I Vancouver Canucks hanno conquistato Conference e Presidents’ Trophy. Superati in volata i St. Louis Blues, leader a sorpresa (ma con merito) della Central Division. Nella Pacific, i Phoenix Coyotes conquistano il primo titolo della loro storia. Questi i verdetti al termine della regular season.
Scorriamo assieme gli accoppiamenti dei playoff (tra parentesi le posizioni delle squadre al termine).
Vancouver Canucks (1) – Los Angeles Kings (8)
Ovvero, l’attacco più prolifico a Ovest contro la seconda difesa della Nhl. Da una parte i gemelli Sedin (con Henrik recordman stagionale di assist, 67), dall’altra Jonathan Quick e le sue super performance tra i pali.
Sulla sponda verdeblu, Roberto Luongo deve confermare la continuità ritrovata, grazie alla quale i canadesi hanno conquistato 8 delle ultime 10 gare. Dall’altra parte i californiani, testa di serie numero 3 sino a sette giorni fa, devono ritrovare in fretta il migliore ritmo per poter continuare il loro percorso.
I sedici punti di distanza in classifica non ingannino: in stagione regolare hanno ottenuto due vittorie a testa, violando per due volte (una rispettivamente) il fattore campo.
I playoff saranno un’altra storia, ma per la migliore squadra della Lega (per il secondo anno consecutivo) potrebbe non essere influente il vantaggio di giocare una volta in più in British Columbia (un’eventuale gara-7).
St. Louis Blues (2) – San Jose Sharks (7)
La sorpresa più bella a Occidente contro una squadra ritrovata solo nel finale di stagione. La formazione del Missouri ha stupito le più quotate rivali della Central Division (si pensi non solo a Nashville, ma anche a Detroit e Chicago), vincendo il raggruppamento per l’ottava volta e “rischiando” di conquistare il secondo Presidents’ Trophy nella storia della franchigia, dopo quello raggiunto nella stagione 1999/2000.
Gli squali erano certi dei playoff sino a gennaio, poi sono usciti dai top eight e hanno dovuto attendere le ultime giornate, in cui hanno collezionato 7 vittorie e 3 sconfitte, per ottenere l’accesso alla post-season, con una lunghezza in più dei rivali di L.A. e sei punti in più di Calgary, nona a Ovest.
I 13 punti di distanza tra le due formazioni e le quattro vittorie dei Blues nelle altrettante sfide portano a dire St. Louis, ma la sfida è aperta e una formazione con Niemi e Thornton avrà sicuramente qualcosa da dire in merito.
Phoenix Coyotes (3) – Chicago Blackhawks (6)
Un punto può valere la storia. Lo sanno bene in Arizona, dove la formazione locale ha ottenuto la Pacific Division per appena una lunghezza su San Jose. Per di più, in caso di arrivo a pari punti, sarebbero stati i californiani ad aggiudicarsi la testa di serie numero 3 a Ovest, grazie a un successo in più (43 contro 42). La stagione regolare è terminata invece con gli Sharks al settimo posto e i Coyotes al terzo, con in più la gioia di aver trionfato per la prima volta nel raggruppamento del Pacifico, come fatto dall’altra parte del Continente dai Florida Panthers, vincitori della Southeast.
Un risultato storico per la formazione stabilitasi a Phoenix nel 1996 (prima giocavano a Winnipeg con il nome dei Jets), ancora più prezioso perché ottenuto nonostante i problemi societari. che rischiavano di mandare all’aria la stagione.
La formazione della Windy City, invece, ha terminato con quattro punti in più dei diretti avversari (101 a 97), terminando però al secondo posto in Central Division. Pertanto si sono dovuti accodare in classifica ai vincitori della Pacific.
Durante la stagione, Chicago ha vinto il primo confronto sul ghiaccio dell’Arizona, per poi cedere i tre successivi (due volte in Illinois) ai numeri 3 della Conference. I quattro volte campioni della Lega dovranno faticare non poco contro Smith (eccezionale in porta) e compagni per il passaggio del turno.
Nashville Predators (4) – Detroit Red Wings (5)
Sulla carta è il confronto più equilibrato. Due sono le lunghezze che hanno separato le formazioni della Central al termine del torneo. Tre a testa sono le vittorie nei sei scontri diretti.
Per i biancorossi del Michigan vale il discorso fatto per San Jose. In testa alla Division a lungo (e per un tratto anche della Conference), hanno subito poi un calo, come testimoniano anche le 4 vittorie e le 6 sconfitte (di cui 2 all’overtime) nelle ultime 10 gare. Da ultimo, la debacle sul ghiaccio amico contro Kane e compagni, i quali con un successo pieno avrebbero agganciato gli 11 volte campioni della Stanley in classifica.
Dall’altra parte, i gialloblu del Tennessee hanno fatto loro 6 degli ultimi 10 incontri, risalendo lentamente ma inesorabilmente la graduatoria. Nell’ultima gara, hanno violato 6-1 il campo dei Colorado Avalanche.
L’entusiasmo di una formazione giovane (nata nel 1998) e il vantaggio di poter giocare un’eventuale gara-7 in casa, alla Bridgestone Arena, depongono bene per i saber-toothed Cats. Le tigri dai denti a sciabola avranno però contro l’esperienza delle “ali rosse”. Lo spettacolo non mancherà.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua città d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.
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