Gli Warriors vincono (e convincono) gara 2 delle NBA Finals con una prova corale dove hanno spiccato Stephen Curry e Kevin Durant. Per la franchigia dell’Ohio oltre alla solita incredibile prova di Lebron James, buono il fatturato di Kevin Love con 22 punti.
Gli Warriors ora conducono due a zero in queste NBA Finals e ritrovano il loro caratteristico attacco fluido e spettacolare, visto solamente a tratti durante i playoff. Ottima la prestazione di Durant (10-14 al tiro) e soprattutto Stephen Curry che mette a referto 33 punti con un incredibile 9-17 da tre. Con le nove triple Steph Curry mette a segno il nuovo record di canestri da tre punti realizzati in una sola gara di finale.
La serie adesso si sposta in Ohio per le decisive gara 3 e 4. Il prossimo episodio si giocherà mercoledì 6 giugno alle 18.00 e per i Cavaliers di Lebron James sarà già una must-win situation.
Golden State
Stephen Curry: 33 pts, 11-26 fg, 9-17 (3pts)
Kevin Durant: 26 pts, 10-14 fg, 2-3 (3pts)
Cleveland Cavaliers
Lebron James: 29 pts, 10-20 fg, 2-4 (3pts)
Kevin Love: 22 pts, 7-18 fg, 3-8 (3pts)
Negli episodi precedenti:
Sliding Doors.
4 secondi ed una manciata di decimi di pazzia hanno separato Lebron James dal concludere con una vittoria una delle imprese più grandi della sua carriera e, soprattutto, portarsi in vantaggio nelle NBA Finals contro i Golden State Warriors.
Un libero sbagliato di George Hill che, diciamocelo, ci può anche stare: ritrovarsi a dover decidere la gara inaugurale di una finale NBA quando non hai mai respirato quell’aria così rarefatta da far soffocare campioni con un pedigree molto più impressionante del tuo, mica è cosa da poco.
Campioni come JR Smith per esempio -che il Larry O’Brien trophy l’ha già sollevato da protagonista (e a petto nudo ovviamente)- che tre giorni fa alla Oracle Arena è andato in una confusione tale da combinarne una così grossa che probabilmente marcherà la sua carriera (in negativo) e assocerà il suo nome unicamente a questa boiata per sempre. Tecnicamente non mi dilungo in spiegazioni, alle battute ci ha pensato la rete:
Best from last night 🤣 #JRSmith pic.twitter.com/vTqKZ4B96m
— HoopitNBAlive (@Hoopit_NBA_Live) June 1, 2018
Thank you JR Smith you have me laughing so much right now pic.twitter.com/jkUGPbUyfx
— Emilio Rodriguez (@emilioluvsyou) June 1, 2018
Se Hill e/o Smith avessero tenuto la loro testa a posto solo per altri 4 dannati secondi adesso staremmo parlando di un presente totalmente diverso, un presente dove la giustizia ha trionfato.
Perché buttare quella prestazione assoluta da 51 punti di Lebron James è davvero un peccato. Una di quelle giornate in cui i punti dicono poco rispetto al vero lavoro del campione di Akron e non avrei mai pensato di poter scrivere una frase del genere quando il tabellino finale dice c-i-n-q-u-a-n-t-u-n-o punti. Un paio di numeri in più rispetto a quelli che probabilmente sa contare JR, in pratica.
Avremmo un presente in cui Durant, al posto di essere “atteso” per gara 2, sarebbe già stato (giustamente) crocefisso per la prestazione indegna e per non aver fatto il taglia-fuori decisivo.
Riassumendo, doveva essere una gara storica di Lebron -una di quelle che tornano buone quando devi fare il nuovo spot per la Nike- invece la ricorderemo per sempre grazie ai meme di LBJ sconcertato che guarda JR con una di quelle facce che rivedremo per sempre.
Non sono un grande sostenitore di Lebron, lo ammetto, ma la grandezza sportiva così manifesta come quella di gara 1 è innegabile e, anche se sono cresciuto a pane e umore cinico fantozziano, accettare quello che è successo, scoprendone solo il lato ironico senza ritrovarsi con la bocca impregnata di amaro é proprio difficile.
Ovvio che poi la gara 1 non è stata solo questo.
Ovvio che ci sono altre mille cose, dubbi, presenti alternativi e futuri ipotetici che hanno influenzato e influenzeranno questa serie ma oggi in questa domenica soleggiata da una ottantina di gradi Fahrenheit circa (che ancora non ho idea di quanti Celsius siano, ma fa caldissimo) il carrozzone della Nba finals è già a gara due lasciando negli specchietti retrovisori una delle gare 1 più assurde della storia e dandoci anche una certezza:
Cleveland se la può giocare, anche qui alla Oracle Arena.
