovane Martin Brodeur per schierare l’extra skater. Figuratevi Messier, non aspettava altro. Recupera il disco nella propria area difensiva, e lo tira da tre quarti di campo nella porta vuota: natural hat trick per lui. Credo che bastino le parole del commentatore ESPN Gary Thorne a descrivere: “Do you believe it?! Do you believe it?! He said we will win game six and he has just picked up the hat trick!“. No, avete ragione, meglio il video: https://www.youtube.com/watch?v=gy2JAOVJyRY&noredirect=1 o anche https://www.youtube.com/watch?v=oLT7rHq7iT8. Tutto interessante, ma so che voi volete sapere come é andata a finire. Vinta la serie, le finali si trascinano fino a gara7, quando il gol della vittoria spetta proprio a Messier. Dopo 54 anni la Coppa e’ tornata a New York. What if Mark didn’t lift an entire city? History will be made.
Mi sono tenuto per la fine la parte migliore, dove si va oltre la semplice aneddotica per passare alla sezione strappalacrime. Adesso parlo di Mario Lemieux, e di quella che non e’ diventata la Mario Lemieux hat trick solo perche’ probabilmente mai nessuno riuscira’ a farne una, lasciandolo ancora una volta unico nella storia. Di Lemieux, come di Gretzky, se ne potrebbe parlare per articoli su articoli: la storia, la carriera, la vita personale. Ma in questo articolo si parla di hat trick, quindi ecco quella che lui ha regalato al mondo la notte del 31 dicembre 1988 (ce la presenta Gretzky, scusate: http://www.youtube.com/watch?v=smY3waU-kuI). Cinque goal in cinque modi diversi: uno con squadre al completo, uno in power play, uno in short handed, un rigore, e un empty net.
Buon anno gente.
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