E’ arrivato l’appuntamento annuale, in vista del Draft del prossimo giovedì, con gli sleepers, quei giocatori meno conosciuti di altri prospetti del college, ma in grado di avere da subito un impatto interessante nel mondo pro. Partiamo!
ROYCE WHITE, ala grande, Iowa State: un bell’enigma questo ventunenne, i cui problemi di ansia e la paura di volare hanno un po’ oscurato gli effettivi punti a suo favore: e’ difficile trovare un giocatore di 2,08 m capace di condurre il gioco con la sua qualita’, e quindi candidato a un ruolo di point-forward nell’NBA, allo stesso tempo rischia di essere un giocatore ibrido, piccolo per competere con le ali grandi NBA, e allo stesso tempo in difficolta’ se si sposta troppo sul perimetro, dove non ha un jump-shoot particolarmente dominante. Visto il suo grado di maturita’, dimostrato nelle varie interviste pre-draft, puo’ essere in grado di dare subito un ottimo contributo e di integrarsi al meglio nella squadra che lo sceglierà, probabilmente dalla meta’ del primo round di scelte in poi. Ideale per Atlanta, qualora decidesse di cedere Josh Smith, o per Boston in fase di ricostruzione, sara’ interessante seguirne il percorso nella prossima stagione NBA.
WILL BURTON, guardia tiratrice, Memphis: in salita le quotazioni di Burton, giocatore difficilmente classificabile come tiratore puro… e basta. Nel suo ruolo a Memphis ha dimostrato di essere un ottimo rimbalzista, e di avere un buon atletismo, di contro deve mettere su peso per reggere le platee NBA. Tenendo conto i miglioramenti fatti nel suo secondo anno NCAA, si capisce il progressivo interessamento dei vari scout pro, rispetto a giocatori piu’ maturi ma anche piu’ vecchi di Burton, e allo stesso tempo la possibilita’ di fare subito bene al primo impatto. Magari in una squadra come Chicago, a cui una dose di dinamismo nel ruolo di guardia andrebbe sicuramente a genio, quindi aspettatevi Burton scelto magari gia’ alla fine del primo round.
ANDREW NICHOLSON, ala grande, St. Bonaventure: crescita inarrestabile sembra quella di Nicholson, destinato a qualcosa di piu’ di essere una prima scelta bassa, visto come all’NBA Draft Combine di Chicago di meta’ giugno si e’ messo in evidenza, tra misurazioni fisiche e sedute di tiro. Impressionante la sua apertura di braccia (2,20 m!), come la sua abilita’ al tiro, gia’ adatto alla linea da 3 dei pro: caratteristiche che lo rendono almeno un nuovo Ryan Anderson, o un David West se potenzia il fisico, ancora fragilino per le aree NBA. Dato potenzialmente ai Celtics, con la scelta numero 22, c’e’ il rischio che sia gia’ stato preso a quel punto: di “lunghi” in grado di fare piu’ cose che non limitarsi a difendere il pitturato, c’e’ decisamente bisogno, e altre squadre stanno valutando attentamente lo sleeper dei Bonnies.
TYSHAWN TAYLOR, play, Kansas: combo guard per eccellenza, il furetto di Kansas rischia di pagare una difficile collocazione nell’NBA: del resto, pur presentando ottimi skills atletici, e un’altezza (1,92 m) superiore a quella di molti play NBA, rimane piu’ un tiratore che un regista. Anche nell’ultima annata ai Jayhawks le sue scelte di gioco hanno spesso fatto storcere il naso, e le previsioni su una sua possibile scelta al primo turno sono state ribassate in negativo: quindi un punto interrogativo, come minimo un possibile play difensivo, un giocatore su cui scommettere una seconda scelta. La mancanza di significativi miglioramenti nell’ultimo anno da senior, fanno sicuramente sollevare dubbi per il suo futuro NBA.
SCOTT MACHADO, play, Iona: tra i registi piu’ completi del draft, l’unico dubbio per Machado e’ che abbia raggiunto la sua completa maturazione, e non possa migliorare oltre le buone qualità di visione di gioco e leadership che ha dimostrato da senior. Non dotatissimo a livello fisico-atletico, sembra piu’ destinato a un ruolo di solido back-up play nei pro, e quindi solo nel secondo turno potrebbe essere una scelta su cui giocarci una pick, anche se non c’e’ grande richiesta di point-guards nel draft del prossimo giovedì.
KYLE O’QUINN, centro, Norfolk State: esploso al torneo NCAA, e confermatosi al Portsmouth Invitional Tournament Team di aprile, e’ un centro leggermente sottodimensionato (2,11 m), ma con una prodigiosa apertura di braccia (2,24 m), dato che lo rende immediatamente buono per la NBA, anche se nell’immediato soprattutto come giocatore difensivo d’area. Deve migliorare il suo iq cestistico sicuramente, ma tra primo e secondo turno potra’ essere ottimo per chi, come Miami o Golden State, cerca braccia robuste e giovani per il pitturato.
MILES PLUMLEE, centro, Duke: sempre all’ombra del piu’ celebrato fratello Mason, l’altro Plumlee sembra gia’ un caso curioso, cioe’ un giocatore neanche titolare al college per quattro anni, che invece di scomparire nel nulla, acquista sempre piu’ credito tra gli scout NBA. Questo per due motivi, il gioco di Duke soprattutto perimetrale, con pochi giochi studiati per valorizzare Miles, e i suoi ottimi dati atletici (1,04 m di salto verticale!), che fanno sperare di vedere in lui almeno un nuovo Jeff Foster: obiettivo non impossibile se avra’ la grinta necessaria, e che lo porteranno a essere scelto anche lui tra primo e secondo round, con molte squadre interessate.
