La stagione 12/13 è stata probabilmente quella della svolta per i Blazers. La squadra di Portland sembra aver finalmente imboccato la strada giusta verso la rinascita, dopo troppi anni di sfortuna e delusioni.
Nonostante i passi avanti nemmeno la scorsa regular season ha regalato a “Rip City” il ritorno nei Playoff (forse era troppo aspettarsi un pass per la post season), ma di sicuro sono state messe le basi per una squadra quantomeno competitiva, in una Conference da molti anni piena di franchigie dal record superiore al 50%.
Conference: Western
Division: Northwest
Arrivi: Richard Howell (PF), Robin Lopez (C), C.J. McCollum (PG), Thomas Robinson (PF), Earl Watson (PG), Mo Williams (PG), Dorell Wright (SF), EJ Singler (SF), Dee Bost (PG)
Partenze: Jared Jeffries (PF), JJ Hickson (PF), Ronnie Price (PG), Sasha Pavlovic (SF), Eric Maynor (PG), Nolan Smith (PG)
Draft: C.J. McCollum (10° scelta, Lehigh), Jeff Withey (39° scelta, Kansas, ceduto a New Orleans), Grant Jerrett (40° scelta, Arizona, ceduto a Oklahoma), Marko Todorović (45° scelta, Barcellona, ceduti i diritti internazionali a Houston)
Roster: Lamarcus Aldridge (C), Will Barton (SG), Nicolas Batum (SF), Victor Claver (SF), Allen Crabbe (SG), Joel Freeland (PF), Richard Howell (PF), Meyers Leonard (C), Damian Lillard (PG), Robin Lopez (C), Wesley Matthews (SG), C.J. McCollum (PG), Thomas Robinson (PF), Earl Watson (PG), Mo Williams (PG), Dorell Wright (SF), EJ Singler (SF), Dee Bost (PG)
Possibile quintetto base
PG Damian Lillard
SG Wesley Matthwes
SF Nicolas Batum
PF LaMarcus Aldridge
C Robin Lopez
Dopo un stagione nella quale si è vista finalmente una luce in fondo al tunnel, i Blazers cercheranno di ripetere quello che di buono si è fatto e proveranno a migliorare gli aspetti della squadra ancora deficitari.
Sicuramente la nota positiva dell’intera stagione scorsa è stata la loro forza offensiva. Il quintetto di partenza dei Blazers si è rivelato essere uno dei migliori per punti a partita. Inoltre Portland sembra aver finalmente trovato un giocatore da affiancare ad Aldridge come faro dell’intero sistema: Damian Lillard, protagonista incontrastato tra le matricole della stagione scorsa.
Le problematiche però non sono mancate ed hanno riguardato soprattutto la difesa e la profondità della panchina. Mancavano infatti sia veri specialisti difensivi, sia uomini che dalla panchina rompessero gli equilibri delle gare. La dirigenza ha cercato di operare proprio per cercare di invertire questa tendenza.
Guardie
Inutile dire che si riparte da Damian Lillard, playmaker che ha impressionato per maturità e completezza. Il prodotto di Weber State, vera sorpresa dell’anno scorso e vincitore incontrastato del premio di Rookie dell’anno (con buona pace di Anthony Davis), è stato messo al centro del progetto e sicuramente coach Stotts gli darà in mano le chiavi dell’attacco.
Nella posizione di guardia tiratrice Wesley Matthews sarà anche quest’anno il giocatore dal minutaggio più elevato. Il figlio di “Wes” si è ormai ritagliato negli anni un ruolo da tiratore puro dal perimetro ed è ormai un appiglio sicuro per coach Stotts.
In aggiunta il roster si è arricchito con due nomi che offrono diverse soluzioni e profondità dalla panchina nella posizione di playmaker. Mo Williams ha dalla sua tanta esperienza in Nba e si accasa a Portland dopo un anno tra luci ed ombre ai Jazz. C.J. McCullom, invece, è stato scelto al Draft per cercare di arricchire il roster con alternative offensive dal perimetro quando Lillard si siederà in panchina, oppure potrebbe far coppia proprio col suddetto sophomore in un sistema col doppio playmaker sempre più in voga nel basket moderno. McCullom sembra già un giocatore maturo per l’nba ed un talento offensivo cristallino.