1° Quarto
Per quelli che credono a queste cose, Curry oggi ha messo il canestro dal tunnel degli spogliatoi e “solitamente” quando questo succede, per gli Warriors butta bene. Cioè, è comprensibile: avere uno che può segnare praticamente da dove io parcheggio la macchina per entrare, farebbe stare più tranquillo anche me.
Subito piccola “chicca”: allo starting six al nome di JR Smith il pubblico della Oracle ha fatto un boato festoso che di solito è riservato a Steph Curry. È uno di casa oramai… Si prevede una serata tosta per il giocatore dei Cavaliers.
News In casa Warriors: Javale McGee parte in quintetto e inizia subito fortissimo: due canestri pesanti (intramezzati da una tripla di KT) per il 15-6 Golden State. Time-out per coach Lue.
La partenza di Cleveland è un po’ lenta, non sembra per ora una squadra che abbia superato il dramma del finale di gara 1. JR prova a rimettersi in modo: canestro e fallo. Ma come va in lunetta la Oracle inizia a cantare “MVP MVP” e lui sbaglia nel tripudio generale. I love this game.
Il punteggio dice 21-17 GS e tutte e due le squadre sono vive. Dopo la tripla di Smith (che poi mette pure una rubata di contorno) Kerr decide di fermare la gara quando mancano 4 minuti e 34 secondi alla prima pausa della gara.
Cleveland piano piano continua a ricucire il distacco e rientra definitivamente in gara sul 26-24 ma Lue è costretto ad un altro time-out poco dopo sul 30-24, con un ottimo Livingston, che ogni volta che entra scombina un po’ i piani della difesa dei Cavs con il suoi tiri dal mid-range.
Lebron non sembra in versione da 60 punti ma sta tirando con una buona efficienza e ha già 5 assist e 10 punti con un 3-4 dal campo e un po’ di liberi in saccoccia.
Finisce 32-28.
2° Quarto
Si rinizia con il duello Lebron-Durant su tutti e due i lati del campo: mica male. Questa volta vince il doppio confronto KD. Per il nativo di Washington, con 9.32 da giocare nel secondo quarto, sono già 11 pts fatti con un sontuoso 5-5 dal campo. Non poteva fare schifo per sempre.
La cosa più consolatoria per coach Kerr riguardo KD -oltre alla produzione offensiva che è graditissssima- è la presenza difensiva: stoppate, cambi aggressivi, rimbalzi “ignoranti” e nessuna voglia di far guadagnare mezzo cm agli avversari, che si chiamino Lebron o meno.
39-30 GS (9′ prima dell’half time)
Opaca ed è dir poco la partenza di tutti quelli che non abbiano scritto “James” dietro la maglietta dei Cavs: 1-4 Korver, 1-3 Thompson, 2-6 Smith & HIll, 2-7 Green + Clarcson + Nance Jr. Bene, ma non benissimo.
GS allunga sul 47-36 con le prove tecniche della prima fuga, grazie a degli ispiratissimi Shawn Livingston e David West. Time-out obbligato per coach Lue dopo l’ennesima tripla di Steph.
Classic Steph from DEEP 👌 pic.twitter.com/PPSA5nX38d
— SportsCenter (@SportsCenter) June 4, 2018
Pure Lebron si è un po’ raffreddato e dopo un errore un po’ banale su un fastbreak deve pure risentire i cori MVP MVP alla palla persa di JR. 51-38 per quelli in casa.
Altra tripla di Curry, Javale tiene su Lebron, più con il cuore che con la tecnica, e la Oracle Arena esplode, facendoti capire che i Warriors giocano almeno in 6: pelle d’oca. 59-44 Warriors.
Adoro il lavoro dei Javale e degli West -ovviamente molto diverso in campo- magari non troppo appariscente ma creato con la stessa voglia incredibile di aiutare la squadra con le piccole cose, con l’energia, con la “garra” che porta a cercare il recupero in più, la stoppata in più, il rimbalzo offensivo extra, anche quando sei sopra di 10.
Si va al riposo sul 59-46 per i giallo-blù.
Guidano Curry (6-13 con 4 triple su 9 tentativi) e James (15 punti, 5-11 dal campo e 0 triple tentate).