ORLANDO JOHNSON, guardia tiratrice, UC Santa Barbara: sottovalutato come molti senior, e giocatori provenienti da piccoli college, Johnson ha scalato le classifiche negli ultimi workout, soprattutto per i dati fisico-atletici che ha fatto vedere rispetto alla sua stagione da senior: fisico robusto da NBA, e atletismo piu’ che buono nel salto verticale e nell’apertura di braccia. Se non ha un’eccellenza particolare (tiro, penetrazione), e’ comunque un giocatore completo e ha un tifoso d’eccellenza: LeBron James, di cui ha frequentato l’Academy la scorsa estate, si e’ detto impressionato da Orlando, e detto dal King e’ un buon lasciapassare no???
MIKE SCOTT, ala grande, Virginia: altro senior, quindi giocatore gia’ fatto e formato, ma anche dalle prospettive di miglioramento (avendo 24 anni) praticamente pari a zero. Chi lo prendera’ nel secondo turno di scelte avra’ comunque un buon giocatore d’area dotato anche di un ottimo tiro dal perimetro: non un fenomeno ma sicuramente un giocatore in grado di fare la rotation di una squadra NBA.
KEVIN MURPHY, ala piccola, Tennessee Tech: swingman guardato con progressivo interesse dagli scout NBA, anche per la non grande abbondanza di giocatori di questo tipo al draft del 28. Capace sia di tirare bene anche dalla lunga distanza, che di andare a rimbalzo con continuita’, ovviamente il dubbio in questi casi e’ la possibilita’ di ripetersi nei pro: la speranza di fare uno steal come quello di Marshon Brooks da parte dei Nets al draft dello scorso anno, porteranno a sceglierlo a fine del primo round, o al massimo all’inizio del secondo turno di scelte.
JARED CUNNINGHAM, combo guard, Oregon State: classico giocatore che spiazza, da un lato ha impressionato gli scout con la sua rapidita’ e la capacita’ di andare a concludere a canestro, da un lato l’altezza (1,92 m) lo rende sottodimensionato per giocare guardia nell’NBA, e consiglierebbero una transizione nel ruolo di play, cosa gia’ in parte avvenuta nei Beavers dove spesso dirigeva l’azione palla in mano. Dubbi che lo conducono nella parte bassa del primo round, non fosse per un tiro dalla media ancora da migliorare sarebbe un’ottima scelta per i Bulls.
RENARDO SIDNEY, centro, Mississipi State: prendere Sidney rischia di essere un vero e proprio atto di fede, visti i numerosi problemi dentro e fuori dal campo di gioco, ma basterebbe il suo peso a creare campanelli d’allarme. 140 kili all’ultima misurazione di un mese fa, troppo anche per un 2,13 m, e i dubbi che mai Sidney possa essere un giocatore da NBA. E che gli skills ce li avrebbe, a partire dal senso del gioco e della posizione che dimostrò all’high-school, e che ne fecero uno dei top-prospect della nazione: dubitiamo che verrà scelto, ma se c’e’ uno sleeper per eccellenza, questo e’ Sidney.
HOLLIS THOMPSON, ala piccola, Georgetown: giocatore da mattonella per eccellenza, e per questo spesso criticato gia’ al college, nell’ultimo anno ha cercato di migliorare e rendere piu’ vario il suo gioco, ma rimane soprattutto un tiratore puro, e così verra’ valutato al draft. Del resto la sua collocazione NBA non e’ difficile dal punto di vista difensivo, visto che con i suoi 2,08 m non gli manca il fisico per difendere i pariruolo nei pro.
JAMYCHAEL GREEN, ala grande, Alabama: avesse fatto un anno da senior piu’ convincente, Green avrebbe visto crescere considerevolmente le sue quotazioni: così rimane un atletico giocatore d’area, nemmeno troppo (2,08 m) per l’NBA, che fa leva piu’ sulla fisicita’ che su una vera gamma di movimenti, e neanche l’anno da senior ha raffinato ulteriormente la sua tecnica di base. Jump-shooter erratico, tanto movimento, rimbalzi, aggressività: poco per i pro forse, ma una seconda scelta su di lui non e’ un grande azzardo se avete bisogno di un giocatore d’area capace di battersi su ogni pallone disponibile.
ROBBIE HUMMEL, ala grande, Purdue: sappiamo tutti dei suoi tremendi infortuni, e dei dubbi sul fatto di come il suo fisico possa reagire alle platee NBA, ma visto la qualita’ del suo gioco (e del jumper in particolare), una scelta su di lui al secondo turno basso la metteremmo. Ancora piu’ probabile che venga undrafted, e si giochi le sue chance quest’estate.
JET CHANG, guardia tiratrice, BYU Hawaii: non una semplice curiosita’ il giocatore di Taiwan, ma un tiratore formidabile, con una buona elevazione anche in ambito pro. In verita’ di lui si e’ visto troppo poco per giudicare le altre fasi di gioco, cosa che rende piu’ probabile un passaggio alla fondamentale Summer League di luglio.
Tra un anno potremmo dire di averci azzeccato o meno, speriamo di avere altre soddisfazioni tipo Marshon Brooks o Kenneth Faried.
Intanto, buon Draft a tutti…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
per qualunque curiosita’ scrivetemi a: albix73@hotmail.it
Tony Wroten è sicuramente il più grande sleeper di questo draft. Spero che gli Hawks lo scelgano con la 23.