Il comparto guardie è poi completato da tanti giovani, che sgomiteranno per restare nel roster quando si procederà ai tagli prima dell’inizio della regular season. Da Will Burton, che nell’ultima parte della scorsa stagione ha dato prova di essere un rookie sul quale si può lavorare, a Dee Bost ed Allen Crabbe, vere e proprie scommesse e giocatori nba tutti da inventare. Earl Watson, dopo l’esperienza di tre anni a Utah, completa il roster delle guardie.
Ali
Nella posizione di ala piccola Portland ha scelto di affidarsi ancora a Nicolas Batum. Ci si aspetta però da lui il definitivo salto di qualità; il francese in potenza è una Walking Triple-Double (rimarchevole uno strepitoso five-by-five realizzato l’anno scorso contro New Orleans), ma ha anche evidenziato amnesie che denotano una maturità ancora da raggiungere.
Nella posizione di ala grande, che l’anno scorso era occupata dal buon JJ Hickson, è difficile da prevedere cosa succederà quest’anno ai Blazers. In primo luogo Portland si è assicurata le prestazioni di un giocatore come Thomas Robinson, rimbalzista dalle grandi doti che però nella stagione da rookie trascorsa a Sacramento non ha probabilmente mostrato tutto il suo potenziale. Victor Claver e Joel Freeland dovrebbero poi essere confermati dopo le buone prestazioni dell’anno scorso, ma rischiano di avere meno minuti a loro disposizione.
A Portland è poi arrivato anche Dorrell Wright. Il giocatore, dopo la discreta stagione a Phila, assicura a coach Stotts minuti di qualità, principalmente come rincalzo di Batum. Per Richard Howell ed EJ Singler valgono poi le stesse considerazioni fatte per le giovani guardie appena arrivate a Portland, potrebbero essere loro le vittime dei tagli per rientrare nel numero limite di 15 giocatori in roster. Discorso a parte vale per LaMarcus Aldridge, che potrà trovare tanti minuti da ala grande, come forse non gli accadeva dall’era funesta di Oden e Roy.
Centri
Il già citato Aldridge è senza dubbio il faro della quadra di Rip City, insieme a Damian Lillard. L-Train è ormai da anni un All Star e Portland si affiderà ancora una volta alle sue prestazioni. La già accennata eventualità che il prodotto di Texas trovi tanti minuti da ala forte è comprovata dalla presenza nel roster di due veri centri. Meyers Leonard ha fatto vedere delle buone cose già l’anno scorso, anche se ha comunque evidenziato grandi limiti difensivi, accentuati da una corporatura ancora troppo esile nonostante sia uno dei due “settepiedi” presenti nel roster.
L’altro “centrone”, che arriva quest’anno a Portland, è Robin Lopez. Il gemello di Brook, che viene da un’annata agli Hornets durante la quale ha giocato con continuità, dovrà portare ai Blazers quella copertura sotto canestro che è mancata negli anni precedenti. Inoltre potrebbe formare una coppia di lunghi rispettabile con Aldridge, che permetterebbe così al prodotto di Texas di operare più lontano da canestro.
Giudicare adesso questo roster è impresa ardita. Portland riparte dalle proprie certezze, ma i nuovi innesti dovranno dare prova sul parquet della loro utilità. Quando la prima palla a due della stagione non è stata ancora alzata, si può soltanto azzardare che i Blazers punteranno alle ultime posizioni che assicurano l’ingresso nella post season. Ma la Western Conference è da tempo un territorio impervio, soprattutto per una squadra che dopo anni bui sta cercando faticosamente di risalire la china. Dunque la stagione dei Blazers è ancora tutta da inventare, e il caloroso pubblico del Rose Garden spera che l’uscita del tunnel sia davvero a portata.
Seguo il basket NBA dal 2000, quando Vince Carter volava sui cieli di Oakland e quando i Lakers battevano i Trail Blazers alla settima. Studio giurisprudenza presso la facoltà di Palermo, mi piace la musica e suono la chitarra. Ma soprattutto, sono NBA-dipendente… Email: big.ideas@hotmail.it Twitter: @sleepinpill87
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