Per ora almeno numericamente, poco Durant: il fenomeno dei Warriors si è preso solo 6 conclusioni mandandone 5 a bersaglio e favorendo molto la circolazione di palla per i compagni (4 assist). Niente iso-Kevin oggi e per i Warriors sembra un affare.
Stephen Curry (16 PTS, 6 AST, 5 REB) & LeBron James (15 PTS, 8 AST, 7 REB) duel in the first 24 minutes of Game 2! #DubNation #WhateverItTakes #NBAFinals pic.twitter.com/51J2VqGamu
— NBA (@NBA) June 4, 2018
3° Quarto
Continuano gli adjustments di Steve Kerr: paga bene l’idea di raddoppiare Lebron subito nel pick and rool con Tristan Thompson ma gli sforzi difensivi vengono vanificati da un ottimo avvio di Kevin Love che riavvicina i suoi a -7 con due triple.
Siamo di nuovo di Durant vs James. James sbaglia di nuovo. Sul rimbalzo Klay si lancia in campo e mette una tripla da screanzato. Roba da Golden State Warriors.
Klay Thompson sprints out for the transition pull up 3. pic.twitter.com/JaykeHYFyF
— RealGM (@RealGM) June 4, 2018
Palla di nuovo a Lebron, di nuovo contro KD, tripla in faccia. Cavs a -6, time-out Warriors.
Durant viene strigliato da Green che oggi ha una intensità verso gli avversari e verso i compagni indescrivibile.
Intensity level 💯 pic.twitter.com/fpjttEfp4w
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) June 4, 2018
KD risponde alla chiamata e continua a produrre come si deve (7-8, 2-2 da tre per 20 punti) ma i Cavs rispondono con Kevin Love (20 punti con 6-14 dal campo e 3-5 da tre) e sono sempre li a -7 quando mancano circa 4 minuti alla fine del quarto.
Per quelli dell’Ohio, oltre a Kevin Love, ci sarebbe anche quello con il 23, le cui fatiche non vengono registrate nel box score però perchè al posto di tirare sta provando a mettere in moto tutti gli altri. Solo che i suoi assist fantascientifici vengono rovinati a turno dai Green, dai Nance JR e dagli Smith di questo mondo. Sono queste le situazioni in cui ti viene quasi da simpatizzare/compatire per/il 23 dei Cavs in questa serie finale.
90-80 per GS. Tutto ancora in gioco in questi 12 minuti finali.
4° Quarto
L’inizio è teso: bisogna aspettare più di un minuto per i primi due canestri.
Tripla di Bron e Tripla di Curry, impossibile chiedere di meglio.
Altra tripla di Curry: arriva il gancio che può mandarti al tappeto: 96-83 Warriors.
Che serie che sta giocando Steph!
Anche Livingston è ancora della partita, il suo mid-range game, oltre a essere stellare amplia e completa l’attacco dei gialloblù. Il “vecchio” Shawn ha un intonso 5-5 dal campo per 10 preziosissimi punti.
Lebron va dentro con la moto e coglie impreparati i Warriors, una di quelle cose inammissibili per il coaching staff che decide di chiedere un time-out per discuterne. Al rientro, un brutto possesso di Golden State finisce con un’altra tripla incredibile di Curry che brucia la sirena dei 24 secondi per il 103-89.
I Cavs sentono il colpo e “oscillano” un po’ sul ring. L’ultimo sforzo dei Cavs li riporta a -9, ma il copione sembra già scritto da quanto è ripetitivo: Palla a curry, tripla e fallo.
109-83. Lo scrivo, magari dopo me ne pento: 2-0 Warriors e tutti a Cleveland.
Dalla lunetta partono i cori “MVP! MVP!”, quelli veri.
Oramai il livello di decibel della Oracle è insostenbile, schiacciata di Durant, time-out Lue.
Cleveland sta sparendo dal campo.
Lebron continua stoicamente a provarci ma da solo è troppo anche per lui.
Finisce qui con 3.37 di garbage time con Pachulia, Clarkson, Hood, Osman, Zizic (!) e Calderon, tutta gente di cui possiamo anche non parlare.
Gara 3 si giocherà Mercoledì alla Quicken Loans Arena di Cleveland.
Solito articolo gustoso e competente. Stanotte mi aspetto una reazione di orgoglio da parte di Cleveland, che in casa ha perso solo la prima contro Indiana e poi ha schiantato tutti. Quindi non sarà per niente facile. Questi Warriors poi quest’anno mi sembrano meno imbattibili rispetto all’anno passato, quando davvero davano la sensazione di essere in missione..
ahahah